Rolando Bianchi

Interviste


Alcuni passaggi dell'intervista di Rolando al quotidiano TuttosportRolando Bianchi, se man­terrà la media di due gol a par­tita, a fine campionato potrà arri­vare a quota 84...: «Non male come battuta. Però siccome sono scaramantico non dico nulla, voglio che parlino i fatti».Ovviamente era una celia. Comun­que da un centravanti come lei, in serie B, ci si attende la doppia cifra che cominci con un 2 nella classifi­ca dei marcatori. «L’attaccante fa gol se la squadra riesce a metterlo nelle condizioni di farlo. Se­gnare non è mai facile, in qualsiasi ca­tegoria: i miei compagni sono stati bra­vissimi a Grosseto, dobbiamo confer­marci su questi livelli».Dopo un anno in granata, ci faccia capire: che cos’è il Toro per Bianchi? «Il Toro è passione. E’ sacrificio. E’ orgo­glio. E’ senso di appartenenza. Ditemi quante altre squadre, dopo una retro­cessione, sarebbero riuscire a portare più di mille persone a Grosseto, in un venerdì di piena estate. Il Toro ha sapu­to creare anche questa magia. Il Toro ha radici solidissime, è una fede che si tramanda da una generazione all’altra. Noi ora dobbiamo fare la nostra parte, dobbiamo convincere tanti bambini a tifare per il Toro: per riuscirci c’è una so­la strada. Vincere».Dopo la retrocessione lei è stato il primo a dire: «Io non scappo. Io re­sto per contribuire a riportare il To­ro in A». Un bel modo per ripartire. «Io sono spontaneo, ho detto ciò che pen­savo e infatti sono felice d’essere gra­nata. E’ la serie A la casa del Toro, ab­biamo un debito nei confronti dei no­stri tifosi. Dopo aver sbagliato abbiamo l’occasione di rimediare: certo quest’an­no non potremo più commettere errori».Testi e foto da http://www.tuttosport.com/calcio/2009/08/25-37563/Bianchi%3A+%C2%ABRilanciamo+il+vero+Toro%C2%BB