ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 24/05/2012

DON BOSCO/MARIA E L'EUCARESTIA LE DUE COLONNE CHE SOSTENGONO LA CHIESA

Post n°7163 pubblicato il 24 Maggio 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Non c’è dubbio: per don Bosco, l’Eucaristia e Maria Ausiliatrice sono le due grandi devozioni che sostengono la Chiesa nella sua missione e la difendono dai pericoli. La Chiesa è generata dal Corpo eucaristico del Signore, ma questo è il corpo che Maria ha generato e sacrificato. La Madonna porta a Gesù.

150 anni del Sogno delle due colonne (30 maggio 1862 – 30 maggio 2012)

Una tiepida sera di maggio del 1862, con la consueta abilità narrativa don Bosco raccontò: “Figuratevi di essere con me sulla spiaggia del mare, o meglio sopra uno scoglio isolato, e di non vedere attorno a voi altro che mare. In tutta quella vasta superficie di acque si vede una moltitudine innumerevole di navi ordinate a battaglia, con le prore terminate a rostro di ferro acuto a mo’ di strale. Queste navi sono armate di cannoni e cariche di fucili, di armi di ogni genere, di materie incendiarie e anche di libri. Esse si avanzano contro una nave molto più grande e alta di tutte, tentando di urtarla con il rostro, di incendiarla e di farle ogni guasto possibile.

A quella maestosa nave, arredata di tutto punto, fanno scorta molte navicelle che da lei ricevono ordini ed eseguiscono evoluzioni per difendersi dalla flotta avversaria. Ma il vento è loro contrario e il mare agitato sembra favorire i nemici. In mezzo all’immensa distesa del mare si elevano dalle onde due robuste colonne, altissime, poco distanti l’una dall’altra. Sopra di una vi è la statua della Vergine Immacolata, ai cui piedi pende un largo cartello con questa iscrizione: “Auxilium Christianorum”; sull’altra, che è molto più alta e grossa, sta un’ostia di grandezza proporzionata alla colonna, e sotto un altro cartello con le parole: “Salus Credentium”. Il comandante supremo della grande nave, che è il Romano Pontefice, superando ogni ostacolo, guida la nave in mezzo alle due colonne, quindi con una catena che pende dalla prora la lega a un’ancora della colonna su cui sta l’Ostia, e con un’altra catena che pende a poppa la lega dalla parte opposta a un’altra ancora che pende dalla colonna su cui è collocata la Vergine Immacolata. Allora succede un gran rivolgimento: tutte le navi nemiche fuggono, si disperdono, si urtano, si fracassano a vicenda”.

Desideriamo richiamare il sogno “delle due colonne”, sia perché ricorre il 150° di questa visione profetica di don Bosco, sia per l’interesse che ha sempre suscitato, in quanto il sogno presenta la guerra che in questi ultimi secoli è stata scatenata contro la Chiesa al fine di affondarla.

Sono impressionanti il dispiegamento di mezzi dei nemici di Cristo e della Chiesa e l’odio che li anima. Sullo sfondo si intravede la ferocia del drago che, dopo aver tentato di ghermire il Bambino, insegue la Donna ovunque tenti di rifugiarsi. La grande nave, che ha per timoniere il Papa, solca il mare in tempesta, è assalita e combattuta, ma giunge ad attraccarsi tra le due altissime colonne sulle quali stanno rispettivamente l’ostia eucaristica e la statua dell’Immacolata con la scritta “Aiuto dei cristiani”. Subito cessano gli attacchi e si fa una grande bonaccia.

Se il papa beato Giovanni Paolo II ha guidato la barca della Chiesa ancorandola alle due colonne, in particolare con l’anno del Rosario e l’anno eucaristico durante il quale ha chiuso la sua grande missione, il papa Benedetto XVI ammonisce e guida con la forza della verità la barca della chiesa in questi tempi di prova e di persecuzione. Alla vigilia della sua elezione affermava: “Quanti venti di dottrina abbiamo conosciuto in questi ultimi decenni, quante correnti ideologiche, quante mode del pensiero... La piccola barca del pensiero di molti cristiani è stata non di rado agitata da queste onde – gettata da un estremo all’altro: dal marxismo al liberalismo, fino al libertinismo; dal collettivismo all’individualismo radicale; dall’ateismo ad un vago misticismo religioso; dall’agnosticismo al sincretismo e così via.

Ogni giorno nascono nuove sette e si realizza quanto dice san Paolo sull’inganno degli uomini, sull’astuzia che tende a trarre nell’errore (cf Ef 4, 14). E consapevole delle prove interne ed esterne che accompagnano la navigazione della chiesa tra i flutti del mondo ci ricorda: “Per la Chiesa il Venerdì Santo e la Pasqua esistono sempre insieme... La Chiesa – ed in essa Cristo – soffre anche oggi. In essa Cristo viene sempre di nuovo schernito e colpito; sempre di nuovo si cerca di spingerlo fuori del mondo. Sempre di nuovo la piccola barca della Chiesa è squassata dal vento delle ideologie, che con le loro acque penetrano in essa e sembrano condannarla all’affondamento. E tuttavia, proprio nella Chiesa sofferente Cristo è vittorioso. Nonostante tutto, la fede in Lui riprende forza sempre di nuovo” (Omelia 29 giugno 2006).

La nave è – fin dagli inizi del cristianesimo – immagine della Chiesa. Ebbene, non c’è dubbio: per don Bosco, l’Eucaristia e Maria Ausiliatrice sono le due grandi devozioni che sostengono la Chiesa nella sua missione e la difendono dai pericoli. Il sogno ha una valenza ecclesiale di perenne attualità. In successione, Cristo Risorto, presente nell’Eucaristia, Maria assunta nella Gloria e a Lui associata nell’opera della salvezza, e il Papa pastore e centro visibile di unità nella fede, sono gli intramontabili punti di riferimento per la Chiesa di tutti i tempi. Lo sono oggi per l’educazione dei giovani nella fede, per una vita spirituale viva, per l’efficacia della nuova evangelizzazione, per l’autenticità del nostro senso di Chiesa. Don Bosco, sulla scia di numerosi santi, ci ha insegnato che la Chiesa procede sicura quando è saldamente ancorata alle “due colonne” dell’Eucaristia e di Maria. Insieme rappresentano un’unità d’amore concreta: insieme realizzano la totalità di Cristo, che non esiste senza la sua Chiesa; insieme realizzano la pienezza della Chiesa, che non esiste senza il suo Signore; insieme sono il corpo di Cristo, perché la Chiesa è generata dal Corpo eucaristico del Signore, ma questo è il corpo che Maria ha generato e sacrificato. Gesù e Maria per don Bosco sono vivi e presenti nella storia, sono i due risorti che intervengono potentemente a favore della Chiesa. La Madonna porta a Gesù. Ma il modo di presenza reale di Gesù, a cui conduce Maria, è quello del mistero eucaristico.

Preghiera

O Padre, Tu hai dato l'Immacolata Vergine Maria,
madre del tuo Figlio, come ausiliatrice e madre al popolo cristiano,
perché affronti intrepido il buon combattimento della fede,
e saldamente ancorato all'insegnamento degli Apostoli,
proceda sicuro fra le tempeste del mondo,
fino a raggiungere la perfetta gioia nella patria celeste.
Concedici di vivere sempre sotto la sua protezione
e fa' che nelle prove della vita la sentiamo sempre vicina
come soccorritrice e madre.
Per Cristo nostro Signore.
Amen!


- admadonbosco.org - donboscoland.it -

 
 
 

IL MESSAGGIO DI FATIMA: UNA PROFEZIA CHE NON SI E' ANCORA CONCLUSA

Post n°7162 pubblicato il 24 Maggio 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Il 14 aprile scorso la venerata immagine della Madonna Pellegrina del santuario di Fatima è giunta all'aeroporto Fiumicino di Roma, concessa gentilmente dal Rev.mo Rettore del Santuario portoghese alla delegazione italiana del Movimento Mariano Messaggio di Fatima in Italia, per poi raggiungere le diverse località e Comunità Diocesane di alcune regioni italiane. La statua itinerante in questi giorni si trova a Roma, il pellegrinaggio dovrebbe concludersi il 4 agosto nella celebre abbazia benedettina di Montecassino. (...) Con Fatima abbiamo a che fare con la più clamorosa apparizione delle apparizioni della Vergine Maria, quella che ha attirato sul luogo ben tre Papi: Paolo VI nel 1967; tre volte Giovanni Paolo II e ora Benedetto XVI. Il messaggio ci viene incontro col linguaggio del sangue e della sofferenza intorno alla figura di Giovanni Paolo II, in particolare nella terza parte. C'è un "mistero di sangue" che ha segnato la vita di Karol Wojtyla, quel "vescovo vestito di Bianco che cammina tra i cadaveridei carbonizzati", e c'è anche Benedetto XVI che, quasi a sigillo dei suoi primi cinque anni di pontificato, va pellegrino nel santuario portoghese. (...) A questo proposito mi sembra utile rileggere alcuni passaggi dell'insegnamento del viaggio apostolico che Benedetto XVI ha compiuto in Portogallo dall'11 al 14 maggio 2010 in occasione del decimo anniversario della beatificazione di due dei tre veggenti di Fatima, Giacinta (1910-1020) e Francesco (1908-1919). Per chi è interessato suggerisco l'ottima e attenta lettera che fa il professore Massimo Introvigne, esponente e dirigente dell'associazione Alleanza Cattolica, "Fatima e il dramma della modernità. Il viaggio di Benedetto XVI in Portogallo", pubblicato sul sito Cesnur. org.

«Sono venuto a Fatima - ha detto il Papa - perché verso questo luogo converge oggi la Chiesa […]». «Luogo benedetto che Dio si è scelto per ricordare all'umanità, attraverso la Madonna, i suoi disegni di amore misericordioso», Fatima è la "casa"che Maria ha scelto per parlare a noi nei tempi moderni (…)offrendosi per trapiantare nel cuore di quanti le si affidano l'Amore di Dio che arde nel suo».

Per quanto riguarda l'evento accaduto 93 anni fa, si tratta di un «un amorevole disegno di Dio, che non dipende dal Papa, né da qualsiasi altra autorità ecclesiale: "Non fu la Chiesa che ha imposto Fatima - direbbe il Cardinale Manuel Cerejeira [1888-1977], di venerata memoria -, ma fu Fatima che si impose alla Chiesa"» afferma Benedetto XVI.

Il Papa afferma con singolare vigore la verità storica delle apparizioni, che non derivano dalla psicologia dei veggenti ma fanno irruzione nella loro vita dall'esterno, dal Cielo. A Fatima, afferma , «tre bambini si sono arresi alla forza interiore che li ha invasi nelle apparizioni dell'Angelo e della Madre del Cielo». Certo, in ogni apparizione «un impulso soprannaturale […] entra in un soggetto e si esprime nelle possibilità del soggetto. Il soggetto è determinato dalle sue condizioni storiche, personali, temperamentali, e quindi traduce il grande impulso soprannaturale nelle sue possibilità di vedere, di immaginare, di esprimere, ma in queste espressioni, formate dal soggetto, si nasconde un contenuto che va oltre, più profondo, e solo nel corso della storia possiamo vedere tutta la profondità, che era - diciamo - "vestita"in questa visione possibile alle persone concrete».

Pertanto, per Introvigneresta "ferma la premessa secondo cui nessuna rivelazione privata può pretendere la stessa autorità della rivelazione pubblica, lo stesso vale per Fatima. La dialettica spiega anche perché - a differenza di quel che pensa, quanto alla Sacra Scrittura, l'accostamento fondamentalista tipico di un certo protestantesimo - il testo richiede sempre un'esegesi e un'interpretazione. Il testo non cambia, ma nella storia la Chiesa vi scopre ricchezze sempre nuove". E soprattutto questi principi sono presenti quando si tratta della materia delicata del terzo segreto di Fatima, o più esattamente della terza parte del segreto di Fatima, pubblicata in modo molto ufficiale dalla Santa Sede con un commento dell'allora cardinale Joseph Ratzinger nel 2000. Qui la Madonna mostra «il Santo Padre [che] attraversa una grande città mezza in rovina; e mezzo tremulo con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino; giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce» (Congregazione per la Dottrina della Fede 2000).

Nel commento teologico al segreto del 2000 l'allora cardinale Ratzinger aveva messo in relazione la visione di Fatima con l'attentato che Giovanni Paolo II (1978-2005) aveva subito il 13 maggio 1981, giorno della festa della Madonna di Fatima. "Chi ha scritto - commenta Introvigne - che nel viaggio in Portogallo Benedetto XVI ha «corretto» il cardinale Ratzinger, cioè se stesso, proponendo una diversa interpretazione della terza parte del segreto non soltanto sbaglia, ma dimostra un'insufficiente comprensione del modo in cui la Chiesa Cattolica legge i testi a diverso titolo divinamente ispirati. E questo a prescindere dalla vexata quaestio se esistano testi della veggente di Fatima più a lungo sopravvissuta, suor Lucia di Gesù dos Santos (1907-2005), che ancora attendono la pubblicazione, questione su cui - contrariamente a certe attese giornalistiche - Benedetto XVI in Portogallo non si è pronunciato.

Le profezie hanno sempre più di un significato. La terza parte del segreto, ripete ora Benedetto XVI, è una «grande visione della sofferenza del Papa, che possiamo in prima istanza riferire a Papa Giovanni Paolo II». Ma questa «prima istanza» interpretativa, se mantiene tutta la sua importanza, non ne esclude altre. Al contrario nel segreto, afferma il Papa, «sono indicate realtà del futuro della Chiesa che man mano si sviluppano e si mostrano. Perciò è vero che oltre il momento indicato nella visione, si parla, si vede la necessità di una passione della Chiesa, che naturalmente si riflette nella persona del Papa, ma il Papa sta per la Chiesa e quindi sono sofferenze della Chiesa che si annunciano». Nella terza parte del segreto la vicenda centrale è l'immagine di tutte le persecuzioni che i Papi e la Chiesa nella storia continuamente subiscono. Anche il tradimento dei preti pedofili e le relative persecuzioni mediatiche contro il Papa fanno parte dei «colpi d'arma da fuoco e frecce» del segreto, che sempre «soldati» al servizio di progetti ideologici anticristiani sono pronti a lanciare contro il Papa.

Gli attacchi al Papa non vengono solo da fuori, ma soprattutto dall'interno della Chiesa, dal peccato che esiste nella Chiesa. Anche questo si è sempre saputo, ma oggi lo vediamo in modo realmente terrificante: che la più grande persecuzione della Chiesa non viene dai nemici fuori, ma nasce dal peccato nella Chiesa […]».

Più in generale, «si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa», afferma benedetto XVI e in questo senso si può dire che sia sbagliato riferire la terza parte del segreto solo all'attentato a Giovanni Paolo II. Nel 1917 la Madonna annunciava una «passione della Chies a», che si manifesterà «in modi diversi, fino alla fine del mondo». È certo la passione di Giovanni Paolo II colpito dall'attentato del 1981. Ma si può lecitamente pensare che si tratti anche della passione di Paolo VI (1963-1978), colpito e amareggiato dagli attacchi inauditi del dissenso teologico postconciliare dopo la pubblicazione dell'enciclica Humanae vitae del 1968. È la passione di Benedetto XVI, ferito sia dai crimini dei preti pedofili sia dalle calunnie di quanti manipolano i tragici casi di pedofilia per attaccare direttamente il Pontefice. Sarà la passione di un prossimo Papa fra cinquanta o fra cento anni, perché essere calunniata e perseguitata fa parte della natura e della storia della Chiesa, non solo secondo la profezia di Fatima ma secondo la parola profetica dello stesso Signore Gesù: «Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi» (Gv 15, 18).

Secondo Introvigne il messaggio di Fatima è soprattutto un giudizio sulla storia, e in particolare sulla storia moderna. Così "le tragedie annunciate a Fatima non sono finite con la fine delle ideologie del XX secolo e del comunismo, cui pure il messaggio del 1917 si riferisce. La crisi non è risolta. Da un certo punto di vista è oggi più seria che mai, perché è anzitutto crisi di fede, quindi crisi morale e sociale".

Il Papa fa riferimento alla perdita della fede in tante parti del mondo. «Molti dei nostri fratelli vivono come se non ci fosse un Aldilà, senza preoccuparsi della propria salvezza eterna».

Certo, Dio continua ad andare alla ricerca del cuore di ogni uomo, anche nel nostro tempo come in ogni tempo. «Ma chi ha tempo per ascoltare la sua parola e lasciarsi affascinare dal suo amore? Chi veglia, nella notte del dubbio e dell'incertezza, con il cuore desto in preghiera? Chi aspetta l'alba del nuovo giorno, tenendo accesa la fiamma della fede?». All'interno stesso della Chiesa non mancano infedeltà, fraintendimenti, assenza di sano realismo. «Spesso - ha aggiunto il Papa - ci preoccupiamo affannosamente delle conseguenze sociali, culturali e politiche della fede, dando per scontato che questa fede ci sia, ciò che purtroppo è sempre meno realista. Si è messa una fiducia forse eccessiva nelle strutture e nei programmi ecclesiali, nella distribuzione di poteri e funzioni; ma cosa accadrà se il sale diventa insipido?».

- Domenico Bonvegna - miradouro.it -

 
 
 

CHIESA CATTOLICA: FATIMA 95 ANNI DOPO

Post n°7161 pubblicato il 24 Maggio 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Il 95esimo anniversario delle Apparizioni di Fatima, avvenute da maggio ad ottobre del 1917, è passato inosservato, se non fosse per un convegno organizzato a Roma da padre Nicholas Gruner e per la pubblicazione, da Sugarco, a del bel libro di Cristina Siccardi, Fatima e la Passione della Chiesa, su cui avremo modo di ritornare.

Limitiamoci qui a ricordare che il Messaggio della Madonna ai tre pastorelli Lucia, Giacinta e Francesco, consta di tre parti diverse, ma logicamente concatenate tra di loro. La prima parte si riferisce alla salvezza delle anime ed è caratterizzata dalla terrificante visione dell’inferno, che è il destino che attende le anime dei peccatori impenitenti. La seconda parte del Messaggio estende il castigo alle nazioni infedeli alla legge divina. La terza parte, divulgata dalla Santa Sede nel giugno 2000, dilata la tragedia alla vita della Chiesa, offrendo la visione di un Papa e di vescovi, religiosi, religiose e laici colpiti a morte dai persecutori, Le discussioni che si sono aperte negli ultimi anni su questo “Terzo Segreto” rischiano di offuscare la forza profetica della parte centrale del Messaggio, riassunto da due frasi decisive: «la Russia diffonderà nel mondo i suoi errori» e «Infine, il mio Cuore Immacolato trionferà».

Il 13 luglio del 1917, quando la Madonna rivolge ai fanciulli di Fatima queste parole, la minoranza bolscevica non ha ancora conquistato il potere in Russia. Ciò avverrà qualche mese dopo con la “Rivoluzione di Ottobre”, che non è un avvenimento puramente storico, ma un complesso di gravi errori ideologici. Ciò che caratterizza il pensiero classico e poi quello cristiano che lo perfeziona è il primato della contemplazione sull’azione.

Nella seconda tesi su Feuerbach, Karl Marx afferma invece che l’uomo deve trovare la verità del suo pensiero nella prassi e nell’undicesima tesi sostiene che il compito dei filosofi non è quello di interpretare il mondo, ma di trasformarlo. Il filosofo è sostituito dal rivoluzionario e il rivoluzionario deve dimostrare nell’azione, la potenza e l’efficacia del suo pensiero. Sotto questo aspetto Lenin fu il rivoluzionario-filosofo che nel 1917 attuò nella prassi la teoria comunista.

La Russia è stato il principale veicolo della diffusione di questi errori, che non hanno la loro causa nella nazione russa, ma nel furore ideologico dei marx-leninisti, portatori di  un’azione sul mondo tesa alla dissoluzione di ogni principio e di ogni verità. «Per la prima volta nella storia – affermò Pio XI nella sua enciclica Divini Redemptoris del 19 marzo 1937– stiamo assistendo ad una lotta freddamente voluta e accuratamente preparata dall’uomo contro tutto ciò che è divino (2 Tess. 1, 4)».

Non c’è stato nel Novecento crimine analogo al comunismo, per lo spazio temporale in cui si è disteso, per i territori che ha abbracciato, per la qualità dell’odio che ha saputo secernere. Tutti i crimini e le sventure del XX secolo, compreso il nazionalsocialismo, secolo, sono frutti, diretti o indiretti dell’ideologia marx-leninista. Da Stalin a Kruscev da Breznev a Gorbaciov l’errore comunista si è diffuso nel mondo, come un magma incandescente.

Il crollo dell’Unione Sovietica non ha visto la fine, ma semmai l’espansione di questi errori. L’evoluzionismo, il pragmatismo e l’edonismo, intrinseci alla dottrina comunista, pervadono l’Occidente e alla “dittatura del proletariato” si va sostituendo una “dittatura del relativismo” che scaturisce dalla stessa fonte avvelenata del materialismo dialettico. Inoltre la ex-nomenklatura comunista controlla ancora larga parte del potere in Russia e in alcuni Paesi dell’Est europeo, mentre intere nazioni, dalla Cina a Cuba, gemono ancora sotto l’oppressione rossa. L’anticomunismo da parte sua si è dissolto, perché, come già ammoniva Pio XI nella Divini Redemptoris: «assai pochi hanno potuto penetrare la vera natura del comunismo».

La diffusione degli errori del comunismo è descritta dalla Madonna come una punizione dovuta ai peccati degli uomini. Per evitare questo castigo, la Vergine Maria ha espresso due precise richieste: la consacrazione della Russia al Cuore Immacolato e la comunione riparatrice nei primi sabati. Giovanni Paolo II attribuì alla Madonna di Fatima una miracolosa protezione nell’attentato del 1981 e fece due consacrazioni del mondo al Cuore Immacolato di Maria, il 13 maggio 1982 e il 25 marzo 1984, ma senza menzionare specificatamente la Russia.

E’ indubbio che, come conseguenza di questi atti, qualcosa di importante sia accaduto pochi anni dopo, con la caduta del Muro di Berlino e lo sgretolamento dell’Unione Sovietica. Ma è altrettanto certo che il comunismo è ancora in piedi e la conversione dell’umanità in generale e della Russia in particolare sembra ancora lontana. Chi potrebbe affermare che la profezia di Fatima sia compiuta e che i gravi avvenimenti preannunciati dalla Madonna nel 1917 siano tutti alle nostre spalle?

La profezia di Fatima potrà dirsi avverata solo quando l’umanità volterà le spalle agli idoli del nostro tempo per abbracciare pienamente i principi dell’ordine naturale e cristiano negati dal relativismo socialista e comunista. Ciò dovrà infallibilmente avvenire perché la stessa Vergine Maria lo ha promesso con parole cariche di dolce speranza : «Infine il mio cuore Immacolato trionferà».

 (Roberto de Mattei) - corrispondenzaromana.it -

 
 
 

LE RELIGIONI SONO LA CAUSA DELLE GUERRE? NO. E' LA PROPAGANDA LAICISTA

Post n°7160 pubblicato il 24 Maggio 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Nel prontuario del laicista provetto è stata inserita la considerazione che «la religione è stata la causa della maggior parte delle guerre».  Quando si domanda loro di specificare meglio cosa intendano, essi hanno imparato a rispondere: «le Crociate, l’Inquisizione, il  Medio Oriente, l’11 settembre, devo continuare?». Secoli di complesse vicende storiche vengono così concentrati in una frase.

Volendo prendere sul serio questa ennesima leggenda nera, occorre sottolineare -come ha fatto il rabbino Alan Lurie sull’Huffington Post- che in “Encyclopedia of Wars”, gli autori Charles Phillips e Alan Axelrod hanno documentato che nella loro lista di 1763 guerre, meno del 7% hanno avuto una causa religiosa e meno del 2% di tutte le persone uccise in guerra. La storia, spiega Lurie, «semplicemente non supporta l’ipotesi che la religione sia la causa principale dei conflitti bellici. Le guerre del mondo antico erano raramente, anzi mai, basate sulla religione, ma di conquista territoriale, di controllo delle frontiere, per rendere sicure le rotte commerciali o rispondere a all’autorità politica. Tant’è che i conquistatori antichi, sia egiziani, babilonesi, persiani, greci o romani, accoglievano apertamente le credenze religiose dei loro conquistatori e spesso aggiungevano i nuovi dèi al proprio pantheon».

Rispetto alle crociate, come ha dimostrato Rodney Stark nel libro Gli eserciti di Dio. Le vere ragioni delle crociate (Lindau 2010), esse  vanno contestualizzate in un periodo in cui non c’erano i livelli diplomatici di oggi, e comunque non erano il tentativo di sottomettere un’altra religione, nè di convertire con la forza altri popoli, ma nacquero dopo cinque secoli di aggressioni del mondo islamico verso quello cristiano, a difesa degli ortodossi di Bisanzio e per la difesa dei cristiani che si recavano in Terra Santa, vittime continue di centinaia di massacri. Lo storico medievalista Paul Crawford, docente alla California University of Pennsylvania, ha affrontato approfonditamente la questione.

Inoltre, ha continuato il rabbino, «la maggior parte delle moderne guerre, compresa la campagna napoleonica, la Rivoluzione Americana, la Rivoluzione francese, la Guerra Civile Americana, Guerra Mondiale, la Rivoluzione Russa, la Seconda Guerra Mondiale, e i conflitti in Corea e in Vietnam, non erano di natura religiosa». Anzi, i gruppi religiosi sono stati specificamente presi di mira, sopratutto dai Paesi guidati dall’ateismo di stato. «Allo stesso modo», ha continuato, «il gran numero di genocidi non si basano sulla religione. Si stima che oltre 160 milioni di civili sono stati uccisi in genocidi nel 20° secolo, con quasi 100 milioni di morti da parte degli stati comunisti dell’URSS e della Cina».

Il rabbino ha anche affrontato le varie guerre descritte nell’Antico Testamento, ma «dobbiamo riconoscere che le evidenze archeologiche hanno dimostrato che queste conquiste non sono mai avvenute, o almeno non in modo drammatico come descritto nella Bibbia», essa non intende essere un resoconto storico della storia ebraica. «I rabbini», ha spiegato, «hanno capito che queste storie non sono vittorie celebri, ma avvertimenti sui pericoli della guerra». Chiaramente sono stati commessi atti orrendi a base dello zelo religioso, come d’altra parte se ne sono compiuti anche in nome dell’assenza di Dio, come ad esempio gli eventi della prigione di Pitesti. Ogni generalizzazione è dunque indebita.

Resta il fatto che, chiunque commetta azioni violente sarà sempre contro il Vangelo, si allontanerà volontariamente dall’insegnamento di Gesù: «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati [...] Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico”. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli»

- www.uccronline.it -

 
 
 

"CHIAMATEMI MADRE": IL RACCONTO DELL'APPARIZIONE DELLA VERGINE DELLA RIVELAZIONE ALLE TRE FONTANE DI ROMA

Post n°7159 pubblicato il 24 Maggio 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Il racconto dell'apparizione della Vergine della Rivelazione alle Tre Fontane di Roma

In questo mese di maggio è bello ricordare le parole della Vergine della Rivelazione che con la sua materna bontà è venuta a richiamare un suo figlio, ed in lui tutti noi, ad una condotta che non si faccia sviare da “dottrine varie e peregrine” (Eb13,9), una condotta dunque, degna del nostro essere cristiani. Ma andiamo per gradi.

Il 12 Aprile 1947 la Vergine Maria appare ad un uomo, Bruno Cornacchiola, protestante ed anticlericale nelle cui intenzioni primarie c’era l’ uccisione dell’allora Papa Pio XII. Sarà proprio a Bruno, che ricopriva un ruolo importante nella setta protestante avventista, che verrà chiesto di tenere una conferenza per screditare le credenze cattoliche sulla Vergine Maria ed in particolare sulla Sua Assunzione e la sua Immacolata Concezione.

Ed è così che Bruno, il 12 Aprile 1947, si reca con i suoi tre bambini su una collina di eucalipti nella località delle Tre Fontane a Roma, di fronte al luogo del martirio di San Paolo, per poter preparare quest’importante discorso mentre i suoi bambini giocavano con la palla.

Sembrava una giornata come le altre, ma ad un tratto Bruno non sente più i suoi tre figlioletti giocare e cercandoli, li ritrova inginocchiati dinanzi ad una grotta di tufo, con le mani giunte che ripetevano “Bella Signora, Bella Signora, Bella Signora…”. Bruno infastidito da questo loro comportamento tenta di smuoverli, ma con sua grande meraviglia i tre bambini erano diventati come marmo. Ed è in quell’istante di spavento che Bruno grida: “Dio mio, salvaci Tu!”

Dopo queste sue parole anche lui può finalmente vedere una donna bellissima che stringe al petto il libro della Sacra Scrittura, con un abito bianco coperto da un manto verde che le scendeva dalla testa ai piedi,  ed una  fascia rosa che le cinge la vita: è la “Bella Signora”.

Le prime parole che Maria rivolgerà a Bruno sono un richiamo molto forte alla sua condotta: “Tu mi perseguiti ora basta, rientra nell’Ovile Santo corte celeste in Terra”(la Chiesa Cattolica) ed ancora “la Vera Chiesa di Mio Figlio è fondata sui Tre Bianchi Amori: l’Eucaristia, l’Immacolata e il Santo Padre!”

Ed in risposta a ciò che Bruno avrebbe dovuto screditare nel suo discorso la Vergine aggiunge: “Il mio corpo non poteva marcire e non marcì, dagli Angeli e da mio Figlio fui assunta in cielo”.  Ed è proprio in seguito a queste parole di Maria  che nel 1950 Papa Pio XII proclamerà il Dogma dell’Assunzione.

E se per i ladroni è stato scelto il posto alla destra e alla sinistra di Gesù, dove si trova Maria? Ella è nel cuore della Trinità della quale Lei, con il suo “Si” è la più grande collaboratrice. La Vergine infatti dirà a Bruno: “Io sono Colei che sono nella Trinità Divina: sono la Figlia del Padre, la Madre del Figlio e la Sposa dello Spirito Santo”.

Queste parole ci indicano anche la confidenza di Maria con la Parola di Dio, quindi con il Verbo fatto carne che è suo Figlio, la Rivelazione, e il suo rapporto con questa è esemplarmente espresso da Papa Benedetto XVI  in questi termini: “Maria nella Parola di Dio è veramente a casa sua, ne esce e ne entra con naturalezza…, parla e pensa con la Parola di Dio; la Parola di Dio diventa sua, e la sua Parola nasce dalla Parola di Dio… i suoi pensieri sono in sintonia con i pensieri di Dio…, il suo volere è un volere insieme con Dio”. (Lettera Enciclica Deus Caritas Est, n.41)

Potremmo dire che è quasi sbalorditiva l’attualità di questo messaggio mariano; in un mondo in cui la nascita di pseudo movimenti religiosi  porta via le amate anime dalla Chiesa di Suo Figlio, la Vergine Maria stessa interviene per richiamarci  ed avvisarci che la Via della Salvezza è una sola: Suo Figlio e la Chiesa da Lui istituita sulla persona di Pietro!

Lei, la Vergine della Rivelazione, la madre di Colui che ci ha rivelato la via della salvezza e che si è reso salvezza stessa per ognuno di noi, ci chiede la recita quotidiana del Santo Rosario per l’unità dei cristiani e la conversione degli increduli e dei peccatori ed in tal modo  ci insegna a  “contemplare con Lei il volto di Cristo” (Beato Giovanni Paolo II, Lettera Enciclica Rosarium Virginis Maria,n.3).

Il motivo per il quale la Vergine ci consegna ancora una volta questa preghiera è perché insegna, ha insegnato e insegnerà sempre l’umiltà, l’obbedienza e l’amore e ci difenderà da tutto ciò che tenterà di far crollare i valori morali dell’uomo.

Nell’augurarvi un buon proseguimento di questo mese di maggio tra le braccia di Maria, concludiamo questa piccola riflessione con l’invito della Vergine della Rivelazione che ci dice: “Chiamatemi madre, perché sono madre.”

Dio ci benedica

E la Vergine ci protegga

di m. Rebecca Nazzaro - superiora delle Missionarie della divina Rivelazione - (ZENIT.org)

 
 
 
 
 

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Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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