ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 13/09/2012

NOME DOLCISSIMO, NOME D'AMORE

Post n°7422 pubblicato il 13 Settembre 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Una memoria mariana, tanto cara alla devozione

Nel prefazio della messa in onore del “Santo Nome di Maria”, del 12 settembre, la Chiesa ha celebrato anzitutto il nome di Cristo, nel quale “è tutta la nostra salvezza: davanti a lui si piega ogni ginocchio in cielo, in terra e sotto terra”. Il testo aggiunge, rivolgendosi al Padre: “nella tua Provvidenza hai voluto che risuoni sulla bocca dei fedeli anche il nome di Maria; il popolo cristiano guarda a lei come fulgida stella, la invoca come Madre e nei pericoli ricorre a lei come a sicuro rifugio”.

In queste brevi parole risuona l’ eco di evidenti riferimenti scritturistici –relativi soprattutto all’Inno di Filippesi 2- e si riverbera il riflesso di una viva tradizione, di Fede e di devozione, che ha collocato il nome di Maria al centro stesso della vita cristiana. San Bernardo, nei suoi Discorsi (II,17), invita a guardare la stella, a invocare Maria: “nei pericoli, nelle angustie, nel dubbio: pensa a Maria, chiama Maria!”. Il suddetto prefazio riprende questo tema, caro all’insigne Dottore, e risale all’antica invocazione, databile –nell’originale copto- al sec. III e poi dall’Egitto diffusa in tutta la Chiesa: Sub tuum praesidium confugimus… Non a caso, anche a Fatima, nel giugno del 1917, la Madonna si collocò nell’alveo di questa ininterrotta tradizione, promettendo a Lucia che sarebbe stata per lei “rifugio” e “via”, per condurla al Cielo.

Fin dai primi tempi, il Popolo di Dio si è rivolto fiducioso alla Vergine Maria, confidando nel suo aiuto, affidandole le proprie pene, sentendola vicina nelle difficoltà, porto sicuro tra le prove della vita. Il nome santo della Madre di Dio ha sempre accompagnato il cammino dei credenti, quale faro di luce e di speranza, nelle tenebre che spesso avvolgono il mondo e la coscienza dell’uomo.

La consuetudine biblica assegna normalmente al nome un valore specifico, sacrale, che indica la personalità, le caratteristiche proprie di qualcuno o che si riferisce a un fatto accaduto, quasi sempre segno della divina predilezione o di una speciale “epifania”, di una manifestazione della divinità.

Le diverse interpretazioni, via via proposte fin dai tempi remoti, del nome “Maria” –fondate su probabili etimologie o frutto della ingenua pietà popolare- ci aiutano a comprendere in quali prospettive Ella sia stata considerata e venerata, nel quadro della spiritualità cristiana.

Qualche esempio: il nome Maria è inteso, a volte, come Signora, compartecipe della signoria di Cristo; illuminatrice e dunque “Luce”, preludio e riflesso vivo della vera luce, Gesù; amarezza e dolore, a significare la sua partecipazione al mistero della Passione del Figlio; “mária”, latinizzazione, certo approssimativa e rudimentale, ma “affettuosa”, del nome plurale “i mari”, che raccolgono le acque -la Grazia- e la ridistribuiscono in mille rivoli alle anime.

Accenniamo appena a due testi significativi, tra i tanti, della Tradizione. Parlando della Annunciazione, avvenuta nel “sesto mese” (considerato per la Vergine “il primo” mese: cfr. Es. 12,2: questo sarà per voi il primo dei mesi… ) Gregorio Taumaturgo (sec. III), nella Homilia II In Annuntiatione sanctae Virginis Mariae (PG 10 1164 D), afferma che quel nome le si addiceva perfettamente: “Maria significa infatti “illuminazione” e che cosa vi è di più luminoso della verginità?... Se è un bene tanto grande, possedere un cuore vergine, quale gloria sarà, per Maria, avere custodito la verginità nella carne e nell’anima? Pur essendo nella carne, Maria aveva ottenuto il privilegio di una incorruttibile condizione”.

Epifanio, vescovo di Cipro (sec. IV), nella V Homilia “In laudes Sanctae Mariae Deiparae” (PG 43, 488 ss) descrive la famiglia della Vergine – denominata “i tre”: Gioacchino, Anna e Maria- capace di offrire un degno sacrificio di lode “alla Trinità”, cioè ai Tre per eccellenza) Il nome Gioacchino (col. 488 C) viene interpretato come “praeparatio Domini” e il nome Anna (col. 488D) come “Grazia”, avendo ella ottenuto la grazia di generare la santa Vergine. Anna –prosegue Epifanio- diede alla luce Maria, venerata come cielo, tempio e trono. Il nome “Maria” è spiegato come “Signora”, ma anche “Speranza”: “Diede infatti alla luce il Signore, speranza di tutto il mondo, Cristo” (col 489A). Il vescovo di Cipro aggiunge un’altra possibile interpretazione, dicendo che Maria significa anche “goccia” o “stilla del mare” (da cui probabilmente derivò il titolo latino “stella maris”): Ella “stava per dare alla luce la perla immortale”, nel mare, cioè “nel mondo”. Mare viene detto il mondo, perché la Vergine donò “la quiete”, avendo generato “il porto”, Cristo.

Il beato nome di Maria viene interpretato da Epifanio anche come “illuminata”, perché Ella fu realmente illuminata dal Figlio di Dio e “illuminò coloro che credono alla Trinità fino ai confini del mondo”.

Ripetendo le parole dell’Angelo, nella recita dell’“Ave Maria” -specialmente nella meditazione dei misteri del Rosario- anche noi siamo innestati in questa straordinaria tradizione bimillenaria di autentica devozione mariana ed esprimiamo, così come possiamo, il nostro affetto e la nostra gratitudine alla Vergine, per la sua Fede e la sua Carità, rendendo gloria a Dio per i doni e i privilegi di cui l’ha adornata.

- ZENIT -

 
 
 

LA TRAPPOLA DELL' OCCULTO: IL SATANISMO ANCHE NELLA MUSICA

Post n°7421 pubblicato il 13 Settembre 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

È ben noto come la musica sia una forma di comunicazione utilizzata non solo per intenti artistici, ma per gli scopi più disparati, nel campo della politica, della pubblicità, della religione e in innumerevoli altri ambiti. Purtroppo, però, questa bellissima espressione dell’uomo può diventare veicolo per comunicare messaggi ad uso e consumo dell’esoterismo, dell’occultismo e del mondo settario. Una parte della musica rock, soprattutto l’heavy metal, ha molti agganci con tali realtà, alcune esplicite e dichiarate, altre più celate, ma comunque più diffuse di quanto si possa immaginare.

Una vasta bibliografia mostra una miriade di gruppi musicali, in ogni parte del mondo, che, utilizzando un particolare linguaggio ed iconografia, inseriscono nelle canzoni frasi riconducibili, in modo più o meno palese, ad esoterismo, magia, occultismo e anche satanismo. Non solo: alcuni dei musicisti in questione si dichiarano apertamente ferventi cultori di tali pratiche diaboliche e i loro brani diventano, nel migliore dei casi, naturali rappresentazioni delle loro esperienze, nel peggiore, un veicolo per propagandare, incoraggiare e diffondere pratiche, riti, scuole di pensiero esoterici.

Alcuni esperti fanno risalire ai Beatles il primo riferimento di esoterismo nella musica moderna. Nella copertina del loro “Sergeant Pepper’s Lonely Hearts Club Band” del ’67 appare il ritratto dell’occultista inglese Aleister Crowley, padre del satanismo moderno, uno di quei volti «per i quali nutriamo una particolare ammirazione», a detta del batterista Ringo Starr, e uno dei «nostri eroi», secondo Paul McCartney. È poi noto come John Lennon e Yoko Ono fossero coinvolti nello spiritismo e consultassero medium e maghi.

È altrettanto ben documentata la tendenza di molti gruppi musicali di inserire nelle canzoni i cosiddetti messaggi subliminali (da latino “sub limen”, ossia sotto la soglia della coscienza), ossia parole (o immagini) che non vengono percepite in modo palese dall’ascoltatore, ma che in qualche modo restano latenti nella persona. Alcune band, all’interno dei brani, inseriscono frasi che, se ascoltate al contrario, sono in realtà messaggi di tipo satanico o comunque negativo. È il cosiddetto “backward masking”, che tradotto in italiano suona come “mascheramento all’indietro”.

Tali messaggi possono nascondere anche degli inviti al consumo di sostanze stupefacenti. Nei dischi di un famoso gruppo britannico, i Led Zeppelin, compaiono numerosissimi messaggi subliminali. Uno di questi è presente nella melodiosa ed apparentemente innocua ballad “Stairway to Heaven” (“La scala per il paradiso”), dove “I’ve got to live for Satan!” (“Devo vivere per Satana!”) nell’ascolto normale appariva come “And my spirit is crying for leaving” (“E il mio spirito sta piangendo per il partire”).

Nella prima traccia (“One vision”) di un famoso disco dei Queen, guidati da Freddie Mercury, intitolato “A kind of magic”, ci sono messaggi del tipo “One flash, one light, yeah, one god, one vision” (“un bagliore”, “una luce, sì, un dio, una visione”), “one true religion” (“una vera religione”), “visions of one sweet union” (“visioni di una dolce unione”), “it’s a celebration” (“è una celebrazione”), “all through the night” (“per tutta la notte”). E già queste parole, che tutti possono ascoltare perché “in chiaro”, farebbero pensare ad un qualche rito o insegnamento spiccatamente “New Age”. Ma, ascoltando il brano al contrario e velocizzandolo, emerge una frase davvero inquietante: “Oh, my sweet Satan, I’ve seen sabba” (“Oh, mio dolce Satana, ho visto il sabba”).

Un altro legame tra musica rock e mondo dell’esoterismo è rappresentato dallo sciamanesimo. L’esempio più eclatante è quello dei Doors, capitanati dal cantante Jim Morrison, morto nel 1971 e legato a Carlos Castaneda, autore di numerosi libri e fautore dello sciamanesimo. Secondo uno studioso il leader dei Doors «è indubitabilmente colui che più di ogni altro ha cercato di far penetrare la magia sciamanica all’interno del mondo rock»; i suoi concerti «erano una sorta di rappresentazione tribale o di cerimonia sciamanica in cui, dopo aver creato un’atmosfera evocativa, Morrison, come in stato di trance medianico, recitava il ruolo del posseduto mandando letteralmente fuori di testa il suo uditorio».

Nei prossimi appuntamenti approfondiremo altri aspetti nei quali la musica possa essere complice del mondo dell’occulto e in particolare del satanismo, in modo da comprendere meglio quando questa manifestazione della creatività umana trasferisce serenità e voglia di vivere o invece istiga pensieri negativi e a farsi del male. Famiglie, genitori ed educatori stiano in guardia dinanzi a realtà che esercitano una notevole influenza sulle giovani generazioni.

di Aldo Buonaiuto - romasette.it -

 
 
 

ANTONIO SOCCI: DIFENDO LA CHIESA ATTACCATA DA MANCUSO

Post n°7420 pubblicato il 13 Settembre 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Chissà se Corrado Augias e Vito Mancuso, che su “Repubblica” denunciano l’ “operazione anestesia” della Chiesa sul cardinal Martini (specie sul “modo in cui Martini ha chiesto di morire”, dice Augias), saranno sobbalzati ieri, al titolo di “Avvenire” che recitava “Accudimento non ‘accanimento’”.

Il direttore del giornale della Cei, Tarquinio – senza nominare Martini – negava che l’applicazione del sondino gastrico in caso di grave malattia incurabile sia “accanimento terapeutico” e negava che si tratti di cure “sproporzionate rispetto ai risultati attesi”.

Aggiungeva: “so bene che qualcuno considera ‘accanimento’ dare da mangiare e da bere con un sondino a chi ne ha bisogno (e può ricevere utilmente cibo e acqua), ma non può provvedere da solo”, ma “io sono tra coloro che giudicano questo gesto di cura e di amore del nutrire e idratare semplicemente l’esercizio di un assoluto dovere di umanità e di solidarietà”.

Era la risposta a un lettore con moglie malata di Alzheimer, quindi non un commento sul caso del cardinale, ma quelle parole ora potrebbero essere lette in riferimento alla sua vicenda che ha fatto tanto clamore.

Infatti il medico che curava Martini, dopo la morte ha subito spiegato che egli, affetto da Parkinson, da questa estate “non è più stato in grado di deglutire nulla” e “non ha voluto alcun altro ausilio: né la Peg, il tubicino per l’alimentazione artificiale… né il sondino naso-gastrico. E’ rimasto lucido fino alle ultime ore e ha rifiutato tutto ciò che ritiene accanimento terapeutico”.

Dunque è accanimento o accudimento?

Non c’è solo questa diatriba sull’alimentazione e idratazione. Mancuso denuncia l’“operazione-anestesia” che la Chiesa starebbe facendo su tutta la figura di Martini: “A partire dall’omelia di Scola per il funerale, sulla stampa cattolica ufficiale si sono susseguiti una serie di interventi la cui unica finalità è stata svigorire il contenuto destabilizzante delle analisi martiniane per il sistema di potere della Chiesa attuale”.

Dunque un “figlio spirituale” del cardinale, come Mancuso, lo elogia per il “contenuto destabilizzante” dei suoi pronunciamenti e protesta perché la Chiesa, sottolineando la fede cattolica di Martini, li starebbe anestetizzando.

Come stanno le cose?

In effetti, visto il coro scatenato dalla stampa laica per celebrare il prelato in chiave polemica, la Chiesa ha cercato di valorizzare Martini per le cose buone, ma – come ogni madre farebbe con un proprio figlio – ha steso un pietoso velo sui pronunciamenti più “destabilizzanti”.

Tuttavia – sommessamente – ha messo pure dei punti fermi. Per esempio su “Avvenire” del 1° settembre è uscita un’intervista al cardinale Ruini dove la giornalista, Marina Corradi notava che su temi come fecondazione artificiale o unioni omosessuali “Martini sembrava più aperto alle ragioni di certa cultura laica” e “ha espresso pubblicamente posizioni chiaramente lontane da quelle della Cei”.
Il Cardinal Ruini ha risposto: “Non lo nego, come non nascondo che resto intimamente convinto della fondatezza delle posizioni della Cei, che sono anche quelle del magistero pontificio e hanno una profonda radice antropologica”.
Poche parole, ma pesanti e significative. Ricordano che nella Chiesa va seguito e ubbidito il magistero pontificio, non questo o quel vescovo che dice cose diverse.

Nel resto dell’intervista Ruini ha elogiato l’arcivescovo defunto per altre cose e ha sottolineato che dentro la Cei “non sono mai emerse divergenze profonde”, concludendo che “Martini è stato un grande figlio della Chiesa; cercare di giocare la sua eredità contro di essa sarebbe un’operazione assai misera”.

Come si vede c’è stato quell’atteggiamento di grande pietà e di amore che la Chiesa ha verso tutti, tanto più verso un suo alto ecclesiastico che ha dedicato la vita a Gesù Cristo, pur dicendo talora (anche) cose discutibili o controverse.

Per esempio l’ultima intervista di Martini, uscita postuma, come testamento spirituale, è stata lanciata dal “Corriere della sera” con questo titolo “Chiesa indietro di 200 anni”. Erano parole del prelato.

Il vaticanista Sandro Magister ha notato che “le alte gerarchie della Chiesa l’hanno passata sotto silenzio”.

A me questo silenzio pare un gran gesto di carità. Infatti è imbarazzante che un cardinale di Santa Romana Chiesa decida di congedarsi dal mondo con quello che forse nelle sue intenzioni era un grido di dolore sulla Chiesa, ma che ai più è sembrato in realtà un atto d’accusa.

Dove Martini sale in cattedra e prescrive a tutti, a partire dal Papa, cosa devono fare: “la Chiesa deve riconoscere i propri errori e deve percorrere un cammino radicale di cambiamento, cominciando dal Papa e dai vescovi”.

Così oltretutto misconosce la straordinaria opera di purificazione della Chiesa che Benedetto XVI con immenso coraggio ha intrapreso fin da quando era cardinale.

Martini – oltreché cardinale – era anche gesuita e il connotato specifico dei gesuiti è proprio il voto di obbedienza al Papa, a difesa di Pietro e della Chiesa. Ma questa difesa non si è vista molto.

S. Ignazio di Loyola, fondatore dei gesuiti, nei suoi famosi “Esercizi spirituali”, prescrive loro, per “avere l’autentico sentire della Chiesa militante”, queste regole:

“Deposto ogni giudizio, dobbiamo tenere l’animo disposto e pronto per obbedire in tutto alla vera sposa di Cristo nostro Signore che è la nostra santa madre Chiesa gerarchica. Lodare finalmente tutti i precetti della Chiesa, tenendo l’animo pronto a cercare ragioni in sua difesa e in nessuna maniera in sua offesa”.

E ancora: “Dobbiamo essere più pronti ad approvaree lodare tanto le disposizioni e raccomandazioni quanto i comportamenti dei nostri superiori”.

Ognuno può vedere cosa rimane di queste regole… Del resto, quando Martini denuncia che “la Chiesa è indietro di 200 anni”, pretendendo che si adegui ai tempi e si omologhi al mondo, dimentica che compito della Chiesa è guardare indietro di duemila anni, convertendosi continuamente non alle mode mondane, ma alla Verità fatta carne. Venuta nel mondo duemila anni fa.

Diceva un grande convertito, Gilbert K. Chesterton: “Non abbiamo bisogno, come dicono i giornali, di una Chiesa che si muova col mondo. Abbiamo bisogno di una Chiesa che muova il mondo”.

Infatti quelle confessioni protestanti europee che sono andate dietro al mondo (con tutte le sue fissazioni: dal sacerdozio femminile al matrimonio dei preti) sono diventate irrilevanti o si estinguono.

C’è pure un “dettaglio” dottrinale che ha fatto discutere. Martini, nell’intervista-testamento, sostiene che “tutte le regole esterne, le leggi, i dogmi ci sono dati per chiarire la voce interna e per il discernimento degli spiriti”.

Giudizio che il professor De Marco definisce “equivoco” perché “un formula del genere” oggi ha “una recezione soggettivistica: il dogma (quello trinitario, ad esempio) sarebbe dato per ‘chiarire’ la voce della coscienza individuale”.

Questa approssimazione equivoca galvanizza Mancuso fino a fargli scrivere che tale “centralità della coscienza personale” sulla Chiesa e sui dogmi corrisponderebbe all’ “insegnamento del Vaticano II (vedi Gaudium et spes 16-17)”.

Ma quei passi della Gaudium et spes dicono cose ben diverse e – ad esempio – sottolineano l’esistenza di “norme oggettive della moralità” e il problema della “coscienza erronea”.

Sulle pagine dei giornali la teologia lascia il posto alle chiacchiere da salotto giornalistico. Che alimentano divisioni, mentre Benedetto XVI fa un titanico sforzo per evitare alla Chiesa lacerazioni, conflitti e (in certi casi europei) perfino rischi di scismi.

I salotti non capiscono la carità del Papa: “La carità è paziente, è benigna la carità… non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta” (1Cor 13).

 Antonio Socci - Da “Libero” - Per discuterne vedi Facebook: “Antonio Socci pagina

 
 
 

MAGDI ALLAM: COSI' OBAMA HA SVENDUTO L'OCCIDENTE ALL'ISLAM

Post n°7419 pubblicato il 13 Settembre 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

«E’ stata un’illusione immaginare che Islam e democrazia potessero essere compatibili. Ed è stata una vera beffa pensare di potersi alleare con i Fratelli Musulmani». I risultati di quanto fatto dagli Stati Uniti e Gran Bretagna in passato, ci spiega Magdi Cristiano Allam, eurodeputato e presidente del movimento politico “Io amo l’Italia”, sono adesso visibili in ciò che è accaduto prima al Cairo e poi a Bengasi, dove nel corso dell’ultimo assalto ad opera della milizia islamica Ansar Al-Sharia ha perso la vita Chris Stevens, ambasciatore americano in Libia. Questo perché, spiega Allam, «i nostri alleati, coloro per i quali ci siamo battuti e per i quali abbiamo immaginato che si dovesse intervenire, sono gli stessi che in realtà ci stanno massacrando». Coloro che fanno riferimento al Corano e ai detti e ai fatti di Maometto, aggiunge, «possono nella migliore delle ipotesi accettare il principio della tregua, ma mai della pace con coloro che non sono musulmani».

Come è cambiato nel corso degli anni l’atteggiamento americano nei confronti dell’Islam?

Questa visione cambia drasticamente a partire dal gennaio 2006, quando l’allora presidente George Bush, insieme all’allora premier britannico Tony Blair, decide di legittimare i Fratelli Musulmani considerandoli degli alleati nella guerra contro al Qaeda, dopo essersi reso conto che lo sviluppo delle guerre intraprese in Afghanistan e in Iraq non era favorevole. Il terrorismo islamico non era stato sconfitto e di conseguenza immaginò che, dividendo il fronte islamico e alleandosi e legittimando i Fratelli Musulmani, potesse conseguire il suo obiettivo, individuato nella repressione del terrorismo. Questo è il punto di partenza per comprendere la svolta che è avvenuta nella concezione americana del rapporto con l’Islam.

Cosa accade dopo?

Nel gennaio 2006 avvengono due grandi sviluppi: nei territori palestinesi Hamas, che rappresenta i Fratelli Musulmani, vince le elezioni e un suo rappresentante diventa capo del governo. In Egitto invece, per la prima volta, 88 deputati dei Fratelli Musulmani entrano nel Parlamento in un momento in cui, paradossalmente, lo stesso partito è considerato fuorilegge.

Arriviamo poi alla Primavera Araba?

Siamo nel 2011 e gli Stati Uniti d’America hanno dimostrato di essere il grande burattinaio di una colossale messa in scena che, nel nome della democrazia e della libertà, ha di fatto portato al potere i Fratelli Musulmani ovunque in Medio Oriente, dal Marocco allo Yemen, fino in Siria. Proprio qui si sta combattendo la cruciale battaglia da cui dipenderà anche la sorte del Libano e della Giordania. E sempre qui gli Stati Uniti e l’Europa stanno aiutando in modo deciso i Fratelli Musulmani che combattono con le armi del terrorismo l’esercito di Assad, attraverso una coalizione a cui prendono parte anche al Qaeda, i salafiti e milizie provenienti dalla Turchia.

Obama ha detto di non voler combattere l’Islam, ma al Qaeda. Cosa ne pensa?

Obama è l’espressione massima del relativismo in senso lato, nel caso specifico di quello religioso. Durante un discorso all’Università del Cairo ha citato alcuni versetti del Corano, legittimando pienamente l’Islam e mettendolo su un piede di parità con l’ebraismo e il cristianesimo. Così facendo, in modo acritico e decontestualizzato, ha istituzionalizzato l’idea dell’Islam buono, moderato, e il concetto che il terrorismo sarebbe in realtà opera solo di una minoranza fanatica fuoriuscita dal “vero” Islam. Questa è chiaramente ignoranza, perché basta leggere il Corano nella sua integralità oppure la biografia ufficiale di Maometto per rendersi conto che l’Islam è una ideologia che ispira, predica e ordina l’odio, la violenza e la morte. Obama ha sposato appieno il relativismo religioso e la storia lo riconoscerà come il principale artefice della svendita della nostra civiltà al radicalismo islamico nel nome di interessi materiali.

Secondo lei il terrorismo non è opera di una minoranza?

Basta osservare le immagini degli assalti avvenuti in questi giorni per rendersi conto che il terrorismo non è opera di una minoranza, ma è solo la punta dell’iceberg. Ad assaltare l’ambasciata americana erano presenti tante persone apparentemente comuni, donne, giovani e madri di famiglia che sembravano non avere nulla di identificabile come terroristico, eppure sostenevano i terroristi. Come dicevo, il terrorista è solo la punta di un iceberg che invece è rappresentato da una struttura radicata in cui l’islamizzazione si afferma attraverso le prediche e il lavaggio del cervello nelle moschee e attraverso le scuole coraniche che indottrinano e trasformano le persone in “robot” della morte. 

Come giudica invece Mitt Romney e la sua posizione nei confronti dell’Islam?

Romney è difensore di una civiltà dichiaratamente cristiana, tradizionalmente occidentale e che non ha elementi di collusione sul piano ideologico con l’Islam. E’ però necessario fare una precisazione: chi ha avviato il percorso di cui ho parlato all’inizio di questo intervento non è Obama, ma Bush, cioè colui che ha portato la guerra in Afghanistan e in Iraq e che al tempo stesso ha promosso il processo di relativismo religioso che ha finito per legittimare pienamente gli estremisti islamici per favorirne l’accesso al potere.

(Claudio Perlini)   - ilsussidiario.net -

 
 
 

QUANDO L'ISLAM SI INFURIA

Post n°7418 pubblicato il 13 Settembre 2012 da diglilaverita
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Numerosi i precedenti in cui gli islamici hanno reagito con violenza a trattamenti “irriguardosi”: dalle vignette danesi all’attacco di oggi. E i salafiti attribuiscono ai copti la genesi del film. Ma è un falso

Chi tocca il Profeta muore: la geografia del terrore si allarga su tutto il pianeta. Sono numerosi e tragici i precedenti in cui l’Islam si è infuriato per il trattamento «irriguardoso» riservato in Occidente a Maometto. Dalla bufera per le vignette «sacrileghe» all’attacco all’ambasciata Usa a Bengasi, dalle reazioni planetarie al discorso papale di Ratisbona alla fatwa contro Salman Rushdie, dall’omicidio del leader populista olandese Pim Fortuyn a quello del regista olandese Theo van Gogh.
Come per lo stravolgimento del senso delle parole di Benedetto XVI durante il suo viaggio in Germania, stavolta la mistificazione è affidata al tam-tam che vuole attribuire alla Chiesa copta la genesi del film sulla vita del profeta Maometto, che secondo i salafiti egiziani è stato «prodotto da alcuni copti egiziani residenti degli Stati Uniti» e ritenuto offensivo per l’Islam. In realtà, secondo quanto «Vatican Insider» ha potuto verificare, sono i fondamentalisti islamici che in Egitto stanno soffiando sulla responsabilità della minoranza interna cristiana. Il regista della pellicola è un israeliano di passaporto americano residente in California che ha raccolto i cinque  milioni di dollari necessari per la realizzazione del film da un centinaio di ebrei in prevalenza statunitensi. Sembra che il regista sia stato aiutato per la distribuzione del film da un’associazione di cristiani fondamentalisti e da un singolo cristiano copto, che con tale associazione condivide l’avversione per l’Islam. Quindi la Chiesa copta non c’entra nulla con la pellicola che sta infiammando il mondo islamico, tanto che le autorità religiose cristiane si sono dovute pronunciare contro il film denunciando qualunque provocazione verso i simboli religiosi.
Intanto però i Fratelli musulmani hanno convocato per venerdì al Cairo una manifestazione che rischia di fomentare una campagna di odio anticristiano. La lista dei precedenti è inquietante. Dalla pubblicazione nel settembre 2005 di alcune caricature di Maometto sul quotidiano danese Jyllands-Posten e poi sul giornale norvegese Magazinet si sono moltiplicati gli episodi di proteste e violenze nel mondo contro obiettivi occidentali. Anno dopo anno.

Nel 2006: in Indonesia il 3 febbraio attaccata l'ambasciata di Danimarca a Giacarta, il 4 febbraio, a Damasco manifestanti danno alle fiamme le ambasciate di Danimarca e Norvegia. In Libano il 5 febbraio viene incendiata l'ambasciata di Danimarca a Beirut. In Pakistan: il 15 febbraio si registrano scontri a Lahore e a Peshawar, dove viene attaccata un'azienda norvegese, un fastfood americano e alcune banche. In Libia il 17 febbraio, dopo che alcuni giorni prima il ministro della Lega Nord, Roberto Calderoli, ha indossato una maglietta con la caricatura di Maometto, viene attaccato il consolato di Bengasi. Negli scontri muoiono 11 manifestanti.

Nel 2010 il 7 settembre, il pastore statunitense Terry Jones minaccia di bruciare pubblicamente il corano in occasione dell'anniversario dell'attacco alle Twin Tour, l'11 settembre. Gruppi fondamentalisti islamici sparsi nel mondo rispondono dicendosi pronti a bruciare bandiere degli Stati Uniti. Negli Usa l'11 settembre, Terry Jones giura che la sua chiesa non brucerà "né oggi, né mai" il Corano. Nel 2011: negli Stati Uniti: il 21 marzo, in una piccola chiesa di Gainesville in Florida viene bruciata una copia del corano, presente il pastore Jones. In Tunisia il 9 ottobre, viene assaltata la sede della tv privata Nessma a Tunisi, dopo la diffusione del cartone animato franco-iraniano "Persepolis". A provocare l'indignazione degli estremisti sarebbe stata in particolare una scena del film di animazione in cui la bambina protagonista si immagina Dio come un uomo barbuto: l'Islam proibisce ogni qualsiasi rappresentazione di Allah. In Tunisia il 14 ottobre viene attaccata con bombe Molotov la casa del presidente di Nessma Tv. Sempre in Tunisia il 3 maggio, il patron di Nessma tv, Nabib Karoui, è stato condannato al pagamento di una multa da 2.400 dinari (circa 1.300 euro) per aver violato i "sacri valori" trasmettendo lo scorso anno il cartone animato franco-iraniano Persepolis.

Nel 2012, in Afghanistan: nei primi giorni di febbraio, soldati Usa della base di hanno distrutto un numero importante di documenti islamici tra cui alcune copie del corano. Proteste e violenti scontri nel Paese. Ancora in Afghanistan: il 24 febbraio, il presidente americano Barack Obama ha presentato le sue scuse al Capo di Stato afgano Hamid Karzai per il rogo delle copie del Corano nella base Usa di Bagram. In Afghanistan il 25 febbraio attentato a Kabul contro il ministero dell'Interno afgano. Muoiono due consiglieri statunitensi. Nella rivendicazione dell'attacco si parla di "mancanza di rispetto degli invasori nei confronti degli oggetti sacri dell'islam, in particolare nel caso del rogo del corano nella base di Bagram". In Afghanistan il 2 marzo, il Consiglio degli Ulema chiede che i responsabili dell'oltraggio al Corano siano giudicati in un processo pubblico. In Afghanistan il 9 marzo, la base di Bagram passa sotto il controllo dell'esercito afgano. In Egitto l'11 settembre, migliaia di egiziani manifestano davanti all'ambasciata degli Stati Uniti al Cairo per protestare contro un film giudicato "anti-islam". Strappata la bandiera a stelle e strisce e sostituita con un drappo nero. In Libia il 12 settembre, l'ambasciatore americano e tre membri della delegazione diplomatica Usa in Libia sono stati uccisi nell'attacco di questa notte al consolato statunitense a Bengasi per protestare contro il film "Innocence of Muslim" (L'innocenza dei musulmani), realizzato da un israelo-americano, Sam Bacile. Il ministro vaticano del Dialogo Interreligioso, cardinale Tauran, di ritorno dal suo primo viaggio in Egitto, ha rilasciato un’intervista alla Radio Vaticana nella quale ha pronunciato parole di profetica gravità «La fede ci spinge ad amare il prossimo. E la parte musulmana ha insistito molto sul fatto che secondo il Corano in materia di religione non c’è costrizione. E allora io ne ho approfittato per dire che questo è un principio molto bello, ma ci sono purtroppo dei paesi dove non viene applicato e ci sono situazioni in cui i cristiani non hanno nemmeno la possibilità di avere una chiesa per praticare il loro culto».

Giacomo Galeazzi - vaticaninsider.lastampa.it .

 
 
 
 
 

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Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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