I Miei Racconti

Ai confini del sistema solare


    Dopo un viaggio durato 41 anni ed ad una velocità di 15.000 km/s (sì avete letto bene 15000 km al secondo) anche la sonda Voyager 2, come già la sua gemella Voyager 1 nel 2013, sta per varcare i confini del Sistema Solare e si prepara a entrare nello spazio interstellare.Adesso si trova a 17,7 miliardi di chilometri dalla Terra, una distanza 118 volte superiore a quella che separa il nostro pianeta dal Sole.Lo rende noto la Nasa, che ha rilevato nei dati inviati dalla sonda un aumento dei livelli di raggi cosmici provenienti dall’esterno del Sistema Solare.Il confine del nostro sistema planetario è segnato dal vento solare, un flusso di particelle cariche che sulla Terra disegnano spettacolari aurore polari e nello spazio plasmano un’invisibile bolla che ci separa dal resto dell’Universo.Il vento solare è un flusso di radiazioni elettromagnetiche formato da particelle atomiche di protoni ed elettroni, che sfugge dalla corona solare e si irradia nello spazio in tutte in tutte le direzioni.Quando arriva sulla Terra viaggia a una velocità media di 400 km al secondo.Tale velocità aumenta fino a 900 km al secondo durante le tempeste solari che interferiscono con il campo magnetico terrestre e talvolta causano dei danni alle apparecchiature elettromagnetiche, in particolar modo dei satelliti artificiali in orbita intorno al nostro pianeta.Il confine del sistema solare è proprio quella fascia dove il vento solare non riesce a penetrare nel vento interstellare ed è un confine fluttuante che si muove avanti e indietro come le onde del mare, a causa dell’attività ciclica del Sole con un minimo e un massimo ogni 11 anni circa.Secondo gli scienziati della Nasa, Voyager 2 si trova proprio in corrispondenza di questa fascia e in base alle attuali teorie, al confine del nostro sistema planetario il vento solare rallenta fino ad arrestarsi, controbilanciato dalle radiazione emessa dalle altre stelle della galassia generando come un’onda d’urto.Lanciate nel 1977, le sonde Voyager in 40 anni hanno visitato i 4 pianeti più esterni: Giove, Saturno, Urano e Nettuno e molte delle loro lune ed hanno dato una svolta notevole agli studi della moderna astronomia.La sonda Voyager 2 si trova adesso proprio tra questi flutti, come dimostra l’eccesso di raggi cosmici captato dai suoi sistemi di bordo, ancora in funzione nonostante siano basati su un’elettronica vecchia di 40 anni.Segnali analoghi a quelli registrati dalla gemella Voyager 1, quando nel 2013 si tuffò nello spazio interstellare.Importante ricordare che a bordo delle due sonde si trova il "Voyager Golden Record", un disco in oro contenente suoni e immagini selezionate al fine di portare nello spazio le informazioni sulle diverse varietà di vita e cultura della Terra.La sonda Voyager impiegherà 40.000 anni per arrivare nelle vicinanze di un'altra stella e i ricercatori sono consapevoli che le probabilità che il disco venga trovato sono estremamente remote, in rapporto alla vastità dello spazio interstellare.Un suo possibile ritrovamento ad opera di una forma di vita aliena potrà avvenire soltanto in un futuro molto lontano.Il suo lancio infatti venne visto come qualcosa di simbolico che non un tentativo reale di comunicare con forme di vita extraterrestri.Ma grazie a questo enorme sforzo scientifico siamo arrivati a delle conoscenze che nessuno avrebbe mai potuto immaginare.