ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 22/04/2012

RELAZIONE DI DON AMORTH 31 MARZO 2012: ECCO LE PROFEZIE DI FATIMA, IL CROLLO DELLA FEDE NEI VERTICI DELLA CHIESA

Post n°7043 pubblicato il 22 Aprile 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Messaggio del 25 Marzo 2012: "Cari figli, desidero darvi la mia benedizione materna e invitarvi alla preghiera. Che la preghiera diventi per voi bisogno, affinché ogni giorno cresciate di più nella santità. Lavorate di più sulla vostra conversione perchè siete lontani figlioli! Grazie per aver risposto alla mia chiamata".

I punti di questo messaggio sono chiarissimi e sono due: preghiera e conversione. Bisogna arrivare a sentire la preghiera come un bisogno; ci vuole allenamento. Prima di tutto la preghiera è parlare con una persona che può essere Gesù, Maria. Se non c'è un contatto personale sono solo parole al vento. Un tale mi diceva che cominciava il rosario per poi arrivare alla fine senza essersene accorto, per virtù dello Spirito Santo. Non penso proprio, ma arrivava alla fine per le sue distrazioni. Per pregare bisogna essere allenati al silenzio, bisogna imparare a fare silenzio. Pensare al Signore anche senza dire niente e poi tutti i tentativi che facciamo sono buoni, ma fino a che non arriviamo a far sì che la preghiera sia un bisogno, vuol dire che dobbiamo ancora camminare.
E ora passiamo al secondo punto su cui desidero fermarmi di più: la conversione. Qui la Madonna usa una parola molto forte “Lavorate di più sulla vostra conversione perchè siete lontani, figlioli!” Siamo tutti lontani dalla nostra conversione. Tutti i nostri incontri mensili hanno lo scopo di renderci più disponibili a fare la volontà di Dio attraverso l'ascolto della Sua Parola, la preghiera e soprattutto guidati da Maria Santissima e dai suoi messaggi.
Gesù, iniziando la sua missione pubblica, dice: “Il tempo è compiuto, il Regno di Dio è vicino, convertitevi e credete al Vangelo.” Anche San Paolo ci richiama alla conversione: “E' questo il tempo della salvezza e Gesù è la via per raggiungerla. Sta a voi decidere per quale via camminare, ma alla fine ognuno raccoglierà i frutti che semina.” L'evangelista Luca: “Non si raccolgono fichi dalle spine nè si vendemmia uva da un rovo” e di nuovo San Paolo ai Galati: “Chi semina  nella sua carne (cioè pensando solo alle cose della terra), raccoglierà corruzione.” Ci sono preoccupazioni nella vita quotidiana, ma non devono farci dimenticare il fine, lo scopo stesso della vita. “Chi semina nello Spirito, dallo Spirito raccoglierà vita eterna” dice San Paolo, che continua “Ecco il giorno favorevole, ecco il giorno della salvezza”, pensando alla conversione. S. Agostino è stato lento a convertirsi: infatti pur avendo capito di dover cambiare, cercava di prendere tempo, ma poi ha sentito che doveva decidersi subito, altrimenti non si sarebbe più convertito. La sua decisione, conseguente, istantanea, lo ha portato a divenire il grande santo che noi conosciamo. Non si può vivere nel sonno, nella tiepidezza, nella trascuratezza. Ancora San Paolo: “E' ormai tempo di svegliarvi dal sonno, perché la nostra salvezza è più vicina ora di quando diventammo credenti.” Ogni mattina, appena sveglio, mi viene spontaneo dire: "Signore, sono più vicino a Te," un passettino alla volta. Lo sa Lui quanto durerà. Riconoscere e accogliere il tempo di Dio significa convertirsi e credere. Gesù invita alla conversione con queste parole: “Convertitevi e credete.” Bisogna prima convertirsi, cioè essere disposti a cambiare vita, a migliorarsi, altrimenti è impossibile credere. Ecco perché viviamo in un mondo ateo, perché non si è disposti a cambiare vita, ad accettare i dieci comandamenti. Nel prologo di Giovanni leggiamo: “In Lui era la vita e la vita era la luce degli uomini, la Luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta.”  Gv. 1, 4-5.
Perché gli uomini non arrivano alla fede? Perché le loro opere sono malvagie. Se uno non vuol cambiare, non cambia. In ventisei anni che sono stato da Padre Pio, quando era vivo, ho visto tante persone a cui lui non dava l'assoluzione (se n'è contato un terzo) perché non vedeva la loro conversione, il desiderio di cambiare vita. Se uno si confessa che vive con una donna che non è sua moglie, deve lasciarla! Padre Pio, che vedeva il vero stato d’animo di chi si confessava, certe volte non assolveva; vedeva veramente perché era un santo. Ho visto varie volte persone inginocchiate al confessionale che venivano cacciate da padre Pio senza che aprissero bocca. “Vattene via!”  Aveva doni speciali. Ecco perché se uno non si converte, la fede crolla oppure non arriva mai a credere! Vedete oggi come i comandamenti di Dio sono continuamente calpestati e sembra che il mondo cattolico sia fatto di gente timida, paurosa, silenziosa. Ultimamente mi sono scandalizzato che in Italia c'è stata una sentenza della Cassazione che ha approvato i matrimoni gay. Badate, non ci sono state proteste! Radio Maria qualcosa ha detto, ma ‘i pezzi grossi’, no! Penso alle rivelazioni di Fatima: il crollo della fede comincerà dai vertici. Vedo questo grandissimo papa, così solo! La conversione è una parola che forse ci dice poco, perché tante volte l'abbiamo sentita ripetere e usare a proposito e a sproposito anche da noi. A furia di usarla con superficialità l'abbiamo svestita del suo valore, impoverita a tal punto che non ci sorprende, non ci scuote più. Siamo portati a pensare che se qualcuno si deve convertire, non siamo noi, ma sono gli altri. Facciamo bene a pregare per la conversione degli altri, perché Maria a Fatima ha detto che tante anime vanno all'Inferno perché non c'è nessuno che preghi e si sacrifichi per loro, ma non significa che io non abbia bisogno di preghiere per convertirmi. Spesso il nostro cristianesimo è  cupo, pauroso, non ha capito Gesù che ci chiede di essere suoi testimoni, apertamente, in modo coraggioso. Chi avrà reso testimonianza di Me davanti agli uomini…. Anche San Paolo ci esorta: Predicate Cristo quando è opportuno e quando non lo è… Sempre! E’ molto chiaro come dobbiamo comportarci, ma siamo però cristiani nascosti che tacciono. In questo modo passano i matrimoni gay, l’eutanasia, tutto, tanto i cristiani subiscono e tacciono. Non è questo quello che Gesù vuole. Ci sentiamo persone su cui non c'è da dire nulla, ma non è così. Il Vangelo ci dice di amare come Lui ci ha amati. Ci dobbiamo saper guardare intorno. Riconosciamoci peccatori per convertirci, prendiamo di mira il nostro vizio pricipale. San Francesco di Sales aveva capito che il suo difetto principale era l'impulsività. Ci dice che lo ha preso di mira, lo ha combattuto ed era diventato l'uomo più mite del mondo, ma per vincere questo difetto ha impiegato venti anni. Questo vuol dire che i nostri difetti dobbiamo saperli combattere con pazienza, con prontezza. Qual è il punto d'arrivo? Il punto d'arrivo della conversione, ci viene detto in modo chiaro dalla Bibbia, Antico Testamento, Levitico: “Siate santi perchè Io sono santo.” La santità! Come Padre Pio? Come San Francesco d'Assisi? No, il Vangelo non si accontenta di questo e Gesù ci dice: “Siate santi come il vostro Padre celeste”.  A questo punto per arrivare a quella meta, Gesù ci indica un cammino che io devo percorrere sapendo che il cammino che ho fatto è ancora poco in paragone a quello che devo ancora fare. Mai essere contenti di noi stessi, perché convertirsi è un cambiare noi stessi radicalmente. “Laceratevi il cuore e non le vesti” si deve manifestare anche nelle opere esterne; devo convertirmi dentro e fuori, cuore e condotta. San Francesco d'Assisi si è convertito a venticinque anni; è sempre stato malato, è morto dopo venti anni predicando e convertendo tante anime. La conversione, dice San Paolo, è “Partecipazione al mistero pasquale di Cristo”, è un morire e risorgere per Lui, cioè morire alle passioni, è “spogliarsi dell'uomo vecchio, delle sue azioni e vestirsi dell'uomo nuovo, saper essere diversi, cioè migliori, rispetto a ciò che eravamo.”  “Risorgere con Cristo è vivere da risorti” perchè, continua ancora San Paolo, “la nostra vita sia nascosta con Cristo e in Dio.” Convertirsi è “possedere sentimenti di misericordia, di bontà, di pazienza, sopportandoci a vicenda.” Quando ci facevano l'elenco delle opere di carità ci dicevano che quella che veniva nominata per ultima "sopportare pazientemente le persone moleste" era l'opera di carità più difficile, specie se la persona ce l'hai in casa oppure come compagno del lavoro e non puoi scansarlo perché o lo sopporti o non sei cristiano. Sopportarci e perdonarci vicendevolmente è fondamentale per sostenere la carità. Ogni giorno dobbiamo confrontarci con la vita di Gesù che ci ha dato esempi preziosissimi. E' Dio che si è fatto Uomo per farci vedere come noi, persone umane, dobbiamo e possiamo vivere per somigliare a Lui. E' il modello! Il mio fondatore diceva che quando si apre la Bibbia si deve stare in ginocchio perché non è un libro qualunque, ma Parola di Dio, libro sacro, che durante la liturgia viene incensato, baciato e trattato come l'Eucaristia. Non basta riconoscere il proprio peccato, bisogna pentirsi, confessare le proprie miserie e camminare. Il mio fondatore diceva "Un passetto ogni giorno, migliorare ogni giorno un po'" e uno dei suoi primi ragazzi, a 12-13 anni aveva preso questo come scopo della sua vita “migliorare ogni giorno un po'.”  E' servo di Dio, è introdotta la causa di beatificazione. Ricordiamoci allora le parole della Madonna che ci invita a lavorare di più sulla nostra conversione perché siamo lontani e Lei ce lo dice con molta chiarezza: “Dobbiamo impegnarci sul serio”.

Don Gabriele Amorth


Domanda: Chi sono i rabdomanti? Ci si può fidare di loro per la ricerca dell'acqua?
Don Amorth: Si, è un dono naturale, non ha niente di carismatico o diabolico, è un dono che alcuni hanno. Un nostro sacerdote ad Albano ha individuato, con questo dono, la presenza di acqua entro i confini del nostro istituto.

Domanda: Il fatto di non trovare esorcisti validi spinge ad andare dai maghi? E' peccato? E se si viene  guariti?
Don Amorth: Molte volte non trovare esorcisti validi dipende da chi vuole per forza avere  un demonio e non ce l’ha. Normalmente bastano i mezzi di grazia e Gesù li indica agli apostoli: fede, preghiera e digiuno. Ci si può liberare da soli. E' peccato andare dai maghi perché si va dal demonio. E se guariscono bisogna vedere quanto dura la guarigione perché in genere il mago, legato al demonio, può dare una guarigione che può durare qualche anno, ma poi torna il male peggio di prima. Quando si ritorna dal mago, quest'ultimo chiede il triplo dei soldi. I maghi sanno farsi i clienti. E’ logico che andando dal demonio non si riceve mai del bene.

Domanda: E' peccato andare dai cartomanti? Ci sono andata qualche volta per pura curiosità, per sapere che cosa mi avrebbe detto.

Don Amorth: Vi dico subito che andarci per curiosità non è una cosa buona, è una venialità, una curiosità, però ci possono essere dei rischi per cui non ci si deve attaccare.

Domanda: Può indicare quale preghiera dire per consacrare una persona o i propri figli al Cuore Immacolato di Maria?
Don Amorth: Tante volte mi è stata posta questa domanda, uno se la inventa lì per lì. Tutte le preghiere sono buone. Ci sono tante immaginette con diverse preghiere di consacrazione alla Madonna, ci sono tanti libretti. Uno si mette davanti alla Madonna e dice: "Cuore Immacolato di Maria lo consacro a te". Ad una donna è nato un bambino e dinanzi ad un’immagine di Maria può dire: "Madonna cara, consacro a te il mio bambino." Che ci vuole? Non c'è bisogno di grande formule, ma bisogna fare la consacrazione con il cuore e aiutare il bimbo a crescere da consacrato a Maria, così anche se facciamo la consacrazione per noi stessi dobbiamo vivere poi da consacrati a Maria.

Domanda: Quali sono i principali ostacoli che incontra un esorcista?
Don Amorth: Scarsa collaborazione del paziente: "Padre mi liberi.”  “No, sei tu figliolo che ti liberi, con tanta conversione, preghiera, perseveranza e pazienza, perché ci vuole tempo.” Un ostacolo è la mancanza di perdono verso chi ti ha fatto il maleficio; bisogna inoltre cambiare vita se vive in stato di peccato. Spezzare amicizie pericolose, bisogna vivere in grazia di Dio,  eliminare i vizi radicati, come per esempio il gioco, l’alcool, la droga, il sesso, ecc.

Domanda: Un esorcista si può sbagliare? Ho portato uno stretto parente da un esorcista e non gli ha trovato niente, ma il suo comportamento fa supporre di avere una presenza malefica.
Don Amorth: Certamente un esorcista può sbagliare. Ci sono anche grazie speciali che il Signore dà.  Alcuni sono stati da esorcisti e non hanno ottenuto nulla, poi sono venuti da me e sono guariti. Ho avuto molti casi che sono venuti da me e non hanno ottenuto nulla, ad andare da un altro hanno ottenuto vantaggio. E' il Signore che libera servendosi di chi vuole.

Domanda: Si può fare un esorcismo ad una persona lontana a sua insaputa?
Don Amorth: Normalmente no, perché la persona deve pregare, vivere in grazia di Dio, ma di per sè è possibile. Un esempio ce lo dà Gesù quando libera la figlia di quella donna siro-fenicia (è l'unico caso in cui Gesù sembra sgarbato con una donna): “Non bisogna dare le briciole ai cagnolini” e lei risponde: “Anche i cagnolini vanno a prendere le briciole che cadono dal tavolo” e Gesù la premia subito: “Donna grande è la tua fede. Tua figlia è guarita”. E così è!  E’ una liberazione a distanza. Una cosa che noi esorcisti facciamo in genere con chi abbiamo già esorcizzato e conosciamo, lo si può fare per telefono. Sono efficaci. Una volta esorcizzai una persona per telefono che era a Torino e lo raccontai a padre Candido e lui mi disse: “E io stanotte l'ho fatto ad una persona degli Stati Uniti.” Teneva il telefono acceso tutte le notti perché la gente non si rendeva conto del fuso orario e lo chiamavano anche di notte. Sempre disponibile. Sia lodato Gesù Cristo!

Da registrazione non corretta dall’Autore - http://www.centroreginadellapace.it

 
 
 

TESTIMONIANZA DI VALENTINA: STORIA DI UN ''CUORE DEPURATO'' :

Post n°7042 pubblicato il 22 Aprile 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Mi chiamo Valentina, ho 30 anni e la mia testimonianza è forse meno ''idilliaca'' di altre ma certamente ricca dell'abbraccio misericordioso di Dio padre e della Sua e Nostra Mamma Maria...

Avevo 17 anni quando mi sono fidanzata la prima volta seriamente e, già toccata dalla Grazia di Dio, conoscevo quelli che potevano essere i valori di una vita sana.......e gioiosa!!
A scuola ho sempre ''predicato'' a testa alta la castità pre-matrimoniale, la verginità come Valore assoluto in cui credere per poter cosi' credere nell'AMORE VERO! Quello di Dio......E naturalmente tutti, in preda alle ''tempeste ormonali'' mi prendevano in giro!
Poi è arrivato Fabio, il mio primo fidanzato, quello che secondo me era ''scelto da Dio '' per me....ci siamo conosciuti in Chiesa, ma purtroppo evidentemente faceva e fa ancora parte di quei ''cattolici a risparmio'' come li chiamo io..... che vivono il ''minimo indispensabile'' (secondo loro) la religione, ma che forse non SENTONO l'amore di Gesu'... e per i quali bisogna pregare incessantemente.
Comincia a farmi pressioni, delle piu' CLASSICHE: ''Se non vuoi fare l'amore con me, non mi ami!!''....E dai un giorno, dai un altro....io, forse non troppo forte ancor a nella fede......... mi lascio andare, con IMMENSA SOFFERENZA!!!!
Restiamo insieme due anni, io gli facevo fare del mio corpo quel che voleva....il mio ''tempio dello spirito santo'' era divenuto ''tempio della soddisfazione del piacere altrui''.....Per carità, a mio parere lo facevo per ''amore''....ma l'amore per me stessa? Per Gesu'...?? Era andato perduto, o solo assopito ...per fortuna :)
Cosi'.... la storia, presumibilmente, finisce...ed io mi ritrovo senza piu' la mia verginità...e cosa faccio?? Mi finisco di rovinre!!!!
Una volta che si ''prova'' una cosa...poi la si vede come normale...e cosi'....
Ho un'altra storia molto importante... e ssualmente ATTIVA!Arrivo ad odiare talmente il mio corpo fino ad ammalarmi di anoressia e cosi' non provare nemmeno quel ''piacere fisico'' che almeno giustificava in parte il mio ''tradire'' un valore tanto importante!!!!
E finisce anche questa storia, tra pellegrinaggi a medjugorje che pero' non agivano mai abbastanza in me...non lasciavo piu' ENTRARE Gesu' e Maria.....ero chiusa...e non lo sapevo!!!!
Per Grazia di Dio finisce la mia malattia, per Sua volontà che decide, quando tutto sembrava essere perduto, pesavo 47 kg (sono alta 1,75m!! ) , di darmi una nuova possibilità e io che faccio????LA BUTTO VIA ANCORA UNA VOLTA:
Comincio a lavorare in discoteca, faccio del mio amore perenne per la danza uno strumento di seduzione, anche il sesso mi sembra una danza e viceversa......errori su errori, su errori.....vado in disco, lavoro al bar, ballo, mi ubriaco e torno a casa con un ragazzo che mi piace......... e, non sempre, ma più di qualche volta mi è capitato di avere rapporti con persone conosciute da poco...........
Poi........incontro CRISTIAN...... ATEO!!! e ci mettiamo insieme...... La nostra storia comincia male: io lo seduco e lo faccio lasciare con la sua ex con la quale era da 4 anni!!!! ma era tutto magico....
Sono proprio una monella!!!!!! Ma............
E' il momento che il Signore trasforma il peccato in salvezza......e, ''fa nuove tutte le cose''.... cominciamo a stare insieme......... io SENTO che LUI è quello giusto....quindi ritorno IN ME...non so come, comincio a pensare al MATRIMONIO, grazie anche allo splendido esempio di mio fratello e sua moglie consociuti a Medjugorje....ma come si fa??? Lui è ATEO, CREDE NELLA CONVIVENZA.....ancora una volta mi lascio andare e andiamo a convivere ma comincio a discutere con lui e soprattutto con Me stessa....perchè per me è tanto importante il matrimonio, se comunque ho rinunciato a Dio???? E perchè lui dovrebbe credermi se ho spinto io per la convivenza?? Forse perchè Gesu' non mi ha mai abbandonata: è stato LI' con amorevole supporto a vedere ''fin dove volevo arrivare'' ....e mi ha lasciata LIBERA di tornare a LUI piangendo..... 3 anni ........... ho cominciato a pregare il Rosario, non so perchè ....la mattina in macchina pregavo il Rosario....per Cristian , perchè potesse convinersi almeno a venire a Medjugorje con me, che mancavo da anni.................
e cosi'....dopo tanti NO e tanti Santi Rosari.....lo scorso ottobre siamo partiti : IO E CRISTIAN , DA SOLI, A MEDJUGORJE....e la mamma ha fatto il resto....attraverso la testimonianza di Ania, ho riscoperto quello che avrei sempre voluto essere.... :D .....
Cosi', inizialmente sola nella mia decisione, non mi sono lasciata andare alle mie paure ed ho deciso di vivere in castità questo periodo che ci separa dal tanto atteso MATRIMONIO.......e lui ha accettato per amore.....
non dobbiamo avere paura di fare cio' che Gesu' ci chiede, dobbiamo essere sicuri che è il bene per noi...e se gli altri non lo comprendono....beh vuol dire che non fanno per noi.... So che non è facile ma con la preghiera e l'abbraccio di Gesu' e Maria,...tutto si puo' fare..... beh noi conviviamo da 3 anni..... ora viviamo in castità e io sto per lasciare la nostra casa ..... per amore di Gesu', per testimoniare con la mia vita che si puo' SEMPRE RICOMINCIARE..... fino all'8 settembre, giorno in cui ci sposeremo, ed io saro' la SPOSA VERGINE che avrei sempre voluto essere.....
RINGRAZIO DIO PER TUTTA QUESTA GRAZIA...... e invito tutti a VIVERE SECONDO GESU', solo cosi' potremo essere felici e testimoniare il Suo amore....... non è MAI TROPPO TARDI!!!

Che Dio vi benedica Vale

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NORDCOREA: JIN HYE, FUGGITA DALLA CARESTIA E SAZIATA DA CRISTO

Post n°7041 pubblicato il 22 Aprile 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

La storia di una famiglia nordcoreana che, per sfuggire dalla fame e dalla violenza del regime di Pyongyang soffre fino all’incontro con Gesù e la salvezza negli Stati Uniti. Un viaggio di dolore insensato che si conclude però con l’incontro più importante di tutti.

Dalla carestia all'amore di Cristo: ecco come si potrebbe riassumere la storia di Jin Hye Jo, nordcoreana di 24 anni, che ha visto morire davanti a sé quasi tutta la sua famiglia, è sopravvissuta, ha incontrato Gesù ed è riuscita a scappare negli Stati Uniti. La sua storia, raccontata dal network protestante Ans, ha dell'incredibile.

"Siamo stati cresciuti come atei - racconta la giovane, che ora vive in Virginia con la sorella e la madre Han - e siamo le uniche sopravvissute di una famiglia di 8 persone. Mia nonna è morta durante l'ultima carestia in Corea del Nord: ricordo ancora che, prima di morire, chiedeva di poter mangiare una patata".

Il periodo a cui si riferisce Jin è l'inizio degli anni Novanta del secolo scorso, quando la caduta dell'Unione Sovietica e la relativa apertura al mondo compiuta dalla Cina bloccano di fatto gli aiuti dell'asse comunista a Pyongyang. La popolazione viene decimata e le famiglie, come quella di Jin, costrette a mangiare di tutto: dalla corteccia degli alberi al grasso crudo.

Dopo anni di sofferenze, nel 1997 i genitori di Jin - Jo e Han - decidono di rischiare e attraversare il confine con la Cina: sconvolti dalla relativa abbondanza alimentare che incontrano, decidono di fare il viaggio più volte per accumulare quanto più riso possibile. Tuttavia, al terzo tentativo vengono arrestati.

Il padre sparisce nel nulla: "Più tardi verremo a sapere che è morto su un treno per detenuti, con le mani legate dietro alla testa, senza cibo o acqua per 10 giorni. Il regime non poteva nutrire il popolo, figuriamoci i prigionieri". La madre di Jin viene invece picchiata selvaggiamente: il cranio, per le botte prese, presenta ancora oggi 4 punti di vuoto. Tuttavia, Han viene graziata: "Forse si erano accorti che era incinta".

Qualche mese più tardi, la donna dà alla luce un figlio. Ma nel frattempo la sua figlia maggiore, anche lei in viaggio per la Cina in cerca di cibo, sparisce nel nulla: "Probabilmente è finita nelle mani dei trafficanti di esseri umani. Non credo che la rivedremo mai più". Il figlio di Han ha fame, e la madre decide di tornare in Cina: ma la carestia si porta via il bambino e la nonna.

Un anno dopo la polizia torna alla casa di Jin e caccia tutti gli abitanti: secondo la legge nordcoreana, infatti, i criminali vanno puniti "fino alla terza generazione". A questo punto, la famiglia è dimezzata: sono rimasti soltanto Han, la figlia Jin Hye (di 11 anni), Eun di 7 e BoKum di 5. Tutti insieme, partono per il viaggio di 100 miglia fino al confine.

Dopo una sosta in un villaggio dove vive una conoscente, Han si accorge che non può badare a tutti e tre i figli: dilaniata dal dolore, è costretta a lasciare il piccolo BoKum con una vedova amica di famiglia. La sorella oggi dice: "Sono così dispiaciuta per lui, so che non lo rivedrò mai più. Ma la mamma aveva subito delle torture, non poteva farcela".

Dopo aver varcato il confine, riescono a nascondersi in Cina. Camminando per la campagna, la piccola Jin sente un inno che non aveva mai sentito, un inno cristiano. Come ipnotizzata dalla musica si avvicina al gruppo di cristiani clandestini: "Mentre ascoltavo mi è apparsa mia nonna, che diceva che questo era un posto dove potevo essere curata".

La ragazza entra in contatto con dei missionari e partecipa a scuole bibliche sotterranee. Scopre la grandezza del Vangelo e l'amore degli altri cristiani, e decide di convertirsi. La madre Han, tuttavia, non vuole: "Mi disse che, se mi fossi convertita, non sarei stata più sua figlia. Ma Cristo mi chiedeva di avere fede in lui, e non si sbagliava". Qualche tempo dopo, conosciuti i missionari cristiani, anche Han e la piccola Eun si convertono.

Dopo 10 anni di vita clandestina in Cina, la famiglia riesce a ottenere lo status di rifugiati politici negli Stati Uniti e ora vivono in America. Jin vuole divenire una missionaria: "Prima o poi la Corea si riunirà, e io voglio portare la buona novella di Cristo a tutti i miei fratelli".

(AsiaNews)

 
 
 

IL GOVERNO INGLESE DA RAGIONE AL SANTO PADRE: "IL MATRIMONIO E' IL LUOGO MIGLIORE PER I FIGLI"

Post n°7040 pubblicato il 22 Aprile 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

I soliti perditempo anticlericali hanno sollevato il solito polverone quando nel febbraio scorso Benedetto XVI, durante il discorso rivolto ai partecipanti all’assemblea plenaria della Pontificia Accademia per la Vita, ha ricordato che «l’unione dell’uomo e della donna in quella comunità di amore e di vita che è il matrimonio, costituisce l’unico ‘luogo’ degno per la chiamata all’esistenza di un nuovo essere umano, che è sempre un dono».

Cercando di mistificare la realtà, la setta razionalista dell’UAAR ha riportato la notizia dicendo che «usando un linguaggio arcaico, oggi Benedetto XVI ha definito quei quindici bambini indegni». La solita dose di falsità, che rende completamente inattendibile il sito dei sedicenti razionalisti.

Passano pochi mesi, e anche il governo inglese, attraverso il Segretario di Stato per il lavoro e le pensioni Iain Duncan Smith, afferma più o meno la stessa cosa, ovvero che il matrimonio è il luogo migliore per fare figli, e che occorre un cambiamento nell’approccio ad esso. I governi successivi, ha detto infatti, hanno fatto troppo poco per promuovere famiglie stabili. Ovviamente non si riferisce solo al matrimonio religioso, ma la sua affermazione parte dai risultati della ricerca scientifica, la quale, ha detto Duncan Smith, dimostra che «i bambini tendono a godere di migliori risultati di vita, quando gli stessi due genitori danno loro sostegno e protezione». I bambini che hanno sperimentato la rottura del rapporto dei genitori, hanno «maggiori probabilità di avere scarso sviluppo cognitivo e d’istruzione rispetto ai buoni esiti occupazionali di coloro che hanno vissuto con entrambi i genitori nascita».

La ricerca, ha continuato, mostra che circa un terzo delle coppie conviventi si divide prima del quinto compleanno di un bambino, rispetto a una su 10 coppie sposate. Dunque, «questo governo crede che il matrimonio fornisce un ottimo ambiente in cui allevare i figli. Il governo ha chiaro che il matrimonio dovrebbe essere sostenuto». Nessun solone laicista ha osato aprire bocca.

- www.uccronline.it -

 
 
 

UNA POCO CONOSCIUTA FIGURA DI SANTITA' GIOVANILE: ALDO MARCHETTI UN GIOVANE CRISTIANO NEL DOLORE INNOCENTE

Post n°7039 pubblicato il 22 Aprile 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

“Non voglio essere compianto, sono felice; solo mi duole veder soffrire la mia mamma; vorrei esserle d’aiuto, ma sono certo che il mio buon Gesù la ricompenserà”. “Gesù è il più grande amore, non mi cambierei con nessuna persona di questo mondo”.

Passando per una trafficatissima strada di Trieste, Via dei Piccardi, al numero 27 si legge una lapide in onore di Aldo Marchetti, «fiore di cristiana purezza» vissuto lì. In una chiesetta abbiamo trovato un vecchio opuscolo, scritto dal gesuita Gabriele Navone, che ci ha permesso di ricostruire la vita di questo giovanissimo testimone di Cristo sulla croce.
L’anno 1920 a Trieste nasceva Aldo Marchetti, figlio di un ex carabiniere nativo di Ferrara, divenuto guardia municipale, e di una donna di condizione modesta, originaria di Pirano in Istria, molto religiosa. Il papà era affettuosissimo col piccolo Aldo: lo portava a passeggio non appena smontava dal lavoro, non mancando mai di fare una visita in chiesa prima di rincasare.
Purtroppo, però, logorato dalle fatiche della Grande Guerra, morì a soli 32 anni nel 1924, lasciando la vedova e il figlioletto in povertà. La loro condizione era aggravata dal doversi prendere cura dell’anziana nonna, cieca per diabete; unico aiuto erano una zia e un modesto sussidio comunale. Il bambino, all’età di 8 anni, ottenne un posto gratuito al Convitto Nazionale di Cividale del Friuli, dove fecela Prima Comunione.

Una terribile malattia

Nel 1929 una serie di sintomi preannunciarono un verdetto terribile: Aldo era afflitto da poliartrite deformante. Riuscì a terminare la quarta elementare, poi dovette tornare a Trieste, dove intraprese cure dolorose quanto inutili, senza però lasciar trasparire alcuna tristezza. Il suo unico conforto terreno era la vicinanza della mamma.
Nel 1931 ottenne di partecipare ad un pellegrinaggio a Lourdes, da dove ritornò con un vivissimo desiderio di ricevere la Comunione frequente: si vide così più volte la commovente scena della madre di Aldo che lo portava in braccio verso l’altare, finché, un anno dopo, la malattia lo costrinse a restare immobile nel suo letto.
Forse suonerà retorico, ma è la pura verità affermare che quel letto divenne l’altare su cui Aldo Marchetti offrì se stesso in sacrificio, unito con Gesù.
I dolori atroci cui Aldo era soggetto, sia per la malattia sia per le cure inutili, non gli strappavano mai una parola di insofferenza o di rammarico: tutti coloro che lo conobbero, rimasero meravigliati dal suo comportamento, davvero eccezionale se ricordiamo che era ancora un ragazzino.
Ma non si trattava solo di sopportazione. Un giorno una zia lontana dalla fede, non vedendo nel nipotino alcun miglioramento, gli disse: “Tu sei stato a Lourdes per chiedere alla Madonna la grazia della tua guarigione, ma io vedo che non hai ottenuto nulla, perché il tuo male non è diminuito affatto, anzi è peggiorato. Dunque, vedi che la Madonna non è stata buona con te!”.
Il volto di Aldo si offuscò, gli occhi brillarono di lacrime ed egli le intimò di uscire dalla stanza, soggiungendo: “Povera zia, quanto mi fai compassione! Tu non hai la vera fede, perciò non puoi comprendere la grazia più grande che mi ha fatto la Madonna! Non ho ricevuto la guarigione, ma un dono incomparabilmente migliore, ed è che sono felice di poter soffrire. Questo è il dono che Maria fa alle sue anime predilette”.
E queste erano le parole di un ragazzino che aveva fatto solo la quarta elementare…
Un’altra volta la medesima zia insisteva: “Ma Aldo, non sei stanco di soffrire tanto per gli altri? Non è forse meglio godere in questo mondo? Qui almeno si sa come si sta, dell’altro mondo invece non si sa nulla”. Aldo dolcemente rispose: “Non sai quello che dici. Io preferisco mille volte soffrire in questo mondo che nell’altro, perché qui siamo di passaggio, là invece ci troveremo per l’eternità; qui le nostre sofferenze possono giovare non solo per noi stessi, ma anche per i poveri peccatori: e sono tanti i peccatori che hanno bisogno di essere convertiti…”. Questa zia di Aldo fu convertita dalla sua testimonianza.
A chi osservava: “Ogni persona deve portare la sua croce, ma la tua mi sembra davvero troppo pesante!”, Aldo replicò: “Non sono io che porto la mia croce, ma è Gesù che la porta per me”. Tante erano le persone che d’ora in poi verranno a trovarlo in casa, e tutte ne uscivano edificate. Anche Gesù eucaristico gli veniva ormai portato in casa e Aldo, tredicenne, volle che la sua famiglia fosse consacrata al Sacro Cuore con tutto il decoro che quella povera casa poteva permettersi: “Per Gesù è tutto poco quello che si fa”. Nel 1936 Aldo, stremato dagli spasimi della sofferenza (a fatica poteva aprire la bocca per prendere cibo), scrisse una lettera al Capo del Governo Benito Mussolini (oggi la si può leggere nell’Archivio Centrale dello Stato, a Roma), facendogli presente le misere condizioni di sé e della sua famiglia, ottenendo così una somma di denaro con la quale fu comprata una carrozzella per lui.
Invano, perché purtroppo a partire dall’anno seguente non poté più alzarsi dal letto; si mise sul fianco destro e in questa posizione restò per tre anni, senza poter più muoversi e neppure voltarsi sul fianco sinistro. Nel 1938 sopraggiunse una grande insufficienza cardiaca con dilatazione del cuore e spostamento della milza e del fegato, che gli causavano acutissimi dolori. Infine l’artrite gli tolse anche la vista.
Il suo commento fu: “Mi meraviglio io stesso di come mi sento il coraggio e la forza di rinunciare a questo bel dono che ci ha fatto il Signore e di farlo senza rimpianto. Si vede che non è la mia bravura, ma quella di Gesù che è in me”.

Perfetto abbandono e piena accettazione

Aldo offriva sempre con serenità il proprio dolore per le persone che gli chiedevano di pregare per loro e che uscivano dalla sua cameretta liete. Ripeteva spesso: “Bisogna pregare molto per i sacerdoti. Il mondo è cattivo, e tutto noi abbiamo da loro. Anche in Cielo continuerò per loro le mie preghiere”. Una signora, trovandolo un giorno in una sofferenza che gli toglieva la forza di parlare, commentò: “Tu che parli sempre del tuo Gesù e dici che è tanto buono e misericordioso, dovresti sapermi dire in che consiste la sua misericordia, dal momento che ti dà tante sofferenze senza compassione. Che cosa hai fatto di male in questo mondo per essere così castigato? Se Gesù è un Dio giusto, come tu sei convinto, non dovrebbe martoriarti così. Queste tue sofferenze doveva darle a un delinquente! Per questo io non posso aver fede”.
Aldo ebbe la forza di rispondere: “Povera signora! Lei vorrebbe che un Dio così onnipotente e d’infinita bontà facesse soffrire un delinquente! E che bene ne potrebbe ottenere? Non conoscendo egli l’amore di Gesù, non saprebbe offrire i suoi dolori per la gloria del Signore: la sua vita diverrebbe una continua bestemmia ed offesa a Dio, e si dannerebbe per sempre. Dio non vuole questo. Sceglie invece un’anima pura che sappia offrire la propria vita per la salvezza dei fratelli. Quindi io sono il più felice di questo mondo! Felice di fare la volontà di Dio adesso e sempre, per la sua maggior gloria!”
. Aldo mori a 19 anni, rammaricandosi solo di non poter soffrire di più e di lasciare nel dolore la mamma che lo aveva accudito giorno e notte fra tanti sacrifici, ma alla quale preannunciò che si sarebbero ritrovati in Paradiso. Poco prima di spirare, improvvisamente alzò il capo, che non poteva muovere da tre anni, e disse a voce alta: “Pregate! Abbiate fede! Pregate! Dio è certezza!”.
Raggiunse quel Paradiso tanto desiderato il 25 gennaio 1940. Ancora oggi, la mattina dell’ultima domenica di gennaio la cameretta dove Aldo Marchetti visse, rimasta intatta com’era allora, col suo letto e la sua bibliotechina, viene aperta alla visita di coloro che lo venerano e ringraziano Dio di averci dato in lui un così bello e forte ammaestramento, quanto mai attuale in un’epoca in cui ormai si ritiene di eliminare la sofferenza eliminando il malato.

Luca Pignataro – Radici Cristiane -

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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