ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 27/09/2012

PARLA, ALZATI E CAMMINA!... UNA DELLE ULTIME GUARIGIONI AVVENUTE A MEDJUGORJE AD AGOSTO

Post n°7476 pubblicato il 27 Settembre 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

(Di cui anche Ivan ne ha testimoniato recentemente.) - Belgian Miraculously Cured In Medjugorje^

Pascale Gryson-Selmeci, abitante del Braban belga, sposa e madre di famiglia, testimonia la sua guarigione avvenuta a Medjugorje, venerdì 3 agosto dopo aver preso la Comunione durante la S. Messa. La signora sofferente di una „leucoencefalopatia“, malattia rara ed incurabile i cui sintomi appartengono a quelli delle forme di sclerosi a placche, partecipa al pellegrinaggio organizzato a fine luglio, in occasione del pellegrinaggio dei giovani. Patrick d’Ursel, uno degli organizzatori, è stato testimone della sua guarigione.

Secondo i testimoni, quest’abitante del Braban belga, era malata dall’età di 14 anni, e non era neanche più in grado di esprimersi. Dopo aver preso la S. Comunione, Pascale ha avvertito dentro di sè una forza. Con grande sorpresa del suo sposo e dei suoi cari, ad un certo punto si mette a parlare e...si alza dalla sua sedia! Patrick d’Ursel ha raccolto la testimonianza di Pascale Gryson.

„La mia guarigione l’avevo chiesta da molto tempo. Bisogna sapere che erano più di 14 anni che ero malata. Sono sempre stata credente, profondamente credente, al servizio del Signore in tutta la mia vita, e quindi quando i primi sintomi (ndr. Della malattia) si sono manifestati, durante i primi anni, ho chiesto e supplicato. Anche altri membri della mia famiglia si sono associati alle mie preghiere ma la risposta che attendevo non arrivava (quantomeno quella che mi aspettavo io)ma ne arrivarono altre! – ad un certo punto, mi sono detta che, senz’altro, il Signore preparava altre cose per me. Le prime risposte che ottenni furono delle grazie per poter meglio sopportare la mia malattia, la grazia della Forza e della Gioia. Non una gioia continua, ma profonda, nel più profondo dell’anima; si potrebbe dire la punta suprema dell’Anima che, anche nei momenti più cupi, rimaneva in balìa della gioia di Dio. Io credo fermamente che la mano di Dio sia sempre rimasta su di me. Non ho mai nemmeno dubitato del Suo amore per me, nonostante questa malattia avrebbe potuto farmi dubitare dell’Amore di Dio per noi.

Da qualche mese, mio marito David ed io, abbiamo ricevuto una chiamata pressante per recarci a Medjugorje, senza sapere quello che Maria stesse preparando per noi, sembrava una forza assolutamente irresistibile. Questa forte chiamata mi ha molto sorpresa, soprattutto per il fatto che l’avessimo ricevuta in coppia, mio marito ed io, con la medesima intensità. I nostri figli, invece, sono rimasti del tutto indifferenti, sembrava quasi che fossero refrattari alla malattia quanto a Dio... Mi chiedevano continuamente perchè Dio concedesse la guarigione ad alcuni e ad altri no. Mia figlia mi diceva: „Mamma, perchè tu che preghi, non preghi per la tua guarigione?“. Ma io avevo accettato la mia malattia come un dono di Dio, dopo tanti anni di cammino.

Vorrei condividere con voi quello che questa malattia mi ha donato. Penso che non sarei la persona che sono ora, se non avessi avuto la grazia di questa malattia. Ero una persona molto sicura di me; il Signore mi aveva fatto dei doni dal punto di vista umano; ero un’artista brillante, molto fiera; avevo studiato l’arte della parola ed il mio percorso scolastico era stato facile e un pò fuori dal comune (...). Riassumendo, io penso che questa malattia abbia spalancato il mio cuore e schiarito il mio sguardo. Perchè questa è una malattia che tocca tutto il tuo essere. Ho perso veramente tutto, ho toccato il fondo sia fisicamente, spiritualmente e psicologicamente, ma ho potuto anche sperimentare e capire nel mio cuore quello che vivevano gli altri. La malattia mi ha dunque aperto il cuore e lo sguardo; io penso che prima ero cieca e ora posso vedere quello che gli altri vivono; li amo, ho voglia di aiutarli, ho voglia di stargli accanto. Ho potuto sperimentare anche la ricchezza e la bellezza della relazione con il prossimo. La nostra relazione di coppia si è approfondita al di là di ogni speranza. Non avrei mai potuto immaginare una tale profondità. In una parola ho scoperto l’Amore (...).

Poco prima della partenza per questo pellegrinaggio, abbiamo deciso di portarci anche i nostri due figli. Mia figlia mi ha quindi – posso dire, dato l’ordine“ – di pregare per la mia guarigione, non perchè lo volessi io o lo desiderassi, ma perchè lo voleva lei (...). Li ho così incoraggiati, sia lei che mio figlio, a chiederla loro stessi questa grazia, per la loro mamma e lo hanno fatto superando ogni loro difficoltà o rivolta interiore.

D’altra parte, per mio marito ed io, questo viaggio rappresentava una sfida inimmaginabile. Partire con due sedie a rotelle; non potendo rimanere seduta, occorreva una poltrona che potesse reclinarsi il più possibile, così ne abbiamo noleggiata una; avevamo un furgone non attrezzato ma delle „braccia volenterose“ si sono presentate a più riprese per portarmi, per uscire e poi rientrare...

Non dimenticherò mai la solidarietà che, per me, è il segno più grande dell’esistenza di Dio. Per tutti quelli che mi hanno aiutata non potendo io parlare, per l’accoglienza degli organizzatori, per ogni persona che ha avuto anche un solo gesto di solidarietà nei miei confronti, ho supplicato la Gospa di concedergli la sua benedizione speciale e materna e di restituirgli il centuplo di bene di quello che ognuno di loro aveva donato a me. Il mio più grande desiderio era di assistere all’apparizone di Maria a Mirjana. Il nostro accompagnatore ha fatto sì che mio marito ed io potessimo partecipare. E così ho vissuto la grazia che non potrò mai dimenticare: varie persone si sono alternate nel portarmi con la sedia-portantina nella folla compatta, sfidando le leggi dell’impossibile, affinchè potessi raggiungere il luogo dove sarebbe avvenuta l’apparizione di Maria (...). Una religiosa missionaria ci parlava, ripetendoci il messaggio che Maria aveva destinato soprattutto agli ammalati (...).

L’indomani, venerdì 3 agosto, mio marito si è incamminato per il monte della Croce. Faceva molto caldo ed il mio sogno più grande era di di poterlo accompagnare. Ma non c’erano portantini disponibili ed il mio stato era molto difficile da poter gestire. Era preferibile che rimanessi a letto... Ricorderò quel giorno come il „più doloroso“ della mia malattia... Nonostante avessi l’apparecchio per l’apparato respiratorio attaccato, ogni respiro mi risultava difficile (...). Anche se mio marito, era partito con il mio consenso – e non avrei mai voluto che rinunciasse – non riuscivo a compiere nessuna azione delle più semplici quale bere, mangiare o prendere le medicine. Ero inchiodata al mio letto...non avevo nemmeno la forza di pregare, faccia a faccia con il Signore...

Mio marito è rientrato molto felice, profondamente toccato da quello che aveva appena vissuto sul cammino della croce. Pieno di compassione nei miei confronti, senza che nemmeno dovessi spiegargli la minima cosa, aveva capito che il cammino della croce, lo avevo vissuto nel mio letto (...).
A fine giornata, nonostante la fatica e lo sfinimento, Pascale Gryson e suo marito si sono recati davanti a Gesù Eucarestia. La signora prosegue:

Sono partita senza il respiratore, perchè il peso di diversi kg di quell’apparecchio appoggiato sulle mie gambe, mi era diventato insopportabile. Siamo arrivati in ritardo...oso a malapena dirlo... alla proclamazione del Vangelo... (...). Al nostro arrivo, ho iniziato ad implorare lo Spirito Santo con una gioia inesprimibile. Gli ho chiesto di prendere possesso di tutto il mio essere. Gli ho espresso nuovamente il mio desiderio di appartenergli completamente nel corpo, nell’anima e nello spirito (...). La celebrazione è proseguita fino al momento della Comunione, che attendevo intensamente. Mio marito mi ha portata nella fila che si era creata sul retro della Chiesa. Il sacerdote ha attraversato la navata con il Corpo di Cristo, superando tutte le altre persone in attesa in fila, dirigendosi direttamente verso di noi. Abbiamo fatto la Comunione entrambi, gli unici della fila in quel momento. Ci siamo allontanati per lasciare il posto agli altri e perchè potessimo iniziare la nostra azione di grazia. Ho sentito un profumo potente e dolce (...). Ho sentito allora una forza attraversarmi da una parte all’altra, non un calore ma una forza. I muscoli inutilizzati fino a quel momento sono stati investiti da una corrente di vita. Ho detto quindi a Dio: „Padre, Figlio e Spirito Santo, se pensi di fare quello che io credo, e cioè di realizzare questo miracolo impensabile, ti chiedo un segno e una grazia: fai in modo che io possa comunicare con il mio sposo“. Mi sono girata verso mio marito e ho cercato di dirgli „senti questo profumo?“ mi ha risposto nel modo più normale del mondo „no, ho il naso un pò tappato“! allora gli ho risposto „ovvio“, perchè non sentiva la mia voce da un anno oramai! E per svegliarlo gli ho aggiunto „hey, sto parlando, mi senti?“. In quel momento avevo capito che Dio aveva compiuto la sua opera ed in un atto di fede, ho tirato fuori i miei piedi dalla poltrona e mi sono messa in piedi. Tutte le persone che mi erano intorno in quel momento, hanno realizzato quello che stava succedendo (...). I giorni seguenti, il mio stato è migliorato di ora in ora. Non ho più voglia di dormire continuamente e i dolori legati alla mia malattia hanno lasciato il posto a incurvature dovute allo sforzo fisico che non riuscivo più a compiere oramai da 7 anni...

I suoi figli come hanno accolto la notizia?“, chiede Patrick d’Ursel. Risposta di Pascal Gryson:

Credo che i ragazzi siano molto felici ma bisogna però specificare che mi hanno conosciuta quasi solo in veste di malata e che ci vorrà un tempo di adattamento anche per loro.
Che cosa desidera fare ora nella sua vita?

E‘ una domanda molto difficile perchè quando Dio offre una grazia, è una grazia enorme (...). Il mio desiderio più grande, che è quello anche del mio sposo, è di mostrarci riconoscenti e fedeli al Signore, alla sua grazia, e per quanto ne siamo capaci, di non deluderlo. Quindi per essere veramente concreta, quello che mi sembra chiaro in questo momento, è che potrò finalmente prendermi la responsabilità di essere madre e sposa. E‘ prioritaria questa cosa.

La mia speranza profonda è quella di poter vivere allo stesso modo una vita di preghiera parallellamente a quella di vita incarnata, terrestre; una vita di contemplazione. Vorrei inoltre essere in grado di rispondere a tutte quelle persone che mi chiederanno aiuto, chiunque esse siano. E di testimoniare l’Amore di Dio nella nostra vita. E‘ probabile che altre attività mi si presenteranno davanti ma, ora come ora, non voglio prendere decisioni alcune senza un profondo e chiaro discernimento, aiutata da una guida spirituale e sotto lo sguardo di Dio.

Patrick d’Ursel ringrazia Pascale Gryson per la sua testimonianza, ma chiede che le foto che possono essere state scattate durante il pellegrinaggio, non vengano diffuse specialmente su Internet per salvaguardare la vita privata di questa mamma. E precisa: „Pascale potrebbe avere anche una ricaduta, perchè si sono già verificati eventi del genere. Occorre che siamo prudenti così come lo chiede la Chiesa stessa“.

Dal sito: http://www.medjugorje.ws/it/articles/belgian-miraculously-cured-in-medjugorje/

 
 
 

IL SIGNORE REGNA SULLA STORIA E SCONVOLGE IL "SISTEMA" DEL MALIGNO

Post n°7475 pubblicato il 27 Settembre 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Nell’Udienza Generale del 12 settembre 2012, continuando la sua «scuola della preghiera» sull’Apocalisse, Benedetto XVI ha esaminato la seconda parte del libro sacro, ricavandone preziose indicazioni per una teologia della storia. Secondo il Pontefice, «mentre nella prima parte la preghiera è orientata verso l’interno della vita ecclesiale, l'attenzione nella seconda è rivolta al mondo intero».

Come nella prima parte, l’assemblea dei primi cristiani ascolta un messaggio dell’apostolo Giovanni proposto da un lettore. Ma nella seconda parte la visione del mondo e della storia che emerge dai messaggi è drammatica e alternativa. Emergono due mondi «in rapporto dialettico tra loro: il primo lo potremmo definire il “sistema di Cristo”, a cui l’assemblea è felice di appartenere, e il secondo il “sistema terrestre anti-Regno e anti-alleanza messo in atto dall’influsso del Maligno”, il quale, ingannando gli uomini, vuole realizzare un mondo opposto a quello voluto da Cristo e da  Dio». L’assemblea è chiamata a «leggere in profondità la storia» in preghiera, cogliendo il drammatico scontro fra il «sistema» di Cristo e quello del diavolo.

Nella seconda parte dell’Apocalisse sono proposti «tre simboli, punti di riferimento da cui partire per leggere la storia: il trono di Dio, l’Agnello e il libro».

Il primo simbolo è il trono, su cui siede qualcuno «che Giovanni non descrive, perché supera qualsiasi rappresentazione umana; può solo accennare al senso di bellezza e gioia che prova trovandosi davanti a Lui». Si tratta dello stesso «Dio onnipotente che non è rimasto chiuso nel suo Cielo, ma si è fatto vicino all’uomo, entrando in alleanza con lui; Dio che fa sentire nella storia, in modo misterioso ma reale, la sua voce simboleggiata dai lampi e dai tuoni». I ventiquattro anziani e i quattro esseri viventi stanno intorno al trono e «rendono lode incessantemente all’unico Signore della storia».

Il secondo simbolo è il libro, «che contiene il piano di Dio sugli avvenimenti e sugli uomini; è chiuso ermeticamente da sette sigilli e nessuno è in grado di leggerlo». Consapevole di questa «incapacità dell’uomo di scrutare il progetto di Dio», Giovanni «sente una profonda tristezza che lo porta al pianto». Ma «c’è un rimedio allo smarrimento dell’uomo di fronte al mistero della storia: qualcuno è in grado di aprire il libro e di illuminarlo».

Questo qualcuno si rivela nel terzo simbolo: l’Agnello, cioè Gesù Cristo immolato sulla croce, che qui però appare «in piedi, segno della sua Risurrezione. Ed è proprio l’Agnello, il Cristo morto e risorto, che progressivamente apre i sigilli e svela il piano di Dio, il senso profondo della storia».

Questi simboli sono molto importanti anche per noi oggi, in quanto «ci ricordano qual è la strada per saper leggere i fatti della storia e della nostra stessa vita». Il senso della storia si capisce solo nella preghiera, che è «come una finestra aperta che ci permette di tenere lo sguardo rivolto verso Dio». Ma, per andare più in profondità, dobbiamo chiederci: «in che modo il Signore guida la comunità cristiana ad una lettura più profonda della storia?». Anzitutto, risponde il Pontefice, «invitandola a considerare con realismo il presente».

È questo il significato del gesto dell’Agnello, che apre i primi quattro sigilli del libro e mostra così alla Chiesa «il mondo in cui è inserita, un mondo in cui vi sono vari elementi negativi.

Vi sono i mali che l’uomo compie, come la violenza, che nasce dal desiderio di possedere, di prevalere gli uni sugli altri, tanto da giungere ad uccidersi (secondo sigillo); oppure l’ingiustizia, perché gli uomini non rispettano le leggi che si sono date (terzo sigillo). A questi si aggiungono i mali che l’uomo deve subire, come la morte, la fame, la malattia (quarto sigillo)».

Quanto al primo sigillo, offre la chiave di lettura per gli altri tre, e invita a porsi di fronte al male con realismo senza però mai perdere la speranza: «E vidi: ecco, un cavallo bianco. Colui che lo cavalcava aveva un arco; gli fu data una corona ed egli uscì vittorioso per vincere ancora» (Ap 6,2). «Nella storia dell’uomo – commenta il Papa – è entrata la forza di Dio, che non solo è in grado di bilanciare il male, ma addirittura di vincerlo; il colore bianco richiama la Risurrezione: Dio si è fatto così vicino da scendere nell’oscurità della morte per illuminarla con lo splendore della sua vita divina; ha preso su di sé il male del mondo per purificarlo col fuoco del suo amore».

Ed è ancora nella preghiera che la Chiesa si convince e annuncia al mondo che «il male in definitiva non vince il bene, il buio non offusca lo splendore di Dio». Il male è presente nella storia, ma «come cristiani non possiamo mai essere pessimisti; sappiamo bene che nel cammino della nostra vita incontriamo spesso violenza, menzogna, odio, persecuzione, ma questo non ci scoraggia».

Ecco allora che, dopo una visione estremamente realistica del male presente nella storia umana, s’innalza una preghiera di lode: i ventiquattro anziani e i quattro esseri viventi cantano un «cantico nuovo», celebrando l’Agnello che farà «nuove tutte le cose» (Ap 21,5). Ma attenzione: «questo rinnovamento è anzitutto un dono da chiedere». Dobbiamo chiedere al Signore «con insistenza che il suo Regno venga, che l’uomo abbia il cuore docile alla signoria di Dio, che sia la sua volontà ad orientare la nostra vita e quella del mondo».

I ventiquattro anziani e i quattro esseri viventi hanno in mano, oltre alla cetra con cui accompagnano il loro canto, «delle coppe d’oro piene di incenso» (5,8a) che rappresentano «le preghiere dei santi» (5,8b). Nello stesso tempo un angelo tiene in mano un turibolo d’oro in cui pone continuamente i grani d’incenso, «cioè le nostre preghiere, il cui soave odore viene offerto insieme alle preghiere che salgono al cospetto di Dio» (cfr Ap 8,1-4). La visione c’insegna che «non esistono preghiere superflue, inutili; nessuna va perduta. Ed esse trovano risposta, anche se a volte misteriosa, perché Dio è Amore e Misericordia infinita».

L’angelo – continua il testo dell’Apocalisse – «prese l’incensiere, lo riempì del fuoco preso dall’altare e lo gettò sulla terra: ne seguirono tuoni, rumori, fulmini e scosse di terremoto» (Ap 8,5). Questa immagine ci riporta alla visione drammatica della storia; «Dio non è insensibile alle nostre suppliche, interviene e fa sentire la sua potenza e la sua voce sulla terra, fa tremare e sconvolge il sistema del Maligno».

Infine, Gesù ripete diverse volte: «Ecco, io vengo presto» (Ap 22,7.12). Secondo il Pontefice, qui non è indicata «solo la prospettiva futura alla fine dei tempi, ma anche quella presente: Gesù viene, pone la sua dimora in chi crede in Lui e lo accoglie». «L’assemblea, allora, guidata dallo Spirito Santo, ripete a Gesù l’invito pressante a rendersi sempre più vicino: “Vieni” (Ap 22,17a). È come la “sposa” (22,17) che aspira ardentemente alla pienezza della nuzialità. Per la terza volta ricorre l’invocazione: “Amen. Vieni, Signore Gesù” (22,20b); e il lettore conclude con un’espressione che manifesta il senso di questa presenza: “La grazia del Signore Gesù sia con tutti” (22,21)».

Il Papa ribadisce che «pur nella complessità dei simboli» l’Apocalisse è una «grande preghiera liturgica comunitaria », la cui ricchezza «fa pensare a un diamante, che ha una serie affascinante di sfaccettature, ma la cui preziosità risiede nella purezza dell’unico nucleo centrale»: Gesù Cristo, Signore della storia e Signore della preghiera, il cui sistema si contrappone senza posa a quello «anti-Regno» del Maligno.

di Massimo Introvigne - ZENIT -

 
 
 

40 GIORNI "COAST TO COAST" A FAVORE DELLA VITA

Post n°7474 pubblicato il 27 Settembre 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

È partita ieri in 316 città del mondo la campagna comunitaria di impegno sociale che focalizza lattenzione sul male dellaborto al fine di fermarlo

È partita ieri, mercoledì 26 settembre, la 5° edizione di 40 Days for Life (http://40daysforlife.com), 40 giorni per la vita, una campagna pro-vita che si svolge in 316 città di USA, Canada, Sud America, Australia, Europa e Uganda, fino al 4 novembre 2012.

40 Days for Life è la mobilitazione coordinata pro-life più diffusa e duratura  di tutta la storia, secondo gli organizzatori. La prima campagna del 2007 contava 89 città degli Stati Uniti. Da allora la mobilitazione ha coinvolto persone “di fede e di coscienza” in 440 città nel mondo, dove hanno avuto luogo circa 1894 campagne individuali.

Una campagna che ha sempre registrato grandi numeri: più di 525mila persone si sono riunite per pregare e digiunare con l’intento di far cessare gli aborti. Oltre 15 mila congregazioni e Chiese hanno partecipato alle campagne di questi anni. Finora ben 5.928 bambini sono stati salvati dall’aborto grazie ai quaranta giorni. Sessantanove “abortion workers” - persone che lavoravano per l’aborto - hanno lasciato il loro lavoro e in generale “la fabbrica degli aborti”. Ventiquattro abortion facilities, centri per l’aborto dell’ IPPF, hanno chiuso i battenti.

Inoltre, centinaia di donne e uomini sono stati risparmiati dalle tragiche sofferenze dell’aborto e circa 2100 nuove esperienze sono state presentate su giornali, riviste, radio e tv in Usa e oltre. I frutti ci sono insomma. Molte persone con esperienze abortive hanno iniziato un percorso di cura per il post aborto grazie a questo evento.

Ma più nello specifico, cos’è “40 Days for Life”? È una campagna comunitaria di impegno sociale che focalizza l’attenzione sul male dell’aborto con il fine di fermarlo, attraverso un programma in tre punti: preghiera, digiuno, veglie itineranti davanti alle cliniche o agli ospedali dove si procurano gli aborti. In particolare, essa ha l’intenzione di mostrare, in maniera pacifica, alle comunità locali, le conseguenze dell’aborto sul loro territorio, per amici e famiglie.

“I 40 giorni sono ispirati dalla storia biblica, dove Dio usa il periodo di 40 giorni o anni per trasformare individui, comunità, il mondo intero” dichiarano gli organizzatori. “Da Noè nel diluvio, a Mosé sul monte, a Gesù nel deserto, è chiaro che Dio vede il valore trasformativo per il suo popolo della sfida dei 40 giorni” aggiungono.

I 40 giorni di campagna sono gestiti da volontari locali delle città coinvolte. Un piccolo ufficio locale coordina le comunicazioni, provvede al traininge ad altre risorse per i volontari. L’obiettivo è di raggiungere uno spirito di unità, mediante Cristo, attraverso preghiera, digiuno e attivismo pacifico con l’intento di far passare le menti e i cuori delle persone da una cultura di morte ad una cultura della vita.

“Il Signore ci ha detto che alcuni demoni possono essere scacciati solo con la preghiera e il digiuno - dicono gli organizzatori -. Il digiuno è una forma di preghiera fisica. Si può digiunare dal cibo, dalla TV, dall’alcool, da ogni cosa che ti separa da Dio. È, dunque, un modo di dare testimonianza”.

La componente più visibile della campagna sono le costanti veglie di preghiera fuori  dalle cliniche abortive. Gli organizzatori sperano che esse possano continuare per 24 ore al giorno durante l’intero periodo di campagna.

Ha poi un notevole rilievo l’attività sociale svolta durante i 40 Days: il messaggio pro vita è portato alle comunità locali attraverso iniziative educative mirate. Il lavoro porta a porta raggiunge tante persone e i volantini informativi riescono ad accrescere la consapevolezza di che cosa sia l’aborto. Il coinvolgimento della Chiesa, dei media e dei campus è poi fondamentale per la riuscita dell’evento.

“Dopo tanti anni di aborto legalizzato, molte persone di fede stanno facendo esperienza di un rinnovato senso di speranza!” concludono gli organizzatori, ripetendo infine entusiasti lo slogan dei 40 Days for Life: “Prega per porre fine all’aborto!”

di Elisabetta Pittino - ZENIT -

 
 
 

ATTO DI RIPARAZIONE AL DELITTO DELL'ABORTO

Post n°7473 pubblicato il 27 Settembre 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

O Dio, nostro Padre, che nel tuo infinito amore per noi, vuoi che tutti gli uomini siano salvi, con la fede e l'amore della Chiesa, che porta nel suo cuore di Madre il "Desiderio del Battesimo" per tutti i bambini del mondo, desidero esprimere questa sua carità, battezzando nel Nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo tutti i bambini che oggi saranno uccisi nel grembo delle loro madri con l'aborto.

Con questo atto di fede e di carità intendo con tutta la Chiesa:

1 - Offrire, per le mani immacolate di Maria SS.ma, con il Sangue di Gesù, quello di tutti i bambini uccisi con l'aborto, implorando, per il sacrificio delle loro vite, pietà e misericordia per l'umanità.


2 - Riparare il grave delitto dell'aborto che, mentre sopprime la vita del concepito, lo priva della grazia del battesimo.


3- Pregare per la conversione di tutti gli operatori dell' arto, orribile delitto e collaboratori che sottoscrive Condanne dell'uomo, della donna, del medico, dello Stato".


4 - Pregare per la conversione di quanti, con i potenti mezzi della comunicazione sociale, sostengono, giustificano e difendono questo gravissimo peccato, disconoscendo il Magistero della Chiesa e di Cristo.


5 - E infine, per invocare misericordia su quanti, ingannati e sedotti da questi mezzi potenti, si allontanano dall'amore di Dio Padre.

Credo - Padre nostro - Ave, o Maria - Gloria al Padre


Mio Dio
credo, adoro, spero e ti amo;
ti domando perdono
per tutti quelli
che non credono,
non adorano, non sperano
e non ti amano.

 
 
 

GIORNATA MONDIALE PER L'ABORTO, ATTO DI INCIVILTA' SUPREMO: RIPARIAMO SUBITO

Post n°7472 pubblicato il 27 Settembre 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Venerdì 28 settembre verrà celebrato il “Global Day of Action for Access to Safe and Legal Abortion“: si manifesterà pubblicamente, cioè, per chiedere che le norme giuridiche che nel mondo già consentono la soppressione della vita umana innocente quando essa è ancora nel grembo della madre vengano ulteriormente liberalizzate.

L’iniziativa giunge in concomitanza con le nuove direttive tecniche riguardanti l’aborto emanate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che punta al medesimo obiettivo. Il documento, intitolato “Safe abortion:  technical and policy guidance for health systems” (“Aborto sicuro: guida tecnica e politica per il sistema sanitario”) afferma tra le altre cose:

“(…) I professionisti sanitari che invocano l’obiezione di coscienza devono avviare la donna ad un altro professionista con buona formazione e disposto a fare l’intervento, lavorando nello stesso centro sanitario o in un altro centro d’accesso facile autorizzato alla pratica secondo la legislazione nazionale. Quando questo avvio non è possibile, il professionista sanitario che ha delle obiezioni sull’aborto deve praticarlo lui stesso per salvare la vita della donna o per evitare danni alla sua salute”.

Di fronte all’invecchiare dei propri militanti, alla mancanza di entusiasmo delle femministe odierne e alla riduzione dei medici che praticano l’aborto, le lobby pro-morte utilizzeranno l’ imposizione dell’aborto “sempre e comunque” per far avanzare la cultura pro morte.

Venerdî 28 settembre si svolgeranno così manifestazioni a favore dell’aborto in più di 30 Paesi del mondo, con il prevedibile vasto e ricco appoggio di stampa, forze politiche, organizzazioni attivistiche.

Si tratterà, cioè, di un’autentica

GIORNATA PER L’ABORTO

Vale a dire una vera e propria celebrazione della

CULTURA DELLA MORTE

Occorre dunque REAGIRE ADESSO!


Indirizzi al direttore del suo giornale un’e-mail di profonda indignazione e protesta. Se vuole potrà copiare e incollare questo messaggio:

Egr. Direttore, ho appreso che in data 28 settembre gli abortisti di tutto il mondo manifesteranno pubblicamente per chiedere l’abolizione degli ultimi ostacoli all’aborto libero: tra questi l’obiezione di coscienza. Come lettore del suo giornale mi piacerebbe leggere una vostra presa di posizione contro questo nuovo attacco alla vita nascente e al sacro diritto alla libertà di coscienza del personale medico, fatta dalla lobby dell’aborto.

Cordialmente,

Firma__________

Ecco gli indirizzi mail ai quali inviare la lettera:

lettere@liberoquotidiano.it

lettere@ilfoglio.it

lettere@lastampa.it

lettere@unita.it

rubrica.lettere@repubblica.it

redazione@ilmanifesto.it

lettere@corriere.it

segreteria@ilgiornale.it

letterealsole@ilsole24ore.com

diaconale@opinione.it

segreteria.redazione@adnkronos.com

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Bisogna però soprattutto pregare e domandare di pregare affinché la suddetta “giornata mondiale per l’aborto” fallisca i propri intenti, trasformandosi in un fiasco colossale. Impegniamoci allora nella recita del santo Rosario, venerdì 28 settembre stesso, pregando Maria Vergine e Madre con questa precisa intenzione.

FACCIAMO CELEBRARE SANTE MESSE DI RIPARAZIONE!!!

LA DIFESA DELLA VITA VALE SEMPRE QUALCHE MINUTO DEL NOSTRO TEMPO


Contatti: info@associazione-vogliovivere.it - (Associazione VoglioVivere) - http://www.marciaperlavita.it/2012/09/26/appello-contro-la-giornata-mondiale-per-laborto/

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Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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