ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 04/06/2015

IN NOME DELLA TRASPARENZA VANITY FAIR CALPESTA VERITA' E FELICITA'

Post n°9383 pubblicato il 04 Giugno 2015 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Bruce Jenner ora è Caitlyn Jenner

Uno dei motivi per cui mi ostino ad andare dal barbiere (mestiere in via di estinzione), anziché dal parrucchiere, è il minor rischio di imbattermi in Vanity Fair e riviste consimili. Almeno in questo assomiglio a Cesare Pavese: detesto i pettegolezzi. Almeno in questo assomiglio a Flaubert: “Ho sempre cercato di vivere in una torre d’avorio, ma una lurida marea ne investe le mura”. Grazie a internet la lurida marea ha raggiunto anche me e ora conosco ciò che avrei fatto volentieri a meno di conoscere ossia la storia di copertina di Vanity Fair: il campione di decathlon che a 65 anni, e dopo tre mogli e sei figli, diventa donna. Insomma un vecchio trans, una storia triste, una figura patetica, e mi vengono in mente certi film di Fassbinder, certi romanzi ambientati nel ventre di Napoli che collocavano il tutto nell’ambito narrativo giusto: la tragedia. Mentre adesso il settimanale della Condé Nast ribalta la questione e fa di Caitlyn Jenner un modello da seguire in nome di due ideali alla moda, trasparenza e felicità. “Bruce ha avuto sempre un segreto. Caitlyn non ha segreti” dice, con chissà quale voce, la chimera fotografata da Annie Leibovitz. Il milione di seguaci che in quattro ore si sono ovinamente incolonnati su Twitter (un record di gregarismo perfino per il gregaristico mondo dei social) rappresentano un’altra sconfitta per l’umanità dopo il referendum irlandese.

Il religioso Huckabee scomunicato dalla chiesa Transgender di Caitlyn per aver detto l’ovvio Sono l’avanguardia dell’umano impoverito, i militi di un nuovo tipo di vita brutalmente semplificata dall’esibizione permanente. Un segreto, un qualsiasi segreto, bello o brutto che sia, è qualcosa di prezioso, come sanno benissimo anche in Condé Nast dove per evitare fughe di notizie che avrebbero fatto perdere valore al servizio hanno lavorato con metodi da Cia o da Mossad: il giornalista aveva il computer scollegato, inaccessibile agli hacker, e la redazione era tenuta all’oscuro. Come mai un prodotto economico della tutto sommato modesta rilevanza di un articolo viene protetto con tanto impegno, mentre nessuno alza un dito per proteggere il cuore della creatura umana? Solo perché ognuno, compresa Caitlyn Jenner, ha diritto di disporre di sé fino alla completa distruzione della propria intimità? Non è così, non è questione di indifferenza, stavolta il relativismo non c’entra nulla, per trasformare un vecchio trans in una nuova star ci vuole ben altro che il vivi e lascia vivere, occorre un grande zelo mediatico e politico (Obama ha subito applaudito). Solo grazie a una mobilitazione imponente si può fare di un molto ex campione sportivo, il cui oro olimpico risale addirittura a Montreal 1976, un campione esistenziale. Campione nell’accezione di “chi difende con energia una nobile causa”: la causa appunto della trasparenza. Sei un uomo che si sente donna? Se certe sere ti travesti e vivi questo aspetto della tua personalità in un club appartato sei un ipocrita, uno squallido, se invece cambi sesso e ne meni vanto sei meritevole di copertine e contratti. Filosofi inascoltati in quanto senza follower hanno notato come l’attuale ipocrita lotta all’ipocrisia condivida col totalitarismo staliniano, e collettivista in genere, l’idea che la persona pudica, o comunque gelosa della propria interiorità, sia in quanto tale sospetta e passibile di delazione.

Oltre a quella della trasparenza, la causa della felicità: non nella versione Al Bano & Romina, “un bicchiere di vino con un panino”, bensì nella variante Vasco, “che se ne frega di tutto sì”. Tre mogli e sei figli ha calpestato l’attempato decatleta per arrivare su quella copertina che è un'esplosione di hybris, ormoni, silicone e photoshop. In questo mondo bugiardo vengono fotoritoccate veneri nate come Lindsay Lohan, 28 anni, Rihanna, 27, Taylor Swift, 25, Miley Cyrus, 22, che Dio ce le conservi, figuriamoci un ex energumeno che primeggiava nella poco gentile specialità del getto del peso, un sessantacinquenne che già sembrava una vecchia zia prima della crisi dei subprime. “Dopo tanta sofferenza finalmente vi presento il mio vero Io”. Parla di verità e ha mancato di parola tre volte ed è un campionario ambulante di trucchi.

di Camillo Langone - ilfoglio.it/cultura -

 
 
 

IL GIORNALISTA TONY CAPUOZZO: VI SPIEGO PERCHE' I MARO' MASSIMILIANO E SALVATORE SONO INNOCENTI

Post n°9382 pubblicato il 04 Giugno 2015 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

La linea dell’arbitrato internazionale è sbagliata. Lo ripetiamo da mesi: Massimiliano e Salvatore sono innocenti»: Stefano Tronconi, l’ex dirigente di azienda che, con Luigi Di Stefano e il giornalista Tony Capuozzo ricostruì i fatti legati al caso dell’Enrica Lexie, ha la certezza che l’unica strada percorribile sia quella dell’innocenza.

Perché ha deciso di approfondire il caso?

«Per semplice passione. Su Facebook avevo visto la ricostruzione fatta da Di Stefano. Essendo stato diverse volte in India decisi di lavorare sulla vicenda e trovai on line l’intervista che una tv locale indiana fece all’armatore del peschereccio St Antony, Freddy Bosco, poco dopo il suo rientro in porto. Mettendo insieme i tasselli del puzzle capii che quanto affermato dall’India non tornava e decisi di rivolgermi a Capuozzo per raccontarlo».


Che cosa accadde il 15 febbraio 2012?

«La Enrica Lexie, con a bordo Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, si imbatté in un barchino pirata intorno alle 16. I due marò spararono in acqua alcuni colpi di avvertimento. Il barchino cambiò rotta e se ne andò. Il rapporto sull’incidente venne comunicato poco dopo all’autorità internazionale e, quindi, la notizia arrivò alla Guardia costiera indiana. Alle 21.30 circa dello stesso giorno una nave greca, la Olympic Flair, ebbe un incidente con due barche che, verosimilmente, erano un barchino pirata e il peschereccio St. Anthony, che si trovò tra due fuochi. I pirati spararono e dalla Olympic Flair risposero. Nel conflitto a fuoco vennero uccisi i due pescatori. Freddy Bosco fuggì con i due corpi a bordo, comunicando la situazione alla Guardia costiera indiana che, alle 21.36, avendo avuto notizia solo dell’incidente precedente della Lexie e non essendo a conoscenza di quello della nave greca, chiese agli italiani di entrare immediatamente in porto a Kochi. La Enrica Lexie eseguì, anche su ordine dei vertici della Marina».

Perché la nave greca non venne coinvolta?

«Perché la stessa si allontanò dal luogo dell’incidente e inviò solo alle 22.20 il rapporto all’International marittime organization, l’autorità internazionale che rileva queste informazioni».

Che disse l’armatore nell'intervista rilasciata alle tv locali?

«Freddy Bosco, in realtà, questo lo abbiamo appreso da una successiva traduzione, chiarì che l’incidente avvenne alle 21.20. È da lì che abbiamo capito che i conti non potevano tornare. C’erano oltre 5 ore di differenza tra il primo incidente e il secondo. Dal rapporto dell’Imo tutto ciò si capisce perfettamente».

Solo che le autorità indiane, per mesi, hanno negato l'incidente della nave greca. Perché?

«C’erano ragioni ben precise e l’India aveva tutto l’interesse a manipolare i fatti. Si doveva trovare un capro espiatorio e i marò erano perfetti per questo. Siccome non potevano quadrare gli orari, la polizia del Kerala, con l’aiuto della Guardia costiera, cercò di far sparire le prove e cambiò tutti gli orari, imponendo anche a Freddy Bosco di ritrattare per 4 volte».

Lei racconta che gli indiani, nei giorni successivi all'incidente, si inventarono una ricostruzione di sana pianta. Che dissero?

«Ciò che c’era scritto sulla newsletter della Guardia costiera che, con toni trionfalistici, additò i fucilieri di Marina come colpevoli e, adattando gli orari a suo piacimento, costruì una storia inesistente, facendo capire che i fatti che hanno riguardato il St. Antony erano avvenuti 3 ore prima. Solo che i conti non tornavano, perché in una mail giunta tempo prima al Tg5, l’armatore indicava gli orari precisi dei fatti e del rientro in porto della Lexie».

Perché i fatti furono distorti?

«Per motivi politici. Il 17 marzo 2012 ci sarebbero state le elezioni del distretto del Kerala. Il primo ministro Chandy aveva lì 71 seggi su 140, quindi la maggioranza per solo un seggio. Quale occasione più ghiotta di quella per mostrare il pugno duro e vincere le elezioni? Grazie all’arresto dei due marò ottenne 12mila voti».

E l’analisi balistica che disse?

«Fu fatta dal medico Sasikala, che disse che i fori sui corpi dei due pescatori non corrispondevano con i proiettili dei fucili di Latorre e Girone. Peraltro i colpi venivano dal basso e non da un’inclinazione diversa (come quella della Lexie, appunto). Magicamente il dottore, dopo qualche tempo, sparì e si rifiutò di fornire ulteriori indicazioni. Un’altra falsa perizia balistica, invece, dava per certo che a sparare fossero stati i due fucilieri».

Quali altre cose furono cambiate?

«Oltre all’orario anche la distanza. Bosco disse che stavano pescando a meno di 12 miglia dalla costa, in acque indiane e che stavano dormendo, poi ritrattò e disse che si muovevano. Nel rapporto della Lexie si parla di 20.5 miglia dalla costa, ovvero in acque di zona economica di esclusiva, comunque non territoriali. Le internazionali arrivano a 24 miglia. In ogni caso, il St. Antony poco dopo la vicenda fu affondato».

Quindi chi uccise i pescatori?

«I pirati che attaccarono la nave greca. Spararono dal basso, lo dimostrano i fori sui corpi».

Quale pensa, quindi, potrebbe essere una soluzione al caso?

«L’unica possibile: i marò sono innocenti. Il governo italiano deve far presente la manipolazione e spiegare all’India che se non rilascerà Girone immediatamente tutta la comunità internazionale e il miliardo e 200 mila persone che abitano in India (e che a causa dei media locali pensano siano colpevoli) sapranno ciò che hanno fatto. L’arbitrato è solo un’arma di distrazione di massa usato dai due governi per coprire i guai che hanno combinato in tre anni. L’Italia ha sbagliato da subito ad accettare la giurisdizione indiana, chinandosi ai voleri dell’India».

di Chiara Giannini - QuotidianoLibero -

 
 
 

UN ATTO EVERSIVO: CREDERE ANCORA IN MAMMA E PAPA’

Post n°9381 pubblicato il 04 Giugno 2015 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Manifesti che pubblicizzano gay pride? Già visti. Locandine che ti invitano ad un san Valentino saffico? Roba vecchia. Pubblicità dove la mamma prepara per il figlio e il suo compagno delle crocchette? Prevedibile. I veri borghesi, ammettiamolo, sono i gay. Sono loro che vogliono “sposarsi”, metter su “famiglia”, adottare, avere dei figli con l’eterologa, quando invece tutti gli altri disertano gli altari e mettono al mondo mezzo figlio se gli va bene. Sono loro che chiedono di tornare agli affetti casalinghi, che ogni due per tre tirano in ballo la mamma (che benedice la loro scelta), che chiedono normalità, tranquillità e senso civico, quando tutti gli altri cercano di andarsene di casa e dall’Italia il prima possibile e dicono agli amici che l’ultima volta che hanno sentito la propria madre è stato a Natale perché lavorano troppo e non hanno tempo nemmeno per se stessi.

Se volete trovare il nuovo Che Guevara della morale familiare non andate dunque a cercarlo lì dove i due cuori (e una capanna) sono entrambi dello stesso sesso. Dovete cercarlo in quel sottobosco italico dove si rifugiano gli amanti del rasoio per lui e delle strisce depilanti per lei, del fiocco azzurro e di quello rosa quando viene al mondo un bebè, della barba ruvida di papà e della pelle liscia di mamma, del gioco della lotta con i maschietti e di quello del the con le femminucce. Costoro non chiamiamoli più nemmeno nostalgici, ma cultori dell’ovvio.

Questi rivoluzionari della normalità, manco a dirlo, non hanno vita facile, come per ogni rivoluzionario che si rispetti. Provate voi a dire ad esempio che siete contro la maternità surrogata, i “matrimoni” gay e le adozioni gay. Ai gaypensanti prenderà un colpo. Sentiranno che tutto il loro rigidissimo mondo è minacciato, che il loro ecosistema assolutamente da conservare ad ogni costo – ecco perché sono così conservatori – sta per andare in frantumi. E dunque schiumanti normofobia vi attaccheranno. È accaduto all’onorevole Carlo Giovanardi che ha fatto affiggere a Modena un manifesto dove compare una coppia di ragazzi – entrambi maschi – mano nella mano e in cui uno spinge una carrozzina. A commento della vignetta questo testo: “I bambini non si comprano. No alle discriminazioni, no all'utero in affitto, no al matrimonio e alle adozioni gay". Insomma, come spendere soldi per dire che i cerchi sono tondi. Ma per alcuni il cerchio può essere quadrato e così Giovanardi è stato sepolto da critiche.  Il segretario provinciale del Pd Lucia Bursi ha dichiarato: «Ci sono tanti modi per affrontare il tema dei diritti. La strada intrapresa da Ncd è sicuramente quella sbagliata. I diritti sono una cosa seria». Le fa eco il segretario cittadino Andrea Sirotti il quale afferma che questi sono «manifesti omofobi, e oltretutto incongrui. Da una parte, infatti, proclama no alle discriminazioni, e poi, subito dopo, no all'utero in affitto, ai matrimoni e alle adozioni gay, mescolando allegramente questioni alquanto diverse. Dimenticando, con altrettanta leggerezza, che è dei sentimenti delle persone che stiamo parlando».

Alla fine è arrivata la replica del senatore Giovanardi: «Se si pensa con prepotenza e arroganza, di cancellare la libertà d'opinione garantita dalla Costituzione laica e repubblicana e la difesa delle leggi in vigore nel Paese, si è sbagliato indirizzo. Abbiamo appena celebrato l'anniversario del 25 aprile per festeggiare la ritrovata libertà, dopo un periodo di dittatura che voleva imporre un pensiero unico al quale non vogliamo tornare. Mi spiace che la verità dia fastidio, ma la posta in gioco della discussione in Parlamento è quella della pratica dell'utero in affitto e dell'adozione dei bambini da parte di coppie gay e non la salvaguardia di diritti o la rimozione di discriminazioni, sui quali c'è accordo fra tutte le forze politiche». Come si appuntava prima, un manifesto sul gay pride ormai strappa uno sbadiglio. Uno in cui si dice no alle “nozze” gay risulta urticante. Vuoi vedere che questi feticisti della famiglia vintage - papà, mamma e figli senza provetta – sono il nuovo che avanza?

 Tommaso Scandroglio- Fonte: La nuovabussolaquotidiana-

 
 
 

UN CORSO SUL PROBLEMA DELL’OMOSSESSUALITA’ A BRESCIA

Post n°9380 pubblicato il 04 Giugno 2015 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Dall' omosessualità si può uscire. Con la preghiera». Essere gay non è una malattia e la Cristoterapia è qualificante».  La comunità Lot, guidata dall'ex attivista dell'Arcigay Luca di Tolva, promette di "guarire" gli omosessuali con un ciclo di preghiera e meditazione.

 Ricordate la criticatissima canzone di Povia del Sanremo 2009, "Luca era gay (e ora sta con lei)"?, beh ora Luca di Tolve, proprio lui, quello del ritornello, guida una comunità religiosa con un compito preciso: aiutare gli omosessuali a superare il proprio "problema". Si tratta del piccolo gruppo Lot, prende il nome dell'uomo che scappò da Sodoma e Gomorra e si riunisce tra le montagne  in località Sant'Obizio, nel Bresciano, non lontano dalle terme di Boario. Al timone della comunità c'è l'ex attivista dell'Arcigay Luca di Tolva, insieme ad altri tre leader, un frate francescano e un padre passionista a cui è affidata la parte spirituale del percorso. Per partecipare  al corso "Adamo ed Eva: dove siete?", che costa 185 euro, occorre espletare qualche formalità. Anzitutto identificarsi, allegando a un questionario conoscitivo la copia della propria carta di identità Il questionario indaga "il problema" dal "punto di vista sessuale" o "emozionale".  Il percorso si svolge tra canti, preghiere e confessioni, meditazioni con la luce spenta e soprattutto slide e lezioni dai titoli tipo "I meccanismi della confusione sessuale", intervallati da spazi illustrativi con slide che spiegano i meccanismi del"Narcisismo e idolatria relazionale".

L'omosessualità viene spiegata come la deriva di un problema psicologico che, secondo i tutor, può essere superato. Una ferita, che può richiudersi. Fondamentale in questo corso l'indottrinamento spirituale: "La guarigione dipende da quanto si apre il nostro cuore a Gesù e da quanto si è disposti a sacrificare il proprio corpo alla volontà di Dio. Le regole del corso sono essere puntuali agli appuntamenti, non giudicare gli altri corsisti, non parlare all'esterno di ciò che qui si è detto, o almeno, non riferire le esperienze altrui. Il programma è serrato e si parte ogni mattina con la messa alle 7.45 (e solo dopo la colazione), mentre l'ultimo insegnamento finisce alle 22.30. Si pranza e si cena tutti insieme e almeno lì l'atmosfera sembra rilassata. Si gioca tutto sulla ripetitività: nello scaglionamento delle giornate, nelle canzoni, nei riti, soprattutto nel messaggio in sé. Primo punto: "L'omosessualità non esiste e voi non siete gay, siete solo persone che hanno un problema", spiega Di Tolve. Secondo punto: se soffri non è perché non accetti ciò che è naturale, ma perché non hai ancora scoperto ciò che ti ha fatto nascere una certa inclinazione. "I bisogni insoddisfatti  -  continua  -  causano il danneggiamento della sessualità e della sfera relazionale ". Terzo punto: quel peccato ("un abominio ") fa star male Dio, e quindi "bisogna sfidarlo ed essere coraggiosi". Già alla seconda lezione qualcuno piange e non trattiene le lacrime. Si parla delle "ferite della madre". Senti di essere gay? "Magari quando sei nato sei stato lasciato in incubatrice, quindi hai perso l'affetto iniziale della mamma, e in quel dolore inconscio è germogliata l'omosessualità", ragionano i leader. Si parla dei padri: il non essersi sentito accettato, l'aver provato rancore nei suoi confronti, ecco, anche lì, si finisce per diventare gay "perché si cerca in altre figure maschili quell'antico sentimento non corrisposto". Di fronte a un particolare bisogno di consulenza, i partecipanti sono invitati a sfruttare le poche pause per parlare in privato con uno dei leader. "Come stai, come ti senti?", mi chiede un "collega" in cerca di guarigione. I leader adesso sono sposati e hanno figli.
  Casa di Spiritualità Sant’Obizio www.casasantobizio.it  Angolo Terme Brescia

Per info e prenotazioni:

 CONTATTACI http://www.gruppolot.it/wp/contatti/

 oppure telefona al 392.9182449

 
 
 

SUOR EMMANUEL: RISPONDIAMO ALL’INVITO DI MARIA CON I PRIMI 5 SABATI DEL MESE

Post n°9379 pubblicato il 04 Giugno 2015 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Messaggio del 2 giugno 2015 a Mirjana: Cari figli, desidero operare attraverso di voi, miei figli, miei apostoli, per radunare alla fine tutti i miei figli là dove tutto è pronto per la vostra felicità. Prego per voi, perché possiate convertire con le opere, perché è giunto il tempo delle opere di Verità, di mio Figlio. Il mio amore opererà in voi, mi servirò di voi. Abbiate fiducia in me perché tutto quello che desidero, lo desidero per il vostro bene, il bene eterno creato dal Padre Celeste. Voi, figli miei, apostoli miei, vivete la vita terrena in comunione coi miei figli che non hanno conosciuto l’amore di mio Figlio, che non mi chiamano “Madre”, ma non abbiate paura di testimoniare la Verità. Se voi non temete e testimoniate con coraggio, la Verità trionferà miracolosamente. Ma ricordate: la forza è nell’amore. Figli miei, l’amore è pentimento, perdono, preghiera, sacrificio e misericordia. Se saprete amare, convertirete con le opere, consentirete alla luce di mio Figlio di penetrare nelle anime. Vi ringrazio! Pregate per i vostri pastori: essi appartengono a mio Figlio, Lui li ha chiamati. Pregate affinché abbiano sempre la forza e il coraggio di risplendere della luce di mio Figlio.

 Cari figli di Medjugorje e a tutti gli amici, pace!

 Vi invito a prendere sul serio l'invito di Maria alla veggente Lucia di Fatima nel 1930, ed a risponderLe con tutto il cuore. Lei ha tanto bisogno di noi, accogliamo il Suo invito! Si tratta della devozione dei primi 5 sabati del mese.

Vista la situazione dell'Italia e del mondo intero, cominciamo tutti insieme da questo mese di giugno, in modo da terminare a ottobre quando inizierà il Sinodo sulla famiglia. Preghiamo come se fosse per noi l'ultima opportunità della nostra vita, con tutto l'amore e lo zelo, supplicandoLa per la povera umanità.

Ecco quello che ci ha chiesto Maria Santissima:

 Confessione, fatta entro gli otto giorni precedenti o successivi, con l’intenzione di riparare le offese fatte al Cuore Immacolato di Maria. Se uno nella confessione si dimenticasse di offrire tale intenzione, può formularla nella confessione seguente.

Comunione, fatta in grazia di Dio con la stessa intenzione della confessione.

Recitare la corona del Rosario, almeno la quarta parte, con la stessa intenzione della confessione.

Meditare, per un quarto d'ora, i misteri del Rosario facendo compagnia alla SS.ma Vergine.

 Un confessore di Lucia le chiese il perché del numero cinque. Lei lo chiese a Gesù, il quale le rispose: “Si tratta di riparare le cinque offese dirette al Cuore Immacolato di Maria:

Le bestemmie contro la sua Immacolata Concezione.

Contro la sua Verginità.

Contro la sua Maternità divina e il rifiuto di riconoscerla come Madre degli uomini.

L’opera di coloro che pubblicamente infondono nel cuore dei piccoli l’indifferenza, il disprezzo e perfino l’odio contro questa Madre Immacolata.

L’opera di coloro che la offendono direttamente nelle sue immagini sacre."

Rimaniamo uniti nella preghiera, nella gioia di servire i piani di Maria e di consolarla!

 +Sr Emmanuel

Si propone di impegnarsi per il primo sabato del mese, per cinque mesi, a partire quindi da sabato 6 giugno, a recitare le preghiere secondo le intenzioni espresse a Fatima dalla Beata Vergine Maria. Facciamo notare che iniziando questa devozione il prossimo sabato e proseguendo scrupolosamente per i mesi successivi (e quindi per i primi sabati di luglio, agosto, settembre e ottobre), le nostre preghiere dureranno fino a sabato 3 ottobre 2015. Il giorno successivo, domenica 4 ottobre, si aprirà a Roma il Sinodo ordinario, per il quale ben sappiamo quanto siano necessarie le preghiere.

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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