I Miei Racconti

Juice


    È stata lanciata Juice, la sonda diretta a Giove e alle sue lune Europa, Ganimede e Callisto, che sotto la superficie ghiacciata nascondono oceani che potrebbero ospitare la vita.Il lancio è avvenuto con un Ariane 5 dalla base europea di Kourou (Guyana Francese) ed è l’inizio di un viaggio di 8 anni.Nella missione dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) l’Italia ha un ruolo di primo piano con Agenzia Spaziale Italiana (Asi), Università, Enti Pubblici di ricerca e industria.Sono italiani sia un terzo degli strumenti destinati a studiare da vicino mondi così lontani, sia i pannelli solari di Juice, i più grandi mai andati nello spazio.L'obiettivo principale è lo studio di alcun caratteristiche di Giove, ma soprattutto delle sue tre grandi lune ghiacciate: Europa, Ganimede e Callisto, scoperte da Galileo la notte del 7 gennaio 1610, osservando da Padova il cielo con il suo rudimentale cannocchiale.Oramai da un paio di anni, se non di più, si parla solo di piccoli satelliti grandi come scatole da scarpe e poco costosi.Ora però ci ritroviamo a parlare di nuovo di un grande satellite, alto metri e non centimetri, che costerà almeno un miliardo e che pesa al lancio sui 5mila chili, di cui ben 2.900 di propellente.E trasporta con sé, fino a quello spazio lontano, tanto affascinante quanto freddo, una quantità incredibile di raffinata strumentazione.Come in tante altre missioni nel nostro sistema solare, basta ricordare la splendida sonda Cassini Huygens che studiò per mesi il sistema di Saturno, l'Italia, con Leonardo e le sue partecipate Thales Alenia Space e Telespazio, porta un contributo essenziale.Leonardo per esempio ha fornito i pannelli solari, che si dispiegheranno dopo il lancio per fornire energia al grande satellite.Sono più di 80 metri quadri di pannelli, 24mila celle divise in dieci pannelli disposti a croce, per un totale di 85 metri quadrati.Sono i più grandi mai costruiti per una missione oltre la Luna.D’altronde a 750 milioni di chilometri dalla Terra la radiazione è molto debole, 25 volte più debole che sulla Terra, e un satellite pieno zeppo di strumenti come questo ha bisogno di molta energia.La missione di Juice presenta vari obiettivi: studiare e caratterizzare le lune gioviane ghiacciate, Ganimede, Europa e Callisto, che sono di fatto anche più grandi non solo della nostra luna, ma anche di pianeti come Mercurio o Plutone.Ma studierà anche Giove e il suo complesso sistema, che è già stato oggetto di studio da parte di altri satelliti Nasa. .Il focus è nello studio di quei mondi come possibili habitat.Nel nostro sistema solare conosciamo come abitato dalla vita solo il nostro pianeta.I tre grandi satelliti gioviani, soprattutto Ganimede, potrebbero darci altre informazioni preziose per capire come appare la vita, sotto quali condizioni.In quei mondi lontani precedenti missioni hanno individuato gusci di ghiaccio che li racchiudono, campi magnetici importanti, altro elemento importante per la presenza di vita, specie su Ganimede, il sorvegliato speciale di questa missione,voluta e gestita da Esa, ma che gode di contributi anche dalla Nasa e dalla giapponese Jaxa in termini di strumenti di misura e parti importanti di hardware.Arrivare a Giove non è semplicissimo, occorre tanta energia, che un solo razzo non può dare, e allora ecco che è stata studiata una traiettoria piuttosto complessa e inusuale, che porterà Juice all’obiettivo in 8 anni, durante i quali sorvolerà Venere e la Terra due volte.Anche la Luna, per la prima volta, servirà ad accelerare il grande satellite con l'effetto fionda che si ottiele con il passaggio nel campo gravitazionale dei pianeti.Un poco come la fionda del biblico Davide, roteata sopra la testa e poi aperta, per rilasciare il sasso che conteneva.Per studiare Giove e i suoi tre grandi satelliti Juice ha una batteria di strumenti incredibile: un pacchetto di vari strumenti per il telerilevamento con sofisticate capacità di presa immagini in varie lunghezze d'onda, un pacchetto di strumenti per lo studio geofisico dei satelliti di Giove, studiare le superfici e quel che c'è sotto la crosta.Non manca strumentazione per studiare l’ambiente spaziale fra il pianeta e i suoi satelliti, come flusso di particelle, campo magnetico ed elettrico.Ganimede, la luna più grande e massiccia del sistema gioviano, ma anche dell'intero sistema solare, con il suo diametro di oltre 5000 chilometri, sarà in particolare oggetto di studio, per capire quanto è grande e profondo l'oceano di acqua sotto la sua superficie.Una missione ambiziosa e a lungo studiata, che dovrà operare in condizioni estreme, basta pensare ai 250 gradi che troverà al passaggio da Venere e ai -230 dalle parti di Giove in un ambiente finale con alta densità di radiazioni.Proprio per questo va valorizzato il contributo di altre realtà italiane, sia scientifiche, come Università e Inaf, Istituto Nazionale di Astrofisica, che hanno lavorato a stretto contatto con l'industria.Il migliore esempio è probabilmente lo strumento Rime a bordo del satellite, un sistema radar sviluppato da Thales Alenia Space con l'Università di Trento, capace di andare fino a 9 chilometri sotto la superficie ghiacciata di Ganimede.Scoprendo i quattro satelliti di Giove, Io, Europa, Ganimede e Callisto, Galileo Galilei ha rivoluzionato la nostra visione dell'Universo, e del nostro posto in esso.Fu infatti quella scoperta a fargli capire definitivamente che come quelli ruotano attorno al grande pianeta così noi giriamo attorno al Sole, e che non siamo il centro dell'universo, come si credeva anche per un errato concetto religioso.Anzi, per la verità, oggi sappiamo che siamo otto miliardi di esseri umani su un granello di sabbia cosmico sperso fra miliardi di stelle e di galassie.Certamente coi suoi risultati Juice rinnoverà in noi la meraviglia della conoscenza. da Internet