Papaveri ed ombre

Cronicitudini


Sabato mattina. Il cielo del lucernario della cucina di Rosaria è un ritaglio di cielo azzurro. Si sta bene a casa sua, fra le sue cose, le sue persone care, il gatto lagnoso, il via vai di amiche sue e delle figlie. Faccio colazione con calma, in attesa di partire per la fiera, ascoltiamo MTW, a volume basso.“ Ue’!” Mi fa lei alzando il volume del televisore “hai sentito l’ultima di Jovanotti? E’ bellissima, sconvolgente!”Per Rosaria è tutto straordinario e tutto sconvolgente, io sono più sorniona, le emozioni le trattengo finchè posso, finchè proprio non cominciano a filtrare come l’acqua del bagno se lasci la manopola della vasca aperta.  Forse per questo sembriamo diverse e ci completiamo come due vasi comunicanti.“ No, Rosaria….” Come può essere sconvolgente una canzone di Jovanotti?“ Ua’!Guarda! Appena l’ho sentita a Sanremo, ho pianto come un vitello!”Le sorrido con un po’ di sufficienza…Cazzo qui io sono la dura, la cinica, il poliziotto cattivo, èunosporcolavoromaqualcunodevepurfarlo.La musica parte in sordina, molto lineare, i soliti accordi, poi lui comincia a cantare. Le parole sono bellissime, scorrono semplici e dirette, colpiscono proprio lì, dove una volta mi dicono ci fosse il mio cuore.Stringo i denti, perché le lacrime vogliono uscire, ma resisto. Sono ridicola quando piango, divento tutta rossa, mi gocciola il naso, e a volte singhiozzo perché mi si blocca il respiro. Eppure non posso farne a meno, mi commuovo, penso ricordo, immagino, mi identifico in quella donna a cui hanno dedicato quei versi d’amore, guardo Rosaria, riso storta mentre le lacrime scorrono sulle guance. Lei non ci fa caso, sa. Sa per cosa piango e sa che quando comincio mi rimetto in pari per tutte le volte che non me lo sono permesso. Alcune cose non finiscono mai. Puoi fare finta di nulla, finchè non ti chiudono all’angolo.A te che hai dato senso a tempo al tempo senza misurarlo….A che te sei …Semplicemente sei…Sostanza dei giorni miei…