Intervista a don Roberto Panizzo, della Pia Unione dei Figlie e Figli del Cuore Immacolato di Maria
Una delegazione del MPV italiano ad agosto è andata in in “missione” a Medjugorje, per presentare l’iniziativa popolare UNO di Noi. Sono state raccolte circa 4500 firme in occasione del Festival dei Giovani. Ad ospitare i volontari del MPV è stato don Roberto Panizzo, della Pia Unione dei Figlie e Figli del Cuore Immacolato di Maria, presso la Casa da lui retta, che sorge proprio dietro la chiesa parrocchiale di Medjugorje. La casa è sorta nel 1990 per l’accoglienza dei pellegrini. L’accoglienza si è trasformata in una condivisione tra Don Roberto, la Pia Unione e il MPV.
Don Roberto è nato a Milano e appartiene a questa comunità fin da ragazzo. Nel 1968 ha conosciuto la fondatrice, Suor Maria Liliana, da allora ha cominciato a frequentare le Figlie e i Figli del Cuore Immacolato di Maria (www.ffcim.org).
Zenit lo ha intervistato.
Chi è Suor Maria Liliana, la Fondatrice, e com’è nata questa comunità?
Don Roberto Panizzo: Sr Maria Liliana è nata nel 1913 da una famiglia ricca di Milano. Prima di 3 figli ha avuto un'infanzia serena, felice, e una famiglia molto unita. Già sin da giovane era in ricerca. Ragazza inquieta, vivace, sportiva, si è sentita sempre molto attratta da Dio. Per questo ha deciso di entrare nella comunità delle Orsoline di S. Carlo dove era andata a scuola da ragazzina. Nel 1943 ha fondato il primo nucleo delle Figlie del Cuore Immacolato di Maria a San Salvatore (Varese). Lei pensava ad una comunità che vivesse in una parrocchia e che si dedicasse a varie attività; sognava un Istituto che avesse come convento le chiese, “Suore senza convento” è il titolo di un suo libro autobiografico dove i corridoi del convento sono le vie di questo paese. Voleva comunicare e far conoscere Gesù senza legarsi ad un’attività specifica.
Nel 1958 un fratello di Sr Maria Liliana morì tragicamente in un incidente d'auto. Pur essendo giovane lasciò tutti i suoi beni, ingenti, ai genitori che in ricordo del figlio vollero donarli interamente alla diocesi di Milano. Montini, il futuro Papa Paolo VI, l'Arcivescovo di allora, suggerì che si costruisse una scuola materna nella periferia di Milano, dove non c'era niente e stavano costruendo una parrocchia. La mia storia si collega a quella di Maria Liliana a questo punto, perché abitavo lì, ho visto la costruzione della scuola materna e mi sono inserito nell'oratorio.
Allora esisteva solo la comunità femminile delle Figlie del Cuore Immacolato di Maria. Solo successivamente dopo l’esperienza missionaria in Brasile del Gruppo missionario giovanile (GMG) sono nate le vocazioni e quindi è nata la nuova comunità maschile e femminile.
Com’è nata la tua vocazione?
Don Roberto Panizzo: La mia ragazza di allora frequentava l'oratorio femminile e quando sr Maria Liliana nel 1967 è stata invitata ad andare in Brasile è nata la comunità missionaria. Noi giovani siamo stati invitati e coinvolti nell’evangelizzazione ed è stato entusiasmante.
In quel periodo ero già in crisi di vocazione: perso l’interesse per l’oratorio perché era limitato di fronte alle problematiche missionarie, perso l’interesse affettivo per la ragazza perché per quanto cara mi si aprivano altre prospettive, perso l’interesse per il lavoro…ho capito che per fare quello che volevo non dovevo aspettare 60 anni per la pensione ma potevo divertirmi subito facendo quello che facevo il sabato e la domenica, cioè donarmi agli altri.
Qual è il vostro carisma?
Don Roberto Panizzo: Sr Maria Liliana aveva sempre avuto un grande desiderio di fare conoscere Gesù - questo è un aspetto del nostro carisma- perché si era resa conto che non c’è cammino di fede, non c’è vita di fede se non c’è la conoscenza.
La spiritualità è un po’ questa secondo Maria Liliana: non tanto agire noi, quanto lasciare Gesù Cristo agire in noi comunitariamente, con lo spirito di famiglia, quindi non emergere, non lavorare come singoli, ma come comunità. In modo che creando dei luoghi di accoglienza, o attività dove si possa sperimentare in maniera concreta la presenza di Gesù, le persone possano riscoprire la loro fede. Quindi un lasciare agire: “Lascia che Dio agisca in te” diceva Sr. Maria Liliana,come se Gesù ci chiedesse “non preoccuparti, lasciami fare che faccio io”.
Il carisma non è neanche l’evangelizzazione, è l’unità. Le persone percepiscono che il segno della presenza dell’amore di Dio e quindi la presenza del regno di Dio è l’unità. Unità non intesa come uniformità monolitica, come un gruppo che pensa e si gestisce alla stessa maniera perché ha gli stessi parametri, lo stesso sorriso, la stessa impostazione. Siamo profondamente diversi, ci scorniamo ogni tanto, ma l’unità è possibile nella diversità se c’è la presenza, l’azione di Gesù Cristo che dobbiamo lasciare agire in noi. In effetti le persone sono colpite da questo, da un clima familiare di armonia che, nonostante noi, Gesù Cristo riesce a realizzare, perché noi siamo delle teste dure.
La comunità adesso è rimasta piuttosto limitata come numero. Maria Liliana diceva infatti che non saremmo mai stati tanti, come il granello di senape. Per adesso siamo 2 sacerdoti, 3-4 seminaristi, la massa nostra è composta dalle suore, poi ci sono famiglie.
Attualmente abbiamo varie case: due in Brasile per l’ evangelizzazione, dove tra l’altro abbiamo fatto formazione/evangelizzazione anche per la difesa della vita spiegando che cos’era l’aborto; una a Roma; a Malnate abbiamo un campeggio; nei santuari di Medjugorje e Fatima abbiamo due case di accoglienza dove la nostra attività di far conoscere Gesù passa attraverso Maria. Attraverso la disponibilità delle persone, che sono aperte alla grazia, grazie all’intervento di Maria che opera in questi luoghi in maniera straordinaria, troviamo che sia il luogo ideale per far percepire alle persone che a partire dal battesimo sono chiamate a collaborare al progetto di Dio.
Fatima e Medjugorje sono unite; voi avete una casa a Fatima e una a Medjugorje dove c’è una Maria viva. Cosa significano queste due apparizioni?
Don Roberto Panizzo: Durante il Festival dei Giovani 2012, ho fatto la salita al Podbrdo tentando di trovare il senso ed il perché di queste apparizioni a Medjugorje. Ogni apparizione della Madonna (Guadalupe, Lourdes, Rue du Bac, La Salette, Fatima, Kibeho, ecc.) è legata ad un epoca e ad un momento di crisi. Sto finendo di leggere un libro che collega l’avvento del nazismo alle apparizioni di Banneux e Beauraing; per esempio Guadalupe è legata alla Riforma, Fatima al comunismo e alla Russia. Allora a Medjugorje che è così anomala a che cosa è legato? Secondo me che è legata all’unità e alla fede. Non a caso inizia l’anno della fede.
Per me Fatima è “il messaggio”, grandioso e mondiale, abbraccia. Non è legato solo alla pace e al pericolo della 2a guerra mondiale e poi ancora del comunismo ma prospetta il trionfo del Cuore Immacolato di Maria. Ci da gli strumenti, ci allerta e non tanto quanto alla scoperta di pratiche particolarmente elaborate, sono quelle di sempre, rosario, preghiera, conversione, quanto all’intenzione, questo è per me il messaggio innovativo e rivoluzionario. La Madonna, a Fatima specificamente, differentemente da tutte le altre apparizioni, chiede la consacrazione al Cuore Immacolato di Maria: la consacrazione della Russia, la consacrazione dei Paesi, la consacrazione degli Stati, delle Diocesi, la consacrazione personale. Lega il realizzarsi di questo progetto che viene chiamato poi il trionfo del Cuore Immacolato di Maria, alla consacrazione. Se non ci sarà la consacrazione fatta in una determinata maniera il Cuore Immacolato di Maria non trionferà. L’esempio più eclatante l’abbiamo avuto per il comunismo. Giovanni Paolo II nel 1984 fece la consacrazione giusta, ma altre ne erano state fatte prima, da Paolo VI e da altri Papi; anche dopo l’attentato a Giovanni Paolo II nell’81, quando nell’82 il Papa è venuto, venne fatta una consacrazione. Non sono state valide, secondo quanto diceva Lucia, perché mancava l’Unità della Chiesa; doveva essere la Chiesa intera a farlo. Nel 1984 il Papa, Giovanni Paolo II, ha scritto circa un anno prima a tutti i Vescovi invitandoli a preparare le loro diocesi a questo evento. Ha voluto poi la statua originale della Madonna di Fatima in Vaticano e il 25 marzo del 1984 ha consacrato di nuovo la Russia. Dopo pochi mesi l’impero sovietico è imploso senza colpo ferire. Questo per dire com’è importante la consacrazione ma quando è vissuta non come iniziativa di qualcuno, anche se addirittura del Papa, ma quando è una cosa di massa. Io ricordo personalmente quanto ho girato in Diocesi con questa specifica attività, in scuole parrocchie e collegi, a spiegare cos’era la consacrazione e poi a preparare. In tante diocesi, quasi tutte, ci sono stati momenti di preghiera solenne in cattedrale con religiosi, laici, sacerdoti che si sono consacrati al Cuore Immacolato di Maria il 25 marzo.
Che cosa c’è di geniale in questo? Non è il fatto di dire il rosario tutti i giorni, ma di offrire le sofferenze per riparare ai peccati commessi contro il cuore di Gesù e di Maria, come sempre anche l’angelo chiede ai bambini di Fatima. L’ultimo messaggio di Fatima, che è il messaggio per eccellenza, dice “Non offendano più il signore Gesù cristo che è molto offeso”. Il dolore di Dio perché ama, perché è Padre, perché vede le sue creature perdersi, è il dolore più grande per un padre e per una madre. Non è neanche quello che tocca direttamente loro ma passa attraverso le sue creature che si perdono. Allora guardando a questo dolore e cercando di ripararlo con la propria conversione, si ripara e si ricostruisce, si da gloria a Dio, si riconosce Dio.
Il secondo aspetto presente in tutte le richieste dell’Angelo (Fatima) e successive è per la conversione dei poveri peccatori. Esiste una massa di nostri fratelli e non possiamo amare il Padre se non consideriamo i nostri fratelli, non c’è un’ esperienza distaccata, è parallela.
L’importante è l’intenzione che noi mettiamo, non dobbiamo fare cose speciali, dobbiamo mettere un’intenzione speciale. Un esempio: ci sono due recipienti per bere, uno è un calice di cristallo di murano, uno è un vaso di ceramica che usiamo come calice della messa. Come valore quello di cristallo è maggiore dal punto di vista commerciale; ma cosa lo rende prezioso? Il contenuto, uno lo usi per bere il Porto, l’altro ha un valore commerciale molto inferiore, però è l’uso che se ne fa infatti viene chiamato vaso sacro, l’uso è divino! La consacrazione non da un valore commerciale, materiale alla persona ma quando una persona dice liberamente “aderisco, faccio della mia vita, dei miei gesti, del mio quotidiano qualcosa di orientato alla volontà di Dio, al suo progetto”, io rendo sacra quella cosa e diventa estremamente preziosa.
Questo offre una dimensione nuova per vivere la propria vita: io resto me stesso con le mie debolezze, ma mi offro ogni giorno a Cristo, oriento a Cristo le mie attività, il mio essere… Da Fatima a Medjugorje?
Don Roberto Panizzo: Proprio questo è stato il progetto e la richiesta. La Madonna non ha chiesto niente di speciale, dire il rosario quotidianamente, magari male con i bambini, ma nelle famiglie si diceva sempre, era una cosa fissa. Non abbiamo risposto, c’è stata una guerra, c’è stata la diffusione del comunismo. Il male più grande è che si è disintegrata un certo tipo di fede, di rapporto con Dio, con la chiesa e con la religione. Infatti la religione è stata abbattuta - oppio dei popoli- non solo la cattolica, ma l’ortodossa in Russia, la religione protestante e via dicendo. Allora qui a Medjugorje la Madonna ci ha ripreso per riportarci a quel minimo di maturità religiosa perché arrivassimo a comprendere ciò che ci aveva proposto a Fatima e che non è stato capito, è stato disatteso. Chi l’ha capito un pò parzialmente, es. i vescovi del Portogallo che hanno fatto questa consacrazione e il Portogallo non è entrato nella 2° guerra mondiale, è stato preservato, secondo la promessa dell’Angelo. Allora qui a MJ la Madonna ha cominciato a proporre 7 pater ave e gloria. Non è che sapessero pregare molto di più i ragazzi, si, c’era quella fede, come c’è un po’ adesso, religiosità naturale, devozionismo. Invece la Vergine vuole far maturare un certo tipo di fede per farci comprendere la consacrazione. Per cui io dico è vero che MJ è la continuazione di Fatima, ma per riportarci a quel messaggio.
Perché la Madonna qui sta apparendo da così tanto tempo?
Don Roberto Panizzo: Unità e fede che cosa manca, cos’è che la Madonna è venuta a controbattere qui di male? Non è l’illuminismo, non è l’evoluzionismo, tutte legate a varie apparizioni, non è il pericolo del comunismo, della rivoluzione francese, del combattimento della fede: è venuta a combattere un male subdolo che ormai è entrato nella nostra società e che solo la fede e non la “fede in”, può controbattere.
di Elisabetta Pittino - ZENIT -
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