Le marchette
Nel gergo giornalistico sono chiamati così gli articoli realizzati previo accordo tra le parti, con il fine di sostenere di fronte ai lettori le ragioni dell'interlocutore. Insomma, per aiutare l'interlocutore in un momento di difficoltà o per aiutare un amico.
Non so, vediamo che esempio potrei fare.... fatemici pensare un attimo... Questo dovrebbe andare bene.
Qualche giorno fa (22 gennaio 2013) sulla Gazzetta è uscita un'intervista a Ventura, mister del Torino.
Blablabla fino ad una domanda che ha attirato la mia attenzione. Anzi, la domanda e la risposta:
Domanda: "Lei ha la 5ª difesa della A: 24 reti subite. Come si fa?"
“Grazie agli attaccanti che si sacrificano tantissimo”.
Non c'è che dire: è un dato inconfutabile. Ma il giornalista poteva fare anche un'altra domanda, conseguente. Visto che nessuno ci ha pensato, la facciamo noi:
Lei ha il 12esimo (dodicesimo!!) attacco della A: 25 reti fatte. Come si fa?
Incredibilmente, la risposta è la stessa: Grazie agli attaccanti che si sacrificano tantissimo.
Infatti, nel Toro di Ventura, gli attaccanti non devono fare ...gli attaccanti bensì i centrocampisti, i difensori, i terzini, i massaggiatori, i raccatapalle, gli steward, i venditori di noccioline, i bagarini... Qualsiasi cosa, tranne gli attaccanti. Ed è una cosa che si vede ad occhio nudo (quasi) ogni partita: devono essere gli esterni a segnare. Mica gli attaccanti. Eh! altrimenti il mister magari si incazza pure.
E' veramente un genio incompreso. Altro che:
Juventus (46 reti fatte),
Napoli (41),
Lazio (32),
Inter (33),
Fiorentina (38),
Milan (38),
Roma (46),
Catania (29),
Parma (29),
Udinese (32).
Queste sono tutte squadre con un gioco ancora tradizionale, vecchio. Come faranno ad essere davanti all'innovativo Torino di Ventura??
Lo salva il Bologna: 28 (!) reti segnate ma dietro di 4 punti.
In conclusione, è stato messo in risalto un aspetto per far fare bella figura all'interlocutore, tralasciando lo scomodo rovescio della medaglia.
Chiedete un altro esempio? Apettate... vediamo... Ah ecco!
Il 26 gennaio, poi, sempre la Gazzetta pubblica un lungo articolo dal titolo già significativo: "Il Torino in salsa barese va più forte della Juve".
Ora, mi spiace per i miei cugini granata e per tutti i tifosi ma questo è buttare fumo negli occhi.
Chiaro segnale di un'offensiva mediatica lanciata probabilmente dallo stesso mister. Questo articolo, infatti, segue di appena 4 giorni il precedente esempio.
Sull'argomentazione è' sufficiente guardare la classifica per rendersi conto che il paragone è quantomeno improponibile, per non dire impossibile.
Andiamo, siamo seri... com'è possibile mettersi a scrivere certe cose quando una squadra (Toro) ha 23 (VENTITRE!!) punti in meno e sostenere pure che i granata vanno "più forte" ???
Un minimo di onestà intellettuale. Non è così che si affrontano le difficoltà. E' meglio essere realisti e sinceri.
Chiudiamo con un'annotazione curiosa. Nell'articolo del 22 gennaio, Ventura ribatte ad una (finta) insinuazione del giornalista (Grazie. Ha i suoi fedelissimi: Gillet, Cerci e ora Barreto…); finta perché permette al mister la risposta preconfezionata:
“Questa è una vecchia storia che voglio smentire. Ho più di 1000 panchine, sa quanti calciatori ho allenato?”.
Di sicuro, diciamo noi, ne ha allenati moltissimi. Tra i quali anche i 7 fedelissimi (su 11) che oggi ha nel Torino.
Speriamo che almeno loro riescano a mettere in pratica efficacemente l'innovativo gioco del mister. Non è per quello che sono stati presi?
E mi auguro proprio inizino con l'Inter.
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