“La nostra prima scuola (quella di Martinez) aveva delle cose preziose. Io sono anche portato a credere che Pasqualis, di cui mi parlate e di cui vi debbo dire che era il nostro Maestro, aveva la chiave attiva di tutte quelle cose che il nostro caro Boheme espone nelle sue teorie, ma che non ci stimava ancora in grado di sostenere tutte queste altre verità. Possedeva ancora delle conoscenze che il nostro Boehme non conosceva, o non ha voluto far vedere di possedere quali il pensitmento dell’essere perverso su cui il primo uomo era stato incaricato di sorvegliare. Questa idea mi sembra degna d’essere inclusa nel piano universale delle cose, benché io non abbia avuto alcuna dimostrazione positiva eccezion fatta della sua comprensione intelligente. Quanto alla Sophia ed al Re del mondo, non ci ha fatto alcuna rivelazione, lasciandoci con le nozioni ordinarie su Maria e sul demonio. Tuttavia non poteri darvi assicurazione ch’egli non ne avesse conoscenza, anzi sono ben persuaso che prima o poi vi saremmo giunti se lo avessimo conservato per un tempo più lungo, mentre la morte ce lo ha rapito mentre cominciavamo a marciare di conserva. E così il silenzio del vostro amico Divonne, su questo punto non prova niente, dato che questo amico non ha seguito la nostra scuola. […] Da quanto sopra emerge che si può far benissimo un eccellente matrimonio tra la nostra prima scuola e quella dell’amico Boehme. E’ a questo ch’io lavoro e vi confesso che trovo i due sposi così ben armoniosi ch’io non conosco nulla di più completo…”.
Lettera di Louis-Claude de Saint-Martin all’amico e corrispondente Kirchberger del 11.07.1776.
“La nostra prima scuola (quella di Martinez) aveva delle cose preziose. Io sono anche portato a credere che Pasqualis, di cui mi parlate e di cui vi debbo dire che era il nostro Maestro, aveva la chiave attiva di tutte quelle cose che il nostro caro Boheme espone nelle sue teorie, ma che non ci stimava ancora in grado di sostenere tutte queste altre verità. Possedeva ancora delle conoscenze che il nostro Boehme non conosceva, o non ha voluto far vedere di possedere quali il pensitmento dell’essere perverso su cui il primo uomo era stato incaricato di sorvegliare. Questa idea mi sembra degna d’essere inclusa nel piano universale delle cose, benché io non abbia avuto alcuna dimostrazione positiva eccezion fatta della sua comprensione intelligente. Quanto alla Sophia ed al Re del mondo, non ci ha fatto alcuna rivelazione, lasciandoci con le nozioni ordinarie su Maria e sul demonio. Tuttavia non poteri darvi assicurazione ch’egli non ne avesse conoscenza, anzi sono ben persuaso che prima o poi vi saremmo giunti se lo avessimo conservato per un tempo più lungo, mentre la morte ce lo ha rapito mentre cominciavamo a marciare di conserva. E così il silenzio del vostro amico Divonne, su questo punto non prova niente, dato che questo amico non ha seguito la nostra scuola. […] Da quanto sopra emerge che si può far benissimo un eccellente matrimonio tra la nostra prima scuola e quella dell’amico Boehme. E’ a questo ch’io lavoro e vi confesso che trovo i due sposi così ben armoniosi ch’io non conosco nulla di più completo…”.