Papaveri ed ombre

La quiete e la spada


Io sono il Guerriero. Sono una parte di lei, sono lei, la sua forza, il suo avanzare ostinato, la sua resa, anche se a volte non se ne accorge. Scruto sereno il confine della collina, lì dove l’orizzonte si piega nel cielo. Non c’è rabbia in me, ne rancore, nessuna ansia turba la mia attesa che è solo un sentire, un moto dell’anima. Lei sa che le sono dentro e a volte le armo la mano, ma via, via che la strada si apre a un raggio di sole che piove tra gli alberi mi comprende e si comprende, ogni giorno un po’ di più e io la guardo come una sorella piccola che gioca a nascondersi dietro le mie ginocchia. All’inizio pensava che desiderassi la guerra, il fragore della battaglia, il sangue mescolato nella polvere, ora ha capito, io non desidero nulla, se c’è qualcosa per cui combattere mi alzo e vado, altrimenti rimango seduto sulla pietra bianca, nessuno può combattere una guerra non sua. Sapete, il vero guerriero è quello che sceglie la battaglia, la tenzone e quando conosce  il suo obiettivo non è mai sconfitto anche se gli costa la vita. Ora ha imparato e sa che a volte è meglio perdere la spada piuttosto che l’anima e che di tutto si può fare a meno, tutto si regala e mai nulla si deve mendicare, soprattutto l’amore.