ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 11/05/2012

UN ROSARIO PER CHI NON HA MAI VISTO LA LUCE

Post n°7116 pubblicato il 11 Maggio 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

L'appello su Facebook della giovane madre Annarosa Rossetto a pregare per le vittime dell'aborto

Una preghiera per tutte le donne che di fronte ad una nuova vita si sentono sole e scoraggiate. Una preghiera perché la vita torni ad essere il valore primario e non un oggetto del libero arbitrio umano. Una preghiera per tutti i bambini che, per una colpa mai commessa, sono stati puniti con la più atroce delle condanne: la morte.

Animata da questi sentimenti, Annarosa Rossetto, giovane madre di cinque figli, attiva insieme al marito nella comunità cattolica di Imperia, ha lanciato un appello su Facebook, affinchè tutti i cittadini del mondo si uniscano nello spirito recitando un rosario per i non nati e la difesa della vita nascente.

"Per la cessazione dell'uccisione dei bambini non ancora nati" è l’intenzione proposta da Annarosa per questo rosario universale. Un’idea che s’ispira ad un’iniziativa della scorsa settimana negli USA, dove la parrocchia di San Michele Arcangelo nel Tennessee, aveva organizzato, nel weekend dal 4 al 6 maggio, l’evento “Un milione di rosari per i bambini non nati”, che coinvolgeva scuole e parrocchie (http://www.saintmichaelthearchangelorganization.org/).

“Sarebbe bello che riuscissimo a coinvolgere anche le nostre parrocchie, i movimenti di cui facciamo parte e i gruppi in cui operiamo!” ha scritto infatti Annarosa sul social network.

Le intenzioni di preghiera proposte nel rosario esprimono tutta la compassione dei cristiani per questi bambini vittime del male altrui. Ad ogni mistero della vita di Cristo viene associato, infatti, un pensiero per essi, per le famiglie e per l’umanità intera.

Nel primo mistero doloroso, ad esempio, in cui si contempla “la fiducia di Gesù nel Padre e l’abbandono a Lui nell'orto degli ulivi”, si affidano a Dio “tutte le mamme sfiduciate e disperate di fronte alle difficoltà di una nuova vita che si annuncia inaspettata”.

Nel secondo si prega per il corpo, perchè sia “puro” come quello di Gesù ferito dalla flagellazione, e che tale purezza “torni ad essere un valore apprezzato dai giovani, nelle famiglie e nella società”. Nel terzo, invece, l’intenzione per cui pregare è che “i cristiani superino ogni compromesso e s’impegnino a promuovere la cultura della vita”, con la stessa “fermezza e fedeltà” con cui Cristo “ha sopportato la sua missione”.

Nel quarto mistero, la preghiera va a tutti coloro che si sentono schiacciati dalle difficoltà, perché “accettino queste prove” allo stesso modo con cui Gesù “ha accettato la Croce per il bene di tutti”. Mentre, nel quinto perchè “ogni essere umano, dal concepimento alla morte naturale, sia accolto, rispettato e amato come dono di Dio”.

Passando ai misteri gaudiosi, la preghiera è per “ogni mamma, che sappia dire sì alla vita che si annuncia in lei” come “Maria ha detto sì alla volontà del Padre”. Nei misteri che seguono, si ricorda la visita della Vergine alla cugina Elisabetta e, quindi, “il valore del servizio gratuito alle sorelle e ai fratelli nel bisogno”. Il pensiero è perciò rivolto a “tutti i volontari al servizio della famiglia e della vita”.

Si chiede aiuto al Signore, poi, per tutti i genitori, “perché si sentano sempre collaboratori di Dio nel dare la vita e nello sviluppo integrale dei figli” e per ogni mamma, che “sappia superare con la fiducia in Dio e l'aiuto dei fratelli ogni paura”.

Nei misteri della terza decina del Rosario - i Misteri gloriosi - contemplando la Risurrezione di Gesù e la sua vittoria sulla morte e sul peccato, l’orazione è rivolta a “tutti gli uomini”, soprattutto quelli “condizionati dal materialismo consumistico ed edonistico”, affinché “si aprano a Cristo e scoprano il senso vero della vita”.

Nei misteri successivi, si chiede, quindi, a Dio che “i cristiani accolgano sempre più l’azione dello Spirito Santo per diventare testimoni e servitori di ogni forma di vita umana” e che “ogni uomo possa amare la propria madre Maria, Regina della vita”.

Nell’ultimo mistero glorioso, si esorta a pregare per tutte quelle “vittime innocenti sacrificate nel grembo materno”: che questi piccoli martiri “siano intercessori e protettori di chi si prodighino per la vita e implorino perdono per quanti vi hanno mancato”.

Ancora una preghiera per le mamme nei misteri luminosi: che ognuna di loro “trovi chi riconosce in lei una testimone dell'amore”. Dalla contemplazione della partecipazione di Gesù e Maria alle Nozze di Cana, si snoda, poi, nel secondo mistero, l’orazione “per tutti gli sposi, perché sappiano accogliere la gioia dei figli”.

Un invito alla conversione è invece al centro della terza meditazione, soprattutto per chi si è macchiato del delitto di aborto: che “sappia chiedere perdono e riconciliarsi con Dio”. Non solo le madri, ma anche “tutti i medici e gli scienziati, perché vedano la Gloria di Dio nella persona del bambino non ancora nato”.

L’ultima preghiera del Rosario va, infine, a “tutti i padri”, perché, riflettendo sull’Eucarestia, atto di bontà del Padre che ci ha donato suo Figlio, “riconoscano nel loro bambino non ancora nato il segno dell'amore di Dio”

di Salvatore Cernuzio - ZENIT -

 
 
 

LA CORONA DELLE GRAZIE

Post n°7115 pubblicato il 11 Maggio 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Il fondatore dei Francescani dell'Immacolata spiega la forza della recita del Rosario

“O santa corona del Rosario!”. Questa invocazione alla corona del Rosario viene spontanea quando noi vediamo la corona fra le mani della Regina del Rosario a Pompei, fra le mani dell’Immacolata a Lourdes, fra le mani del Cuore Immacolato a Fatima.

Quanto deve essere preziosa questa corona del Rosario se la Madonna stessa la tiene fra le sue mani di Regina del cielo e della terra, se da Lei tessa, in persona, ci è stata presentata a Lourdes, e ci è stata raccomandata con insistenza materna a Fatima!

Da san Domenico in poi, del resto, la corona del Rosario è stata fra le mani di schiere di Santi e di Papi, di mistici e di missionari, di statisti e di artisti, di scienziati e di eroi, di uomini e di donne, di vecchi e di bambini, in ogni tempo e in ogni parte della terra.

Ricordiamo, ad esempio, san Francesco di Sales, santa Margherita Maria Alacoque, sant'Alfonso de’ Liguori, santa Bernardetta Soubirous, san Pio X, santa Maria Goretti, san Pio da Pietrelcina, la beata Teresa di Calcutta… Possiamo ricordare anche gli scienziati Galileo Galilei, Ampère, Pasteur, Marconi; i musicisti Vivaldi, Gluck; i pittori Michelangelo e beato Angelico; i pensatori e letterati, Rosmini e Manzoni…

“O santa corona del Rosario!”.

La corona del Rosario è “santa” perché produce cose sante, ottiene grazie, attira molte benedizioni, non soltanto su chi recita la corona, ma anche sulla casa, sulla famiglia e sul lavoro di chi la recita.

La corona del Rosario è “santa” perché apre le finestre su venti misteri della vita di Gesù e di Maria, con l’esercizio della contemplazione e dell'amore che conducono l'anima alle vette della santificazione.

La corona del Rosario è stata anche chiamata e definita in più modi: corona di grazie, roseto di grazie catena di grazie, scrigno di grazie, sorgente di grazie…

San Pio da Pietrelcina, in particolare, amava dire che la corona del Rosario è anche l’arma per ogni battaglia spirituale e temporale, l’arma vincente contro ogni nemico, l’arma di tutte le vittorie (come Lepanto ci ricorda), per cui la Madonna del Rosario è stata anche chiamata “Nostra Signora delle vittorie!”, molto cara a santa Teresina.

Il beato Bartolo Longo, infine, ci augura di morire con la santa corona fra le mani, dando ad essa “l’ultimo bacio della vita che si spegne”, per presentarci al giudizio di Dio con l’anima ravvolta dalla “santa corona del Rosario”.

di Padre Stefano Maria Manelli, Frate Francescano dell’Immacolata - ZENIT -

 
 
 

DIEDE LA VITA PER SALVARE GLI EBREI ODOARDO FOCHERINI SARA' BEATO

Post n°7114 pubblicato il 11 Maggio 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Trentasette anni, padre di sette figli, marito esemplare, cattolico fervente, direttore diocesano dell’Azione Cattolica,  amministratore de l’Avvenire d’Italia, salvò 105 ebrei dalla deportazione nazista. Fu preso mentre assisteva un ebreo malato. Internato nel lager di  Hersbruck, morì il 27 dicembre del 1944. Il suo esempio di martire eroico ha stupito tutti quelli che hanno conosciuto la sua storia.

Ieri, 10 maggio, il Santo Padre Benedetto XVI nel corso dell’udienza con il Cardinale Angelo Amato, S.D.B., Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, ha autorizzato la Congregazione a promulgare, tra gli altri, il decreto riguardante “il martirio del Servo di Dio Odoardo Focherini, Laico, nato a Carpi (Italia) il 6 giugno 1907 e ucciso, in odio alla Fede a Hersbruck (Germania) il 27 dicembre 1944”.

Il 6 giugno 2007 nel ricordare il centenario della nascita di Focherini, il Pontefice Benedetto XVI scrisse in un messaggio inviato alla diocesi di Carpi, è “un’indimenticabile figura di sposo cristiano, il cui virtuoso esempio continua a parlare alla Chiesa di oggi”,
Il messaggio papale ricorda il centenario della sua nascita (6 giugno 1907).

In quell’occasione il papa auspicò  che “la significativa ricorrenza contribuisca a richiamare il luminoso messaggio e l’intrepida testimonianza evangelica di un laico così generoso che ad imitazione di Cristo si prodigò incessantemente per la salvezza dei fratelli”.

Nel commentare la notizia monsignor Francesco Cavina Vescovo di Carpi ha detto: “Si tratta di un grande evento, sorgente di grazia e di consolazione per la nostra Chiesa locale”.

“Il nuovo beato – ha aggiunto - è segno indiscusso della fecondità della nostra Chiesa locale, ma è anche un forte richiamo a non lasciare inaridire le radici e a ritornare ad una testimonianza coerente, chiara, coraggiosa ed ecclesiale della nostra adesione a Cristo”.

“Infatti, - ha concluso - quanti più sono i doni, tanto più cresce la responsabilità e tanto più verrà chiesto. E’ stata l’ultima fatica di don Claudio Pontiroli che ora più vicino al Servo di Dio, partecipa alla nostra gioia ed insieme intercedono per noi”.

Odoardo  Focherini è un “martire” la cui testimonianza è così ardente da travalicare il tempo passato ed essere ancora oggi un “esempio”  da imitare.

Visse in un  periodo storico tormentato, ma non si lasciò mai prendere dallo sconforto, sempre fiducioso ed ottimista.

Attivissimo nel mondo cattolico a 27 anni era già Presidente dell’Azione Cattolica (ACI). Durante la persecuzione fascista del 1933 Focherini corse tra una sede e l’altra dell’ACI per nascondere le bandiere, trafugare le carte e mettere al sicuro registri e verbali delle riunioni.

Nel 1939 alla vigilia della guerra, Focherini divenne il direttore amministrativo de l’Avvenire d’Italia. Il giornale era allora diretto da Raimondo Manzini, autore di accese polemiche contro il fascismo, e Focherini lo affiancò coraggiosamente.

I fascisti bolognesi, il giorno dell’invasione tedesca del Belgio e dell’Olanda, avevano bruciato e sequestrato l’Avvenire d’Italia perché colpevole di aver pubblicato i telegrammi di Pio XII ai governi ed ai popoli colpiti da questa sventura.   Il gerarca fascista Farinacci aveva definito l’Avvenire come un «pretesco covo di vipere» perché aveva respinto la politica razziale.

Quando arrivarono i nazisti occupando l’Italia, l’Avvenire chiuse e di fronte ai tedeschi che ne chiedevano la riapertura Focherini sostenne che le scorte di carta erano esaurite. Non era vero, ma in questo modo l’Avvenire non si mise mai al servizio dell’occupante. Il 26 settembre del 1943 Bologna subì il primo grosso bombardamento e la sede de l’Avvenire venne distrutta.  Da allora Focherini si mise a capo dell’organizzazione per salvare gli ebrei ed i perseguitati.

Già dal 1942, su richiesta di Raimondo Manzini, a cui il cardinale di Genova Pietro Boetto aveva inviato alcuni ebrei, Focherini si prodigò nel mettere al sicuro dalla persecuzione su un treno della Croce Rossa Internazionale un gruppo di ebrei provenienti dalla Polonia,    

Dopo l'8 settembre 1943, con l'inasprimento delle leggi antigiudaiche, con I'inizio delle deportazioni razziali, Odoardo Focherini con don Dante Sala, la signora Ferrarini delle Concerie Donati di Modena e pochi altri, organizzò una rete efficace per I'espatrio verso la Svizzera di oltre un centinaio di ebrei.

Odoardo era I'anima dell’organizzazione. Contattava le famiglie, si procurava i documenti dalle sinagoghe, cercava i finanziamenti,  forniva i documenti falsi: un amico compiacente gli aveva procurato delle carte di identità che egli abilmente compilava con i nomi di comuni del sud già in mano agli alleati. (Carpi diventava così Capri). Una volta organizzato un gruppetto lo affidava a Don Dante Sala che li accompagnava fino a Cernobbio, dove grazie alla complicità di due coraggiosi cattolici che stazionavano sul confine li facevano passare in Svizzera.

L’11 marzo 1944 Focherini fu preso all’ospedale mentre si prodigava per un ebreo malato. Fu trasferito al Comando delle SS di Bologna e da qui alle carceri di San Giovanni in Monte. Durante una visita il cognato Bruno Marchesi gli disse: « sta attento, forse ti stai esponendo troppo, non pensi ai tuoi figli?» e Odoardo rispose «Se tu avessi visto, come ho visto io in questo carcere, cosa fanno patire agli ebrei, non rimpiangeresti se non aver fatto abbastanza per loro, se non di averne salvati un numero maggiore».

Trasferito al campo di concentramento di Gries (Bolzano), vi rimase fino al 5 settembre 1944.  Poi fu inviato al lager di  Flossenburg e in seguito al lavoro nel sottocampo di Hersbruck. L'8 ottobre 1943 dettò all'amico Olivelli le due ultime lettere ai familiari, Olivelli le scrisse in tedesco per non avere problemi con la censura del campo e Odoardo le siglò con la sua firma. Sono I'ultima testimonianza diretta che Odoardo era ancora vivo. La famiglia scrisse più volte, ma non ricevette più notizie. Odoardo si spense nell'infermeria del campo di Hersbruck il 27 dicembre 1944.  

Ecco le parole affidate all’amico di prigionia: "l miei sette figli...vorrei  vederli prima di morire...tuttavia, accetta, o Signore, anche questo sacrificio e custodiscili tu, insieme a mia moglie, ai mie genitori, a tutti i miei cari. Dichiaro di morire nella più pura fede cattolica apostolica romana e nella piena sottomissione alla volontà di Dio, offrendo la mia vita in olocausto per la mia Diocesi, per I'Azione Cattolica, per il Papa e per il ritorno della pace nel mondo. Vi prego riferire a mia moglie che le sono sempre rimasto fedele, I'ho sempre pensata, e sempre intensamente amata».

Tra le molteplici e autorevoli testimonianze di gratitudine all’opera di Focherini spicca quella di una signora ebrea di Ferrara che disse alla vedova di Odoardo: «Ho perduto quattordici dei miei, m’è rimasto solo questo figliolo, ma ho trovato la forza di salvarmi e di sopravvivere per quello che mi ha detto suo marito: “Avrei già fatto il mio dovere se pensassi solo ai miei sette figlioli, ma sento che non posso abbandonarvi, che Dio non me lo permette”.

Odoardo Focherini ha ricevuto la Medaglia d’oro delle Comunità Israelitiche italiane (Milano, 1955), il titolo di Giusto fra le nazioni (Gerusalemme, 1969), la Medaglia d'oro della Repubblica Italiana al Merito Civile alla memoria (2007). Il processo di beatificazione è iniziato nel 1996.

di Antonio Gaspari - ZENIT -

 
 
 

RICORDIAMOCI SEMPRE CHE L'EMBRIONE E' UNA PERSONA

Post n°7113 pubblicato il 11 Maggio 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Siamo in una società che si orienta all’abolizione della pena di morte per i criminali e nello stesso tempo consente o addirittura favorisce l’uccisione degli innocenti. In questi ultimi decenni abbiamo assistito ad una svolta profonda nella mentalità della gente e nella stessa legislazione civile degli Stati, svolta che mai si era verificata da quando il cristianesimo aveva improntato di sé per lunghi secoli la visione dell’uomo e della condotta umana.
Questo duplice atteggiamento che sta diventando un fatto di costume e viene legalizzato nei codici civili è un segno impressionante del fenomeno della scristianizzazione in Occidente, alla quale stiamo assistendo ormai si può dire soprattutto a partire dall’epoca dell’Illuminismo, un fenomeno che sotto l’etichetta del “progresso” in realtà ci sta riportando a quella barbarie pagana precristiana ed anticristiana che l’Europa con la diffusione del cristianesimo nei secoli del Medioevo sino all’età moderna credeva di aver ormai superato.

Ma ciò che si sta offuscando non è solo una visione cristiana dell’uomo: è la stessa concezione corrente, filosofica, razionale e scientifica che sta subendo un tracollo ricascando in visioni materialistiche, gnostiche o panteiste che ci rimandano alle idee, ai miti e alle fantasie più arretrati, mostruosi, assurdi ed irrazionali dei primi rozzi tentativi del pensiero umano.
Se la grazia di Cristo nei secoli aveva operato potentemente per attenuare nell’uomo la bestialità, la superbia, l’aggressività, l’istinto di morte e la violenza contro il prossimo, che avallava il terribile detto homo homini lupus, adesso, dopo il ritorno di false filosofie dell’uomo e della morale, la soppressione dell’innocente diventa autodifesa, il suicido autodeterminazione, l’eutanasia “dolce morte”, la connivenza verso gli elementi disgregatori del pacifico vivere civile diventa tolleranza, l’aggressione e la sopraffazione nei confronti dei deboli diventa manifestazione di libertà e “volontà di potenza”, il ladro diventa oggetto di ammirazione, la vendetta spietata diventa giustizia, l’egoismo diventa affermazione della propria personalità, il disprezzo per la verità diventa pluralismo culturale.

In questo quadro di morte, la vita retrocede ed uno degli aspetti di questo fenomeno è certamente la soppressione degli embrioni, così vicina alla diffusione dell’aborto, della fecondazione artificiale e delle manipolazioni genetiche. Trattare qui di tutte queste cose ci porterebbe troppo in là e, grazie a Dio, non mancano le voci e i maestri che ci illuminano e ci incoraggiano circa i princìpi morali che devono regolare e risolvere queste questioni. Prima voce e prima maestra tra tutte è il Magistero della Chiesa.

L’embrione è una persona: ecco quello che volevo qui brevemente ricordare. Resta ancor in molti l’orrore per l’omicidio, e questo è certo il segno del permanere di un elemento sano della vita morale. Ma poi che concetto si fanno molti dell’omicidio? Dipende da come concepiscono l’uomo. E qui purtroppo spesso – mi si consenta l’espressione – casca l’asino, perché troppo spesso si riscontra una concezione sbagliata dell’uomo, di tipo spiritualistico o di tipo materialista.
O si concepisce infatti la persona solo come quel soggetto che si attua negli atti della coscienza, dell’intendere e del volere – la persona come res cogitans -, tanto per usare la famosa espressione di Cartesio o la “persona come azione”, secondo la visione di Fichte o la persona come “relazione”, secondo il personalismo hegeliano, o la persona come “progetto” del proprio esistere, secondo la concezione esistenzialistica.
Oppure l’uomo è semplicemente un animale evoluto, come risulta dell’evoluzionismo darwiniano, al quale non si sottrae l’antropologia di un Teilhard de Chardin o di un Vito Mancuso.
Non si accetta la dottrina dell’anima umana spirituale, distinta dal corpo, immediatamente creata da Dio al momento del concepimento, come risulta dalla dottrina della fede confermata da una sana antropologia, per cui l’embrione non è un uomo, non è una persona, ma semplicemente un grumo di cellule o un vegetale o al massimo un animale privo di qualunque spiritualità. La persona così non è fatta oggetto di un rispetto assoluto, come immagine di Dio, ma viene utilizzata e relativizzata a finalità sociali o politiche o economiche considerate superiori.

D’altra parte, bisogna dire che possedere l’anima non vuol dire ancora poter esercitare le facoltà razionali e spirituali. Perché ciò sia possibile, occorre che si formi la base fisioneurologica che consente l’esercizio di quelle facoltà. Ma non per questo all’embrione che non possiede ancora questa base, si può negare lo statuto ontologico di persona, ossia, secondo la definizione classica di Boezio, di “sussistenza di una sostanza razionale individua”.
Per questo, se da una parte la concezione darwiniana consente l’uccisione dell’embrione perché non è un uomo, ma un semplice vivente biologico, anche la concezione cartesiano-relazionista della persona, riducendola nei limiti dell’autocoscienza e dell’esercizio della libertà, nega lo statuto di persona all’embrione, che evidentemente non può relazionarsi con altre persone nell’esercizio delle facoltà spirituali.

Per fermare dunque la strage degli innocenti, occorre recuperare la concezione della persona come sostanza composta di anima spirituale e di corpo, tenendo conto di quello che è lo sviluppo della persona nello spazio e nel tempo, persona che in se stessa resta sempre identica a se stessa sin dal momento del concepimento, ma che poi cresce e si sviluppa con la formazione di quell’apparato neurofisico e morfologico, che consente ad un certo punto l’esercizio delle facoltà spirituali, nel quale esercizio non si esaurisce l’essenza della persona, ma quell’esercizio ne è solo la manifestazione accidentale e libera, per quanto propria e naturale, tale da poter condurre la persona alla sua perfezione morale, ma non da costituirne l’essenza.

Padre Giovanni Cavalcoli - libertaepersona.org -

 
 
 

"NON PREVALEBUNT" (MATTEO 16,17)- CONSIDERAZIONI SULLA MARCIA NAZIONALE PER LA VITA

Post n°7112 pubblicato il 11 Maggio 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

C’è grande fermento all’interno della galassia di associazioni che fanno della tutela della vita umana fin dal concepimento la loro battaglia. La data del 13 maggio, del resto, è ormai vicina, Roma è pronta ad accogliere l’evento che – per numero d’adesioni e importanza del contesto – ha tutte le credenziali per rivelarsi un forte segnale da inviare a Istituzioni e opinione pubblica. Sarà proprio il cuore della cristianità, infatti, ad ospitare quest’anno la Marcia Nazionale per la Vita: moltitudini di persone provenienti da tutta Italia si daranno appuntamento alle 8.30 sotto al Colosseo, da dove proseguiranno a piedi fino a Castel Sant’Angelo. Le aspettative sono alimentate dal successo della marcia avvenuta l’anno scorso, nel gradevole ma ridotto scenario di Desenzano del Garda. Ora gli organizzatori confidano di poter garantire una più vasta eco alla denuncia per i 130mila aborti annui in Italia e 44milioni di aborti annui nel mondo.
Significativo, inoltre, che l’edizione venga dedicata al cinese Cheng Guangcheng, inviso al regime del proprio Paese per aver rivelato, mediante documentate inchieste, che la cosiddetta “politica di pianificazione familiare” si fonda su uno stillicidio criminale quantificabile in centinaia di migliaia di aborti, illegali e coercitivi. Dunque, le mani che i nostri politici implorano affinché sgancino elemosina, tramite investimenti, per rimpinguare le casse asciutte di una sempre più sciagurata Europa (il recente viaggio del premier Monti a Pechino ne dà testimonianza), sono le stesse che inferiscono morte con tale spregevole reiterazione. Questa cultura mortifera, che si innesta all’interno di titanici progetti politici destinati ad implodere (historia magistra vitae), è tuttavia presente ad ogni latitudine, ovunque dissemina i suoi nefasti effetti. La sua diffusione è oggiAggiungi un appuntamento per oggi talmente capillare da aver contaminato il pensiero di molti, trasformando in gesto innocuo, finanche in un diritto del genere femminile, un costume che ogni essere umano degno d’esser definito tale dovrebbe energicamente rifiutare.

Il primo qualificato rifiuto in questo senso compare nondimeno che nella versione originale del Giuramento d’Ippocrate, manuale primario della medicina: “(…) Giammai, mosso dalle premurose insistenze di alcuno, propinerò medicamenti letali né commetterò mai cose di questo genere. Per lo stesso motivo mai ad alcuna donna suggerirò prescrizioni che possano farla abortire, ma serberò casta e pura da ogni delitto sia la vita sia la mia arte”. Queste inequivocabili parole redatte dal padre di tutti i medici certificano una significativa attenzione al tema già nell’Antica Grecia, propulsore di civiltà. Popoli antichi, tuttavia, seppur artefici di meritorie opere umane, perpetuarono lungamente la pratica dell’aborto – persino dell’infanticidio – con cinica spregiudicatezza. L’atroce equivoco si sciolse con l’avvento del Verbo, pronunciato dal Salvatore inviato dal Padre per la salvezza del mondo. Il cristianesimo discese dai cieli come una spada che separa ciò che è vitale da ciò che è mortale, fugando la tentazione del dubbio e il richiamo dell’ambiguità. Su questa pietra d’angolo venne edificata quella granitica fortezza che è la civiltà europea. Per lungo tempo, durante quel medioevo che molti bistrattano definendolo “epoca buia”, la pratica dell’aborto conobbe una notevole regressione grazie a una diffusa – in tutto il Vecchio Continente – cultura per la vita, oltre a severe pene dagli effetti dissuasivi. Purtroppo però, il fenomeno era destinato a riemergere in tutta la sua gravità. San Tommaso d’Aquino, grande santo del medioevo, per l’appunto, ebbe modo di affermare: “Dio permette il male, perché altrimenti le creature non sarebbero libere, e perché anche dal male egli sa trarre il bene, per i fini supremi della creazione”. Di questa libertà di cui parla l’Aquinate ebbero di che abusarne gli uomini durante l’umanesimo, epoca in cui un nostalgico rifiorire della classicità diffuse alcuni tra i peggiori aspetti del paganesimo, rivisitati in salsa esoterica. La coscienza umana, privata d’ogni vero riferimento sacrale, divenne per i sacerdoti di questi nuovi culti l’unica linea direttrice da seguire, l’unica valida volontà. Si propagò, infatti, un adagio destinato a sconvolgere il sentiero della storia: ciò che si manifesta nell’uomo (compresi i suoi infimi appetiti) è buono in quanto tale, e va soddisfatto. Ciò che oggiAggiungi un appuntamento per oggi noi conosciamo con il nome di individualismo fu elemento disgregatore dalle capacità esorbitanti, ebbe modo di corrodere solide comunità umane sopravvissute anche alle più sanguinose guerre del passato. E’ in questa epoca che, come conseguenza del diffondersi di una certa cultura, la piaga dell’aborto si inerpicò come una mala pianta su quella fortezza che fu la civiltà europea.

I semi del pensiero individualista – prodotti nei salotti intellettuali, nei laboratori alchemici e nelle logge massoniche durante l’umanesimo – produssero i suoi più amari frutti durante il XIX e il XX secolo, con l’affermazione di società sempre più impregnate di volontà di potenza e materialismo. Un altro determinante colpo inferto ai principi tradizionali avvenne compiutamente con la sostituzione del potere economico a quello politico, così da privare gli Stati nazionali di sovranità e permettere ad apolidi gruppi d’interesse di diventare il motore degli avvenimenti umani. L’avvento dei mezzi di comunicazione di massa – controllati da questi gruppi – consentì di imporre nella coscienza collettiva, quando strumentale ad obiettivi non certo filantropici, ogni tipo di nefandezza, libertà d’aborto compresa. La famiglia Rockefeller, espressione più emblematica di suddetti gruppi, fin dagli albori della sua epopea finanziaria si adoperò al fine di pianificare l’aborto su scala globale per controllare le nascite: nel 1970, infiltrandosi nelle amministrazioni statunitensi, Nelson Rockefeller appoggiò pesantemente una legge a favore dell’aborto; nel 1973 l’allora presidente della “fondazione Rockefeller”, tale John Knowles, affermò testualmente la necessità di “fare una politica volontaristica per l’aborto di massa”.

Una regia mondialista occulta, per affermare su scala globale i suoi progetti ignobili, si deve servire però di vari strumenti, tra i quali quelli apparentemente più insospettabili. Lo stesso papa Giovanni Paolo II, nell’Enciclica “Evangelium vitae” del 1995, scrisse chiaramente che siamo “di fronte a un’oggettiva congiura contro la vita che vede implicate anche Istituzioni internazionali, impegnate a incoraggiare e programmare vere e proprie campagne per diffondere la contraccezione, la sterilizzazione e l’aborto”. L’Onu vi è coinvolto con tutte le scarpe. L’agenzia pakistana “Online” riportò nel 2002 che l’Unfpa (Fondo delle Nazioni Unite per Popolazioni) distribuì ai profughi afghani nei campi di Pakistan e Iran oltre a cibo e coperte, anche “kit” per l’aborto. L’Unicef sul proprio “Libro dell’infanzia”, pubblicato nel 1972, espresse così il proprio pensiero in tema di diritto alla vita dei nascituri: “(…) non si otterrà una diminuzione del tasso delle nascite senza ricorso all’aborto, legale o illegale(…) Gli aborti provocati hanno un effetto molto più efficace per diminuire il tasso di natalità che l’utilizzo dei metodi contraccettivi”. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) si propone di intervenire affinché gli aborti siano “clinicamente sicuri”, così accettando la pratica come un dato di fatto. Ma l’idea del controllo della popolazione è insita all’interno di tutta quella miriade di gruppi che agiscono dietro le quinte della politica internazionale: Banca Mondiale, Gruppo Bilderberg, Commissione Trilaterale, massonerie: documenti dimostrano che tutti costoro convengono nel proporre ai governi politiche finalizzate a ridurre le nascite. Ufficialmente il problema deriva da un incremento eccessivo della popolazione che queste fondazioni vorrebbero arrestare. Il fine umanitario è però presto smontato da ben più qualificati studi che dimostrano quanto la denatalità, al contrario, stia minacciando la sopravvivenza di intere popolazioni come quelle europee. Nel 2002, infatti, un approfondito studio dell’Onu fece una previsione secondo la quale “nel 2050, l’80% della popolazione mondiale non avrà abbastanza figli per il ricambio generazionale”. Alla luce di questi studi, gli esperti Onu furono costretti ad ammettere, durante una riunione sul tema dell’infertilità avvenuta a New York nello stesso anno, che dal 1970 avevano sistematicamente gonfiato le loro previsioni demografiche.

Quale scopo si prefigge dunque una così turpe e meticolosa campagna a favore dell’aborto? Quello individuato durante l’umanesimo, per il quale furono dispensati semi dagli amari frutti sorti secoli più tardi. Ovvero, distruggere le società sacrali e tradizionali per affermare, una volta per tutte, la libertà di coscienza come suprema e unica guida. Il progetto luciferino passa, necessariamente, dalla demolizione della colonna portante di queste società: la famiglia. In sua sostituzione, vengono proposti modelli pluralistici e trasgressivi come omosessualità e sessualità libertina, svincolata da impegni di coppia. La diffusione di droghe, consumismo e pornografia diventano, a questo punto, degli accessori oltremodo efficaci a rendere ancora più fragili, controllabili e soli gli individui. Il piano potrà dirsi attuato completamente quando non vi sarà più nessun argine al suo cospetto. E’ per questo che la massoneria, erede di quelle conoscenze segrete sviluppatesi nell’umanesimo, è impegnata a combattere ciò che ritiene corrispondere a questo ostacolo ai suoi progetti: il cristianesimo. La massoneria vuole eliminare dalle coscienze la cultura cristiana per la vita, per farlo riversa tra le masse i più abominevoli costumi dipingendoli come diritti individuali usando i suoi mezzi più subdoli, quelli di comunicazione di massa.

La frase verso cui, tuttavia, si scontra inesorabilmente questo piano di distruzione è il “non praevalebunt” (Mt 16,17) che il Salvatore pronunciò facendo riferimento alle porte degli inferi. Il popolo che domenica prossima marcerà a Roma mantiene salda la fiducia che queste due parole suggeriscono ai suoi cuori. Consapevole che “una nazione che uccide i propri figli è senza futuro” (Giovanni Paolo II), quindi della necessità di dover incidere, con le proprie proposte di vita, nella società anche a livello culturale, questo popolo è pronto a non esaurire l’impegno in questa pur intensa e importante giornata romana. Infine, il pensiero verso quei 5 milioni di innocenti che lo Stato italiano ha soppresso, per mezzo della legge 194 del 1978, non può non procurare un alone di mestizia. Le Scritture lo dipanano, pertanto, con un altro incoraggiamento fondamentale: “Se anche tua madre non ti volesse, io ti voglio, perché ti conosco e ti amo” (Is 49,15).

http://www.agenziastampaitalia.it/index.php?option=com_content&view=article&id=8257:se-anche-tua-madre-non-ti-volesse-io-ti-voglio-perche-ti-conosco-e-ti-amo&catid=16:italia&Itemid=39

di Federico Cenci - libertaepersona.org -

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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