Virgo's Girl @ sea

Weekend con "Buon" Gusto 2


Il giorno dopo, il 28 giugno, ci diriggemmo verso alcuni dei luoghi considerati più belli e caratteristici. Andammo a Pienza che è un gioiellino ed è famosa per i salumi ed i formaggi. Ci facemmo un giro per il paese, qualche foto, un bel paio di panini in una salumeria tipica, qualche visita alle chiesette ed, infine, acquistammo anche mezza caciotta e le salcicciette di cinghiale che piaccono tanto a Miki.Dopo Pienza, ci diriggemo a Montepulciano, dove si vende il vino omonimo ed, anche qui, il solito giro per il paesello, sotto il sole che picchiava, era inutile soffermarci molto. Però era piacevole, il paesello non ha nulla di caratteristico tranne le cantine del 1400, tutte scavate nei sotterranei e fresche perchè tutte di pietra. Ci facemmo il solito giro per i negozi ed il giro delle cantine, sorseggiando qua e la vinelli e facendo le opportune degustazioni. Ma noi siamo degustatori paganti e, ovviamente, facemmo la nostra bella scorta di vino.Un ricordo bellissimo me l'ha lasciato Bagno Vignoli, l'ultima tappa del secondo giorno: siamo andati in questo luogo termale ed abbiamo fatto il bagno nelle piscine pubbliche (quelle private erano già chiuse). L'acqua sembrava latte, per via del fango termale bianchissimo e non ci vedevamo la parte del corpo immersa. Non era possibile fare grandi nuotate, però il bagno è stato gratificante, con tanto di doccia sotto la cascata naturale che si gettava da 20 mt di altezza.La sera la trascorremmo al ristorante di Enrico, Enrico ormai era diventato il nostro cuoco di eccezione. Ricordo che quel giorno come antipasto ci fece fettine di manzo che erano una metà via tra la bresaola ed il carpaccio, condito con una fine insalatina di legumi, era una delizia al palato. Il primo è stata una pasta con la salsa, condita con due tipi di caciotta, una tenuta in frigo e l'altra tenuta in grotta. La pasta era talmente buona che perfino Miki, che non ama la pasta con la salsa, l'ha mangiata! Il secondo è stato un piatto non plus ultra (ancora mi lecco i baffi): guanciotta di vitello in umido, una delizia. Cotto per 4 ore e speziato, era di una tenerezza tale che pareva burro. La guanciotta di vitello, ci diceva Enrico, era difficile da trovare in giro e lui la riceveva dopo mesi che l'aveva ordinata.La cena terminò alle 23 ma restammo a chiacchierare con Enrico fino alle 1 del mattino, delle sue esperienze come insegnante cuoco in Giappone e del suo rapporto con il Giappone, dove, per ottenere il consenso della comunità, bisogna dimostrare l'apprezzamento della loro cultura. Ci ha dato delle ottime ragioni per non mangiare il sushi, che io tanto adoro, perchè cucinato in condizioni poco igieniche e ci ha spiegato che l'unica cosa che ha potuto imparare dalla cucina Giapponese è stato il segreto della frittura che si differenzia a seconda della temperatura del cibo che viene fritto.E' stata una chiacchierata interessante, peccato che, Enrico, il giorno dopo, già non si ricordava più di noi ma fummo davvero contenti del trattamento economico ottenuto: 28 euro a testa per la cena (ben pagati) e due bottiglie di vino che produceva lui a 10 euro l'uno.