I Miei Racconti

Il Buco Nero


Il 10 aprile 2019 è stata mostrata da numerose conferenze in tutto il mondo laprima foto di un buco nero.Una prima assoluta, che segna un successo scientifico non da poco, una provadiretta e visiva dell’esistenza di questi oggetti, teorizzati ben più di un secolo fada Albert Einstein.La realizzazione di questa foto può aprire nuovi scenari di studio nell’ambitodell’astronomia e in ultimo per capire meglio com’è fatto l’universo.L’ultimo tassello di una storia di successi (anche mediatici) nell’ambito della fisica, chesi vanno accumulando negli ultimi anni.E non bisogna dimenticare che è un successo in parte anche italiano: all’impresa hanno preso parte ricercatori di varie istituzioni nazionali, fra cui l’Istituto Nazionale di Astrofisica, l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e l’Università degli Studi di Napoli Federico I.Ciò che è stato ripreso, attraverso vari telescopi della rete Eht ed elaborazionicomplesse dei dati raccolti, è l’ombra del buco nero supermassiccio M87, alcentro della galassia Messier 87.Vedere la sua ombra è il risultato che in assoluto si avvicina di più ad avereuna foto del buco nero stesso.L’ombra del buco nero è definita in gergo tecnico come orizzonte degli eventi,una sorta di superficie immaginaria, che circonda ogni buco nero, il cuiorizzonte delimita appunto una regione in cui la gravità è elevatissima e niente,né la materia né la luce, riescono a evadere da questo spazio.“L’orizzonte degli eventi è la caratteristica fondamentale che definisce il buconero”, spiega l’astrofisico Ciriaco Goddi, segretario del consiglioscientifico del consorzio Eht, “e non era mai stato osservato fino ad oggi”.I buchi neri sono la predizione più estrema di Einstein, dato che si tratta diregioni dello spazio-tempo in cui la curvatura è talmente grande da non lasciarsfuggire nulla.“Per questo– aggiunge Goddi –osservarli e conoscere meglio la loro strutturaestrema è essenziale anche per comprendere se le teorie fisiche formulate finoa oggi sono verificate”.E gli scienziati hanno visualizzato proprio quello che si attendevano.Quello che si aspettavano è che, attraverso le particolari tecniche utilizzate, lamateria attratta all’interno del buco nero, incandescente, emettesse luce inparte osservabile con i radiotelescopi.Oggi, i dettagli dell’immagine sono perfettamente in accordo con la teoria dellarelatività generale di Einstein e confermano ancora una volta che il grandefisico aveva ragione.E i ricercatori mostrano che lo spazio-tempo si comporta esattamente così, unaconferma non da poco per la comprensione di come si comporta l’Universo.Ora gli scienziati stanno raccogliendo dati per arrivare a fotografare ancheSagittarius A, il buco nero supermassiccio al centro della Via Lattea, cheaiuterebbe a capire meglio in che modo si comporta la nostra galassia.“Probabilmente– aggiunge Goddi –come ci auguriamo, fra un anno avremoanche quest’immagine”.Ma anche la strumentazione ha giocato la sua parte in questo esperimento.La sensibilità e la risoluzione erano senza precedenti.L’Event Horizon Telescope (letteralmente telescopio dell’orizzonte degli eventi)collega otto telescopi dislocati in diverse parti del pianeta dando vita a untelescopio virtuale di dimensioni pari a quelle della Terra.Questo sistema, reso possibile dalla tecnica Vlbi (Very-long-baselineinterferometry) offre agli scienziati un nuovo modo di studiare gli oggetti piùestremi dell’universo, come i buchi neri supermassicci.Ma grazie agli avanzamenti di questa tecnica, anche altri oggetti celestiinvisibili e difficili da rintracciare potrebbero essere studiati meglio come leradiosorgenti, ovvero sorgenti di onde radio, resti di supernove e nucleigalattici attivi.Insomma, i risultati di oggi spingeranno sempre più avanti la ricerca in ambitotecnologico.(Immagini e testo ripresi dalla Rete)