Rubra domus

Nessuno si salva da solo...


Credo che quando Altiero Spinelli, dall'isola in cui era stato confinato, nutriva il sogno di un'Europa unita, non avrebbe mai ipotizzato che si potesse arrivare alla condizione in cui oggi versa la Grecia.Credo che tale condizione sia una sconfitta dell'Europa.Aver costretto una popolazione a scegliere tra due opzioni entrambe dolorose e incognite rappresenta, a mio parere, l'antitesi degli ideali comunitari.Non vorrei mai trovarmi nei panni di un cittadino greco e dover scegliere tra il ritorno alla dracma, con tutte le implicazioni negative e gli imprevedibili sviluppi che tale scelta porterebbe con sé, oppure la permanenza nell'area dell'euro, a patto però di ulteriori sacrifici per un popolo che già ha subito un trattamento che lo ha impoverito e incattivito a dismisura. Dover accettare il taglio delle pensioni e l'aumento dell'imposta sull'acqua pubblica, in aggiunta a ulteriori tagli dei servizi, oppure varcare la soglia dell'euro in uscita e lanciarsi in un'avventura finanziaria priva di certezze e di garanzie.Se fossi nei panni di un cittadino greco non saprei proprio cosa scegliere.Come dover scegliere se morire con un colpo di fucile o tramite impiccagione.Non è giusto.Non è ammissibile.Gli organi della politica comunitaria avrebbero dovuto impedire che si arrivasse a questo, poiché portare  uno stato membro a dover scegliere tra due opzioni entrambe altamente negative significa negare l'idea stessa di Europa Unita.La popolazione greca ha sbagliato, d'accordo. Ha sbagliato, negli anni precedenti, offrendo la propria fiducia a governi che hanno portato il paese al collasso economico.All'interno di una relazione, tuttavia, non si sbaglia mai da soli.Perché gli organi di controllo non sono intervenuti in Grecia "prima", quando i conti erano ancora rivedibiili, prima che il debito andasse fuori controllo?Possibile che nessuno si fosse accorto che la Grecia aveva imboccato una strada senza uscita?E poi, siamo sicuri che, ancora oggi, non vi sia una via di uscita che non contempli le due opzioni che una popolazione, già così duramente provata, non è in grado di sostenere?Basterebbe una proroga sui tempi di risarcimento degli interessi sul debito.Basterebbe dare al governo Tsipras il tempo di avviare quella politica di riforme che non ha potuto fino ad ora impostare serenamente a causa della pressione di cui è stato oggetto da parte degli stati comunitari. Basterebbe, credo, rinunciare alla restituzione di una parte degli interessi sul debito, per consentire al paese di rimettere in moto l'economia e uscire dalla spirale in cui si è venuto a trovare a causa di una politica di tagli che ha impoverito la popolazione comprimendone sensibilmente la  capacità di spesa.Basterebbe impostare i rapporti con la Grecia su una parola densa di risonanze: fiducia.Certo, in passato la Grecia non si è mostrata degna di fiducia, ma oggi è guidata da un governo che nulla ha a che vedere con quelli che si sono resi resoponsabili di una pessima gestione delle finanze del paese, un governo che vorrebbe impostare la politica economica e fiscale della Grecia su basi completamente nuove e che ha ricevuto un mandato pieno da parte della popolazione, che probabilmente non aspetta altro che un imput positivo per rimettersi al lavoro e ricominciare a progettare il futuro, non solo sul piano economico.La fiducia fa miracoli.L'alternativa?Il rischio di precipitare un paese nel caos.E dal momento che il paese è inserito in un sistema comunitario, il caos si propagherebbe inevitabilmente agli stati che del sistema fanno parte.Il concetto di sistema implica ineluttabilmente che qualsiasi modifica, positiva o negativa, si applichi in un punto qualsiasi dell'insieme, essa si propagherà su tutte le parti collegate a quella ove  la trasformazione è intervenuta.Aiutiamo la Grecia a salvarsi.Aiuteremo in questo modo non solo la Grecia, ma l'Europa intera.A salvarsi.