Rubra domus

Cronache dall'altro mondo


 12 marzo 2020Ore 7:00Risveglio.Il sole entra a lame dalle tapparelle semi-abbassate.La luce è bella, quella, radiosa, delle giornate di primavera, lo si intuisce dal risalto con cui irrompe nella penombra della camera da letto.Il silenzio è innaturale.Un silenzio così l'ho avvertito solo quando mi sono risvegliata, nel gennaio del 2012, in una città muta, ricoperta dalla neve caduta nella notte precedente.Stavolta la neve non è caduta, ma il silenzio è il medesimo.Sollevo le tapparelle. Mi affaccio dalla finestra.Nessuno in strada.Vado in cucina a prepararmi il caffè.Intanto rompo il silenzio accendendo il televisore.Le comunicazioni sono quelle di ieri.Chiusura totale di tutti gli esercizi commerciali non utili.Chiusura di bar, rivendite di abbigliamento, parrucchieri, estetica.I tabaccai no. Sono aperti. Non so se considerarla una fortuna.Da quando sono rinchiusa in casa non faccio che accendere una sigaretta dietro l'altra.Per sedare l'ansia.Ma l'ansia non si seda, anzi, aumenta. Penso che i miei polmoni saranno sempre meno garantiti dall'insorgenza di una polmonite virale, intossicati da una dose eccessiva di nicotina.Fumo e mi rimprovero.Mi rimprovero e fumo.I parrucchieri e i saloni di estetica sono chiusi.Non necessari.E pensare che mi era venuta l'idea di andare a farmi i colpi di sole.Già. Quando sono sul punto di cadere in depressione, la prima cosa che faccio è andare dal parrucchiere per tirarmi su.Nuovo aspetto.Nuovi capelli.Nuovo stato d'animo.A volte funziona.Impossibile sapere se stavolta avrebbe funzionato, perché i parrucchieri sono chiusi.Dobbiamo stare a casa, perché il mostro non si propaghi.Sarei dovuta andare anche dal pedicure, per la mia unghia incarnita.Quando si trascura un'unghia incarnita, il risultato è che il trattamento necessario a riportarla allo stato normale è dolorosissimo.Già piango, pensando allo stato della mia unghia quando riuscirò a tornare dalla gentilissima signora che mi cura i piedi.Credo dovrò ubriacarmi, prima di affrontare il trattamento, che è più doloroso di una seduta dentistica di cura della carie.Sorrido.La fine del mondo è arrivata e io penso alla mia unghia incarnita.C'è dell'umorismo in tutto ciò.La fine del mondo.Già.Un mondo è finito, perché credo che quando tutto questo sarà passato, ammesso che riesca a uscirne fuori indenne, il mondo non sarà più quello che ci saremo lasciati alle spalle."Noi" non saremo più gli stessi.Ed è un bene.I periodi di emergenza, pur nella loro negatività, ci danno la possibilità di migliorare la capacità di discernimento.Saper valutare.Quello che è davvero importante.E ciò che appartiene alla sfera dell'inutile, del vacuo, dell'effimero.Certo è una possibilità che dobbiamo saper cogliere.Altrimenti si finisce con il rimuginare.Rimuginare.Rimuginare.Non posso più...Se si rimane fissi con il pensiero al verbo "potere" al negativo, si rischia di impazzire.Non posso più.Non posso più.Non posso più....No.Non voglio.Preferisco pensare a che cosa "posso".Posso valutare e comprendere che in fondo si può vivere di poco.Che non mi serve acquistare un nuovo paio di scarpe o di pantaloni, se negli armadi ne ho già in abbondanza.Che posso sfruttare questo momento per riflettere su ciò che è "davvero" importante.Che lo è per me.Certo, la solitudine pesa, quando è costretta.Allora devo trasformarla.Da solitudine "imposta" a solitudine "agita", "vissuta", "ricalibrata" appositamente per me.Sorrido.Mi sento uno straccio.Non so se posso...Non so.Anzi no.POSSO.Mi vesto.Ho appena finito di bere il caffè.Diamo avvio alla giornata.(Posso).Vediamo quali sorprese avrà in serbo per me.In me.Chiudo.