Creato da robertocass il 22/03/2011
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« Il Dottor MarioIl Dottor Mario »

Il Dottor Mario

Post n°11 pubblicato il 22 Luglio 2011 da robertocass
 
Foto di robertocass

11° Puntata

 

 

Mario, Mario


E' Chantal, quanto era bella.

Mi guarda sorridendo.

L'ho conosciuta a cena da amici, io già lavoravo come medico, ma solo come sostituto e non guadagnavo nulla.

Lei era più grande di me di tre anni.

Stavamo insieme già dopo una settimana e tre mesi dopo decidemmo di andare a convivere.

Era un pò strano per quei tempi ma lei era francese, o almeno lo erano i suoi, ed era diversa dalle altre ragazze che conoscevo.


Prendemmo un piccolo appartamento già parzialmente arredato che lei riempì di tappeti, quadri, statuine, bambole e peluche.

Stavano ovunque ed io non sape- vo mai dove mettere le mie cose.

Ma non m'importava l'amavo veramente.


Era piccola, con i capelli lunghi, due belle gambe e un seno piccolo che era un piacere toccare.

Mario mi aiuti a lavare i piatti?

Sì arrivo, dove andiamo stasera?

Ti porto da un mio amico francese che è rientrato ieri dal Marocco.


E così cominciammo a fumare erba, mariuana o quello che tro-vavamo.

Si fumava tutte le sere e all'inizio non ne ero convinto e lo rifiutavo, ma poi però per il mio carattere, cominciai anch'io.

Dopo però si stava bene, ti rilassava, non pensavi ai proble- mi, ai soldi che non c'erano, an- dava tutto bene.


Solo che era un costo e non era facile trovare sempre i soldi ne- cessari.

Ma Chantal ne aveva sempre e la cosa non mi creava problemi.

Era lei a darmi i soldi per la ben- zina o per le sigarette.


Mario, corri a casa ti cerca tuo zio.

Era morta mia madre.

Non ho nemmeno fatto in tempo a salutarla l'ultima volta, un infarto e l'hanno trovata morta nel suo letto.


Non mi ricordo di aver pianto,o almeno non l'ho fatto subito, me ne sono reso conto solo dopo il funerale quando sono tornato a casa.

Ho visto le sue cose,i suoi vestiti, ho visto la casa vuota, l'ho chia- mata, l'ho cercata.

Solo allora ho realizzato ed ho pianto.


Sono rimasto in casa tutto il gior- no, sono uscito che era notte e sono tornato a casa.

Chantal mi aspettava e senza dire nulla, ci siamo addormentati ab- bracciati.


Cominciai a fare concorsi su concorsi, fra l'altro con un note- vole costo di marche da bollo.

Era sempre lei che mi manteneva, ma come faceva?

Era sempre ben vestita, aveva sempre soldi,mi faceva sempre regali e talvolta esagerava.

La cosa non mi dispiaceva, ma piano piano cominciai a pensarci.


Ma dove trova tutti questi soldi?

Non avevo mai capito dove lavo- rasse e pensai di seguirla.


Chantal domani lavori?

Sì certo come sempre dalle 10, però non credo di rientrare prima di sera.


Si trucca come sempre con molta cura ed esce.

Io aspetto un pò, poi esco anch'io.

Per fortuna andava sempre a piedi e quindi non avevo problemi a seguirla.


Mario dove vai? Ti stavo cercando.

E' un mio lontano cugino che dice sempre che può aiutarmi con la mutua, ma finora non ha fatto niente.

Sì ora ho fretta, ti chiamo io.

Pensavo di averla persa, quando la vedo entrare in una palazzina signorile.


Aspetto un pò poi mi avvicino, leggo i nomi sul citofono ma non leggo nomi di aziende.

Dove sarà andata?

Mi metto da parte e aspetto.

Vedo entrare molti uomini e così per tutta la giornata, stranamente poche donne.

Mi sono stufato e vado per andare via quando mi viene in mente di chiedere in giro.


Dove? Ma lì lo sanno tutti c'è un casino, una casa di appuntamenti che tutti conoscono ma che nes- suno fa chiudere, è una vergogna.


Rimango di sasso, la mia ragazza fa la puttana.


Mi siedo, certo mi ha fatto como- do, non mi preoccupavo quando mi dava i soldi e mi faceva i re- gali.

Sono scandalizzato?

No, sinceramente, più ci penso più mi rendo conto che sotto sotto non me ne frega niente.

Io continuo a far finta di niente e ne approfitto.


Sì, ripensandoci oggi mi rendo

conto di non avere fatto una gran bella figura, ma io non cercavo nessun riscatto, non cercavo fortuna, non volevo essere consi- derato e rispettato.

A me bastava stare tranquillo senza tanti rompimenti, certo avrei voluto essere autonomo, non dipendere da altri, ma poi mi andava bene così e non facevo niente per cambiare.


Passavo i giorni senza fare assolutamente nulla, ma intanto il cugino si dava da fare fino a quando non riuscì a farmi entrare alla mutua al posto di un medico che andava in pensione.

Così sono diventato medico della mutua.

Ho cominciato a segnare medicine su medicine.

Avevo capito che più ne segnavo e più i miei pazienti erano contenti.

Ne segnavo di tutti i tipi, tutti era- no contenti le farmacie e i rap- presentanti che venivano a trovarmi.


In quei tempi non c'era nessun controllo sulla spesa sanitaria e io ne approffitavo.

Guadagnavo, avevo i premi delle aziende farmaceutiche, presi casa per conto mio e piano piano non mi feci più sentire.

Chantal non aveva l'indirizzo del mio studio, e non credo che abbia mai provato a cercarmi.


Mi sentivo realizzato, avevo una Fiat nuova e un conto in banca.


Un giorno, lo ricordo come fosse ieri, viene a studio un conoscente.

Ti ricordi la ragazza che avevi prima, l'ho rivista, è ridotta a uno straccio, dicono sia sifilitica e che faccia uso di eroina.

Rimango di stucco.

Povera Chantal, ma poi si chiamava così?

Certo se l'è cercato, con la vita che faceva.


Dottore posso, tocca a me.


Riprendo a far ricette e non ci penso più e non l'ho nemmeno più cercata.


Certo oggi mi dico che avrei potuto aiutarla, ma allora non volevo problemi.
Mi sentivo un medico in carriera e non volevo fastidi.

E così ho continuato la mia solita vita.

Ora che ci penso non credo di aver mai visitato nessuno, penso di non essere mai andato oltre la misurazione della pressione.


Ma di medicine ne ho segnate talmente tante, ho cercato di fare dei conti, ma mi sono perso con i numeri.

Penso quintali di aspirine e di aulin, vitamine a volontà.

Quando non sapevo che segnare andavo giù con le vitamine, di tutti i tipi, sciroppi, compresse e punture.


Tutti erano contenti e a me sembrava di essere proprio un bravo medico.

 

 
 
 
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