RomanzandoStorie

romanzi scritti da me

 

AREA PERSONALE

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Luglio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 31        
 
 

FACEBOOK

 
 

 

The Queen of Spades - Capitolo I

Post n°3 pubblicato il 03 Agosto 2009 da raccontando2009

La fissava da sopra gli occhiali ovali senza montatura, con le gambe accavallate e le mani l'una sopra all'altra ad avvolgere il ginocchio. Lei non aveva detto una parola fino ad allora, ma stavolta intravedeva nello sguardo di quell'uomo l'ardone della sfida o, ancor perggio, la consapevolezza di aver trovato il capo della matessa del suo silenzio. La osservò ancora qualche istante prima di allungarsi sulla scrivania dinanzi a sè per prendere un libro che le altre volte lei non aveva visto, dalla copertina in pelle marrone chiaro e le scritte dorate incise in rilievo. Nello stesso istante in cui le scarne ed affusolate dita stringevano il libro per sollevarlo dal pianale in vetro del tavolo, lei strizzò gli occhi per focalizzarlo meglio e lo riconobbe, trasalendo. Allora, con una punta di sarcasmo, lui glielo mostrò sventolandolo in aria come a dirle "lo rinosci?", nonostante già sapesse che quella Sacra Bibbia fosse proprio della sua paziente: per diversi anni la madre della ragazza si era ostinata a tenerla sopra il comodino della figlia, benchè lei, ogni sera prima di coricarsi, aprisse il primo cassetto e la gettasse lì dentro.
Certo che lo riconosco, confermò la ragazza incurvando le labbra verso la parte destra del viso, in un futile tentativo di tener testa a quel sarcasmo sfrontato. Tuttavia, sebbene dentro di sè sentisse di aver inizato a perdere quella sfida, si sorprese ad al contempo si impaurì che la cosa non le desse alcun fastidio.
Che fosse un altro piano della sua mente?, si domandò tra sè e sè, mentre intanto l'uomo aveva iniziato a sfogliare il libro senza alcuna logica, casualmente andando avanti ed indietro senza nemmeno soffermarsi a leggere le scritte in neretto dei capitoli e dei paragrafi per capire in che punto della narrazione si trovasse. Giocherallava con le pagine così come, con quegli stessi gesti, riusciva a giocherellare con le emozioni della ragazza,  che vedeva trepidare ad ogni velo rigato d'inchiostro che cadeva lentamente a destra o a sinistra. Poi, d'un tratto, si soffermò incuriosito sui lembi zigghezettati a filo della costola di alcune pagine che era state strappate, come se, dopo tanto rimuginare, ancora non avesse ben chiaro il motivo di quella mancanza. Così, subito lo richiuse, lasciando ad un altro momento quei dubbi prematuri sia per porserli che per risolverli, e lo riaprì sulle prime: queste le voltò velocemente, già sapendo dove andare a cercare e quando arrivò al figlietto rosso che fuoriusciva dalla parte alta del libro con cui aveva segnato ciò che lo interessava, bloccò la pagina col palmo della mano destra, si tolse gli occhi ed infine lesse.
"Ecco, l'uomo è diventato come uno di noi quanto a conoscenza del bene e del male. Guardiamo che egli non stenda la mano e prenda anche del frutto della vita, e ne mangi, e viva in perpetuo."
Alzò lo sguardo sulla ragazza, cercando la reazione che credeva potessero aver cagionato in lei quelle parole e, semmai l'avesse scovata così come supponeva, annotarserla nella testa per poi dedurne qualcosa; invece, non scovò altro che l'apatia di chi conosceva a memoria quella frase e per la quale non nutriva più alcun interesse.
"Quest'ultima parte l'hai cerchiata numerose volte", continuò allora, senza abbandoare un tono secco e distaccato. La sua voce, infatti, non concedeva emozioni, sebbene avesse scritte negli occhi tutte le domande che avrebbe voluto porle, quelle stesse che lei leggeva da giorni, fin dal loro primo incontro, nascoste nell'angolo più esterno dei bulbi oculari e che ora, invece, vedeva splendere al centro delle iridi verdastre, ilari del fatto che ognuna di loro avrebbe avuto ben presto la propria risposta. E lei sapeva che non era necessario dire null'altro per averle, tuttavia si costrinse a tacere, si morse la lingua per impedirle di muoversi tra i denti e cercò di distrarsi, di pensare a d altro; e soprattutto di non incrociare i suoi occhi così piccoli ed infimi dietro le spesse lenti. Ma la luce del sole brillava sulle finestre e lei si incantò ad osservarla filtrare fin sul pavimento in una strascia luminosa parallela ai suoi piedi, stretti l'uno all'altro come se le avessero legato le caviglie assieme.
Che l'avrebbe mai detto che avrei rivisto la luce del sole, pensò.
"Grammaticalmente sbagliato, non crede?", disse deridendolo con un sorriso. "Eppure, in ogni Bibbia è scritto così! Non sarebbe stato più corretto scrivere: prenda anche il frutto della vita, ne mangi e viva in perpetuo?"
Lui la fissò penetrandola nello sguardo, indagando le rughe d'espressione sul suo viso, cercando la chiave di lettura di quella frase, mentre volontariamente ometteva sul volto qualsiasi accenno d'interesse, benchè per un istante un luccichio discreto ed improvviso sul velo trasparente delle pupille avesse tradito la sua indifferenza. Con la mano, le fece segno di andare avanti. La paziente rimase attonita, quasi offesa da tanto disinteresse, ma soprattutto la irritava quanto quell'uomo ne sapesse gran lunga più di lei nel gestire le emozioni.
"No!", sputò con rabbia la ragazza. "Non è sbagliato! In quelle virgole, in quelle pause...", sospirò. "Lì emerge la paura di chi parla."
Sperò vivamente di avrelo intimorito. Invece, non corruppe alcuna delle sue inamovibili espressioni e, con una mano sul volto, si sentì costretta a celargli le proprie: aveva già detto troppo e non sapeva se sarebbe riuscita a fermarsi. L'altra mano, nel frattempo, le era lentamente scivolata dentro la tasca della felpa, quasi andando a cercar conforto in quello che avrebbe trovato lì dentro. E quando lo trovò, strinse nel pugno quel piccolo pezzo di carta liso e lo portò fuori alla luce: sospirò di timore e di gioia quando la vide, ancora lì con lei, con quel suo volto di profilo mesto ed austero, avvolta nei suoi colori rossi e i suoi simboli neri, i cuori invertiti di un desiderio malato, così com'era solita chiamarli.
"E' la prima ragola", sussurrò allora, come un pensiero scappato al controllo della mente, e chinò la testa verso i piedi, portando le dita a scompigliarle i capelli.
Non dir nulla. Non dir nulla...
Desiderò.
E lui nulla disse; se ne sorprese, ma non era più certa di ciò che avrebbe dovuto pensarne. Allora, alzò lo sguardo sull'uomo dinanzi a sè, che mal riusciva a focalizzare con i capelli sopar gli occhi; lo osservò in bilico tra sgomento e razionalità per secondi interminabili, mentre lui continuava ad osservarla con aridità e freddezza per quanto aveva da dirgli: ma mentiva, di questo ne era sicura. Ed infatti, lo seguì con gli occhi mentre prendeva la cartella con sù scritto a pennarello il suo nome, da giorni riposta sulla scrivania alla sua destra, assieme ad una pila verdastra di altre cartelle; poi, alzarsi, avvicinarsi e sedersi su una poltrona poco distante da dove era lei, adesso, non attendendo altro che le sue parole.
Lei riguardò il sole che brillava sui vetri delle finestre, sporchi della polvere che aveva portato la pioggia del giorno prima, dove i raggi del tramonto rossastro di quella sera disegnavano abbaglianti stelle dalle lunghe punte.
Strinse forte la carta nel pugno e mentre la regina di picche si accartocciava su sè stessa in un crepitio soffocato dal palmo della mano, lei diede inizio al suo racconto.

 
 
 

THE QUEEN OF SPADES - Prologo

Post n°2 pubblicato il 30 Luglio 2009 da raccontando2009

Voleva essere qualcosa di più nelle sue illusioni; qualcosa di più anche degli esseri oscuri e malvagi che si narra abitino questa nostra stessa terra pur rendendoci invisibili i loro cammini, benchè altri di noi rimangano convinti che popolino solo le nostre menti, nutrendo quel desiderio di mistero e di fuga dalla vita che da sempre affascina l'uomo. Ma per lei, la questione non riguardava più a chi degli uni o degli altri di quelli come noi dover credere, ma a quale parte della sua mente avrebbe dovuto affidare il resto del suo viaggio.
Il suo ricordo, di tanto in tanto, la faceva sorridere e talora la rendeva incredula il ridondare lontanto nella testa dell'eco di quel nome che solo lei conosceva, come fosse rimasto congelato nel tempo e nella sua memoria per tutti quegli anni, aspettandola; così le dissero una volta. Dopo quanto era accaduto, talvolta si soffermava a pensare che forse rappresentava ciò che avrebbe voluto essere, la vita che il suo incoscio aveva desiderato di vivere ma che non avrebbe potuto avere senza di lei. Adesso, ricordare non riusciva più ad impaurirla, nè a farle male, tuttavia ogni volta che andava a trovare il fratello e lo scorgeva con la coda dell'occhio seduto all'ombra delle file più antiche come era suo solito fare, immediamente le ritornava alla memoria l'istantanea del volto sofferente di Hana e subito sentiva il fiato venirle meno. Il ricordo di quella ragazza, della sua dolcezza, della sua pietà nei suoi confronti, della sua morte per sua mano, tutt'ora non riusciva a farla dormire la notte, nonostante in molti la rassicurassero di esser ormai vicina a superare i propri problemi mentali. Purtroppo, era una tra i pochi altri ricordi che sentiva ancora troppo vivi per riuscire a convincersi di averli soltanto immaginati. Eppure non c'era stato niente di vero, lei aveva immaginato ogni cosa: se lo ripeteva nella testa ad ogni passo che la conduceva lungo una strada apparentemente conosciuta seppur nuova, ad ogni pensiero che sopraggiungeva da troppo lontano e che si faceva a poco a poco assilante carico della forza delle parole che giungeva a rivelarle. Ma era stata solo una brutta avventura vissuta con la mente...
Questo continuava a dirsi, sorridendo.

 
 
 

CIAOOOO!!!

Post n°1 pubblicato il 29 Luglio 2009 da raccontando2009

Ciao a tutti!

Io mi diletto talvolta a scrivere romanzetti, di cui non saprei ben classificare il genere, e vorrei condividerli con voi, sapere che ne pensate e, casomai li trovaste carini, sperare che in molti visitiate questo blog!

Allora, a presto!

 

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: raccontando2009
Data di creazione: 29/07/2009
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

ULTIME VISITE AL BLOG

supremamenteraccontando2009artemisia_gentandreadialbineadolceamore2007messaggeria.normaleaenaelleAnonimo_Solitariocoraggio_liber0
 

CHI PUò SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963