ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 15/05/2012

IL PERDONO CHE CAMBIA LA VITA DI TUTTI, VITTIME E CARNEFICI

Post n°7138 pubblicato il 15 Maggio 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Il perdono è un atto che non può prestarsi a nessuna forma di banalizzazione. Non significa affatto ignorare il male subito, né è un sentimento che emerge spontaneamente. Partendo da queste due elementari considerazioni, proviamo ad immaginarci un papà e una mamma che hanno perso il loro figlioletto di sei anni, in un incidente stradale: omicidio colposo, ma pur sempre omicidio. Provare un moto di perdono in tempi rapidi per chi compie un atto del genere, è comunque una prova di coraggio eroico.

La signora Raffaella, protagonista della triste storia, non solo non riusciva a perdonare il carnefice di suo figlio: aveva sete di vendetta. Non le bastava che quell’uomo andasse in galera e scontasse per intero la pena che il giudice gli avrebbe comminato. No, lo sciagurato doveva morire, nello stesso modo in cui era morto il piccolo: investito da una macchina. Non giustizia, ma vendetta. Occhio per occhio, dente per dente.

Raffaella ha raccontato la sua vicenda assieme al marito, lo scorso 1 maggio, alla Fiera di Rimini, a conclusione della 35° Convocazione Nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo. A seguito dell’incidente in cui era morto suo figlio minore, ed erano rimasti miracolosamente illesi il fratello più grande ed un amichetto di entrambi, la povera mamma aveva trascorso mesi d’inferno. Non dormiva più e andava avanti a tranquillanti. “Ero scossa da un odio profondo – ha raccontato Raffaella – per quella persona, avevo sete di vendetta e non di giustizia, avevo deciso che se mai lo avessi trovato in strada gli avrei fatto fare la fine di mio figlio, perché ero decisa a investirlo con la mia auto”.

Tutta la famiglia e gli amici erano a conoscenza delle intenzioni della donna. Temendo potesse mettere in pratica il terribile proposito le nascosero il nome del colpevole, peraltro noto a molti. Poi l’uomo viene arrestato, processato e condannato: omicidio colposo causato da guida in stato di ebbrezza. Non molto tempo dopo, viene scarcerato per buona condotta. Per Raffaella è una nuova pugnalata, come se suo figlio fosse stato ucciso due volte.

Successivamente, il marito di Raffaella, che gestisce un’attività commerciale, è testimone di un provvidenziale episodio rivelatore. Una donna, in preda all’agitazione, entra nel suo negozio, non con l’intenzione di acquistare alcunché, ma per poter fare una telefonata. Il negoziante assiste attonito e silenzioso alla conversazione. Al telefono la donna parla di un uomo che è rimasto vittima di un incidente: una sbarra di ferro, caduta da un camion, l’ha colpito alla schiena, paralizzandolo dalla cintola in giù. Non è tutto: emerge anche che lo sventurato, anni prima, è stato condannato per omicidio colposo, per aver investito un bambino di sei anni, guidando in stato di ebbrezza. “Mio marito, allora, con una calma donata solo dal Signore – ha proseguito Raffaella – prese la foto di nostro figlio e la mostrò commosso alla signora dicendo: ‘Sono io il padre di quel bambino’”.

Appreso l’episodio dal marito, Raffaella si scioglie dalla commozione. Qualcosa è cambiato in lei: il dolore per la perdita del figlioletto non si placherà mai, ma l’odio per chi l’ha ucciso, come d’incanto, è svanito. Quell’uomo, adesso, è sotto il peso della sua croce e forse, come il buon ladrone accanto a Gesù, sta implorando uno sguardo o una parola di misericordia. “Dio mi aveva cambiata, sentimenti nuovi erano entrati in me – ha detto Raffaella -. Il perdono ormai faceva parte della mia vita!”. Nessuno le avrebbe mai restituito suo figlio, ma finalmente l’immenso dolore di questa madre, conosceva un momento di autentica e profonda consolazione.

Raffaella non si è accontentata di un perdono “nel profondo del suo cuore”. Adesso vuole fare un passo ulteriore: “Ho chiesto al mio sacerdote di farmi da tramite perché ho intenzione di incontrare quella persona, per offrirgli la mia preghiera e il mio perdono”, ha concluso la donna davanti allo sbalordito e commosso pubblico della Fiera di Rimini.

di Luca Marcolivio - lottimista.com -

 
 
 

LA MARCIA PER LA VITA E' OGNI GIORNO!!!

Post n°7137 pubblicato il 15 Maggio 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Il 13 maggio, nella "Marcia per la vita" di Roma, eravamo molti di più di quanti ci fossimo aspettati. Dal Colosseo a Castel Sant'Angelo, molte migliaia di persone abbiamo voluto dare una prova d'amore verso i piccoli che non possono difendersi da soli. Giovani e anziani, famiglie intere, laici, sacerdoti e suore, italiani e non pochi stranieri, abbiamo cantato, pregato, testimoniato, per loro. E ci siamo anche goduta una bella camminata in una mattina di sole e aria fresca.

È stata annunciata la data per il prossimo anno: domenica 12 maggio, sempre a Roma. E in tutto quest'anno, non marceremo più?

Ma certo! La Marcia per la vita non c'è stata solo ieri. La Marcia per la vita è oggi! Diciamocelo ogni mattina, quando cominciamo la nostra giornata di lavoro, di studio, d'impegno sociale o politico, di preghiera... Vado a marciare per la vita! Su questi valori fondamentali l'imperativo è categorico: marciare o marcire.

Tenendo presente che ci sono tanti modi di marciare per la vita.

Già ieri pomeriggio su qualche sito online ho letto delle critiche contro coloro che non sono andati al Colosseo; ho letto anche aspre critiche contro le persone o i gruppi che vi hanno partecipato (e non mi riferisco alle critiche e gli attacchi rabbiosi di femministe e laicisti che s'indignano perché qualcuno non si rassegna d'avanti all'uccisione volontaria e legalizzata dei piccoli innocenti. Queste critiche e questi attacchi sono già nel preventivo delle spese da pagare).

Nel grande "popolo della vita" (abbondante come un fiume sotterraneo, di cui ieri a Roma è emerso solo un piccolo ruscello), ci sono tanti "carismi" diversi. Un pò come succede con gli ordini e le congregazioni religiose. Vita contemplativa o attiva; dedizione ai poveri o pastorale universitaria; servizio agli infermi o nella formazione dei ragazzi... C'e nè per tutti. Perché i bisogni e le possibilità sono sempre maggiori di ciò che si riesce a fare.

C'è tanto da fare nel campo della difesa e la promozione della vita umata, su tanti fronti diversi! A me sembra un gran bene che ci siano impegni, impostazioni e sensibilità diverse, nel popolo della vita. Alcuni - persone o gruppi - operiamo principalmente in ambito accademico, formando generazioni di bioeticisti amanti della vita umana in tutte le sue condizioni; altri si spendono ogni giorno nell'accoglienza e l'aiuto alle mamme in difficoltà; c'è chi s'impegna per la vita nella società civile e nella politica con un approccio aconfessionale, mentre altri attivano gruppi di preghiera per invocare la Grazia e il perdono del Signore della vita.

Ci sono anche metodologie e strategie diverse, che possono essere complementari. Secondo alcuni è opportuno far conoscere a tutti la realità dei metodi abortivi, anche con delle immagini crude (perché cruda è la realtà): a volte ne son convinti perché loro stessi hanno capito e cambiato grazie a quelle immagini; altri preferiscono diffondere soltanto la bellezza positiva della maternità generosa; c'è chi evidenzia il male che l'aborto causa in tante donne, e chi denuncia il male - mortale - causato ai figli abortiti.

Ci sono addirittura dei margini per posizioni diverse su alcune problematiche opinabili. Per esempio sul modo d'intervenire in ambito politico e legislativo. Dobbiamo essere consci che si tratta di problemi estremamente complessi nei quali deve regnare la virtù della prudenza. Quella virtù fondamentale che risponde al desiderio sincero di "fare bene il bene". Senza di essa, corriamo il rischio di provocare seri danni anche se spinti dal più sublime impulso di carità cristiana. Dobbiamo tutti tentare di evitare di fare male il bene (già ci sono tanti che fanno bene il male!).

Tra le otto componenti della Prudenza segnalate da Tommaso d'Acquino c'è anche la "Docilitas": quella umiltà che ci porta ad ascoltare sinceramente il parere degli altri, a chiedere consiglio e mettere in discussione la propria visione delle cose, prima di agire.

Sabato 12 maggio cinquecento persone hanno partecipato ad un interessante convegno scientifico sulla difesa della vita umana nel nostro Ateneo Regina Apostolorum. Domenica 13 maggio in migliaia hanno cantato per le vie di Roma. Domenica prossima, 20 maggio, altre migliaia si raduneranno nell'Aula Paolo VI, in Vaticano, per l'importante manifestazione intitolata: "Uno di noi". E mentre noi eravamo in convegno sabato scorso, la Commissione dell'Unione Europea ha concesso l'autorizzazione per la raccolta firme per il riconoscimento della dignità umana fin dal concepimento. Un'iniziativa degli organizzatori dell'incontro di domenica prossima.

C'e n'è per tutti. Ognuno faccia la sua parte, secondo il proprio "carisma". E se possiamo trovarci insieme per alcune iniziative concrete, tanto meglio. Ricordando sempre e comunque la pressante richiesta di Gesù ai suoi discepoli, guarda caso, proprio nel Vangelo di ieri: "Questo vi comando, che via amiate gli uni gli altri" (Gg 15, 17).

Sarebbe bello se il prossimo anno potessimo marciare tutti insieme, per una causa così bella e urgente. Ma ancora più importante è che camminiamo tutti i giorni sulla strada della difesa della vita. Perché la vera Marcia per la vita, è oggi!

- Gonzalo Miranda, L.C. - Preside della Facoltà di Bioetica Ateneo Pontificio Regina Apostolorum - ZENIT -

 
 
 

ANCHE IN ITALIA LA MARCIA PRO LIFE, I QUOTIDIANI DI UNA CERTA IDEOLOGIA POLITICA SI SONO SCATENATI

Post n°7136 pubblicato il 15 Maggio 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Finalmente anche in Italia (parallelamente al Canada) è arrivata la Marcia per la Vita, ed è stata un vero successo: 15 mila persone! Un evento organizzato completamente dal basso che ha radunato intere famiglie, medici scienziati, movimenti cattolici e anche la politica (www.marciaperlavita.it). Uno spartiacque -come spiega Mario Palmaro- tra il prima e il dopo: anche in Italia si è riusciti, contro il pensiero dominante, ad organizzare e mobilitare tutti coloro che ritengono un’ingiustizia insopportabile la legalizzazione dell’uccisione di un essere umano, per i presunti diritti della donna (su questo i malconci sopravvissuti all’aborto, come Gianna Jessen, insistono giustamente parecchio).

La pesante reazione isterica del potere mediatico è stata la cartina tornasole per misurare la portata di questa vittoria, ed è stato divertente fare un giro di lettura dei vari articoli. Tra i più scatenati “Repubblica”, il “Manifesto” e “L’Unità”, poi a seguire il “Fatto Quotidiano” (che -per la cronaca- per la prima volta nella sua storia oggi pubblica un articolo in difesa addirittura di un cardinale cattolico!!!). “Repubblica”, dopo aver elogiato il pedofilo Roman Polansky in un articolo a tutta pagina, ha dedicato all’evento ben 4 articoli, con tanto di storiella di una donna sconvolta perché dei medici pro life le hanno fatto vedere il suo bambino appena abortito, a sottolineare la “violenza” degli anti-abortisti. “L’Unità” (tre articoli!) ci ha messo parecchia rabbia, con titoli del genere “Fondamentalisti in marcia”, evitando ovviamente di parlare delle centinaia di mamme e papà con passeggino e concentrandosi sulla presenza di alcuni esponenti di Forza Nuova. Su “Il Fatto Quotidiano” Daria Lucca, prima di insultare i medici obiettori, ha proposto di organizzare una class action contro i partecipanti alla marcia -definiti “fanatici”, “fondamentalisti” ecc.- per la diffamazione verso chi compie l’aborto. E se le centinaia di famiglie che hanno marciato formassero una class action contro la Lucca per diffamazione a mezzo stampa?

Il “Messaggero” (5 articoli!!), ha pubblicato la sua dose di bufale (come i cartelli sulle “donne assassine”, sulle “donne pagate per manifestare”, che poi erano otto ragazzi/e retribuiti/e che facevano fundraising, sui 200 autobus gratuiti, poi smentita dallo stesso quotidiano). Ha anche intervistato il cattolico Alberto Melloni, che da buon progressista del “Corriere della Sera” si è affrettato a scandalizzarsi e a dire che il Papa non ha parlato di tale Marcia, e quindi -secondo lui- ne avrebbe preso le distanze. La Marcia contro il “pensiero unico”, come ha scritto Giuliano Ferrara, è servita anche per svelare i lupi travestiti da agnelli.

Numerosi i blog che hanno preso in giro (ottimo l’articolo di “Campari e De Maistre”) le reazioni intolleranti e diffamatorie di alcuni quotidiani. La gente, presente in queste fotografie, è stata apostrofata in tutti i modi più dispregiativi ammessi su un quotodiano: “fondamentalisti”, “terroristi”, “nazisti”, “omofobi”, “razzisti” “antisemiti”, “integralisti”, “fascisti”, “violenti” ecc.  Francesco Agnoli ha riassunto ironicamente su “Il Foglio” il terrorismo femminista e abortista che è stato attivato per screditare le belle e sorridenti famiglie pro-life, ricordando che lo stesso accanimento non si vede affatto quando il sindaco di Roma, Alemanno, appoggia la fiera porno-esibizionista del Gay Pride (la polemica è basata anche sulla partecipazione del Sindaco con la fascia tricolore e il patrocinio dato dal Comune). Per lo meno non c’è stata nessuna aggressione fisica, come invece accade puntualmente ad ogni marcia pro-life all’estero.

Significativo l’articolo apparso su “Il Tempo”: «resta comunque il dato, squallido, della strumentalizzazione squisitamente politica e vagamente elettorale di un evento che in una democrazia dovrebbe essere garantito, a prescindere. Resta altrimenti difficile per il cittadino comprendere come mai un’istituzione debba dare il patrocinio al Gay Pride e non alla marcia per la vita». Il quotidiano romano accusa la mistificazione fatta dal centrosinistra. Effettivamente i quotidiani che hanno sollevato le ire reazionarie sono tutti orientati verso una certa ideologia politica (torna in mente il bellissimo “L’Eskimo in redazione”, di Michele Brambilla), la stessa che attraverso il suo leader, Pierluigi Bersani, ha aperto in questi giorni alle unioni omosessuali. Certo, l’on Beppe Fioroni (Pd) ha valorizzato la Marcia. Le elezioni sembrano vicine, occorre riflettere.

- uccronline.it -

 
 
 

SUOR LUCIA: IL PAPA RAPPRESENTA DIO NEL MONDO LE PERSONE E I VESCOVI NON UNITI AL PAPA NON SONO UNITI A CRISTO

Post n°7135 pubblicato il 15 Maggio 2012 da diglilaverita

Carissimi fratelli di Innamorati di Maria, oggi vi riproponiamo la trascrizione che noi abbiamo fatto dell'intervista a suor Lucia di Fatima, che fu mandata in onda nella trasmissione televisiva Excalibur. Fu l'unica volta in cui suor Lucia accettò, con l’autorizzazione della sua superiora, di farsi filmare mentre rispondeva alle domande di un Cardinale filippino e di altri interlocutori. Ascoltiamo i suoi insegnamenti:

Suor Lucia: ...sì, sta cambiando. E questo è chiaro. All'improvviso tutto, tutto, tutto è molto veloce ed è chiaro che non sarebbe accaduto, che è una cosa che sarebbe potuta accadere. Ma cio' che noi stavamo vedendo è che ci trovavamo nell'imminenza di una guerra nucleare, e i progetti di guerra che stavano elaborando le nazioni... gli Stati Uniti, soprattutto con la Russia, si poteva vedere che poteva esplodere da un momento all'altro: in quel momento il Santo Padre ha fatto la consacrazione e tutto è cambiato. I progetti di guerra si sono trasformati in progetti di pace; non è normale, è avvenuto un cambiamento, e le armi che si stavano costruendo non si costruiscono più e si sono fermati. Tutto cio', non è naturale, perché se avevo un progetto di sparare quelle armi in aria e distruggere tutto, adesso si sono trasformati in progetti per liberare.. sono cambiati completamente gli ideali, così, all'improvviso.. ..All'inferno, sì. L'ateismo è la maggior eresia che esista. E quindi si riferisce al comunismo ateo. Puo' esistere un comunismo che non sia ateo, ma si riferisce al comunismo ateo che stava spargendo molte guerre nel mondo intero.

Il Santo Padre fece questa consacrazione senza tutti i vescovi, questo è stato il suo errore. E poi mi hanno domandato "allora, il Santo Padre adesso ha fatto la consacrazione nel Concilio con tutti i vescovi? Ne mancavano pochi, la consacrazione adesso è stata fatta?" ed io ho detto "no, perché la Vergine non voleva il Santo Padre chiuso in una casa con i vescovi lì riuniti. Questa non è una consacrazione. Deve essere ogni vescovo nella sua diocesi, con il suo popolo, deve essere il popolo di Dio a consacrarsi, a pregare, a ricorrere a Dio, perché l'errore è mondiale, e la preghiera dev'essere mondiale". Allora io ho dato questo chiarimento e poi il Santo Padre ha risolto la cosa convocando la consacrazione e scrivendo prima lettere a tutti i vescovi per unirsi a lui.

Il Papa rappresenta, è il pincipale rappresentante di Dio nel mondo, per tutto il mondo, e le persone o i vescovi, chiunque essi siano, sanno che se non si sta col Papa, è chiaro che non si sta con Cristo.

Cardinal Vidàl: Sì, egli è il rappresentante.

Suor Lucia: Non è per la persona del Papa, ma per cio' che il Papa rappresenta; una cosa è la persona, una cosa è quanto essa rappresenti e il Papa è il Primo rappresentante di Dio nel mondo.

Cristo non permetterà mai che la Sua Chiesa sia tradita da queste sette che esistono perché ha detto "tu sai la pietra e su questa pietra edificherai la Mia Chiesa". Per questo non importa, ed è indipendente che il Papa sia o no un santo. Non è la persona del Papa, la persona è una cosa e il luogo che occupa un'altra. Ed è questo che io vedo nella persona del Papa: Dio. E' colui che più lo rappresenta a Dio.


Interlocutore: Suor Lucia, il Santo Padre ha parlato molte volte del materialismo che sta invadendo tutta l'Europa?

Suor Lucia: sì, sì, il mondo!

Interlocutore
: sì, il mondo intero.

Suor Lucia: è dall'inizio del mondo, di questo mondo ambizioso, che questo accade. Il materialismo è stato sempre un grande nemico di Dio, perché gli uomini dall'inizio non hanno mai avuto l'ambizione di raggiungere il benessere desiderato da Dio, vogliono denaro, incutere timore, governare ed essere più degli altri. Tutto questo sembra che stia nel sangue dell'umanità e che tutti lottino per questo. Ed è chiaro, ora si sente di più il materialismo, perché è finito l'altro (il comunismo, ndr). Prima le persone, non potevano comperare nulla. Il materialismo è molto cattivo, e dal momento che l'altro è terminato, adesso viene il materialismo. Ne rimane sempre uno, c'è sempre un nemico. Le persone dovrebbero desiderare di più le cose di Dio e non le cose materiali. Gli ideali, o lottare per i beni materiali, per le cose del mondo, voler ottenere più degli altri, questo c'è sempre stato, è sempre esistito, è sempre esistito, mentre il comunismo è stata una cosa che è sorta in quell'anno 1917, è stato in quell'anno ed era quindi un errore in più che sarebbe finito a tormentare l'umanità, con cose molto gravi, perché poteva distruggere l'umanità con guerre atomiche, come non ce n'erano mai state prima, perché la scienza aveva scoperto bombe a largo raggio, tanto che se gli uomini avessero continuato su questa strada, avrebbero distrutto l'umanità. E allora Dio ci ha soccorso, perché ha sollecitato il Papa a fare la consacrazione della Russia e così si compiono le parole della Madonna.

Il comunismo ha rappresentato cio' che si era separato dal materialismo, per diventare un qualcosa che poteva distruggere l'umanità e il mondo intero, attraverso la scienza. Di consacrazioni se ne sono fatte molte, e la Russia è stata consacrata in tutte le consacrazioni che i papi hanno fatto.

Suor Lucia: Inoltre la Madonna si è servita dei comunisti, primi rappresentanti dell'ateismo. Non si è servita di un cattolico, ne' di un cristiano. Si è servita di rappresentanti atei. Dio, ha fatto in modo di portarli sulla buona strada e uno dei principali rappresentati del comunismo ateo è venuto a Roma, si è inginocchiato ai piedi del Papa e ha chiesto perdono per se' stesso e per la sua nazione. E questo è accaduto ad un rappresentante così ateo come Gorbaciov. Era il maggior rappresentante dell'ateismo, che ha dato al mondo quell'esempio di umiltà di andare a Roma e di inginocchiarsi davanti a colui che rappresentava Dio, chiedendo perdono. Ha un significato molto forte.

Cardinal Vidàl: non ho mai sentito dire niente del genere! Ho solo sentito dire che...

Suor Lucia: E' vero, con la misericordia di Dio, Dio muove tutto, e Dio puo' muovere le pietre più pesanti, perfino i comunisti atei che erano quelli che piu' dovevano essere mossi. Sono cambiati da un momento all'altro e si sono completamente capovolti. Ora si comprendono con le altre nazioni, tutte le altre nazioni li accettano e li comprendono senza condizioni, senza proteste, senza contestare. Questo è un atto supremo di Dio che deve meravigliare il mondo. Io credo che un cambiamento così, in cui è talmente evidente che si possa vedere chiaro il potere di Dio, la misericordia di Dio, l'amore di Dio verso l'umanità, di una forma così manifesta che puo' essere riconosciuta così chiaramente, sembra che non esista, non c'è, non c'è da nessun'altra parte!

Interlocutore: la conversione della Russia è già iniziata?

Suor Lucia: certo che è iniziata. La parola "conversione"... noi non dobbiamo equivocare. La parola "conversione", convertire, indica un cambiamento. Una conversione è un cambiamento dal male al bene. Non vuol dire che tutto il male scompare, ma una conversione dal male al bene.Dobbiamo ascoltare questo chiarimento che sto dando, è molto importante. Una conversione è un cambiamento dal male al bene. E' questo che significa tale parola, quindi il cambiamento è avvenuto, grazie a Dio ed è quanto indica la parola "pace". In pace, tutto sarà in pace. Noi dobbiamo ascoltare il Santo Padre. Il Santo Padre ha fatto una consacrazione. Una consacrazione è stata fatta. L'ha fatta in un modo, in una maniera che tutti hanno potuto riconoscere che la consacrazione è quella perché ha rispettato i requisiti che mancavano. La consacrazione della Russia, praticamente era già stata fatta da quando la fece Pio XII. Pio XII fece la consacrazione del mondo e in questa consacrazione di Pio XII già si nota che c'era l'intenzione di consacrare la Russia, quando egli disse "per quei popoli che maggiormente hanno bisogno di questa consacrazione". La Madonna non ha detto che il Santo Padre doveva pronunciare la parola Russia. La Madonna ha detto che "il Santo Padre Mi consacrerà la Russia". Come? Dipende dal Santo Padre, con le modalità che egli ritenga opportune. Non disse il modo come il Santo Padre avrebbe dovuto fare la consacrazione. Ha detto solo "il Santo Padre Mi consacrerà la Russia che si convertirà". E una conversione è un cambiamento del cammino dal male al bene, e ci sarà la pace. Ma si riferisce alla pace, alla parola "pace". Si riferisce a quella pace dagli errori che si stavano diffondendo nel mondo intero, errori del comunismo ateo. Ella disse che la Russia diffonderà i suoi errori nel mondo, promuovendo guerre, persecuzioni alla Chiesa. Molti saranno i martiri, i popoli saranno martirizzati, alcune nazioni saranno annichilite ma alla fine dopo tutto questo, il Santo Padre mi consacrera' la Russia, ma non ha detto come...

Interlocutore: non ha detto in che modo?

Suor Lucia: non ha detto il modo. Non mi ha detto che "il Santo Padre mi consacrerà la Russia e deve dire la parola Russia". Mi consacrerà la Russia che si convertirà e ci sarà la pace. Ma questa pace, a cui la Vergine si riferiva, è relativa alle guerre e le persecuzioni che gli errori del comunismo ateo stavano causando in tutto il mondo.

Interlocutore: questa non è pace miracolosa?

Suor Lucia: no, è una pace in rapporto agli errori e a quelle guerre che da questi sarebbero scaturiti nel mondo intero.

Interlocutore: Questo è molto importante, ed è per questo che molti non comprendono.

Suor Lucia: No, no, se leggiamo il testo lo vediamo benissimo. La Madonna sta solamente parlando degli errori e delle guerre, mosse dagli errori stessi. Gli errori del comunismo ateo in tutto il mondo. Ed è da questi errori e da queste guerre promosse da tali errori che ci sarà la pace. E' soprattutto questo che il Cuore Immacolato di Maria dovrà trionfare, il trionfo del Cuore di Maria è questo e su questi errori, sormontando questi errori.L'ateismo è la maggior eresia che esista, e quindi si riferisce al comunismo ateo. Puo' esiste un comunismo che non sia ateo, ma si riferisce al comunismo ateo che stava spargendo molte guerre nel mondo intero. Gli dica che le guerre che ci sono adesso in Russia e nel mondo, sono guerre civili, e non sono guerre mondiali; sono locali e la Vergine non si riferiva a queste guerre, la Madonna si riferiva alle guerre mondiali, la guerra mondiale che si stava diffondendo a causa degli errori della Russia sparsi in tutto il mondo, a causa dell'ateismo. Ancora esiste l'ateismo, ma grazie a Dio credo che non sia più come quello che voleva distruggere la fede, la Chiesa di Dio, tutto quanto è soprannaturale. Tutto cio' che si riferisce al materialismo che sta assoggettando il mondo, parte dall'ateismo, dal marxismo; dal marxismo e dall'ateismo.

- IdM-Buona giornata! - innamorati_di_maria@yahoogroups.com -

 
 
 

SALVARE DALLA PROSTITUZIONE

Post n°7134 pubblicato il 15 Maggio 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Chiavari, 21 Dicembre 1979. Nel mezzo del "caruggio", la via principale che biseca il centro storico della cittadina ligure, una mamma tiene per mano il suo bambino quattrenne con cappellino rosso e loden di ordinanza. Erano tempi non sospetti, giacché il primato della tecnocrazia era di là da venire e il loden aveva ancora tutta la sua brava dignità di cappottino medio borghese, oltre a fornire efficacissimo riparo dalle intemperie.

I due hanno una missione ben precisa: l’acquisizione di palline in vetro soffiato presso taluni negozi allora specializzati nella vendita di questi meravigliosi complementi natalizi realizzati da impareggiabili artigiani.

Quel bambino, come forse avrete capito, ero io.

E quella mamma era la mia brava e dignitosa mamma, la quale, tra le altre cose, fin dalla più tenera infanzia si prodigò sempre per trasmettermi il senso del Rito: non solo sul piano importantissimo della Fede e, quindi, della pratica religiosa, ma anche nelle sue sfumature più, per usare un termine improprio, "mondane" e giocose. Perché la Ricorrenza non è solo una data sul calendario o, come purtroppo oggi tanto spesso accade, il momento in cui, vittime come siamo di psicanalisi e pessima "teologia" contemporanea , abbandonarsi alla colpevolizzazione di sé stessi, alla stigmatizzazione del proprio eventuale benessere, all’autolesionismo tipico di chi, col pretesto del "sud del mondo",si fa inquattro per offuscare, destrutturare e fare l’autopsia della gioia del momento. Una gioia che, in particolare sotto Natale, tocca (o dovrebbe toccare) quella parte di Spirito che è in noi e, in quanto tale, permea ogni aspetto del vissuto quotidiano: dalla celebrazione religiosa al riscoprire e rinsaldare i rapporti familiari, dalle preghiere sussurrate davanti ad una umile mangiatoia allo scartare pacchetti e pacchettini.

Ebbene, in quel contesto fatto di luci, colori, statuine, funghetti e fatine di vetro soffiato io vidi qualcosa che mi appariva assolutamente fuori posto: sotto i portici, a margine di un vicolo, una ragazza stava seduta per terra, con le mani tese e gli occhi calcinati dal pianto. Di lei ricordo ancora una cascata di riccioli neri lunghissimi e meravigliosi, così come le dita, macchiate di sporcizia ma affusolate ed eleganti, e un viso che, nonostante i solchi lasciati dalle lacrime, mi apparve bellissimo e, soprattutto, buono: la brutalità della strada non aveva in lei trasformato la disperazione in odio inverecondo verso il suo prossimo più "fortunato".

Mia madre si avvicinò e, messa mano alla borsa, le diede 10.000 Lire.

La ragazza le rivolse un sorriso stupito e disse, semplicemente, "Grazie!".

Io fui incuriosito da quel gesto: avevo quattro anni e, contrariamente ai fanciulli di oggi, non possedevo ovviamente un cellulare, non potevo immaginare nemmeno cosa fosse Internet, non passavo le giornate per strada a fingermi più "adulto" di quanto i miei dati anagrafici presupponessero. Vivevo, insomma, tra casa e scuola e, con quel manicheismo tipico dei bambini, la "elemosina" era per me qualcosa di esclusivamente confinato alla questua durante la Messa domenicale.

Chiesi, pertanto, a mia madre: "Mamma, perché hai dato i soldini a quella signora?".

Mia madre rispose con una punta di severa durezza: "Se quella ragazza chiede l’elemosina per strada vuol dire che non si prostituisce: anche un piccolo gesto oggi può salvarla dalla prostituzione domani".

Io, un poco intimidito dal tono perentorio di mia madre, non indagai oltre (oggi capisco che ella rispose più a sé stessa che alla mia domanda, per l’inquietudine interiore che la situazione generò in lei), però capii al volo un paio di cosette che mi rimasero per sempre impresse nella mente: 1) la prostituzione è qualcosa di orribilmente sbagliato, sempre e comunque; 2) la prostituzione è qualcosa da cui il proprio prossimo deve salvarsi, sempre e comunque; 3) nel dubbio, dona: non lasciare mai che la "razionalità" (leggi: il fatalismo, la pseudocoscienza della "inevitabilità", il qualunquismo, il calcolo probabilistico e il cartesianesimo applicati ai sentimenti) stemperi e raffreddi uno slancio di generosità istintiva.

Quella breve e secca risposta di mia madre fu, ad oggi lo capisco, un efficacissimo ed imperituro "seminario di pedagogia": niente fumo e tutto arrosto, concentrato in quattro parole quattro. E’ proprio vero che la Divina Provvidenza agisce nella maniera più semplice e, al contempo, imprevedibile: anche tramite una fragilissima e bellissima pallina di vetro soffiato…

Perché oggi, a distanza di 32 anni, mi è tornata vivida alla mente questa rimembranza?

Semplice: si tratta dell’ennesimo attacco di "sindrome di San Pietro" che periodicamente (con frequenza sempre maggiore, in verità…) affligge il sottoscritto.

Questa la pròfasis: sta spopolando su facebook, da un po’ di tempo in qua, il banner che recita: "Nella moderna ed efficiente Germania 400.000 escort esercitano legalmente la loro professione versando nelle casse dello Stato quattro miliardi di Euro all’anno. L’Italia preferisce rinunciare ai quattro miliardi e definirsi paese Cattolico (maiuscola mia -n.d.a.-) non facendo pagare sei miliardi di ICI alla Chiesa (idem con patate). Quattro+sei miliardi = 10 miliardi, cioè metà della manovra lacrime e sangue del governo monti (minuscola mia -n.d.a.-)".

Ora, di fronte a simili castronerie la reazione istintiva del sottoscritto consterebbe nel metter mano alla spada e fare a pezzi (dialetticamente, si intende) questi imbecilli che a Dio hanno sostituito il contributo fiscale, un po’ come fece, meno dialetticamente e più terminalmente, Pietro ai danni di Malco nell’orto del Getsemani.

Poi mi ricordo, con qualche notevole sforzo di abnegazione zen, che "chi di spada ferisce di spada perisce" e cerco di placare l’ira, coadiuvato magari da robuste libagioni di Scotch…

Vedete, è quel "legalmente" che mi fa uscire dai gangheri e inficia sul nascere quell’amore verso il mio "prossimo" che Cristo mi invita a praticare: perché solo chi ha segatura nelle viscere e stallatico nel cervello può propalare la valenza demiurgica e "salvifica" della "legge": se è " legalmente consentito" allora va bene, sempre e comunque. Un’attitudine giuspositivista che già ci ha regalato due assurdità non da poco: la pazzia abolita per legge e la trasformazione dell’omicidio in IGV (interruzione volontaria di gravidanza). Cioè, fino a ieri l’uccisione del concepito era omicidio, ma oggi, dopo quattro righe pubblicate sulla gazzetta ufficiale tale non è più.

Allo stesso modo la prostituzione non deve più essere percepita come un’attività degradante, profondamente disumana e assimilabile alla schiavitù: in questo mondo "moderno ed efficiente" la prostituzione non è più qualcosa da cui rifuggire e le prostitute non devono "essere salvate", perché arriva la "legge" che le nobilita attraverso il prelievo fiscale.

Non solo: la "legalizzazione" della prostituzione diviene un parametro di valutazione della maggiore o minore "civiltà" di una nazione.

Bene, prendendo le mosse dalle esternazioni dei sicofanti della fiscalizzazione dell’utero mi limito a proporre una valida alternativa: i cittadini italiani sono circa 60 milioni. Escludendo anziani, dializzati ed infanti dimezziamo e arriviamo a 30 milioni. Ciascuno di questi è dotato di due reni perfettamente funzionanti. Il prezzo medio di un rene sul mercato nero è di circa 50.000 Euro. Si può perfettamente vivere con un rene solo. Ergo, "legalizziamo" l’espianto forzoso, facciamo 50.000 moltiplicato per 30.000.000 e otteniamo 150000000000, cifra che non so neppure scrivere ma che, più o meno, fa 150 milioni di miliardi di Euro.

Cifra più che sufficiente per consentirci di comprare e colonizzare Alpha Centauri.

Questo fatto, provvediamo immediatamente a deportare nel neocostituito Impero Galattico tutti gli imbecilli che scambiano le Chiese per dei MacDonald insieme agli imbecilli che fanno facile economia politica sui corpi altrui e che difficilmente andrebbero in solluchero qualora le di loro figlie, mamme, mogli o compagne decidessero di intraprendere, "legalmente" of course, "l’onorato mestiere"…

- autori vari - costanzamiriano.wordpress.com -

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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