ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 24/04/2012

A MEDJUGORJE MARIA CERCA BRACCIA E MANI

Post n°7053 pubblicato il 24 Aprile 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Messaggio del 25 febbraio 1996: "Cari figli, oggi v'invito alla conversione: questo è il messaggio più importante che Io vi ho dato qui. Figlioli, desidero che ognuno di voi sia portatore dei miei messaggi. V'invito, figlioli, a vivere i messaggi che vi ho dato durante questi anni. Questo tempo è tempo di grazia, specialmente adesso che anche la Chiesa v'invita alla preghiera e alla conversione. Anch'io, figlioli, v'invito a vivere i messaggi che vi ho dato per tutto il tempo da quando appaio qui. Grazie per aver risposto alla mia chiamata".
 
UN PO' DI NASTRO E MOLTO AMORE

Veronica D., 40 anni, vuole suicidarsi, è decisa. "Ne ho abbastanza di soffrire così, la vita è troppo crudele!"

Con il morale sotto zero, costeggia lentamente una fila di automobili parcheggiate al bordo di un marciapiede. Nota un pezzo di carta incollato a un vetro e si avvicina. "Messaggio della Madonna a Medjugorje" legge, e le sembra di essere caduta su un altro pianeta.

"Cari figli, non abbiate paura, perché Io sono con voi anche quando voi pensate che non ci sia una via d'uscita e che Satana regni, vi porto la pace. Sono vostra Madre e Regina della pace, vi benedico con la benedizione della gioia perché Dio sia tutto per voi nella vostra vita. Grazie per aver risposto ala mia chiamata".

Legge e rilegge.

Le sembra di bere a una sorgente invisibile.

Assapora a lungo ogni parola e il suo cuore comincia a rivivere; eccolo che batte di nuovo, senza quella terribile angoscia di morte!

Più tardi Veronica segue la pista di questa famosa "Medjugorje", nome sconosciuto e bizzarro. E un giorno arriva a Medjugorje... per ringraziare!

E' così che si è saputa la sua storia.

La Gospa cerca braccia e mani, perché lei non ne ha!

Quando però le trova, le utilizza a fondo e servono da valvola di scarico al suo incommensurabile amore materno, che Lei fatica a contenere, e che pensa solo a salvare.

Il proprietario dell'auto non ha mai saputo la storia di Veronica; sa però che, tra le altre cose, ha offerto le sue mani alla Gospa per attaccare con lo scotch i suoi messaggi sulla sua macchina.

 
Fonte: Medjugorje, gli anni 90 - Il trionfo del cuore! - Ed. Shalom -

 - Emanuela [Info da Medju] ;informazioni_da_medjugorje-owner@yahoogroups.com

 
 
 

I SETTE ANNI DI PONTIFICATO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI: LE TESTIMONIANZE DI VARI GIORNALISTI

Post n°7052 pubblicato il 24 Aprile 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Nel corso di questi sette anni di pontificato l'immagine mediatica del Papa è molto cambiata

Da una diffidenza iniziale a un grande interesse. Benedetto XVI è un papa che ha migliorato notevolmente la sua immagine. Da una figura mediatica iniziale di Panzer-Kardinal, di "rottweiller della fede", alla realtà di oggi: un intellettuale gentile e umile che ha imparato ha muoversi tra la gente è che si è fatto amare. Un riformatore che non ha mai perso di vista il suo scopo: quello di annunciare Cristo al mondo e avvicinare tutti alla Chiesa. Un Papa che ha affrontato in prima linea e senza nascondersi i problemi veri come quello degli abusi sessuali facendosi così molti nemici. Questa è l'immagine che viene a galla nelle conversazioni che ZENIT ha avuto con molti dei corrispondenti e vaticanisti che seguono il pontificato di Benedetto XVI, sebben alcuni ritengano che la difficoltà di comunicare ancora persiste. Di seguito vi presentiamo le testimonianze raccolte da Zenit.

****

Giovanna Chirri, vaticanista dell'Ansa:

"Questo Papa è un teologo che è diventato un riformatore ma non ha mai perso di vista il suo scopo: quello di annunciare Cristo al mondo. Si è trovato con un sacco di grane, basti pensare sulla pedofilia e la riforma finanziaria ma è sempre intervenuto con decisione. Non sono mancate fughe di notizie e su questo è intervenuto in quello che poteva intervenire. In tutta la predicazione di questi ultimi giorni e nella Settimana Santa, mi sembra evidente che il suo scopo principale è diffondere la fede e fare in modo che il mondo sia capace di annunciare Cristo".

Frédéric Mounier, inviato permanente del quotidiano francese La Croix a Roma:

"Ho scoperto qui a Roma una realtà su Benedetto diversa da quella che è la sua immagine in Francia. Questo Papa non è il Panzer-Kardinal, ma un intellettuale umile, molto attento ad ascoltare la gente. Temo però che la sua posizione non sia ben ascoltata oggi perché è fuori delle regole abituale della comunicazione mediatica, poiché parla in profondità ed è un intellettuale. Lui si prende il tempo di pensare, non si basa sulle emozioni. Quindi il suo pensiero è molto interessante ma lontano della capacità di ascolto della gente. Credo sia una grande sfida per il suo pontificato.

Salvatore Izzo, vaticanista dell'agenzia AGI:

"Benedetto XVI sta acquisendo una figura paterna che prima non aveva. E' come nel caso di una persona che non ha figli e abita in un condominio dove le danno fastidio tutti i rumori. Poi con il tempo arrivano i figli e le cose cambiano. Sta facendo un grande sforzo per avvicinare tutti alla Chiesa, non solo i tradizionalisti ma anche altri movimenti più innovatori. Potrebbe sembrare il contrario ma è proprio così".

Patricia K. Thomas, APTN (Associated Press Television News):

"Come giornalista lo vedo da vicino e credo sia cambiato dall'inizio del pontificato perché è un uomo umile e disposto ad ascoltare. Se mi chiedi come lo vedono gli americani,  in questi giorni, con il caso di un gruppo suore americane, posso dire che c'é una rabbia che molti sfogano su Internet su di lui e il Vaticano. Chi non va a messa, pensa che il Papa voglia riportare la Chiesa al passato, che ascolti di più i lefebvriani che le suore americane. Quando è andato negli Stati Uniti, ha parlato contro la pedofilia, invece ora c'è un crescendo di ostilità”.

Juan Lara, dell'agenzia spagnola EFE:

"Io ho sempre più o meno avuto la stessa percezione su Benedetto XVI perché ho sempre seguito il Vaticano, ma indubbiamente c'è stato un cambiamento. Nel senso che all'inizio lo si vedeva come una persona troppo seria, ortodossa, conservatrice. Ma con i fatti ha dimostrato di essere una persona amabile, che ha impostato un magistero sociale piuttosto avanzato.

Un fatto significativo è venuto a galla durante il suo pontificato: i casi degli abusi sessuali, la pedofilia. Il Papa ha affrontato il caso, mettendosi anche molta gente contro ma non se ne è curato pur di fare pulizia, e questo è significativo. E' stato uno scandalo che lui ha affrontato in prima linea".

Maarten Lulof van Aalderen, corrispondente del quotidiano olandese De Telegraaf:

"La percezione che la gente aveva di Benedetto XVI all'inizio del suo pontificato non è cambiata per niente. Dal punto di vista massmediatico era un Papa professore, questa era l'idea e questa è rimasta. Un Papa che ancora trova difficoltà a comunicare con la gente. Non ha potuto risolvere affatto questo problema".

Elisabetta Piqué, corrispondente in Italia del quotidiano argentino La Nación:

"Benedetto XVI senza avere quel carisma di Giovanni Paolo II è riuscito a sciogliersi un po' in pubblico, prima non osava toccare nessuno, ora invece per esempio prende i bimbi in braccio e li bacia. Credo abbia imparato a gestirsi dinanzi le masse. Ha imparato a farsi amare in qualsiasi parte dove vada, penso ad esempio all'ultimo viaggio apostolico: sono stata a Cuba, dove quasi nessuno va in chiesa è qui si è fatto voler bene, per non parlare del Messico. Quando è salito al soglio pontificio c'era questa immagine mediatica del "rottweiller", dell'inquisitore. Invece ha dimostrato di essere un Papa con una personalità molto amabile e allo stesso tempo un intellettuale ma molto umile. Ogni volta che si è verificato un errore nella comunicazione lui lo ha sempre riconosciuto".

Andres Beltramo, vaticanista dell'agenzia messicana Notimex:

"Credo che lui sia cambiato ma anche la percezione che la gente ha su di lui è cambiata. Iniziando dal fatto che lui è andato in diversi Paesi e ciò ha accelerato questo cambio di percezione. Nell'ultimo viaggio apostolico, ad esempio, all'inizio non lo conoscevano. Particolarmente perché - per così dire - rimaneva all'ombra di Giovanni Paolo II e c'era un grande interrogativo sulla sua persona. Invece quando lo hanno conosciuto personalmente c'è stato un cambio di atteggiamento. Qui i mezzi di comunicazione hanno parlato di lui, forse lo hanno anche criticato o riflettuto sull'entusiasmo popolare, ma è un fatto temporaneo. Invece attecchisce quando le persone lo hanno potuto vedere e quindi rimangono con una percezione diversa da quanto raccontano i mezzi di comunicazione".

Alessando Speciale, corrispondente vaticano di UCA News, Religion news service e Vatican Insider:

"Benedetto XVI si è trovato davanti a una sfida, a una crisi, non su ciò che lui avrebbe immaginato di costruire il suo pontificato. Parlo della pedofilia e gli abusi sessuali e lui, davanti a questa crisi, ha saputo dare un tono di risposta all'altezza delle circostanze, cosa che forse molti uomini all'interno della Chiesa non avrebbero saputo dare, probabilmente rispondendo in modo istintivo: 'il mondo attacca la Chiesa'. Invece questo Papa si è reso conto che era un male che stava dentro la Chiesa e quindi andava estirpato. Forse lui non avrebbe voluto che il suo pontificato fosse centrato su questo tema e magari non lo pensa, ma agli occhi del mondo questa è la cosa che ha marcato il suo pontificato. Una sfida che non si aspettava ma alla quale ha risposto in modo adeguato".

 - H. Sergio Mora - (ZENIT.org)

 
 
 

VENUS ANGELIC: BAMBINA VERA PLASTICA

Post n°7051 pubblicato il 24 Aprile 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

La deriva dell’umanità potrebbe superare quella dei continenti. In una società “liquida”, del resto, si scivola veloci. E fu così che dopo il rifiuto dell’identità di genere, dell’identità culturale, e di quella religiosa, si è arrivati al rifiuto dell’identità e basta.

Su Twitter, Facebook e Youtube, impazza il fenomeno «Venus Angelic» : la 15enne di Londra che si veste, si trucca e si muove come una bambola. E’ una ragazzina in carne ed ossa ma, guardando le sue foto o i suoi video su Youtube, si stenta a crederlo.

I capelli lunghi e ossigenati, la pelle di porcellana, la bocca piccola, le ciglia infinite, e lo sguardo-avatar, fanno di Venus Palermo – questo il suo vero nome – una perfetta «living doll», cioè una bambola vivente. Oltre 20 mila la seguono su Twitter; il suo canale su YouTube conta una novantina di video, 30 mila abbonati e 11 milioni di clic. Numeri più che rilevanti per una teenager di plastica, che condivide video tutorial in cui spiega come fare a diventare proprio come lei, una bambola: dà consigli di make -up fai-da-te; come preparare un peeling di caffè per una pelle luminosa, fresca e libera da imperfezioni; come fare dei deliziosi e morbidi dolcetti cupcake o come decorare le unghie.

Il suo contributo più “importante”: svelare come ci si trucca in appena 40 minuti. Venus Palermo ha anche una missione “filantropica”: «Sono tantissimi quelli che mi fanno domande sul mio look – ha raccontato recentemente al Sun e al Daily Mail – e io voglio aiutare gli altri ad avere lo stesso mio aspetto, da qui l’idea di girare dei filmati e pubblicarli online». «Per me avere un bell’aspetto è molto importante. Curo la mia pelle e compro i vestiti online, così da essere il più originale possibile». L’adolescente non è una sprovveduta, ha anche dei “liquidi” riferimenti culturali: Venus si ispira ai personaggi dei fumetti manga, alla principessa Mononoke o Pokémon, e riesce a ad apparire come loro spendendo meno di 150 euro al  mese. La ragazzina non fa questo per hobby, ma perché sente una vera “vocazione” plastica:  «Mi vestirò tutta la vita da bambola, non importa quanti anni avrò», giura la ragazzina. «Questo è quello che sono e non ho intenzione di cambiare per nessuno. Mi rende felice». Insomma, Venus ha tutta la “consapevolezza” e la “determinazione” – necessarie ad una bambola – per continuare ad essere plasticamente se stessa.

Ma cosa dicono genitori, parenti e amici? Pare che la “bambola” abbia tutto il loro “liquido” appoggio. «Non vedo nulla di male ad assomigliare ad una bambola», ha detto mamma Margaret. Sì, non bisogna preoccuparsi, perchè la madre sembra avere molto “chiara”, quasi “trasparente”, la distinzione tra bene e male: «Sarei terrorizzata solo se mia figlia tornasse a casa incinta, drogata o ubriaca; Venus è solamente una ragazzina innocente a cui piacciono nastri e merletti». La madre, del resto, è anche molto “presente” e si prende cura personalmente della “plastica” formazione della figlia. Venus non va a scuola perchè mamma Margaret le tiene lezione a casa, così non deve mettersi l’uniforme e può girare giorno e notte coi suoi vestitini preferiti. Venus, comunque, parla perfettamente cinque lingue, tra queste ovviamente il giapponese e il “liquidese”.

Per Venus, con questa “formazione” e con il “liquido” contributo della madre, la strada sembra tutta…in discesa. Dice la signora Palermo: «S’impegna molto, per questo voglio aiutarla a realizzare il suo sogno di diventare attrice e modella».

Attrice e modella? Signora, personalmente, Venus sembra più versatile come manichino. Assecondi sua figlia, fino in fondo.

fonte: di Claudia Mancini - La Porzione.it - costanzamiriano.wordpress.com -

 
 
 

TRE RICERCATORI SPIEGANO PERCHE' L'EMBRIONE E' PERSONA UMANA

Post n°7050 pubblicato il 24 Aprile 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Il guasto dell’impianto di congelamento all’ospedale San Filippo Neri di Roma, che ha causato la morte di 94 embrioni, riporta all’ordine del giorno il dibattito sul principio della vita umana, che taluni vogliono spostare dal suo momento naturale, cioè il concepimento.

Quando lo spermatozoo, una semplice cellula dell’uomo, entra nell’ovulo, un’altra semplice cellula della donna e si fonde con esso, abbiamo una nuova vita, una nuova persona diversa da chiunque altro. Certo, al momento questa persona è costituita da una sola cellula, lo zigote, ma ha già i suoi 46 cromosomi con tutti i geni, cioè tutta l’informazione necessaria per diventare la persona che sarà, se gli permetteranno di crescere e non verrà incidentalmente scongelato, non avrà altri problemi o non sarà intenzionalmente strappato dal ventre di sua madre e gettato fra i rifiuti ospedalieri.

Nello stabilire l’inizio della vita umana, ogni momento diverso dal concepimento è artificiale, strumentale e, in una parola, falso. Dico “strumentale” perché declassare un embrione da persona umana a semplice materiale biologico, come se fosse una provetta di sangue, ha lo scopo di togliergli quella dignità che lo rende inviolabile. Evidentemente si vuole fornire all’aborto una copertura morale, asserendo che ciò che viene ucciso non è una persona, ma come un pezzo di carne crescente. Pare brutto dire: “vogliamo il diritto di sopprimere i bambini nel ventre materno, se non ci fa comodo che nascano”, meglio confondere le acque dicendo che bambini non sono. Alcuni vogliono far iniziare la vita con la comparsa del sistema nervoso, forse perché prima, non potendo soffrire, gli embrioni possono essere uccisi con meno rimorsi; ma siamo poi sicuri, tra l’altro, che sia necessario un sistema nervoso per soffrire? Non potremo mai sapere cosa provano ad esempio le piante. Anche chi fa partire la vita dal momento non del concepimento, ma dell’impianto nella parete uterina, mira a creare una specie di zona franca, molto utile per la vendita di pillole del giorno dopo e spirali intrauterine.  Per l’occasione, “Avvenire” ha intervistato alcuni esperti.

Giandomenico Palka, ordinario di Genetica Medica all’Università di Chieti, ha risposto: «Nello zigote è già insito il programma della vita della persona. Scegliere una tappa successiva per decretarne l’inizio è puramente arbitrario… Zigote, blastocisti, embrione, stiamo sempre parlando dello stesso bambino in ogni sua fase, senza soluzione di continuità. Sono tutte tappe di un unico processo vitale che inizia con il concepimento».

Roberto Angioli, primario di Ostetricia al Policlinico Universitario Campus Biomedico di Roma, e membro del consiglio direttivo della Società Italiana di Ginecologica e Ostetricia (SIGO), ha affermato: «La vita inizia nel momento dell’unione dei due gameti…Lo zigote concepito è la prima cellula che racchiude il DNA dell’individuo… Chi fa iniziare la vita al momento della comparsa della stria neuronale riduce l’essenza dell’umano solo in collegamento al suo sistema nervoso centrale e periferico, ma sappiamo che l’uomo è molto più di questo».

Salvatore Mancuso, presidente del comitato etico del Policlinico Gemelli, ha spiegato: «Al di là di ciò che suggerisce la bioetica, l’embrione è essere umano fin dal concepimento, per ragioni biologiche…C’è una specie di intelligenza embrionaria, per cui anche prima dell’annidamento l’embrione comunica con la madre. In fase di reimpianto avviene già uno scambio di comunicazioni chimiche tali per cui l’embrione, attraverso la produzione di citochine (molecole messaggere), condiziona la sede del suo insediamento, chiede alla madre di modificare il sistema immunitario per essere accolto e non espulso come corpo estraneo. Tutto questo straordinario dialogo avviene fin dalle primissime fasi del concepimento: i due esseri si riconoscono».

Quindi, sia la biologia che la morale che la logica indicano nel concepimento l’inizio della vita della persona; ogni altra data serve a formare una fase-finestra, una terra di nessuno nella quale è lecito perpetrare abusi su questa persona indifesa. Sul nostro sito (www.uccronline.it/2010/04/22/la-scienza-dimostra-che-embrione-e-feto-sono-persone-umane/) si può trovare un dossier di approfondimento su tutto questo.

Linda Gridelli - www.uccronline.it -

 
 
 

QUANDO SI VOLEVANO CANCELLARE GLI ARMENI. UN GENOGIDIO ANCORA NEGATO

Post n°7049 pubblicato il 24 Aprile 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Oggi 24 aprile si celebra la strage degli armeni per mano dei nazionalisti turchi avvenuta nel 1915. Si tratta del primo genocidio che si è verificato nel ventesimo secolo, con un milione e duecentomila vittime.

Un avvenimento tragico conosciuto da pochi. In Italia è diventato noto soprattutto per merito di Antonia Arslan  che nel 2004, pubblicò il suo primo romanzo La masseria delle allodole che vinse vinse il Premio Campiello (2004) ed ebbe un grandissimo successo di pubblico.

Antonia Arslan, laureata in archeologia, è stata docente di Letteratura italiana moderna e contemporanea all'università di Padova.

Attraverso l'opera del grande poeta Daniel Varujan, del quale ha tradotto (con Chiara Haiganush Megighian e Alfred Hemmat Siraky) le raccolte II Canto del Pane (1992) e Mari di grano (1995), ha riscoperto la sua profonda e inespressa identità armena (il vero nome della sua famiglia è infatti Arslanian).

Ha curato un libretto divulgativo sul genocidio Metz Yeghèrn. Il genocidio degli Armeni, di Claude Mutafian e una raccolta di testimonianze di sopravvissuti rifugiatisi in Italia Hushèr, la memoria, voci italiane di sopravvissuti armeni (2001).

La masseria delle allodole è la casa, sulle colline dell’Anatolia, dove, nel maggio 1915, all’inizio dello sterminio degli Armeni da parte dei Turchi fra massacri, morte e disperazione  tre bambine e un “maschietto-vestito-da-donna” salperanno per l’Italia, dove li accoglierà lo zio Yerwant, nonno dell’autrice, “colpevole di essere sopravvissuto”, perché emigrato giovanissimo.

Per questo libro l'autrice ha ottenuto vari riconoscimenti quali il "Premio Letterario della Poesia Religiosa" in Campania ed il "Premio del libraio, citta’ di Padova 2005".

In una intervista concessa a Stas Gawronski, e pubblicata il 21 aprile da “Bomba carta” (http://bombacarta.com/2009/04/21/le-strade-di-antonia-arslan/) alla domanda su perchè a così grande distanza nel tempo c’è ancora chi nega le atrocità perpetrate con il genocidio degli armeni, la Arslan ha risposto: “Sembra incredibile, è vero. Io faccio parte di un gruppo che dialoga su internet e in cui si ritrovano studiosi di tutto il mondo – tra questi molti sono turchi.

E anche le ricerche sulla verità storica vanno avanti continuamente. Di recente è emersa ufficialmente la storia di un padre turco che ha coraggiosamente denunciato il Ministro dell’educazione perché sua figlia e molti altri bambini turchi a scuola sono stati costretti a vedere un film squallido che incita all’odio verso la povera minoranza armena.

Si tratta di un tentativo revisionista fatto all’interno della lotta che si sta svolgendo in Turchia fra i negazionisti e chi cerca di far progredire il paese facendogli scoprire gli scheletri negli armadi del passato per guarire finalmente la nazione dagli odi. Una nazione che vive ancora la realtà su due piani distinti perché tutti sono a conoscenza di quello che è accaduto nella storia ma nessuno ne parla apertamente.

C’è quindi, ancora, un fondamento di profonda menzogna. Anche su internet del film si dice che è una vergogna, che è soltanto un incitamento all’odio la teoria che sostiene sarebbero stati gli armeni ad aver massacrato i turchi. E allora perché oggi in Turchia gli armeni sono solo 60.000 e i turchi 73 milioni?

La fortuna ha voluto però che una bambina di dieci anni tornasse a casa e raccontasse del film al padre, che è un avvocato turco e che ha denunciato il fatto. Si tratta evidentemente di un uomo sensibile come quei centomila cittadini turchi che sono scesi in strada a manifestare con i cartelli che dicevano “siamo tutti armeni”, quando è stato ucciso il giornalista e scrittore armeno Hrant Dink nel gennaio 2007. Vedremo come si evolverà la situazione e quali conseguenze ci saranno”.

Circa le minacce per l’avvocato, la Arslan ha spiegato che “rischia di essere messo sotto processo, sia lui sia chi ha aderito alla Petizione dei 200 promossa da duecento intellettuali turchi che hanno chiesto scusa agli armeni attraverso internet. Di proposito non hanno mandato la petizione ai giornali e in pochi giorni è stata firmata da 30.000 persone.

Subito un procuratore della Repubblica – mi sembra di Ankara – voleva metterli sotto processo tutti e 30.000. Allora un paio di giornali turchi hanno scritto: Siamo matti? Dove celebriamo il processo? Allo stadio? – è evidente che nella questione ci sono risvolti comici…
Quel procuratore ha così rinunciato all’idea ma se ne è fatto avanti un altro che vuole processarli ugualmente: rischiano l’accusa di oltraggio alla Turchia e la pena di alcuni anni di prigione – ma anche se non dovessero metterli in galera ci sono comunque le spese legali da sostenere e tutte le conseguenze che si possono immaginare”.

Il libro “La masseria delle allodole” è stato tradotto in tanti paesi del mondo, e, nel corso dell’intervista pubblicata da Bomba Carta, l’autrice racconta che: “L’accoglienza è stata dolce ed entusiasmante a seconda dei luoghi. Negli Stati Uniti e in Inghilterra il romanzo è andato bene – in entrambi i paesi è stato pubblicato anche in edizione tascabile.

Negli USA è arrivato finalista a un grande premio, il Los Angeles Times Book Prize e in Inghilterra al Premio di Dublino. Però, al di là dei riconoscimenti ufficiali, per me la cosa più importante è che tra le comunità armene è iniziato uno scambio di opinioni su quelle memorie sospese nel tempo: ora ci si parla e si comincia a pensare.

E soprattutto a riflettere sul fatto che se una piccola comunità come quella italiana è riuscita a esprimere un libro che viene tradotto in tutto il mondo, anche ciascuna delle altre comunità può iniziare a farsi sentire, a difendersi di più. Ecco un esempio: il 22 di aprile vado negli USA all’Università di Princeton e poi a Detroit dove la locale comunità armena ha comprato 1000 copie del mio libro per distribuirle gratuitamente alla gente. Pensa che cosa tenera. Finora La masseria delle allodole è stato tradotto in quindici lingue – sta per uscire in russo e spero presto in arabo”.

- ZENIT -

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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