ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 16/09/2012

MOIRA LISTER A MEDJUGORJE: SENTO CHE NON DEVO PIU' AVERE PAURA

Post n°7436 pubblicato il 16 Settembre 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Moira Lister, attrice teatrale e cinematografica, (nata nel 1923) che ha fatto una brillante carriera a Londra (vedi: http://www.tonyhancock.org.uk/moira.html ), nel Giugno 2005 è venuta per la seconda volta in pellegrinaggio a Medjugorje. Piangendo di gioia ha dato la sua testimonianza:
 
"Provengo da una famiglia molto cattolica. Il fratello di mia madre era un sacerdote, due della nostra famiglia erano suore. Io ho sempre avuto una devozione per la Madonna di Lourdes. Sono nata in Sud Africa e sono andata via nel mezzo della guerra con una nave militare e ho pregato la Madonna tutto il tragitto verso l'Inghilterra e sono arrivata sana e salva. La Madonna si è sempre stata vicina. Quando è arrivato il tempo del mio matrimonio, penso abbia avuto un grande libro coi nomi di tutti i ragazzi dei dintorni di Lourdes e che lo abbia scorso pagina per pagina per trovare qualcuno giusto per me. E ha trovato un meraviglioso uomo francese di nome Vicomte d'Orthez, della città di Orthez, vicino a Lourdes. Così mi sono sposata con un ragazzo del luogo e ho avuto un bel matrimonio durato 40 anni. Abbiamo avuto due belle figlie, Chantal e Christobel, e durante tutto il matrimonio ho continuato la mia carriera a Londra. Ho avuto un enorme successo, ho lavorato con tutte le grandi star del teatro e del cinema. Ora mi sto avvicinando al termine della vita e mi chiedo come finirà e cosa accadrà...

Circa nove anni fa una mia amica mi disse: "mio marito e io andiamo a Medjugorje, vuoi venire con noi?". Non avevo idea di dove fosse Medjugorje, non sapevo niente di esso, ma dissi: "Bene, andiamo!". Allora non era come adesso. Che differenza! Quanti fiori e quanti ceri! Rimasi molto, molto impressionata dalla fede che ho sentito qui, essa era quasi palpabile. Le persone erano come imbevute di una fede stupefacente. Quella volta ebbi un'esperienza straordinaria. Ero seduta e pregavo nella piccola Cappella dell'Adorazione e improvvisamente sentii come se ogni cellula del mio corpo subisse uno shock elettrico. Probabilmente durò non più di un minuto e poi passò. Fu straordinario, sentii come se in me entrasse una presenza, è stata veramente una sensazione inconsueta. Comunque non ci feci molta attenzione. Ma la gente diceva: quando vai a Medjugorje la tua vita cambia. L'unica cosa che posso dire e che da quella volta tutto quello che ho chiesto, o di cui avevo bisogno, o che cercavo è andato al posto giusto. E' incredibile. Tutto quello per cui ho pregato, la mia vita, la carriera, i figli. Ho avuto tre volte il cancro, quelle forme di cancro da cui di solito non ci si rimette, e ogni volta mi sono rimessa.

E ora mi chiedo: che succederà ora? Ieri sono andata in quella stessa cappella sperando di avere di nuovo quell'esperienza, ma non è successo. La notte scorsa ho deciso di salire sulla Collina delle Apparizioni. Sono stata anche operata alle anche e quindi ho dolori alla schiena, e, dopo i primi cinque passi, ho capito come è difficile per una persona della mia età salire, ma volevo tentare per vedere fino a dove sarei riuscita ad arrivare. Ho continuato e ho capito che non ci sarei riuscita. Da qualche parte improvvisamente è spuntata una mano: "Posso aiutarla a salire la Collina?", disse. Non sapevo chi fosse. Improvvisamente tutti i miei dolori di schiena sono passati e io sono salita senza avvertire alcun dolore, come un camoscio sulle pietre. Non potevo crederci perché io ho problemi anche a salire i gradini! Siamo arrivati su ed è scomparso. Mi sono seduta lì sulla vetta ed è stato così bello! La statua della Gospa brillava nelle tenebre, la luna brillava, c'era anche la stella di Betlemme. Mi sono guardata attorno e ho sentito le preghiere e il silenzio mentre Ivan ha avuto l'apparizione. E' stato così impressionante. Nessun rumore, nessun colpo di tosse, nessun soffio di vento in quei minuti. Sotto le luci della città, ed il cielo vicino … Quando mi sono alzata per scendere, da qualche parte ecco di nuovo una mano ed una voce che mi ha detto: "Ti aiuterò a scendere" e poi di nuovo è scomparso. Ieri non mi era chiaro il significato di tutto questo, ma oggi sonno tornata nella piccola Cappella e improvvisamente mi è stato chiaro cosa significasse tutto ciò: davanti a me ci sono ancora difficoltà – questo è stata la salita tra le pietre, ma Dio è qui che mi sostiene. Quando sono arrivata alla vetta, è stato lui a dirmi: "Così sarà in Cielo, ma davanti a te ci sono ancora difficoltà. Non sei ancora pronta. Scendi, tutto andrà bene. Io sono qui e ti sostengo".

Questo mi sta aiutando nei miei ultimi giorni. So che non sono sola. Devo camminare con lui. Tutto è andato a posto, mi ha dato una prospettiva per la fine della mia vita. Quando si arriva alla mia età, non si sa cosa possa accadere. Il mio caro marito ha avuto un terribile ictus, da quattro anni non può più parlare ed è paralizzato. Se fosse capitato a me credo che non avrei resistito. E c'è dell'altro, come l'Altzaimer… Vedo amici che vivono momenti terribili. Alle fine della vita possono succedere cose terribili. Qui ho ricevuto una tale forza – perché so che non sono sola. Prima avevo sempre paura, ero terrorizzata. Mi serviva questa forza. Ora sento che non devo più aver paura.
 
Stamattina il sacerdote ha detto: "Mettetevi nelle mani di Dio, sono lì per voi". Ha detto anche: "Se Dio si preoccupa tanto dei fiori del campo, perché non dovrebbe preoccuparsi di voi?". E' vero".

pubblicata da Maria a Medjugorje il giorno Venerdì 14 settembre 2012 -.facebook.com/notes/maria-a-medjugorje/moira-lister-sento-che-non-devo-più-aver-paura/484607064891116 -

 
 
 

BERNADETTE NON CI HA INGANNATI

Post n°7435 pubblicato il 16 Settembre 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

In sovraccoperta: Bernadette Soubirous alla fine del 1861, alla soglie dei 18 anni.

Le diciotto apparizioni della Vergine Maria nella Grotta di Massabielle, presso Lourdes, sono da più di centocinquant’anni motivo di accese polemiche, soprattutto sulla credibilità dell’unica testimone, la quattordicenne Bernadette Soubirous. Lei sola ha visto, ha sentito, ha riferito. Ma davvero questa ragazzina misera e analfabeta, sulle cui fragili spalle grava il peso del maggior santuario del mondo (cinque milioni di pellegrini ogni anno, sempre in aumento), avrebbe colloquiato a tu per tu con Colei che si definì l’Immacolata Concezione? Le sue non sono forse allucinazioni di un’isterica o, peggio, invenzioni suggeritele dalla vanità di adolescente frustrata, da genitori interessati oppure da qualche ambiguo membro del clero? Molti hanno sostenuto e tuttora sostengono simili tesi.
Nel suo impegno per la riscoperta di un’apologetica pacata e rigorosa – sempre consapevole che il Dio del Vangelo vuole proporsi e non imporsi, concedendo luci e lasciando ombre per rispettare la libertà delle Sue creature – Vittorio Messori indaga da decenni sulla verità della testimonianza di Bernadette, attribuendole un valore religioso decisivo. Oggi, in particolare, per i tanti inquieti che cercano ragioni «per continuare a credere».
In effetti, se Bernadette non ci ha ingannati (e se non si è ingannata), se dunque Lourdes è «vera», tutto il Credo della Tradizione cattolica è «vero»: Dio esiste; Gesù è il Cristo; la Chiesa che ha per guida il papa è la custode e la garante di queste verità. È la Vergine stessa, infatti, che esorta la veggente: «Andate a dire ai preti di costruire qui una cappella»; che tiene tra le mani il rosario, icona della devozione cattolica; che chiede processioni, affidate alle cure ecclesiali; che appare seguendo il ciclo liturgico romano; che ribadisce il dogma dell’Immacolata Concezione, proclamato quattro anni prima da Pio IX. Non a caso, Lourdes è il luogo di culto più privilegiato dai pontefici, che hanno proclamato Bernadette santa: Pio XII – fatto unico nella storia – gli ha dedicato un’intera enciclica; Giovanni Paolo II, ormai agli estremi, volle chiudere la sua vita trascinandosi sino alla Grotta; Benedetto XVI ne ha fatto una delle primissime mete del suo pontificato.
Un libro unico, questo, tra i tanti best seller dell’autore, ma segnato anch’esso dal consueto equilibrio tra il rispetto del credente per il Mistero e il rispetto dello storico per il rigore della ricerca. Nessuna elevazione misticheggiante, qui, nessuno scandalo o invettiva, bensì una mole impressionante di dati e notizie talvolta inediti, spesso nascosti o dimenticati; sempre, comunque, vagliati alla luce della ragione. Per una singolare coincidenza queste pagine appaiono all’inizio dell’Anno della Fede voluto da papa Ratzinger. Proprio quella fede che, nella verità di Lourdes, trova un prezioso e solido «appiglio», una sorta di «maniglia» cui aggrapparsi nel dubbio che insidia oggi anche tanti cristiani.

«Bernadette? Un’irregolare dell’isteria. In Lourdes, il mio romanzo-verità, l’ho idealizzata, ma in realtà era solo una povera idiota.»
Émile Zola

«Noi giudichiamo che l’Immacolata Vergine Maria è realmente apparsa a Bernadette Soubirous l’11 febbraio 1858, e per diciassette volte seguenti, in una grotta presso Lourdes. Dopo rigorosa e completa inchiesta condotta per quasi quattro anni dalla Commissione da Noi istituita, Noi dichiariamo che queste apparizioni rivestono tutti i caratteri della verità e che i fedeli hanno ragioni fondate a crederle certe.»
Decreto ufficiale di mons. Bertrand-Sévère Laurence, vescovo di Tarbes, 18 gennaio 1862

di Vittorio Messori - www.et-et.it/ -

 
 
 

11 FEBBRAIO, E' TUTTO VERO

Post n°7434 pubblicato il 16 Settembre 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Fu poco prima delle undici di quel giovedì di nebbia e di brina, quell’11 febbraio di 154 anni fa, ricorrenza liturgica di santa Genoveffa, protettrice di Parigi e della Francia intera: Bernadette (niente scuola perché niente soldi per pagare la tassa e per comprare l’abbecedario) in un canto della stanzaccia buia e maleodorante fila della stoppa. A un certo punto alza gli occhi ed esclama, rivolta alla mamma, Louise: «Mio Dio, non c’è più legna!».

Tutto comincia così. Da una uscita di tre piccole miserabili verso il bosco comunale per trovare qualcosa  con cui attenuare il freddo e far cuocere una zuppa di acqua e di erbe. Un’ora dopo, sgridata dalla sorella e dalla amichetta perché perde tempo a pregare invece di raccogliere rami secchi e ossi, Bernadette sarà in ginocchio davanti a una grotta che non aveva mai visto. E, se l’aveva sentita nominare, era con il nome sprezzante di “rifugio dei maiali“.
 
Chi fosse stato a Betlemme al tempo della Giudea occupata dai Romani, avrebbe forse sospettato    che la storia non sarebbe solo cambiata ma sarebbe stata spezzata in un “prima“ e in un “dopo“,  vedendo due viandanti – la donna incinta - dirigersi verso un luogo coperto  dove sistemarsi alla  meglio? E, al tempo della Francia di Napoleone III Imperatore, avrebbe forse sospettato l’uragano di folle, di fede, di prodigi, sino a creare il santuario più celebre e frequentato del mondo, chi avesse visto nella bruma invernale tre ragazzine intirizzite nei loro poveri stracci e gli zoccoli di legno andare lungo un torrente, verso una grotta?

Lourdes, dunque, e il suo enigma, innanzitutto storico. Mi chiedono, gli amici e colleghi di questo nostro giornale, di dire che rappresenti questo luogo, per me. Per quanto importa, dico subito che,   da sempre, è uno dei centri della mia riflessione e della mia ricerca. Per esso, mi sono addirittura convertito – per una volta - a un mezzo che non è il mio e che poco mi attira: quello televisivo. Per la Rai ho non solo scritto trama e testi ma ho addirittura “recitato“, seguendo i camion della troupe romana sulle strade di Francia, in un documentario che ho voluto avesse per titolo Aquerò e che ancora ora, mi dicono, è proiettato nelle ore notturne. Mi sono presto legato d’amicizia con l’abbé René Laurentin, dopo averne letto, annotato, ammirato la ventina di fittissimi volumi dedicati agli eventi che iniziano da quell’undici febbraio.

Non certo io solo, ma  la cattolicità intera deve gratitudine a questo prete, a questo detective da archivio, a questo professore universitario mite e ostinato che ha dedicato tanta parte della vita per tirare alla luce tutti i documenti de l’affaire Bernadette. Ha accumulato, con ordine e perspicacia, il materiale cui ogni storico dovrà sempre e comunque ritornare. La Signora saprà ricompensarlo come merita. Tante volte, poi, ho frequentato Lourdes (e Nevers , dove la Santa attende la risurrezione, intatta, nella sua cassa di vetro), tante volte ne ho scritto, tante volte ho frugato nella  biblioteca nella Casa dei Cappellani che, alla fine del 1994 , il vescovo del luogo mi chiese di trasferirmi nella palazzina accanto alla Grotta con il ruolo di responsabile del Bureau de presse, l’ufficio stampa dei santuari. C’era l’ invito cordiale e convinto del presule, c’era la disponibilità, mia e di mia moglie, ella pure consapevole devota mariana.

Se non finii sulle rive del Gave il mio percorso di cronista  (con l’intenzione di non ritornare indietro, di finire lì anche la vita ) fu per una storia un po’  rattristante che non ho mai raccontato. Piccole manovre da clericali “adulti“, delle quali sorrido senza rancore. In due parole: avevo appena pubblicato l’intervista con Giovanni Paolo II, avevo intervistato anni prima – come aggravante – il Prefetto dell’ex-Sant’Uffizio, il Panzer-Kardinal secondo la leggenda nera, avevo sul groppone altri libri di “intollerabile” apologetica: insomma, ce n’era abbastanza perché autorevoli “cattolici adulti“, sparsasi la notizia del mio imminente  trasloco, ricorressero a ogni genere di pressione perché il vescovo di Tarbes e Lourdes ci ripensasse. Mica voleva avere come portavoce del santuario uno che ammirava e addirittura difendeva sui giornali quel reazionario, quell’inquisitore di un Ratzinger ? Uno che nella verità delle apparizioni ci credeva sul serio, invece di tollerarle come manifestazioni anacronistiche di devozione popolare, in attesa che anche i cattolici si convertissero alla sobria e austera Scriptura sola, quella del calvinista Karl Barth, ad esempio, per il quale ogni mariologia non è  che “cancro da estirpare“?

Ma non venne  dal presule  l’interruzione del discorso su quel progetto: fui io che mi resi conto degli umori cattivi che avrei provocato tra i clericali “aperti“ francesi ma anche italiani, belgi, olandesi, tedeschi, umori tali da impedire o almeno impacciare un lavoro proficuo. Del resto, anche l’amico e maestro Laurentin ben conosceva questo clima ostile, mascherato dietro untuosità clericali, e mi fece capire che sarebbe stato  più proficuo continuare il mio impegno dall’Italia come libero cronista  e scrittore. Rinunciai, dunque, al trasferimento sotto ai Pirenei ma non alla prosecuzione  dei miei studi e dei miei sopralluoghi, tanto che un'estate Rosanna ed io  affittammo addirittura per un mese  la villetta dell’amico direttore di Lourdes Magazine  che, in questo modo, poté affittare a sua volta un alloggio al mare per le vacanze della numerosa famiglia.

Ora,  entrato  ormai nella fase della vita in cui si intravede il traguardo, ora ho deciso di raccogliere le fila: che poi, in questo  caso, significa  raccogliere in un insieme il più possibile  organico e compatto quanto ho appreso da tanti anni di ricerca. Così - a Dio piacendo, naturalmente - all’inizio dell’estate consegnerò alla Mondadori un testo che avrà per titolo Bernadette non ci ha ingannati. Sottotitolo: "Un dossier storico sulla verità di Lourdes". Da sempre ciò che ha impegnato la mia riflessione è la “tenuta“ della fede nella cultura moderna e post-moderna, è la possibilità di continuare a credere , di persistere nella convinzione che in Gesù Dio stesso si è rivelato.

Ebbene, mi è sembrato sempre più chiaro che non a caso Lourdes ci è stato donata proprio nel momento in cui la Scienza sembrava diventare la nuova religione che scacciava l’antica e in cui si ponevano le basi dell’epoca storica che ancora viviamo. Più riflettevo e approfondivo il “caso Bernadette“, più mi era evidente che, se quella piccola-grande testimone ci ha detto il vero, ebbene “tutto è vero“.

E’ vero, cioè, che un Creatore esiste, che è entrato nella storia facendosi uomo tra gli uomini e nascendo dal corpo di una donna ebrea di nome Maria. Ma è anche vero che la pienezza della Sua rivelazione e la continuazione della Sua presenza avvengono nella Chiesa cattolica. In effetti, nulla è più “ cattolico “ di Lourdes, che conferma un dogma papale, che ha avuto l’onore (unico tra i santuari del mondo) di una enciclica tutta per sé, firmata da Pio XII, che è entrata nel calendario liturgico della Chiesa universale, che fu carissima a tutti i pontefici da Pio IX sino a Giovanni Paolo II (che volle farne la meta del suo ultimo viaggio fuori d’Italia), e a Benedetto XVI, che vi si è recato per i 150 anni  dalle apparizioni. I prodigi di guarigione fisica non sono che una conferma e un sigillo della verità delle apparizioni: ma, “se  Bernadette non ci ha ingannati “ ,  è disponibile per tutti noi quella guarigione dello spirito che è la scoperta, o riscoperta, della fede.

Insomma, Lourdes è uno straordinario appoggio per un’apologetica solida: la storia, qui, si apre a un mistero che la ragione conferma. Perché non approfittare di questo grande dono, utilizzandolo al meglio?  


di Vittorio Messori - © La Bussola quotidiana -

 
 
 

QUELLA SUOR TWEET CHE VUOLE EVANGELIZZARE IL WEB

Post n°7433 pubblicato il 16 Settembre 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Intervista con suor Xiskya Lucía, filologa e giornalista. Ha appena creato un sito che raccoglie idee e proposte circolate su Twitter. “I cattolici devono conquistare la Rete”

Fede ardente e anima digitale. Eccola qui suor Xiskya Lucía, 43 anni, nicaraguense, laurea in filologia, master in giornalismo e  una “passionaccia” per il web: tutto al servizio della vocazione. La sua ultima creatura (giugno 2012) si chiama iMision.org, un sito che raccoglie rifelssioni,  idee, proposte ed eventi nati “cinguettando” su Twitter.

Suor Xiskya Lucía, com’è nata l’idea di creare iMision?

«Un giorno dialogando via Twitter con un fratello marianista, Daniel Pajuelo, ricevemmo una bordata di insulti e di bestemmie solo perché nei nostri messaggi non nascondevamo il fatto di essere cattolici e religiosi consacrati. Ci siamo così resi conto  che i cattolici nella rete avevano bisogno di unirsi, di scambiare esperienze, formazione, per aiutarci nel lavoro di evangelizzione in Internet. Abbiamo sentito la necessità di organizzare un Congresso di twitter cattolici, ma prima occorreva conoscersi e costruire una rete di persone che avessero le stesse inquietudini e sensibilità».

In cosa il vostro sito è diverso rispetto ad altre inizitive simili?

«Credo che la maggior peculiarità sia l’accoglienza di qualsiasi cattolico in qualsiasi stato di vita: laici, religiosi o sacerdoti purché disposti a diventare missionari sulla rete. L’unico requisito è quello di amare la Chiesa come una madre, insegnare con fedeltà il suo Magistero e sentire la chiamata a diventare missionario nella era del web: ciò che noi chiamiamo iMissionero. La seconda caratteristica è la libertà. La rete è libera e riteniamo che si tratti di un’occasione da non perdere. Abbiamo formato una squadra di nove persone per l’organizzazione (laici, religiosi e sacerdoti). C’è poi un secondo gruppo cosiddetto dei  “collaboratori”: tutti coloro che si iscrivono on line e che sono disposti a darci una mano. Questo gruppo è informato, via mail, sulle attività settimanali di iMision e sono le prime persone a parteciparvi. Tutti noi usiamo nel nostro nome o nella nostra descrizione su Twitter l’ hashtag #iMision».

Nonostante il sito sia appena nato ci sono già risultati concreti?

«Sì, siamo molto sorpresi per la risposta positiva. Sono quasi 150 le persone che si sono aggiunte come “collaboratori” e tutte ci scrivono con molto entusiasmo. Abbiamo appena lanciato la nostra prima attività: la rassegna delle iniziative pastorali esistenti nella rete. Da lunedì, invece, e per tutto il mese, ci concentreremo nella riflessione su “cosa vuol dire evangelizzare nella rete?”. Prenderemo come spunto alcuni dei punti 59 al 62 del documento “Instrumentus Laboris” per il Sinodo della Nuova Evangelizzazione, molto legati con il nostro progetto iMision. La riflessione si farà soprattutto su Twitter, ma anche su Facebook, per raccogliere le conclusioni nella nostra pagina web. Conclusioni pronte quando comincerà a Roma l’Anno della Fede. Altre attività che porteremo avanti in seguito sono: campagne di preghiera, concorsi, dibattiti, catechesi, scambio di esperienze… Usando, sempre Twitter come canale principale».

Non correte il rischio di far diventare la fede, che è un’esperienza profondamente personale e “carnale”, qualcosa di soltanto “virtuale”?

«Credo che sia un rischio intrinseco alla realtà del web. Ma non è assolutamente quello che vogliamo. Il nostro obiettivo è quello di essere una presenza cattolica nella rete. Ci sono diversi movimenti sociali capaci di esercitare molta influenza on-line, che riescono a muovere gruppi sociali e a trasformare questo fermento in attività nel mondo reale. Noi vogliamo, innanzi tutto, che anche i cattolici abbiano una presenza forte nella rete e, insieme, costruiscano una riflessione su temi religiosi e sociali. L’obiettivo finale di tutto ciò è aiutarci a fare esperienza di Dio, di Cristo come essere vivente, vicino e attuale».

Ci sono stati degli oppositori, dei “troll”?

«I “troll” non si fanno aspettare. Sono comparsi molto in fretta. Dopo tre giorni dall’avvio di iMision abbiamo ricevuto una lettera firmata da un “Belzebù”. Ci invitava a lasciar perdere il progetto e ci spiegava anche i lperché: evangelizzare è manipolare, dobbiamo lasciare in pace la gente… Siamo abituati a questo genere di messaggi. Non ci preoccupa. Anzi, quella lettera era un buon segnale: avevamo cominciato con il piede giusto».

mauro pianta - torino -http://vaticaninsider.lastampa.it

 
 
 

SANTO PADRE: LA VERGINE MARIA ISPIRI E ACCOMPAGNI CRISTIANI E MUSSULMANI IN LIBANO

Post n°7432 pubblicato il 16 Settembre 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Salutando il Libano alla fine della sua visita, Benedetto XVI ringrazia le autorità civili e religiose e dedica un particolare pensiero alla comunità musulmana. Il papa ribadisce l'importanza della convivenza islamo-cristiana per il mondo.

 "La Vergine Maria, venerata con devozione e tenerezza dai fedeli delle confessioni religiose presenti qui, è un modello sicuro per proseguire con speranza sulla via di una fraternità vissuta ed autentica. Il Libano l'ha ben compreso proclamando, qualche tempo fa, il 25 marzo come giorno festivo, permettendo così a tutti i suoi abitanti di poter vivere maggiormente la loro unità nella serenità. Che la Vergine Maria, i cui antichi santuari sono così numerosi nel vostro Paese, continui ad accompagnarvi e ad ispirarvi!". Con questa invocazione alla Madonna per tutti i libanesi, cristiani e musulmani, si è concluso l'ultimo discorso che Benedetto XVI ha tenuto durante la sua visita nel Paese dei cedri.

Il pontefice ha salutato il presidente Michel Sleiman e al altre autorità civili ringraziandole dell'impegno profuso nell'organizzazione. Ha poi ringraziato i rappresentanti delle Chiese cattoliche per averlo accolto "come se Pietro fosse venuto da voi",  gli ortodossi e i protestanti. Un saluto particolare è stato rivolto anche ai musulmani, il cui "calore" e "cuore" con cui lo hanno accolto il papa ha paragonato a "una di quelle famose spezie orientali che arricchisce il sapore delle vivande". Proprio questa spezia - ha aggiunto il papa - "mi hanno dato il desiderio di ritornare" in Libano.

Per Benedetto XVI questo Paese e la convivenza fra cristiani e musulmani sono un messaggio ancora più urgente per la comunità internazionale: "Il mondo arabo e il mondo intero avranno visto, in questi tempi agitati, dei cristiani e dei musulmani riuniti per celebrare la pace".

Il pontefice sottolinea questa unità anche con immagini tratte dalla Bibbia e ricorda che per costruire il tempio di Gerusalemme, il re Salomone chiese a un libanese, Hiram di Tiro, di preparare il legno di cedro e le sculture, a forma di ghirlande di fiori (cfr. 1 Re 5,22; 1 Re 6,18). "Il Libano  - ha aggiunto il papa - era presente nel Santuario di Dio. Possano il Libano di oggi, i suoi abitanti, continuare ad essere presenti nel santuario di Dio! Possa il Libano continuare ad essere uno spazio in cui gli uomini e le donne vivano in armonia e in pace gli uni con gli altri per offrire al mondo non solo la testimonianza dell'esistenza di Dio, primo tema del Sinodo trascorso, ma ugualmente quella della comunione tra gli uomini, secondo tema dello stesso Sinodo, qualunque sia la loro sensibilità politica, comunitaria e religiosa!".

"Prego Dio per il Libano - ha aggiunto -  affinché viva in pace e resista con coraggio a tutto ciò che potrebbe distruggerla o minacciarla. Auguro al Libano di continuare a permettere la pluralità delle tradizioni religiose e a non ascoltare la voce di coloro che vogliono impedirla. Auguro al Libano di rafforzare la comunione fra tutti i suoi abitanti, qualunque sia la loro comunità e la loro religione, rifiutando in modo risoluto tutto ciò che potrebbe condurre alla disunione, e scegliendo con determinazione la fraternità. Questi sono fiori graditi a Dio, virtù che sono possibili e che converrebbe consolidare radicandole maggiormente".

E ha concluso: "Dio benedica il Libano e tutti i libanesi. Non cessi di attirarli a sé per donare loro la vita eterna! Li colmi della sua gioia, della sua pace e della sua luce! Dio benedica tutto il Medio Oriente! Su ciascuno e ciascuna di voi invoco di tutto cuore l'abbondanza delle Benedizioni divine. « لِيُبَارِك الربُّ جميعَكُم » [Dio vi benedica tutti!]".

 -/www.asianews.it -

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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