Cornici Vuote

Costringimi a scrivere tutto - di Gionni b.


tutta questa fatica di paroleserve soltanto a rammentarne una. Noi la  lasciammo libera per casa il giorno che v’entrammo e  lìsi perse come una biglia. Peròbastava sapere che c’era salteràfuori un giorno a l’altro dicevo non è davvero smarrita pure  il gatto talvolta si ritira in angoli remotida cui torna,  anche  il tuo  anello che ricomparve dal sacco nerodell’aspirapolvere. Bisognavasolo aspettare e intanto vivere come se. Poi vennerole piogge e la manutenzionedelle grondaie di rame e il tettod’embrici e il pendere  sbilencodel cortile a mattoni che allagava: l’orto  se ne andò via come un tappetovolante. Ci si rideva su di quellacasa nave  che però resistevae attraversò l’inverno, sebbenecon ridotta velatura,  fino alla foce. Al  carillon delle  costellazioni il tempo delle acque si incantòil prato ebbe un morbillo di colori  si annuvolò di fiocchi la siepe. Una mattina chiaravidi  il cielo trafitto di anemofile.  E un agoche giaceva nel bagno sul confine fra  due piastrelle azzurre mi punse di rammarico e di gioia d’aver trovato ciò che c’eradi perso una parola  non  più detta fra noi ma trasformata da fate casalinghe in un comunearnese  da rammendo.