Da bambina lasciavo lettere d’amore davanti alla sua porta.La calligrafia incerta, i cuori grandi, disegnati in rosso.Occhi neri, come la notte.Mai una parola, solo sorrisi a occhi bassi, i miei, teneri e sinceri, i suoi.Nei pomeriggi d’autunno, anni dopo,le mie mani, lievi sull’avorio dei tasti,si perdevano un istante,quando udivo la sua porta aprirsi, piano.Nessun rumore poi, nessuno usciva.Rimaneva socchiusa, per ore,finestra discreta sul giardino dei miei suoni.Sorridevo di quella complicità,della poesia di quel gesto silenzioso.E quel notturno di Chopin, sussurrato,sembrava fluire più dolce ancora.La vita ha guidato altrove il suo cammino,non so più nulla di lui, dei suoi occhi neri.Oggi i passi esitanti di un bimbo biondovarcano quella soglia, strappando sorrisi.Eppure, nei pomeriggi d’autunno,quando sento la porta aprirsi…la poesia si rinnova, ancora.Magia della memoria,e dei suoi petali.