Virgo's Girl @ sea

London tutti insieme! (1° parte)


London tutti insieme!Scrivo della nostra esperienza Londinese esattamente un mese dopo, forse ho metabolizzato un pò troppo, forse adesso mi sarò pure dimenticata i posti dove siamo stati, però non dimentico la sensazione tutta British provata insieme con Miki, Ilaria, Marco e Hamid.20 maggio 2011 - ore 23Finalmente siamo atterrati nell'aereoporto di Heathrow io Michele ed Ilaria, stanchi e distrutti, abbiamo aspettato il primo treno utile che ci avrebbe portato a Victoria Station. La cosa incredibile e che i treni avevano una frequenza di 3 minuti l'uno dall'altro ed, a differenza della nostra metro, l'orario era già scritto sui tabelloni, ragione per cui, la precisione era d'obbligo per poter rispettare gli orari comunicati. Arrivati a Victoria Station, ormai stanchi ed affamati, abbiamo mangiato una delle cose più buone che Londra ci poteva offrire, una buona e calda baguette da Upper Crust.Finalmente, Marco ci è venuto a prendere, era appena tornato da una festa dove si era rimpinzato di carne alla brace e birra -  ci poteva invitare, no? - e, di corsa, abbiamo preso le linee della metro che ci avrebbero portato a casa di Marco, vicino alla fermata di Marylebone.Uno sguardo veloce alle case ed alle strade, alle macchine che circolavano nel senso contrario rispetto a quello al quale siamo abituati noi ed alle striscie pedonali che ci invitavano a guardare prima a destra e poi a sinistra - look right, look left - , contrariamente a quanto siamo abituati noi:infatti, molti turisti sono morti perchè hanno attraversato facendosi guidare dalla forza dell'abitudine. Le case in stile vittoriano, con le finestre pentagonali tutte a vetri ci osservavano raggiungere la casa di Marco, mentre noi, affranti con valigia al seguito, che sembra più pesante quando si è in quello stato, ci accingevamo ad entrare nel cancello di 19, Farnham house harewood ave. Marco abita in una palazzina che sembra un residence, dove è possibile raggiungere gli appartamenti soltanto tramite due ripide rampe di scale. Il pianerottolo è aperto, ci sono vasi di fiori davanti ad ogni appartamento e l'accesso è poco sicuro - la porta non è blindata - come vuole la tradizione inglese dove i ladri sono sempre i benvenuti.Marco ci ha spiegato che a casa sua i ladri sono entrati già due volte ed una volta hanno rubato l'i-pod di una sua amica che, sfortunatamente per lei, era andata a trovarlo proprio durante quello sventurato week end!Finalmente in casa, conosciamo il coinquilino di Marco di cui assolutamente non ricordo il nome ma che, tanto, ai fini di questa storia, non è importante perchè, questo individuo, avrebbe lasciato definitivamente casa per tornarsene in Svezia, da dove proveniva. Famoso per la sua reticenza nel fare le pulizie, la stanza che lasciava era invasa dalla sporcizia e da disordine della quale si sarebbe dovuto prendere carico il nuovo coinquilino  di Marco che sarebbe arrivato l'indomani, destando il sospetto di tutti riguardo ad una maglietta che presupponeva la sua tendenza omosessuale (maglietta dove due uomini nudi giocavano ad acchiapparella ndr).Eravamo distrutti o forse di più e non vedevamo l'ora di accamparci nella stanza di Marco, tutti insieme, divisi io ed Ilaria nello scomodo letto con il materasso ikea, ma mai scomodo come il pavimento dove dormivano Marco e Michele.La giornata (per me durata 23 ore) ebbe finalmente termine alle 3 di notte e per un pelo non stavo declinando l'invito di svegliarmi presto l'indomani per affrontare la divertente, ma faticosa, giornata british.21 Maggio 2011La sveglia è suonata tranquillamente verso le 9, nessuno aveva voglia di fare ne corse e ne sbattimenti, tanto la guida era Marco che, vivendo a Londra da circa un annetto, avrebbe certamente ottimizzato  i tempi ed abbreviato le distanze, evitando tempi morti o giri troppo lunghi. La prima cosa che abbiamo visitato è stato il Regent Park, che, a detta di Marco, è uno dei parchi più belli di Londra, ed aveva ragione. Appena arrivati, siamo stati spettatori di una maratona femminile: decine, centinaia di donne vestite con accessori rosa che correvano, camminavano, portavano al seguito passeggini e rappresentavano il campione femminile di quelle donne che lottano tutti i giorni contro la quotidianeità ed i problemi relativi all'essere donna. Diversamente dall'Italia, l'Inghilterra non osserva, non giudica una persona da cosa fa e come si veste e quindi c'è molta più libertà, ciascuno esprime liberamente il suo modo di essere con l'abbigliamento, atteggiamento molto esasperato soprattutto durante queste manifestazioni. Infatti, c'erano donne che avevano i pitoni di pelo rosa, le antennine, le ali d'angelo, le babbucce e tantissimi altri egocentrici accessori rigorosamente rosa.Era un bel vedere guardarle, ma mai come guardare da vicinissimo gli aironi che, alla stregua dei nostri colombi, si lasciavano fotografare e si lasciavano avvicinare, specie se si aveva del cibo per loro.Fantascici gli scogliattolini che, con i loro occhi dolci e la loro faccetta buffa, sgranocchiavano un arachide tenendolo tra le zampette e, con molta pazienza, era possibile farli salire sul proprio braccio.Spettacolare, all'interno di Regents Park, il giardino con i roseti, era immenso e dai colori vivacissimi e non mi bastava mai goderne del profumo.Allontanatici da Regents Park, siamo andati a prendere la metro per poter avvicinarci di più a Buckingam Palace, la prima meta importante della giornata. Per arrivare al palazzo reale bisognava di nuovo attraversare un'altro dei Queen Parks, il Green Park. Ma Buckingam Palace non ha emozionato nessuno, nemmeno Ilaria ha avuto tanta voglia di fotografare, come faceva di solito, come una perfetta turista giapponese! Però ci siamo un attimo riposati lì, cercando di capire perchè ci  fossero così tante guardie, più del solito a detta di Marco. Successivamente avremmo appreso che Obama, il presidente degli USA, sarebbe andato a portare gli omaggi alla famiglia reale e, più specificamente,a Kate e William, freschi sposini dello scorso 16 Aprile.Finalmente si era fatta l'ora del pranzo e ci siamo fermati in un locale chiamato Serpentine Restaurant e non perchè ci fossero lì i serpenti, tanto temuti da Ilaria, ma perchè sorgeva vicino ad un corso d'acqua che tagliava da parte a parte il Green Park e da qui il nome "Serpentine".Una bella pizza all'aglio era quella che ci voleva, peccato che il waiter avesse sbagliato l'ordinazione e ci avrebbe portato due portate errate. Non si sa di chi fosse la colpa, fatto sta che non ci badammo più di tanto poiché eravamo già belli allegri grazie al Pimp, un cocktail tipico Londinese che ricorda molto la sangria, per la varietà di frutta, ma anche di verdura, ad esempio, cetrioli, contenuta all'interno del cocktail che sapeva un pò di caramello ed un pò di gassosa. Non lo so bene di cosa sapesse, però mi piaceva, tant'è che abbiamo bissato prendendo due Jar. A fare l'ordinazione fu proprio Michele che, sicuro della frase da dire "4 pimps, please!" si sarebbe aspettato la richiesta di soldi e di essere servito con i quattro bicchieri. Purtroppo per lui il barista alla sua domanda rispose con un'altra domanda che Michele interpretò come qualcosa di impronunciabile. In realtà, l'ingenuo cammeriere si aspettava di avere di fronte un abitante del luogo (o almeno un turista un pò più esperto) che sapesse esattamente il vantaggio economico di acquistare una caraffa di pimp anzicché quattro bicchieri singoli.Questo non fu l'unico episodio del quale Michele fu il maldestro protagonista. Ci fu l'episodio della richiesta di un'innoqua bottiglia d'acqua. Peccato che, alla domanda del bene da acquistare, gli fu risposto con un'altra tremenda domanda: "liscia o frizzante?" e cioè "still or sparkling" che suonava più o meno così: "stistparkin"? Dopo la pausa pranzo, ci siamo diretti verso un'altra bellissima meta e cioè Portobello road, vicino il famosissimo quartiere Nothing Hill. Siamo stati fortunati perchè abbiamo trovato il mercatino!!! Manco a parlare della mia morbosità nell'avvicinarmi a qualsiasi bancarella, provocando lo scontento degli altri. Dopodicché Ci siamo fermati a prendere un caffè in un bar italiano lì vicino, purtroppo non siamo andati da Starbuck perchè Marco aveva voglia di farci assaggiare il caffè italiano, come se ne sentissimo la mancanza! A Portobello Road, siamo rimasti affascinati dal negozio di vestiti che in vetrina ha almeno alcune centinaia di macchine per cucire d'epoca.Continua...