ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 05/07/2012

ASCOLTIAMO COLEI CHE HA OTTENUTO DA DIO IL PERMESSO DI SCENDERE OGNI GIORNO DAL CIELO ALLA TERRA

Post n°7292 pubblicato il 05 Luglio 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

“‎Cari figli! Con la grande speranza nel cuore anche oggi vi invito alla preghiera. Se pregate figlioli, voi siete con me, cercate la volontà di mio Figlio e la vivete. Siate aperti e vivete la preghiera; in ogni momento sia essa sapore e gioia della vostra anima. Io sono con voi e intercedo per tutti voi presso mio Figlio Gesù. Grazie per aver risposto alla mia chiamata”.

Commento al messaggio del 25 giugno di Padre Livio di Radio Maria

Cari amici, oggi la Madonna nel giorno del suo anniversario, a Medjugorje dove era presente una grandissima folla, ha dato il messaggio più ripetuto in questi 31 anni. Possiamo dire che in tutti i messaggi che la Madonna ha dato a Medjugorje, o direttamente o indirettamente, ha chiamato alla preghiera e innumerevoli volte ci ha lanciato il suo triplice: “pregate, pregate, pregate”.
La preghiera: nei messaggi della Madonna c’è una straordinaria spiritualità della preghiera. Raccolti tutti i messaggi della Regina della Pace relativi alla preghiera, abbiamo il più bel trattato sulla preghiera che sia mai stato scritto in 2000 anni di Cristianesimo. D’altra parte la Madonna è la preghiera vivente. La Madonna era la preghiera vivente qui sulla terra, la Madonna è la preghiera vivente e l’intercessione continua in Cielo. Anche oggi ha detto: “io sono con voi e intercedo per tutti voi presso mio Figlio Gesù”, quindi la Madonna è la preghiera continua, la preghiera vivente.
È  la Madre che intercede per tutti i suoi figli e oggi, con la grande speranza che rispondiamo al Suo messaggio, in questo grande giorno di festa, ci chiede questo dono, cioè di accogliere il Suo messaggio riguardante la preghiera.
La Madonna ci dice che se noi preghiamo siamo con Lei.
Ecco quindi, quando diciamo “perché noi non vediamo la Madonna? Perché la Madonna la vedono soltanto alcuni?” O quando addirittura dubitiamo “ma la Madonna c’è o non c’è? Perché non si fa sentire? Perché mi ha abbandonato? Perché sembra non ascoltarci?” Ebbene cari amici, nel momento in cui cominciamo a pregare, cioè nel momento in cui i figli si rivolgono alla Madre, Lei è presente, Lei ascolta, nessuno ci ascolta come la Madonna! Non ha bisogno di molte parole, conosce tutti i movimenti più intimi del nostro cuore: “Se pregate figlioli, voi siete con me”. Per esempio, quando diciamo l’Ave Maria o diciamo il Rosario (molte volte lo diciamo distrattamente), il modo migliore per pregare l’Ave Maria o L’Angelus o il Rosario, specialmente il Rosario che è una preghiera abbastanza lunga, è sentirsi in quel momento in comunione con la Madonna, come se Lei fosse viva nel nostro cuore ed effettivamente è viva e presente nel nostro cuore.
Preghiamo la Madonna viva in noi, preghiamo con Lei, con Lei cerchiamo la volontà di Dio, perché è nella preghiera che Dio ci parla con le ispirazioni, con le illuminazioni, con le mozioni dello Spirito Santo e quindi nella preghiera Dio ci guida, ci fa sentire la Sua volontà, ci parla attraverso la coscienza, ci indica la strada da percorrere e nel medesimo tempo ci aiuta a realizzare questa volontà, a viverla nella nostra vita. Questo è il frutto della vera preghiera, cioè “Se pregate, figlioli, voi siete con me”, sperimentiamo la presenza di Maria. Se preghiamo, vuol dire che cerchiamo la volontà di Dio, Lui ci aiuta a capirla e ci aiuta a realizzarla.
E perciò, ci dice la Madonna: “Siate aperti”, aprite il cuore, disponibili, perché se si prega con le labbra senza il cuore aperto è come se la preghiera non ci fosse, facciamo sì che la preghiera sia come l’aria che respiriamo. Come l’aria che respiriamo ci fa vivere, così la preghiera sia il respiro dell’anima, per cui l’anima vive!
E noi che passiamo le giornate nel tritacarne, viviamo nel nervosismo, nell’aridità, molte volte nei dissapori, nelle rabbie, nelle mormorazioni, eccetera, come uscir fuori da questa palude maleodorante? Attraverso la preghiera, fatta anche di piccole invocazioni, con la quale richiamiamo nel cuore la presenza di Dio, in modo tale che la preghiera diventi: “sapore e gioia della vostra anima”.
Quando il mondo ci stritola (perché il mondo è il mondo, il maligno molte volte  lo usa  per distruggerci, per attirarci, per rovinarci) ebbene cari amici, usciamo da questo tipo di mondo, che è quello del peccato ed entriamo nel mondo di Dio che è nel nostro cuore, in modo tale che la preghiera, cioè l’amore, la pace, la luce di Dio si unisca al sapore, alla gioia della nostra anima.
La Madonna ci dice ancora una volta: “Io sono con voi”, è qui da 31 anni! Lei ha ottenuto il permesso da Dio di scendere ogni giorno dal Cielo sulla terra. Il più grande messaggio di Medjugorje è questa presenza di Maria, “i cieli si aprono, e la Madre scende sulla terra”.
Solo il fatto che la Madonna venga qui da noi ci dice che il Paradiso, l’Eternità, la gioia, la Vita Eterna esistono! “Io sono con voi” è il grande dono che la Madonna ha fatto alla nostra generazione e nel messaggio che ha dato a Mirjana il 2 giugno, ci dice che Lei è qui per guidarci, per illuminarci, per condurci. “Io sono con voi e intercedo per tutti voi presso mio Figlio”. Quindi affidiamo alla Madonna tutti i nostri bisogni, tutte le grazie di cui abbiamo bisogno, Lei intercede presso Suo Figlio.
“Grazie per aver risposto alla mia chiamata”.
Quindi, cari amici, diamo corpo, concretezza a questo messaggio attraverso il rinnovo della preghiera, che deve essere una preghiera continua, una ricerca continua dell’unione con Dio attraverso l’intero arco della giornata.

Trascrizione dall’originale audio ricavata dal sito: www.medjugorjeliguria.it

 
 
 

IL POTERE DELLA PUBBLICITA' E L'ISTIGAZIONE AL VIZIO

Post n°7291 pubblicato il 05 Luglio 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Non c'è soltanto qualcuno che vuole imporre il suo prodotto, ma chi segue pervicacemente l'ideologia totalizzante dello schiavismo del peccato

La pubblicità è una delle forme più persuasive per indirizzare i gusti e le scelte delle persone. Il primo annuncio pubblicitario risale al 1630 e apparve su un giornale di quel tempo: era una semplice inserzione che richiamava il nome del prodotto. Con la rivoluzione industriale e con l'incremento della produzione delle merci è aumentato l'uso di fare pubblicità, fino a diventare la cosiddetta "anima del commercio". Essa è il motore trainante degli indirizzi degli usi e dei costumi delle diverse generazioni e la sua importanza ha dato vita ad una vera e propria scienza, che utilizza le tecniche e tecnologie più avanzate, avvalendosi del lavoro di psicologi, sondaggisti, sociologi, disegnatori, fotografi, grafici, registi, attori, musicisti, cantanti... e le cifre impiegate sono da capogiro.
Nel 1928 il pubblicitario statunitense Edward Bernays, scrisse nel suo libro intitolato Propaganda: «coloro che hanno in mano questo meccanismo (...) costituiscono (...) il vero potere esecutivo del paese. Noi siamo dominati, la nostra mente plasmata, i nostri gusti formati, le nostre idee suggerite, da gente di cui non abbiamo mai sentito parlare. (...) Sono loro che manovrano i fili...». Bernays si riferiva sia alla propaganda politica, che a quella commerciale, i cui strumenti sono gli stessi: la sua campagna per la American Tobacco Company negli anni Venti, per incitare le donne a fumare, consistette, per esempio, nell'associare visivamente in maniera costante la sigaretta e l'emancipazione della donna.
Se i media sono il quarto potere, la pubblicità è il quinto. Attraverso la pubblicità noi possiamo osservare storicamente e filosoficamente i cambiamenti della civiltà postmoderna. Rimanendo nel contesto italiano, si riscontra quanto siano mutati, da quando esiste la Tv, non soltanto i gusti della popolazione, ma come siano cambiati i parametri della realizzazione delle stesse pubblicità. La televisione italiana iniziò a mandare in onda le pubblicità con un programma che ebbe un successo strepitoso, il celebre Carosello, che la RAI mandò in onda dal 3 febbraio 1957 al 1º gennaio 1977.
Sebbene esso abbia attraversato la rivoluzione sessantottina, mantenne, fino alla fine, un decoro ed un rispetto dei canoni basilari del buon gusto e della decenza. Dagli anni Ottanta in poi le cose sono precipitate, sia in Tv che sui rotocalchi... Oggi la situazione è grave, considerando anche il fatto che si è aggiunto un nuovo ed invasivo canale di trasmissione: Internet. I cartelloni pubblicitari che si trovano per le strade delle nostre città e a volte le réclame che fasciano i mezzi pubblici sono un altro campo di semina nefasto e devastante per diffondere non soltanto mode cattive e perverse, ma anche esercitare pressioni ideologiche lontane dai valori e dai principi cristiani o addirittura semplicemente naturali.
Poste a veri e propri lavaggi del cervello, a volte, soltanto visivi, ma che si imprimono indelebilmente nella mente, senza difese, senza barriere, senza... pietà. Numerose sono le réclame dove i protagonisti sono volgarità, aggressività, prepotenza. E le principali vittime sono i bambini, spesso e volentieri non protetti dagli stessi genitori, ormai assuefatti alla droga pubblicitaria, che avanza come un orco famelico. Non resta che l'autodifesa: non guardare, non ascoltare, nonostante l'imposizione di un mondo senza verità e scatenato nella manipolazione innaturale delle menti.
Imperano nella pubblicità: il relativismo, l'egoismo, l'edonismo, l'idolatria del corpo, il piacere dei cinque sensi. Spesso lo stile di vita proposto non è quello tradizionale della famiglia, ma del single e tutto ruota intorno a questo unico individuo, che non si sacrifica per nessuno e vive soltanto per se stesso, per piacersi e per piacere. Il ritmo della musica è spesso serrato, il linguaggio e il tono delle voci sono veloci, penetranti, conturbanti. La figura femminile, sia essa un'adolescente o una madre di famiglia, è sovente spregiudicata e arrogante; la figura maschile occupa ruoli a volte non consoni al proprio stato. E, ormai, si è giunti alla pubblicità che inneggia, subliminalmente oppure sfacciatamente, all'omosessualità.
Oggi, la maggior parte dei locali pubblici ha il suo megaschermo televisivo, persino alcuni studi medici e dentistici possiedono l'apparecchio che trasmette, ad libitum, pubblicità su pubblicità, senza considerare chi sta di fronte: dal neonato all'ultracentenario. Non abbiamo soltanto più a che fare con qualcuno che vuole imporre il suo prodotto, ma con chi segue pervicacemente l'ideologia totalizzante dello schiavismo del peccato. Enumerare i peccati che la pubblicità continuamente propone è impressionante: le figure retoriche con le loro iperboli, antonomasie, metonimie o metafore sono concepite in modo tale da condurre la persona sulla via della menzogna e dell'illusione.
La pubblicità cerca di sedurre attraverso un'immagine del "politicamente corretto": tutti devono essere appagati ed è indubbio che siano presi in considerazione i vizi capitali. Nel 1947 Georges Bernanos affermò che i motori di scelta della pubblicità sono proprio i sette peccati capitali, per la ragione che è molto più facile puntare ai vizi dell'uomo, piuttosto che alle sue virtù.
 
di Cristina Siccardi -  Corrispondenza Romana, -

 
 
 

MARIA GORETTI, PATRONA DELLE DONNE VIOLENTATE E DELLA DIGNITA' DELL'INFANZIA

Post n°7290 pubblicato il 05 Luglio 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

L'esempio della vita e della morte della Santa può essere un segnale per i giovani e gli educatori di oggi

Esattamente 110 anni fa, il 6 luglio 1902, là dove ancora non esisteva la città di Latina, ma la campagna e la palude facevano da sfondo a isolate case coloniche e piccoli paesi, veniva uccisa una bambina di 11 anni. Si chiamava Maria, e Goretti era il suo cognome. Veniva uccisa da un adulto nel tentativo di stuprarla, così ci raccontano le cronache processuali.

La bambina, che aveva già dato dimostrazione di carattere forte nonostante la giovane età, si rifiuta con i modi e la scarsa forza fisica che poteva avere e viene accoltellata. E’ un tragico fatto di cronaca nera, che ha segnato l’immaginario collettivo per la brutalità del gesto, ma che a distanza di 110 anni è stato colorato di tinte improprie.

Ci stupisce e ci addolora infatti che il nome di Maria Goretti, fatta Santa dalla Chiesa per la sua decisione, la sua forza d’animo e per la sua fede, sia spesso associato ad un’idea di estraneità alle cose del mondo, che è l’esatto opposto di come ce la raccontano le cronache. “Non è Santa Maria Goretti” usa purtroppo dire, per alludere a chi “sa vivere  la sua vita” senza eccessi ma anche senza mortificazioni. Come se l’atto di sottrarsi allo stupro fosse una mortificazione.  E si finisce col ridicolizzare un atto forte e deciso che il femminismo se ci fosse ancora dovrebbe riconoscere e valorizzare.

E Maria Goretti era davvero forte e decisa, nonostante l’età. Lavorava, accudiva i fratelli, pregava. Cosa impensabile oggi per un bambino della sua età. Ma a quell’epoca si cresceva in fretta, e anche questo è oggi un insegnamento della piccola santa: che il lavoro dovrebbe essere risparmiato ai bambini, ma non il senso di responsabilità; e quanto manca oggi il senso di responsabilità ai nostri adolescenti, che spesso sanno solo scegliere quale film andare a piratare su internet o quale marca di pantaloncini mettere: ragazzine che si metttono il trucco e i tacchi a dieci-dodici anni, maschietti che sono bombardati da inviti a fare sesso quando ancora non hanno che un filo di testosterone nel sangue.

Non solo violentata, ma violentata in un episodio di pedofilia: chi vuol male alla Chiesa vorrebbe far diventare la ragazza invece di un simbolo dell’infanzia intoccabile che la Chiesa ha sempre difeso, un oggetto di ridicolo. E nell’immaginario collettivo, nel mare dei luoghi comuni, ci riesce perché non accettano che da più di 100 anni la Chiesa sia insorta in difesa dei piccolissimi, mentre nei Paesi industrializzati era uso mandarli nelle miniere e nelle fabbriche.

Certo, la colpa è anche di chi l’ha raffigurata come disinnestata dalla vita, e in questo anche certa agiografia nostrana – diffusa e sempliciotta - deve fare il suo mea culpa, perché è giusto difendere un principio, ma non si può ridurre una persona a principio e ad icona, come se la santità fosse vivere fuori del mondo, cosa che Maria Goretti- come riflesso della santità operosa e materna di Maria Vergine cui era molto devota – non faceva di certo.

Un’agiografia che, ignora proprio le parole di Pio XII nel 1947: “Non vi è forse però da temere che la grazia e il candore delicatissimo, movendo la sensibilità artistica o letteraria, troppo superficiali e troppo naturali, lascino un poco nell'ombra la [sua] virtù caratteristica, la fortezza?”. Maria Goretti, continuava Pio XII, era cresciuta in uno di quei focolari domestici, "dove si prega; ove i figli sono educati nel timore di Dio, nell'obbedienza verso i genitori, nell'amore della verità, nella verecondia e nella illibatezza; ove essi fin da fanciulli si abituano a contentarsi di poco, ad essere ben presto di aiuto in casa e nella fattoria; ove le condizioni naturali di vita e l’aura religiosa che li circonda cooperano potentemente a far di loro una cosa sola con Cristo ".

Maria Goretti è patrona della gioventù e patrona della città di Latina. Ci piace pensarla anche patrona delle donne che hanno subìto la violenza immane di uno stupro e della dignità dell’infanzia. Aver riconosciuto la santità di una giovane piccolissima ma innamorata della vita, della propria dignità, della propria famiglia e di Dio è un segnale per i giovani oggi e per gli educatori: i nostri figli non sono “carne da pubblicità” e “insalata di capricci” come li disegnano i massmedia; sono forti, possono innamorarsi del vero, e meritano di essere trattati come tali.

- Carlo Bellieni - ZENIT -

 
 
 

LA GRANDE BUGIA: CHE DIRITTO E' QUELLO DI NON FAR NASCERE BAMBINI CONCEPITI?

Post n°7289 pubblicato il 05 Luglio 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Quello dell’aborto per me è uno dei più grandi misteri dell’epoca moderna. Davvero, lo dico sinceramente e per una volta senza scherzare. E’ un argomento su cui non sono in grado di essere simpatica, quindi vi deluderò. Il fatto è che ho visto troppo dolore tra le donne che conosco, e non posso perdonare una legge tanto bastarda, e la crudeltà di chi l’ha promossa, riuscendo a produrre un gigantesco inganno collettivo.

Non riesco proprio a spiegarmi, infatti, come molte persone intelligenti, spesso migliori di me, possano continuare a chiamare l’aborto un diritto. Le conosco, le stimo, ci parlo, ma quando viene fuori l’argomento – per me un vero chiodo fisso – mi sembrano irragionevoli, accecate dalla propaganda e incapaci di vedere quello che è ovvio. Con la moderazione che mi contraddistingue devo spesso reprimere l’istinto a compiere gesti inconsulti e a gridare “ma che cavolo stai dicendo?”, con tutto il fiato che ho in gola.

Temo che questo non aiuterebbe il dialogo, effettivamente. E così, dialogo, ma non capisco.

Posso spiegarmi, sì, che una donna lo commetta senza rendersi conto di quello che sta facendo – non mi do nessuna altra spiegazione – ma non capisco come si chiami diritto la possibilità di dare la morte al più debole dei deboli, un bambino nella pancia della mamma. Errore, tragedia, debolezza magari. Ma diritto proprio no. E non c’è neanche bisogno di essere cattolici per capirlo.

E la pillola del giorno dopo, dei cinque giorni dopo, o la RU486 vanno in questa direzione di non comprendere l’enormità in gioco: basta ormai un bicchiere d’acqua per dare la morte comodamente da casa (per la RU è previsto il ricovero, ma con una firma si lascia l’ospedale, si rimane sole a fronteggiare la cosa più enorme della vita dell’uomo, la morte).

La nostra legge è passata anche grazie ad alcune balle della propaganda radicale negli anni della legge e del referendum: dicevano che 25mila donne morivano ogni anno sotto le mani delle mammane (molte meno di 200, comunque tante ma un’altra cosa); sparavano cifre assurde; fecero abortire le mamme di Seveso, dopo la nube. I feti fatti esaminare poi rivelarono che quei bambini erano tutti sani. 33 morti.

D’altra parte anche la legge americana, la famosa Roe contro Wade, nacque da una bugia, da un falso stupro inventato ad arte.

In realtà tutte le bugie me le spiego solo con una iniziativa attiva e mirata della coda del Diavolo. Non c’è altra spiegazione. Perché l’aborto porta solo male, è un gioco a somma negativa in cui tutti perdono, come in tutte le iniziative dell’Ingannatore: perde il bambino, ovviamente, ma anche la mamma che per anni – a volte anche per ottanta anni, ha raccontato una donna al telefono Sos vita – sarà tormentata dal pensiero, anche se rimosso (mentre invece il riconoscimento e il pentimento fanno guarire).

La sindrome post aborto non è molto conosciuta, ma si parla di depressione, tumori, incubi, vere e proprie psicosi, con le mamme a cui sembra di vedere il loro bambino vivo, che continua a crescere mano a mano che passano gli anni dalla data fatidica. Perde anche il medico, che, continuando a uccidere bambini tradisce il suo mandato – guarire – e accumula uno stress insopportabile (qualcuno si è suicidato).

La donna – lo dicono ricerche come al solito non diffuse – sarà soggetta a problemi fisici e psicologici, mentre nessuna di quelle che sceglie di portare avanti la gravidanza si è mai detta pentita, dopo avere visto il suo bambino, nonostante tutte le difficoltà.

Poi ci sono le iniziative come “Le culle per la vita”, per dirne una sola. L’idea è stata quella di ripristinare l’antica ruota, cioè la possibilità di abbandonare i neonati subito dopo averli partoriti. La madre proprio non può farsene carico, ma riconoscendo l’intoccabilità della vita, la serve comunque come può, e dà alla luce il bambino, per poi lasciarlo in ospedale.

Ricordo un articolo su questo, su Repubblica. La giornalista, Maria Novella De Luca, invece che riconoscere la bontà di un’idea che salva vite umane, ha scritto un commento assurdo del tenore “quelle madri sono soprattutto immigrate, e perciò, poveracce, non sanno che qui da noi l’aborto è un diritto”.

A parte la difesa della cultura della morte, che su Repubblica non mi stupisce di certo, mi chiedo: nessuno dei capiredattori, vicedirettori, direttore della collega si è accorto che ha scritto una colossale bugia?  Nessuno, evidentemente, vuole ricordare che neanche secondo la 194, che è una legge orribile, l’aborto è consentito come semplice strumento di regolazione delle nascite. E’ permesso solo quando una donna è in grave pericolo. E sottolineo grave pericolo.

Lo sottolineo tre volte. E’ vero che al pericolo di salute poi nel testo si sono aggiunti anche i pericoli riguardanti le condizioni economiche, ma ci deve comunque essere un grave pericolo. E non c’è quasi mai. Infatti quelle donne che hanno abbandonato i neonati non sono morte.

Invece nella prassi comune basta un certificato di un medico che non fa il suo dovere, e la donna viene autorizzata. Fuori legge. Contro la legge. Una legge che non è buona ma che non arriva a tanto.

-  Costanza Miriano - ZENIT -

 
 
 

VI PRESENTO IL VATICANISTA DI REPUBBLICA MARCO ANSALDO CREATORE DI GRANDI BUFALE

Post n°7288 pubblicato il 05 Luglio 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Ma quanta disinformazione fa il vaticanista Marco Ansaldo?

I creatori di bufale non sono stati assunti tutti da “Il Fatto Quotidiano”, non c’è solo la leggendaria coppia Marco Lillo & Marco Politi, c’e qualcuno di quasi peggio a “La Repubblica” e si chiama Marco Ansaldo, anche lui con lo stesso nome e anche lui (si fa chiamare) “vaticanista”. Mentre Lillo & Politi cercano di aggredire la Chiesa modificando faziosamente le notizie o raccontandole solo a metà, Ansaldo ha imparato una tattica tutta sua: le notizie le inventa di sana pianta, nemmeno partendo da una base di verità. Useremo due casi recenti come esempio.

Il 14 giugno 2012 si è inventato che dal Vaticano fosse scomparso (lasciando il sospetto che si stato fatto scomparire) il giovane ex hacker di 36 anni responsabile dei servizi informatici della Santa Sede, il quale ha creato «un sistema Firewall per proteggere l’avanzatissima e delicata centrale computerizzata pontificia posta nei sotterranei del Palazzo apostolico». Secondo Ansaldo, l’informatico sarebbe irreperibile, forse è stato fatto fuori perché «detentore di una serie di segreti, compresi quelli delle ultime scottanti vicende sulla diffusione di documenti interni». La Santa Sede, continua la bufala scandalistica su “Repubblica”, «sa che si tratta dell’unica persona che, volendo, potrebbe essere eventualmente in grado di violare il sistema e di impadronirsi dei preziosissimi dati. Che cosa gli è successo?». Il giovane ex-hacker è tra i migliori in Italia, e «al di là delle ipotesi peggiori, la pista che viene seguita da chi lo conosce sufficientemente è che l’ingegnere, che si considera un fedelissimo del Papa, da quando è scoppiato il caso Vatileaks, non si fidi di chi lo aveva incaricato di occuparsi dell’informatica vaticana e voglia tenersi ben a distanza da un problema che con il passare del tempo pare sempre più allargarsi». Ansaldo conclude così la sua bufala: «Un giallo, questo, che si assomma ai tanti misteri di una vicenda per niente conclusa».

Ma quale giallo?? In giornata è intervenuto il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, definendo «completamente infondata» la notizia relativa alla presunta sparizione dell’ex hacker ora dipendente della Santa Sede. «Rimango stupito» – ha detto Lombardi in un briefing con i giornalisti in Vaticano. «Ho fatto verifiche presso il Governatorato, la gendarmeria e la segreteria di Stato e non ho trovato assolutamente nulla. Non riesco a trovare alcun aggancio alla realtà». Ha quindi concluso rivolgendosi al vaticanista di “Repubblica” (senza citarlo, con grande classe), «è un modo di fare giornalismo non adeguato alla realtà della situazione».

Il 2 luglio 2012 stesso copione: Marco Ansaldo decide di inventarsi un’altra notizia e finge di essere stato ammesso ad un incontro riservato tra il segretario di Stato Tarcisio Bertone e Benedetto XVI. Nell’articolo compaiono parecchi virgolettati, sia del card. Bertone che del Papa, dialoghi (completamente inventati) attraverso i quali Ansaldo vorrebbe rivelare che il Pontefice avrebbe rifiutato le dimissioni del segretario di Stato. Il giornalista, nella sua ennesima bufala, aggiunge anche piccoli dettagli (ad esempio: “Bertone era furente in volto”), come fosse stato un testimone oculare. Ancora una volta il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, è dovuto intervenire, e con la solita calma ha ricordato che non c’era nessun giornalista nascosto nella stanza del Papa durante l’incontro con il segretario di Stato. Né i due interlocutori hanno riferito alla stampa cosa si sono detti.  Poi, ancora una volta con grande rispetto, senza citare l’autore di questa ennesima menzogna sulla chiesa, ha concluso: «I virgolettati riportati da un quotidiano sono frutto di una costruzione, e il contenuto non corrisponde alla realtà oggettiva».

Occorre imparare ad evitare di informarsi su quanto accade in Vaticano dal “trio della disinformatio”, Politi, Lillo & Ansaldo, persone che non aspettano altro di infangare quel che odiano.

- www.uccronline.it -

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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