ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 05/11/2012

PAOLO BROSIO, OVVERO LA GIOIA DI CHI RITROVA DIO

Post n°7598 pubblicato il 05 Novembre 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Paolo Brosio, conduttore tv molto conosciuto delle reti Rai e Mediaset (TG4, Domenica In, Stranamore, Quelli che il calcio…, Linea Verde, telecronista-tifoso delle partite della Juventus per Mediaset Premium, inviato all’Isola dei famosi eccetera), spesso ospite di programmi tv di intrattenimento, è passato qualche anno fa attraverso una profonda crisi, personale e di valori, che lo ha condotto a un rinnovamento profondo per la scoperta della fede e la subitanea conversione a un cristianesimo consapevole. Dopo la sua “rinascita”, che lo ha portato più e più volte in pellegrinaggio alla collina di Medjugorje dove ancora appare la Madonna ad alcune veggenti a trent’anni dalla prima volta, Brosio ha messo a disposizione la sua notorietà per spiegare quanto gli è successo, da “un passo dal baratro” – come il titolo del primo libro scritto dopo la conversione – alla gioia e serenità che dice di provare oggi che si è messo in pace con Dio, ma soprattutto con sé stesso. A Bratislava per presentare l’edizione slovacca del suo Profumo di lavanda (Vôňa levandule, uscito a fine primavera in Slovacchia per i tipi LUC con la traduzione di Dagmar Sabolova-Princic), lo abbiamo incontrato giovedì scorso nel bel mezzo di una serie di appuntamenti con radio, televisioni e personalità della Chiesa slovacca.

Buongiorno Slovacchia: La sua storia professionale è stata molto varia. Come spettatori abbiamo iniziato a conoscerla naturalmente vent’anni fa, nella terribile stagione giudiziaria e giornalistica di Mani Pulite, momento che ha segnato un’epoca della storia recente d’Italia. Oggi di nuovo c’è un problema di corruzione, di “mani pulite”, che forse non è mai passato. Come vede lei la situazione?

Paolo Brosio: La vedo male. Non si può essere ottimisti, né fiduciosi vedendo quello che sta accadendo in questo momento in Italia. Dal punto di vista dell’economia, dell’occupazione, della responsabilità etico-sociale della classe politica in generale, sia a livello di regioni che a livello parlamentare purtroppo assistiamo a scandali ripetuti.Tant’è che l’attuale esecutivo è espressione di un governo tecnico. C’è necessità di un rinnovo della classe politica e di uscire dalle vecchie logiche di potere fine a sé stesso, dove si mette in atto purtroppo una forma di legami parentali e relazioni [che favoriscono i favoritismi e il clientelismo-ndr] che danno atto a continue violazioni delle leggi, tra finanziamento ai partiti, corruzione e altro. Tanto che ogni giorno c’è uno scandalo… D’altra parte, però, sono fiducioso del fatto che le nuove generazioni trovino spazio per occupare posizioni che diano sollievo alle imprese e alla classe politica. Il futuro è senz’altro nelle mani dei giovani. Purtroppo in Italia il ricambio generazionale avviene con una lentezza esasperante, e a cinquant’anni si viene ancora considerati “giovani”. Bisogna dare più spazio ai giovani. Fare in modo che ci sia una nuova classe politica e che i cervelli della finanza, della ricerca, dell’università non fuggano, ma piuttosto che possano avere un futuro nel loro Paese per creare una classe dirigente, dalla cultura all’economia, alla politica, a una macchina dello Stato che sia sempre più efficiente. Il momento è difficile ma io penso che oggi, dopo aver provato su me stesso una profonda conversione, ci siano da recuperare in gran parte anche i valori cristiani nel senso più genuino del termine, cioè che tutto debba essere risolto sempre sulla base di un’orientamento verso quelli che sono i valori della culla della nostra storia e della nostra tradizione. Anche chi non crede non può non riconoscere che tutto ciò di cui è permeata l’Italia parte da una radice storica cristiana, che non può non essere riconosciuta e rivalutata. Oggi, purtroppo, Dio è stato messo fuori dalla porta del nostro cuore. Certamente, io credo, non si può sconfiggere la crisi economica se prima non andiamo a risolvere quelli che sono i valori etici, cristiani soprattutto. Basterebbe prendere i dieci comandamenti: lì c’è già una risposta, senza andarsi a guardare il Codice penale.

BS: La sua ultima parabola di vita è stata segnata da una conversione cristiana che l’ha portata repentinamente da una vita segnatamente legata al benessere materiale e alla perdita dei valori morali, dovuta a una serie di fatti personali dolorosi in particolare nel campo degli affetti, a una nuova vita regolata dalla fede.

PB: C’è stato un momento particolare nel quale ho subito un precipizio morale in seguito a eventi drammatici come la morte di mio padre in circostanze particolari, un incendio doloso in una società dove insieme ad altri soci avevo cento dipendenti, una separazione matrimoniale traumatica dalle conseguenze disastrose per il mio  animo… La mia reazione a questa sequenza di fatti amari, mentre cercavo di trovare una ragione in quello che mi era successo, è stata usare gli strumenti che conoscevo, e dunque il lavoro, 24 ore al giorno, il rifarmi sulla forza della ragione,  ma anche una trasgressione esasperata dopo la separazione, del genere “chiodo scaccia chiodo”, fino ad arrivare all’abisso: la ricerca del male per distruggere il male stesso …  sesso, alcol, cose che non avevo mai fatto in misura così esasperata. Arrivando a un certo punto anche a rischiare la vita. Ed è solo una volta arrivato al fondo mentre ero preso in questa morsa senza speranza, che mi sono reso conto che sono arrivato per esclusione, e dopo aver ormai provato tutto, a scoprire Dio. Ho trovato allora nella preghiera una forza incredibile per combattere queste difficoltà drammatiche, e allo stesso tempo un’arma potente contro il male. Io allora, all’interno del mio io, trovavo tutte le risposte: gli ascolti, lo share, l’auditel, la pubblicità che mi ha dato un benessere increbile – io che ero partito come giornalista di quotidiani di provincia e dunque non conoscevo la ricchezza. Ma è stata proprio questa impreparazione che mi ha lasciato prima cadere nel culto dell’immagine per sé stessa e poi, alle prime difficoltà, a franare come una pera cotta. Cominciare di nuovo a pregare, dopo trent’anni nei quali ero stato completamente lontano da Dio, non è stato facile, e questo malgrado la mia famiglia fosse molto cattolica; ma mi ha fatto ritrovare l’umiltà nella sofferenza. E la preghiera, piano piano, mi ha ricostruito come uomo, come anima, come ragione e come professionista, riportandomi forse a un momento di splendore che non avevo conosciuto nemmeno nei momenti più belli della mia vita passata, nemmeno quando avevo fatto alcuni dei programmi più importanti della televisione italiana. Ho trovato un appoggio forte nei valori cristiani, che oggi non abbandonerò mai più.

BS: Che cos’è la fede?

PB: La fede è una forza che non è quantificabile dal punto di vista scientifico, né razionale, né chimico, né fisico né matematico… ma alla quale ci si può aggrappare in maniera così forte che permette di superare ostacoli impensabili. Questa è la fede. È una fonte spirituale. Una questione di cuore, non di cervello, che porta a valori di amore, carità, pazienza, umiltà che sono difficilissimi per noi uomini da raggiungere ma che piano piano te li fa conquistare e fornisce una base solida su cui appoggiare la propria vita.

BS: Molti santi e padri della Chiesa (Sant’Agostino e San Paolo fra gli altri) hanno fatto una vita amorale o distorta prima di una piena conversione. È necessario conoscere il peccato nel suo senso più ampio per poi riconoscere Dio?

PB: Mah, io racconto la mia testimonianza, che non deve né può essere considerata oggettiva e universale. Se anche una sola persona si riconosce nella mia testimonianza e può servirgli per uscire da una crisi famigliare, dal dolore di una ferita data da una persona amata e persa per sempre (che sia figlio, moglie, compagna di vita o altro), o per uscire da una dipendenza, che può essere simile alla mia – alcol, sostanze stupefacenti e sesso – e si ritrova attraverso la preghiera… se una sola persona si salvasse, io sarei davvero felice.

BS: Questo suo coinvolgimento nella scrittura, sulla sua vicenda di conversione e su Medjugorje, la sente come una missione? Utilizzando la sua visibilità e notorietà per…

PB: Io la sento come un destinare la mia vita a saldare un debito con Dio, che mi ha salvato. Come una riconoscenza. E per far conoscere alla gente la possibilità di utilizzare la religione, la fede, come un’arma contro le difficoltà della vita. Una cosa alla quale io non avevo proprio pensato: un’utilizzo speculativo della fede. E così dell’eucarestia, dei sacramenti più importanti, quelli fondamentali della vita cristiana, dalla preghiera alla meditazione della parola di Dio, come strumenti contro il male. Cioè contro le tentazioni, contro la possibilità di scivolare nel peccato. Ed è una forza inaudita, che eleva l’uomo dal punto di vista umano e spirituale e gli permette di fronteggiare le difficoltà del vivere quotidiano. Ci sono aspetti che sono forse anche troppo sottolineati, come i miracoli… la persona che va a Lourdes ammalata e torna guarita… Dio è onnipotente, per chi ha una fede forte, e quindi può anche fare questo. Ma la vera questione è un’altra, cioè che la vicinanza a questi grandi luoghi di spiritualità, a queste sorgenti inesauribili di spiritualità [Lourdes, Medjugorje e altri luoghi di pellegrinaggio-ndr], in realtà ti dà forza per fronteggiare questa malattia anche senza guarirla, anche senza una visione “magica” della fede. Sono due mondi completamente diversi, un conto è l’esoterismo, la magia, che secondo me sono la porta del male, del demonio, mentre la fede è una pace, una serenità del cuore anche e soprattutto nel momento della tribolazione. Parlare di fede quando tutto va bene è più facile. Ma quando una persona si trova ad affrontare una malattia, una difficoltà, il dolore di una ferita morale che può essere ancora più violenta di un grave tumore… lì la fede diventa essenziale, perché ti permette di superare le tempeste, con una dignità e con una serenità… e di non fare più sbagli.

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LE NOSTRE PAROLE HANNO IL POTERE DI GUARIRE O FERIRE

Post n°7597 pubblicato il 05 Novembre 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Le mie parole hanno il potere di ferire o guarire. Le parole che parliamo riflettono quello che c’è e coltiviamo nel nostro cuore. Affinché dalla mia bocca possano uscire parole che edificano, che incoraggino, che siano di beneficio a chi ascolta, dovevo cambiare il mio cuore, ed in particolare, mettere i pensieri giusti dentro il mio cuore! Dovevo cambiare il modo di pensare e vedere le cose.
 
Nessuna cattiva parola esca dalla vostra bocca;
ma se ne avete qualcuna buona,
che edifichi secondo il bisogno, ditela,
affinché conferisca grazia a chi l’ascolta"
(Efesini 4,29)


Ricordo il momento in cui ho letto queste parole: mi hanno letteralmente colpito, scosso, inciso fino a raggiungere la parte più profonda di me….mi ero resa conto che le mie parole spesso distruggevano!

Le mie parole hanno il potere di ferire o guarire.

L'Evangelista Luca (Lc 6,45) dice: “L’uomo buono dal buon tesoro del [suo] cuore tira fuori il bene, e l’uomo malvagio dal malvagio [tesoro del suo cuore] tira fuori il male; perché dall’abbondanza del cuore parla la sua bocca.”

Le parole distruttive escono da un cuore malvagio, un cuore alimentato da bugie, rabbia, risentimenti, ostilità, gelosie, incomprensioni, incapacità di perdonare, impazienza, delusioni, amarezze….Le parole che parliamo riflettono quello che c’è e coltiviamo nel nostro cuore.
Meditando il versetto di Luca, ho capito che, affinché dalla mia bocca possano uscire parole che edificano, che incoraggino, che siano di beneficio a chi ascolta, dovevo cambiare il mio cuore, ed in particolare, mettere i pensieri giusti dentro il mio cuore! Dovevo cambiare il modo di pensare e vedere le cose.

Ho iniziato a chiedermi allora:
Che cosa ascolto?
Che cosa guardo?
Che cosa leggo?
Dove metto il mio cuore, le mie passioni….che cosa cerca il mio cuore?
Dove e come trascorro il mio tempo?
Con chi trascorro il mio tempo?
Diventiamo, infatti, come la compagnia che intratteniamo, e ci conformiamo a quello che ascoltiamo, leggiamo, e guardiamo!
Tu cosa metti nel tuo cuore?

In un commentario biblico ho trovato questo suggerimento che ho trovato molto utile:
Prima di parlare, PENSA:
Le mie parole sono VERE?
Le mie parole AIUTANO?
Le mie parole INSPIRANO?
Le mie parole sono NECESSARIE?
Le mie parole sono GENTILI?

Prima di parlare, facciamo una pausa…..abbiamo allora due scelte di fronte: soddisfare temporaneamente la nostra carne e coltivare pensieri distruttivi nel nostro cuore che portano amarezza e frustrazione; o decidere di seguire lo Spirito (e quindi Gesù), mettendo ogni pensiero in obbedienza alla Sua Parola.
“Io dico: camminate secondo lo Spirito e non adempirete affatto i desideri della carne”. – (Galati 5,16) “e tutto ciò che si eleva orgogliosamente contro la conoscenza di Dio, facendo prigioniero ogni pensiero fino a renderlo ubbidiente a Cristo” – (2 Corinzi 10,5)


Ti assicuro che questa seconda scelta porta a coltivare la pace e la gioia nel cuore.
Cambiare è difficile, doloroso, e richiede tempo; occorre sottomettersi a Dio, ed è un percorso fatto di piccoli passi.”Ma disponiamo di un’arma potente: La Parola del Signore. Dio ci equipaggia con tutto ciò di cui abbiamo bisogno, e ci fortifica per poter affrontare e superare le nostre battaglie con la Sua Parola.
“Infatti la parola di Dio è vivente ed efficace, più affilata di qualunque spada a doppio taglio, e penetrante fino a dividere l’anima dallo spirito, le giunture dalle midolla; essa giudica i sentimenti e i pensieri del cuore.” - (Ebrei 4,12)

C’è potenza nella Parola: “così è della mia parola, uscita dalla mia bocca: essa non torna a me a vuoto, senza aver compiuto ciò che io voglio e condotto a buon fine ciò per cui l’ho mandata.” – (Isaia 55,11)

Studiare, Meditare, Pregare la Parola. Trascorrere del tempo nella Parola, significa alimentare il nostro cuore con la Parola. Allora la Parola diventa parte di noi, diventa la lente con la quale vediamo le cose per quello che sono veramente, ci trasforma, ci cambia, e lo Spirito Santo inizia a guidarci.

Rivolgi al Padre una preghiera personalizzando quei passi della Bibbia che più parlano al tuo cuore, o copia questa che ho scritto io….leggi questi versetti a voce alta:

 
Abba Padre,

Nessuna parola della mia bocca può essere creduta (Salmo 5:9)

Insegnami la Tua verità e la Tua saggezza, mio Signore, aiutami a parlare ciò che è giusto (Salmo 37,30).

Il mio cuore è pieno di distruzione (Salmo 5,9),

Guarisci il mio cuore, O Signore. Tu sei Amore ed io desidero abitare in Te, ed essere riempita del tuo amore che libera e risana. Mio Signore, disseta ogni aridità presente nel mio cuore, fa sgorgare sorgenti d’acqua così da poter far nascere e crescere un giardino nel mio cuore, fino a traboccare.

La mia gola è un sepolcro aperto (Salmo 5,9),

Aiutami a non peccare con la mia lingua (Salmo 39,1).

Aiutami ad essere lenta a parlare, e lenta ad arrabbiarmi (Giacomo 1,19).

Aiutami a sorvegliare la mia bocca (Proverbi 21,23) e a frenare le mie labbra (Proverbi 10,19).

La mia lingua medita rovine; essa è simile a un rasoio affilato (Salmo 52,2),

Aiutami a superare e rimuovere il male nel mio cuore, parlare la verità (Salmo 52:3), cercare il bene e la pace (Salmo 34,14).

Aiutami a trattenere la Tua Parola nel mio cuore, così che non scivoli e vacilli il mio piede (Salmo 37,31) e così da non peccare contro di Te (Salmo 119,11).

Le mie parole feriscono come spade. Trasforma ed usa la mia lingua affinché possa avere parole di saggezza e affinché portino guarigione (Proverbi 12,18).

Usa le mie labbra per nutrire i molti (Proverbi 10,21), mio Signore, cambia la mia lingua in un albero di vita (Proverbi 15,4).

SIGNORE, poni una guardia davanti alla mia bocca, sorveglia l’uscio delle mie labbra (Salmo 141,3) affinché la mia bocca non parli ciò che è distruttivo, ma solo ciò che è utile per l’edificazione degli altri secondo ciò di cui hanno bisogno, e che possa beneficiare colui che ascolta. (Efesini 4,29)

Ti benedirò, O Signore, in ogni momento, e la Tua lode sarà sempre sulle mie labbra. (Salmo 34:1).

La mia lingua parlerà tutto il giorno della Tua giustizia (Salmo 71,24).

La mia lingua celebrerà e canterà la Tua Parola, perché tutti i tuoi comandamenti sono giustizia (Salmo 119,172).

Nel nome potente del mio Salvatore Gesù Cristo. Amen.

Nota che sottomettersi a Dio significa ottenere libertà; significa scambiare il nostro peggio con il Suo meglio!

(Quaderni Cannibali) -  donboscoland.it -

 
 
 

L'OMOSESSUALITA' E LA PAROLA DI DIO

Post n°7596 pubblicato il 05 Novembre 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

La concezione cristiana ci dice che bisogna sempre distinguere il rispetto dovuto alle persone, che comporta il rifiuto di ogni loro emarginazione sociale e politica (salva la natura inderogabile della realtà matrimoniale e familiare), dal rifiuto di ogni esaltata "ideologia dell'omosessualità", che è doveroso.

L'ideologia dell'omosessualità minaccia la libertà di pensiero: chi non la condivide rischia l'emarginazione culturale e sociale.

Riguardo al problema oggi emergente dell'omosessualità, la concezione cristiana ci dice che bisogna sempre distinguere il rispetto dovuto alle persone, che comporta il rifiuto di ogni loro emarginazione sociale e politica (salva la natura inderogabile della realtà matrimoniale e familiare), dal rifiuto di ogni esaltata "ideologia dell'omosessualità", che è doveroso.

La parola di Dio, come la conosciamo in una pagina della lettera ai Romani dell'apostolo Paolo, ci offre anzi un'interpretazione teologica del fenomeno della dilagante aberrazione culturale in questa materia: tale aberrazione – afferma il testo sacro – è al tempo stesso la prova e il risultato dell'esclusione di Dio dall'attenzione collettiva e dalla vita sociale, e della renitenza a dargli la gloria che gli spetta (cfr. Romani 1, 21).

L'estromissione del Creatore determina un deragliamento universale della ragione: "Si sono perduti nei loro vani ragionamenti e la loro mente ottusa si è ottenebrata. Mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti" (Romani 1, 21-22). In conseguenza di questo accecamento intellettuale, si è verificata la caduta comportamentale e teorica nella più completa dissolutezza: "Perciò Dio li ha abbandonati all'impurità secondo i desideri del loro cuore, tanto da disonorare fra loro i propri corpi" (Romani 1, 24).

E a prevenire ogni equivoco e ogni lettura accomodante, l'apostolo prosegue in un'analisi impressionante, formulata con termini del tutto espliciti:

"Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; infatti le loro femmine hanno cambiato i rapporti naturali in quelli contro natura. Egualmente anche i maschi, lasciando il rapporto naturale con la femmina, si sono accesi di desiderio gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi maschi con maschi, ricevendo così in se stessi la retribuzione dovuta al loro traviamento. E poiché non ritennero di dover conoscere Dio adeguatamente, Dio li ha abbandonati alla loro intelligenza depravata ed essi hanno commesso azioni indegne" (Romani 1, 26-28).

Infine san Paolo si premura di osservare che l'abiezione estrema si ha quando "gli autori di tali cose... non solo le commettono, ma anche approvano chi le fa" (cfr. Romani 1, 32).

È una pagina del libro ispirato, che nessuna autorità terrena può costringerci a censurare. E neppure ci è consentita, se vogliamo essere fedeli alla parola di Dio, la pusillanimità di passarla sotto silenzio per la preoccupazione di apparire non "politicamente corretti".

Dobbiamo anzi far notare il singolare interesse per i nostri giorni di questo insegnamento della rivelazione: ciò che san Paolo rilevava come avvenuto nel mondo greco-romano, si dimostra profeticamente corrispondente a ciò che si è verificato nella cultura occidentale in questi ultimi secoli. L'estromissione del Creatore – fino a proclamare grottescamente, qualche decennio fa, la "morte di Dio" – ha avuto come conseguenza (e quasi come intrinseca punizione) un dilagare di una visione sessuale aberrante, ignota (nella sua arroganza) alle epoche precedenti.

L'ideologia dell'omosessualità – come spesso capita alle ideologie quando si fanno aggressive e arrivano a essere politicamente vincenti – diventa un'insidia alla nostra legittima autonomia di pensiero: chi non la condivide rischia la condanna a una specie di emarginazione culturale e sociale.

Gli attentati alla libertà di giudizio cominciano dal linguaggio. Chi non si rassegna ad accogliere la "omofilia" (cioè l'apprezzamento teorico dei rapporti omosessuali), viene imputato di "omofobia" (etimologicamente la "paura dell'omosessualità). Deve essere ben chiaro: chi è reso forte dalla luce della parola ispirata e vive nel "timore di Dio", non ha paura di niente, se non della stupidità nei confronti della quale, diceva Bonhoeffer, siamo senza difesa. Adesso si leva talvolta contro di noi addirittura l'accusa incredibilmente arbitraria di "razzismo": un vocabolo che, tra l'altro, non ha niente a che vedere con questa problematica; e in ogni caso è del tutto estraneo alla nostra dottrina e alla nostra storia.

Il problema sostanziale che si profila è questo: è ancora consentito ai nostri giorni essere discepoli fedeli e coerenti dell'insegnamento di Cristo (che da millenni ha ispirato e arricchito l'intera civiltà occidentale), o dobbiamo prepararci a una nuova forma di persecuzione, promossa dagli omosessuali faziosi, dai loro complici ideologici e anche da coloro che avrebbero il compito di difendere la libertà intellettuale di tutti, perfino dei cristiani?

Una domanda rivolgiamo in particolare ai teologi, ai biblisti e ai pastoralisti. Perché mai in questo clima di esaltazione quasi ossessiva della Sacra Scrittura il passo paolino di Romani 1, 21-32 non è mai citato da nessuno? Come mai non ci si preoccupa un po' di più di farlo conoscere ai credenti e ai non credenti, nonostante la sua evidente attualità?

autore: Giacomo Biffi - donboscoland.it -

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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