ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 23/03/2014

INCONTRO DI FORMAZIONE PER ESORCISTI IN SICILIA: INTERVISTA AL PROMOTORE DELL'EVENTO

Post n°8914 pubblicato il 23 Marzo 2014 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

E' iniziato un incontro ormai fisso per i 35 sacerdoti esorcisti che svolgono il loro ministero in Sicilia. Alla sua decima edizione, l’incontro di formazione organizzato dal Centro regionale “Giovanni Paolo II” si tiene fino a domani a Poggio San Francesco nella diocesi di Monreale. Si parla di possessioni e di vessazioni diaboliche, ma anche di pratiche esoteriche e di terapie alternative. Numerosi, negli ultimi anni, i furti sacrileghi e triplicati in Sicilia i casi di persone bisognose dell’intervento dell’esorcista, come conferma al microfono di Adriana Masotti, fra' Benigno Palilla, esorcista, promotore dell’evento:

R. – Io sono mancato da Palermo per sette anni, ma tornando ho notato una recrudescenza, per quanto riguarda la possessione e la vessazione, diciamo in maniera generale, di persone che hanno bisogno veramente dell’esorcista e quindi dell’esorcismo.

D. – Oltre alla possessione vera e propria si parla anche di partecipazione a messe nere, sedute spiritiche, ricorso a maghi e cartomanti, terapie alternative. E nell’incontro di quest’anno si punta l’attenzione proprio su questo aspetto: le terapie alternative...

R. – Ci sono delle terapie alternative che creano qualche problema. Fino a che punto hanno un loro valore scientifico e fino a che punto invece possano nascondere qualche situazione, qualcosa di magico, vorremmo approfondirlo attraverso persone esperte in questo campo.

D. – Qual è il compito dell’esorcista? Quando entra in campo? Solo nel caso di possessione vera e propria oppure anche in altri casi minori?

R. – L’esorcista interviene sia per quanto riguarda la possessione strettamente detta, cioè quando il demonio s’impossessa del corpo, sospende le facoltà di intelligenza, memoria e volontà. Questa è la forma più grave, ma noi interveniamo anche quando c’è la vessazione, cioè nel momento in cui dall’esterno il maligno agisce sulla persona attraverso idee e pensieri ossessivi, che possono essere una patologia, ma possono essere suscitati dal maligno. Interveniamo anche in caso d’infestazione diabolica, cioè quando una casa è infestata: armadi che si spostano da una parte all’altra, finestre e porte che si aprono da sole. Interveniamo anche quando oggetti nascondono a volte la presenza malefica del maligno. Venendo, infatti, a contatto con certi oggetti, l’individuo potrebbe avere delle conseguenze negative. Casi molto rari, evidentemente. Oppure interveniamo in caso di avversione nei confronti della Chiesa, cosa che nasconde a volte un’azione non ordinaria del maligno, come potrebbe essere una tentazione, ma qualcosa in più.

D. – Immagino che l’esorcista lavori anche a contatto con degli specialisti...

R. – Certo, io nel mio caso ho un’equipe medica, ho uno psicopatologo forense, una pedagogista, una psicologa, due medici generici. Adesso si è unito anche uno psichiatra, primario di un ospedale. Quindi, quando i casi sono più complessi, convoco l’equipe, con cui li esamino, e poi tiriamo le somme.

D. – Con che animo lei svolge il suo ministero?

R. – Tutto avrei voluto fare meno che l’esorcista, solo che il Signore mi ha chiesto questo servizio e per amore di Lui ho detto: “Va bene”. Non che io mettessi in discussione l’esistenza del diavolo, ma non m’interessava più di tanto. Poi, naturalmente, una volta nominato esorcista, ho dovuto cominciare a studiare, a partecipare a convegni nazionali e internazionali. Il cammino che stiamo facendo è molto interessante. Quello che mi sembrava amaro si è convertito in dolcezza dell’anima e del corpo. Adesso faccio questo servizio ben volentieri, trattandosi di persone che soffrono.

D. – Fra Benigno, noi dobbiamo aver paura del diavolo?

R. – No, assolutamente. È lui che ha paura di noi. Naturalmente lui cerca di crearci paure. Una volta mi ha detto: “Io questa notte verrò e ti bastonerò”. Adesso sono qui e ho notato che il Signore mi protegge. E lui che aveva fatto lo spavaldo ha aggiunto: “Effettivamente non posso fare niente contro di te, perché c’è un angelo che ti custodisce”. Non c’è da aver paura del maligno.

D. – Ecco, sì, ma io intendevo come cristiani, nel senso di stare attenti a non cadere nelle tentazioni...

R. – Nelle tentazioni d’accordo, ma anche per esempio evitare di aprire delle finestre pericolose. Un’eventuale seduta spiritica apre delle finestre pericolose. Partecipare ad un rito satanico è una finestra pericolosissima. L’esercitare la magia, quella vera è un pericolo grossissimo. Quindi lì bisogna stare attenti.

D. – Come si spiega l’aumento di queste, non dico possessioni, ma comunque manifestazioni del diavolo, in diversi modi? Perché si sono aperte troppe finestre?

R. – Probabilmente. Penso di sì. C’è un’aggressione, attualmente, che noto da parte del maligno, sia sul piano della semplice tentazione che su altri piani di azione straordinaria. Come spiegarlo? C’è da pensare che ci sia qualcosa che effettivamente facilita questa attività del maligno.

D. – Quindi la prudenza è un modo per difendersi da questo pericolo?

R. – La prudenza, il vivere costantemente in grazia, lo stare a contatto con il Signore, praticare i sacramenti, questo è come uno scudo che ci difende. Certe esperienze, che si fanno, di peccato, ma di un certo spessore, certo possono creare problemi anche sul piano dell’azione del maligno. Una cosa che vorrei dire a livello ecclesiale è questo: le persone tormentate dal maligno sono quelle più povere, che la Chiesa deve amare di amore e di predilezione. Sono i nostri vescovi che ce lo dicono. La domanda che io faccio: quale amore di predilezione noi abbiamo per queste persone? Nella preghiera dei fedeli domenicale si è mai fatta un’intenzione per queste persone? Il ritardo delle liberazioni: noto per esempio che ci sono casi per cui, nonostante preghi da 10 anni, la liberazione definitiva non è ancora avvenuta. E mi domando: perché? L’esorcismo è liturgia, è la Chiesa che prega, quindi è la Chiesa che libera. Conseguenza: se dietro l’esorcista non c’è una Chiesa orante e penitente, le liberaziosi ritardano.


- Testo proveniente dal sito Radio Vaticana -

 
 
 

ELIMINARE OVUNQUE LE CROCI, ECCO LA NUOVA PAROLA D'ORDINE NEGLI STATI UNITI

Post n°8913 pubblicato il 23 Marzo 2014 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Negli Stati Uniti, ormai, la caccia ai cristiani è aperta. Senza quartiere, senza regole, sistematica e permanente. È feroce, ideologica, diabolica. Non lascia respiro, né scampo. Come ha denunciato lo scorso 14 marzo il sito Voice of the Persecuted: attivisti dell’American Humanist Association hanno addirittura sporto denuncia contro la Bladensburg Peace Cross, una croce eretta quasi un secolo fa, nel 1925, senza che mai alcuno avesse trovato alcunché da eccepire in merito.

Commemora anzi il sacrificio di 49 soldati originari della contea di Prince George, nel Maryland, caduti durante la prima guerra mondiale. Un segno di grande patriottismo, evidentemente sgradito, però, agli umanisti …

Sulla costa degli Usa esattamente opposta, a Lake Elsinore, in California, è la stessa organizzazione ad aver mostrato il proprio volto più crudele. Senza cuore e senza pietà, hanno costretto una madre a togliere la croce posta ai margini della strada, nel punto ove suo figlio aveva perso la vita a causa di un incidente. Ed ancora a Lake Elsinore un giudice ha impedito l’erezione di un monumento, che avrebbe dovuto raffigurare un soldato in ginocchio davanti alla tomba di uno dei commilitoni caduto in combattimento. Sconcertante la causa del veto: il fatto cioè che la tomba fosse indicata, com’è ovvio, da una croce.

Insomma, la croce disturba, abbatterla ovunque è diventato il nuovo obiettivo, anzi l’imperativo del secolarismo organizzato. Ma chi indica la sigla AHA, American Humanist Association? Si tratta di un’organizzazione fondata ufficialmente nel 1941, formalmente per promuovere i «valori progressisti» ed «atei». Si proclama indifferente a qualsiasi discorso di fede, ma di fatto svolge un’azione di radicale contrasto alla presenza religiosa in genere ed al Cristianesimo in particolare, che vorrebbe estromettere dalla società e dalle scuole, anche privando quelle religiose dei fondi pubblici. Per mille motivi. Paladini dello scientismo e del darwinismo più spinti, i suoi attivisti contrastano il ruolo pubblico della Chiesa, che sognano rinchiusa nelle sagrestie, promuovono l’aborto (definendo «estremisti religiosi» quanti vi si oppongano), contrastano l’obiezione di coscienza, sostengono l’indottrinamento sessista nelle aule, cercando d’impedire qualsiasi riferimento all’astinenza.

Vagheggiano un «governo laico», possibilmente universale: la loro, infatti, non rappresenta un’azione isolata, tutt’altro. Sono presenti in oltre 40 Paesi del mondo attraverso l’Internazionale Umanista e l’Ethical Union. Il patrimonio della Fondazione Umanista ammonta ad oltre 3 milioni di dollari (ma puntano a raggiungere presto quota 5 attraverso lasciti, eredità, finanziamenti, raccolte-fondi), editano riviste e libri, gestiscono media, promuovono convegni e campagne di sensibilizzazione.

Il nuovo fronte di scontro è dato dalla riforma sanitaria del Presidente Obama, plaudita, oltre che dagli umanisti, anche dalle meretrici del Nevada, ma bocciata dal buon senso e dalla Chiesa. Non tanto per il fatto di comportare il taglio di 2 milioni e mezzo di posti di lavoro nel giro di dieci anni, né per il fatto di provocare un aumento indiscriminato delle tasse (pari a mille miliardi di dollari), quanto per le sue conseguenze etiche: la riforma obbliga ospedali, università cattoliche ed imprese del terzo settore a dare ai propri dipendenti una copertura assicurativa anche per contraccettivi e farmaci abortivi. Ma rappresenta anche un grave attentato alla libertà religiosa, al punto da spingere la diocesi di Cheyenne, con diverse scuole e charities, a far causa allo Stato Federale. Proprio per questo gli attivisti dell’AHA ne hanno fatto un cavallo di battaglia. Fatti di fronte ai quali anche l’osservatore più sprovveduto ed ingenuo non potrebbe non cogliere i segni di un progetto cristianofobico, concertato a livello internazionale.

(Mauro Faverzani) - corrispondenzaromana.it -

 
 
 

IL VERO PROBLEMA: STA SPARENDO LA CONFESSIONE

Post n°8912 pubblicato il 23 Marzo 2014 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Lo scorso 7 marzo una ricerca che ho condotto per La nuova Bussola quotidiana ha rivelato che nel 75% delle parrocchie italiane i divorziati risposati si comunicano regolarmente, senza attendere che il Sinodo cambi eventualmente la dottrina. Dopo questa ricerca sono stato contattato da molti lettori, e anche da diversi vescovi, i quali mi hanno confermato che lo studio fotografa esattamente quanto accade nelle loro diocesi. Alcuni mi hanno indotto a riflettere su un problema più generale. I divorziati risposati sono solo la punta di un iceberg. Il vero problema è che la maggioranza di coloro che si comunicano non frequentano il sacramento della Confessione.

Lo si può sapere con ragionevole certezza, almeno per alcuni Paesi, a cominciare dagli Stati Uniti, dove l'Università di Georgetown pubblica periodicamente statistiche sulla Confessione. Da queste sappiamo che tra i cattolici americani che si comunicano quelli che si confessano almeno una volta all'anno - non è molto, ma è già qualcosa - erano il 15% nel 2009 e sono scesi al 12% nel 2013. Il 45% di coloro che si comunicano negli Stati Uniti non si sono mai confessati dopo avere raggiunto la maggiore età. In Europa non ci sono statistiche accurate come quelle di Georgetown, ma ci sono studi regionali sulla Germania, la Francia e l'Olanda, che suggeriscono percentuali ancora più basse di quelle americane. Da alcune ricerche sembrerebbe che ci siano aree del Nord Europa dove si confessa almeno una volta l'anno solo il 5% di chi fa la comunione. Come per altri casi, si potrebbe sperare che ci salvino i Paesi in via di sviluppo, ma secondo dati che vengono dal Pakistan, dove c'è una Chiesa di martiri viva ed entusiasta, anche qui le confessioni declinano a vista d'occhio.

L'Italia secondo una vecchia ricerca del 2009 aveva una percentuale del 40% di cattolici che si confessano almeno annualmente fra quelli che si comunicano. Poteva sembrare bassa ma era altissima, da record mondiale. A dare retta ad alcune ricerche regionali, starebbe però scendendo rapidamente e si attesterebbe oggi intorno alla metà, il 20%. Ci sono certo molte confessioni nei santuari, ma da altre ricerche risulta che in Italia ogni domenica si comunicano almeno cinque milioni di persone, e le centinaia o migliaia che si confessano nei santuari non bastano a cambiare le statistiche.

La tentazione del sociologo è sempre quella di esagerare con i numeri, ma questi bastano a delineare un quadro. La stragrande maggioranza dei cattolici che si comunicano non si confessano. Il problema è mondiale, benché con differenze regionali importanti. Le serie storiche mostrano che il declino è stato costante, e non è stato fermato né dalla popolarità planetaria del beato Giovanni Paolo II (1920-2005) né dalla precisione teologica di Benedetto XVI. Per quanto riguarda Papa Francesco, è troppo presto per avere dati precisi, ma queste onde lunghe sono sempre molto difficili da fermare.

Se i dati sono questi, i divorziati risposati sono una piccola parte del problema. Quasi il 90% di chi si mette in fila per fare la comunione negli Stati Uniti ogni domenica, il 95% in certe zone del Nord Europa, dal 60 all'80% in Italia non si confessa neppure una volta all'anno. Incrociando le statistiche sulla confessione con altre, è pressoché certo che tra costoro non ci siano solo divorziati rispostati ma conviventi prima e fuori del matrimonio, omosessuali praticanti, medici abortisti, politici che votano leggi immorali, massoni (esclusi dalla comunione secondo la «Dichiarazione sulla massoneria» del 1983, tuttora in vigore), e chi più ne ha più ne metta. A meno di credere che l'88% degli americani che si comunicano non commettano mai peccati gravi, un fiorire di santità che non si è mai visto nella storia della Chiesa.

Ancora, se le cose stanno così - e io credo che stiano proprio così -, si capisce meglio la strategia pastorale di Papa Francesco. Conosco le opinioni diverse esposte nel dibattito sulla crisi nella Chiesa promosso dal nostro giornale, ma a me sembra che il Papa - riprendendo del resto spunti di Benedetto XVI - abbia centrato esattamente il problema. Non è vero che non ci si confessa per senso della privacy, per non raccontare i fatti propri a un sacerdote. La maggioranza degli americani che vive al di sopra della soglia della povertà e ha qualche dollaro da spendere va almeno una volta all'anno da uno psicoterapeuta, cui racconta i fatti suoi a pagamento mentre la confessione è gratis. Per non parlare del successo di movimenti come Scientology, la cui attività principale consiste precisamente nell'aiutare i propri fedeli ad affrontare eventi negativi del passato che hanno dimenticato, anche qui a pagamento.

No: non ci si confessa non per malinteso senso della privacy ma perché non si crede più nella misericordia di Dio. E non si presta più attenzione alla misericordia perché non si ha più coscienza del peccato. Gli psicoterapeuti o Scientology non parlano di peccato ma di generici disturbi o di negatività. Questo è accettato, anche se tocca mettere mano al portafoglio per sentirselo dire, mentre confrontarsi con il peccato dà fastidio perché implica che la mentalità relativista corrente, secondo cui non esiste nessuna nozione oggettiva di bene e di male, abbia torto.

Ogni tanto qualche lettore - ma la maggioranza la pensa diversamente - si chiede perché la Bussola «perda tempo» a seguire il Papa nel suo Magistero quotidiano incentrato sulla misericordia di Dio che dopo tutto, si dice, è molto semplice, ripetitivo e privo di grande profondità teologica. Ma se si segue il Magistero di Papa Francesco com'è davvero - non come lo racconta «Repubblica» per esaltarlo in un modo sospetto e manipolatorio, o altri giornali e fogli per parlarne male - si scopre che i fiumi di misericordia che sgorgano dal costato di Cristo di cui parla tanto spesso il Pontefice non girano in tondo come, secondo la Scrittura, fanno gli empi, ma vanno sempre a sfociare in un luogo preciso: nei confessionali. Sarà una grande novità per chi legge il Pontefice tramite gli occhiali - dotati di lenti rosa o nere che siano - della stampa laica, ma quando si farà la storia del suo Magistero emergerà come Papa Francesco sia stato il Papa della Confessione. Ne parla tutte le settimane. Nel suo discorso finora più lungo, quello ai parroci romani per la Quaresima, ha parlato quasi solo di questo. Gli è perfino scappato detto che la Confessione ha una sua priorità tra tutti i sacramenti, il che è certamente vero quanto all'urgenza di riproporla. Perché la Chiesa senza Confessione, molto semplicemente, non c'è più. Non ci sono più il peccato, la misericordia, il perdono, la Redenzione.

Vogliamo combattere la dittatura del relativismo, di cui anche Papa Francesco ha parlato nel suo primo incontro con il Corpo Diplomatico, assimilandola alla povertà spirituale, non meno grave di quella materiale? Confessiamoci, e facciamo propaganda alla confessione. Ogni volta che ci mettiamo in coda a un confessionale combattiamo il relativismo, perché dichiariamo pubblicamente che il bene e il male non sono uguali, il bene si fa e il male si confessa. Appassioniamoci pure per i dibattiti sui divorziati risposati. Ma il problema non sono solo loro. Se non trova il modo di rilanciare la Confessione, nessuna «nuova evangelizzazione» potrà salvare gli uomini e le donne del nostro tempo dalla solitudine, dalla desolazione e dalla disperazione. Ascoltiamo uno dei tanti appelli alla Confessione di Papa Francesco: «Io dico a te: se tu hai un peso sulla tua coscienza, se tu hai vergogna di tante cose che hai commesso, fermati un po’, non spaventarti. Pensa che qualcuno ti aspetta perché mai ha smesso di ricordarti; e questo qualcuno è tuo Padre, è Dio che ti aspetta! Arrampicati, come ha fatto Zaccheo, sali sull’albero della voglia di essere perdonato; io ti assicuro che non sarai deluso» (Angelus, 3-11-2013).

di Massimo Introvigne - Lanuovabussolaquotidiana -

 
 
 

L'OROLOGIO DI MIRJANA, UN SEGNO PER CAPIRE LE APPARIZIONI DI MARIA A MEDJUGORJE

Post n°8911 pubblicato il 23 Marzo 2014 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Il 25 giugno 1981, il secondo giorno delle apparizioni, Mirjana chiese alla Vergine di poter dare loro un segno in modo che gli altri potessero credere che stavano vedendo la Madonna. Mirjana credette di aver ricevuto un segno quando la Madonna sorrise. Mirjana notò anche che il suo orologio aveva cambiato orario durante l’apparizione. Si era spostato indietro.

La maggior parte delle persone direbbero che questo è insignificante, non è di alcuna importanza. Ma la Madonna ha detto il 25 novembre 1991:

    [...] Pregate affinchè siate capaci di capire quello che Dio desidera dire attraverso la mia presenza e attraverso i messaggi che io vi do. [...]

Il 10 ° anniversario, 25 giugno 1991, la Madonna ha detto che:

    [...] Ci sono molti che non vogliono sentire i miei messaggi, nè accettare con serietà quello che io dico. Ma, per questo, invito voi e prego affinchè con la vostra vita e nella vita quotidiana testimoniate la mia presenza. Pregate. Dio vi aiuterà a scoprire la vera ragione della mia venuta. Perciò, figlioli, pregate e leggete la Sacra Scrittura affinchè, attraverso la mia venuta, possiate scoprire nella Sacra Scrittura il messaggio che è per voi. [...]

I veggenti hanno dichiarato che tutto ciò che fa la Madonna è importante. Non sono solo le sue parole, ma anche le sue azioni, le sue emozioni, i suoi gesti, ecc.
Quindi, a Mirjana fu dato un segno, e il suo orologio correva all’indietro. Non una grande cosa…fino a quando preghi…e capisci, e si metti tutti i messaggi in un contesto che lei ha definito essere “il suo tempo”.
Ivan ha detto che se la Madonna non fosse venuta, il mondo si sarebbe già autodistrutto.
Nel 1981, la pazienza di Dio con il mondo peccatore era agli sgoccioli, e anche il calice di Gesù era pieno. L’uomo era andato troppo oltre e il suo tempo era finito.
La Madonna ha continuato a supplicare Dio nel nome dell’umanità, perché le desse più tempo per portare il mondo alla conversione.
Ma il tempo era finito. Non c’era più tempo.
Ma, proprio come nella nozze di Cana, Gesù non poteva negare nulla a sua Madre. Andò davanti a Lui, e di nuovo Le disse che non c’era più tempo, il calice dell’uomo era invaso da iniquità. La Madonna difese l’uomo peccatore. La Madonna sapeva che non c’era più tempo per l’uomo, così chiese di invertire il tempo, per accordarle il tempo di riportare l’uomo a Dio, come Madre. E Dio glielo concesse per vedere se avrebbe potuto.
Siamo in un periodo di tempo, un tempo di grazia, che è stato ottenuto per noi dalla Santa Vergine Maria. E’ lei che ha ottenuto per noi un periodo di tempo che ci eravamo già giocati, eppure abbiamo l’opportunità di riprovare.
Mirjana chiese un segno e l’orologio andò indietro!
Era un segno apparentemente insignificante, ma un segno con un messaggio, un grande messaggio.
Quindi questo segno significava qualcosa, mostrare la grande misericordia di Dio, un periodo di conversione non meritato, ma che la Madonna ha ottenuto per noi.
Ricordiamolo, Ivan disse che se la Madonna non fosse venuta, il mondo si sarebbe già autodistrutto.

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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