Sacro e Profano

Ch c pozze fa. Una poesia in vernacolo napoletano di Rita Licenziato


Esco una volta ancora dal binario antropologico-religioso per pubblicare stavolta una bella poesia di Rita, napoletana d.o.c. In fondo la dialettalità evoca un mondo arcaico in disgregazione, se non addirittura macerato dall'impeto massificante della modernità. Richiama altresì la dimensione del mito, quale espressione autoriflessiva della propria cultura, della Weltbild di un popolo. La poesia dialettale, quando non si rifugia smaccatamente nel registro privato della quotidianità, fa paura: perché è denuncia, ribellione, non-accettazione dell'ordine stabilito come prevaricazione esistenziale. In altre parole, la poesia dialettale è il grado zero di una straordinaria dignità.  Ch c pozz faSo sugnatricVurria ca tutt quant fssmFlicComm a viverRint a nu paravisAro nun ce stessA famm, l'odioA ro e  ccreaturPutesser correrCu na facc allerE giuca ca pallSenz a paurE firni sott'aNa machinaMa già o saccChest nun se po ave'E allorM'accuntent e scrivrSti parolCa me fann vereO munn nu poc cchiu rosa