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Un blog creato da Ru.Ja il 13/12/2012
 
 

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Teneritudinem Elfmuth

Post n°15 pubblicato il 13 Novembre 2016 da Ru.Ja

 

Questi piedi rimossi dai fossati
narrano al cielo
la porosa patina di un dolore
[rimbalza sui denti
la litania-
quanto frangiflutti di fredda saliva]
l'inedia rendimi su un tozzo di pane
impregnato di rabbia - nero di seppia
[sulla scettica natura - frugale]
la demarcazione - s'interpone
in deshabillé sull'oblunga notte [ferrosa]
e ti dissolvi come una blatta
in preda al gelo
[siam degni dello zoccolo duro
sul dorso- sguarnito
dall'amenità]

al volgere alla fine della bocca l'auspicabile sono
rimembralo in queste tarde antimeridiane di novembre.

 

 

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Commenti al Post:
spageti
spageti il 14/11/16 alle 13:26 via WEB
Qualcuno non ha forse abbastanza coraggio per rimembrare?
 
 
Ru.Ja
Ru.Ja il 15/11/16 alle 17:47 via WEB
Parrebbe. E' finitudine dal vento schiumata.
 
lost4mostofitallyeah
lost4mostofitallyeah il 14/11/16 alle 18:04 via WEB
C'è un filo di nudità in questa lirica che rafforza i brividi.
 
 
Ru.Ja
Ru.Ja il 15/11/16 alle 17:50 via WEB
Restituiscono scambievolmente suggestioni in chiave di lettura.
 
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« Fammi essere forte, forte di sonno e di intelligenza e forte di ossa e di fibra; fammi imparare, attraverso questa disperazione, a distribuirmi: a sapere dove e a chi dare, a riempire i brevi momenti e le chiacchiere casuali di quell'infuso speciale di devozione e amore che sono le nostre epifanie. A non essere amara. Risparmiamelo il finale, quel finale acido citrico aspro che scorre nelle vene delle donne in gamba e sole. Non farmi disperare al punto da buttar via il mio onore per la mancanza di consolazione; non farmi nascondere nell'alcol e non permettere che mi laceri per degli sconosciuti; non farmi essere tanto debole da raccontare agli altri come sanguino dentro; come giorno dopo giorno gocciola, si addensa e si coagula ». Sylvia Plath

 
 
 
 

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