Rubra domus

Un incipit per invogliare...


A Natale, se non avete idee regalo, acquistate, regalate e regalatevi...Tutto il restodiCinzia MicciPorto Seguro edizioniDonerete pagine di riflessione sulla realtà contemporaneanel registro dell'ironia.Intanto vi metto a disposizione l'incipit del romanzo, non sia mai vi faccia venire la voglia di acquistare l'opera...CAPITOLO 1DELL'AMORE E DELL'ARTE DI SBARAZZARSENE  Ne ebbe l'esatta percezione, per la prima volta, a cinque anni.  Ricordava di avere esattamente cinque anni perché quel giorno, il 19 luglio del 1997, ricorreva la data del suo compleanno.  A Riccione, al mare, insieme a Ma' e Pa'. Faceva un caldo infernale quel giorno. E le facevano male i piedi.  Ma' aveva voluto che indossasse le ballerine, e i suoi piedi, gonfi e paonazzi, nelle ballerine ci soffocavano, ci annaspavano, ci morivano di strangolamento. E Pa' tirava, la strattonava, la faceva camminare a forza.  Lui pure stava soffocando, il collo color porpora strangolato dal colletto della camicia e dalla cravatta blu, l'addome prominente sul punto di straripare dalla cintura che gli stringeva i pantaloni. Avrebbe preferito festeggiare il compleanno di Giulietta in spiaggia, comodamente disteso su una sdraio di quelle solide, come l'aveva chiesta al bagnino; invece Roberta aveva tanto insistito perché pranzassero al Gamberone, lo stramaledetto Gamberone che distava almeno tre chilometri dall'appartamento che avevano preso in affitto sulla litoranea. Si era arreso, infine, perché quando Roberta decideva, era impossibile farle cambiare idea, e ora sbraitava, Giacomo, affogato nel suo stesso sudore, sul lungomare rovente di Riccione. Prendere l'automobile, manco a pensarci, che i parcheggi a quell'ora se li erano già accaparrati tutti. Degli autobus non si fidava: troppo densa la massa dei viaggiatori che vi si affollavano dentro, sarebbe bastato un attimo di distrazione e il borseggiatore di turno ne avrebbe approfittato senza pietà. Meglio andare a piedi, maledicendo ogni passo compiuto sull'asfalto liquefatto dal caldo, trascinandosi dietro la figlia riottosa, che non ne voleva sapere di camminare e ogni tre passi recalcitrava come un mulo, e come un mulo andava pungolata.  Alle prese con un fazzoletto di carta ormai ridotto a una pallina bagnata, invano cercava di tamponarsi le gocce che gli colavano copiose dalla fronte. Tamponava e malediceva. Malediceva e tamponava. Nel frattempo strattonava Giulietta, tirandosela dietro con la mano che non era impegnata a tamponare, cercando di vincere la sua ritrosia a muovere ulteriori passi sul cemento arroventato dal calore.------Spero che l'incipit vi sia piaciuto.Se è così, leggete anche il seguito.Se non vi è piaciuto...IMPOSSIBILE!Comunque, se non vi è piaciuto, acquistatelo per parlare male di me.Grazie.