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Presente e Futuro (parte prima)

Post n°134 pubblicato il 04 Novembre 2008 da Laughing.man84
 

Premessa: Nel dialetto siciliano manca il tempo futuro dei verbi e ogni proposizione riguardante un’azione futura viene costruita al presente e il verbo si fa precedere da un avverbio di tempo (ad esempio, "dumani vegnu").

Orologio molle ferito
Salvador Dali
1974

"Come si può interpretare ( quasi filosoficamente ) questa anomalia? Ecco lo spunto per un nesso fra lingua e cultura, modi di essere e di pensare. E’ la consapevolezza storica dell’esserci heideggeriano a produrre la riduzione continua del futuro a presente, all’hic et nunc e ciò nel pieno possesso del passato ormai definitivamente acquisito.
I siciliani sono padroni del tempo o, per dirla con Tomasi di Lampedusa, sono Dei.
Ma essere ( o ritenere di essere ) padroni del tempo può voler dire dominare mentalmente la vita e la morte, avere la certezza della propria intangibilità solo nel presente, un presente che si appropria del tempo futuro per scongiurare la morte, ombra ineliminabile dell’esserci.
Quello che conta è il presente. Essere e divenire, insomma, nell’ansia metafisica si fondono o si  confondono
"

Paolo Messina

continua...

 
Rispondi al commento:
raven.sas
raven.sas il 06/11/08 alle 17:00 via WEB
Ne prendo atto Lau...hanno una bella fortuna...Padroni del tempo, dominare la morte...Però...essere e divenire non si confondono...tutt'altro...credo proprio che i siciliani possano essere tutt'altro che confusi...tutt'altro....ciao buona serata
 
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