I Miei Racconti

Giiovannino


    Giovannino ha 4 mesi ed ha un male raro che gli impedisce di stare alla luce.Ma la luce è lui, e tutti vogliono stargli vicino.Tutti, tranne i genitori, che prima lo hanno desiderato, sottoponendosi alla fecondazione eterologa, e poi rifiutato, abbandonandolo all’ospedale Sant’Anna di Torino.Ma ecco manifestarsi il portento: coloro che si accostano a Giovannino vengono investiti da un’onda irresistibile che lubrifica gli occhi e allarga i sorrisi.Non è solo compassione.Medici, infermieri, pazienti e visitatori gli ronzano intorno senza sosta e talora senza motivo, ammaliati dalla sua voglia di vivere nonostante tutto, nonostante il rifiuto dei genitori.Nonostante la pelle pezzata come il costume di una maschera di carnevale (il suo morbo si chiama Ittiosi Arlecchino).Nonostante Giovannino sia una creatura senza filtri, in balia di tutte le infezioni, e sopravviva solo grazie agli unguenti che tre volte al giorno vengono cosparsi sulla superficie del suo corpo per ammorbidirla.Nessuno può dire come e quanto vivrà, ma tra poco sapremo con chi.Il bambino di pezza irradia una tale voglia di esistere che il centralino dell’ospedale è intasato dalle chiamate di coppie e di single che chiedono di adottarlo o prenderlo in affido.Un moto emotivo.Un miracolo laico che si ripete da settimane, ogni giorno, ogni ora.Come se Giovannino fosse venuto al mondo per ricordarci chi siamo, appena smettiamo di pensare e cominciamo a sentire.                                                                       Massimo Gramellini