Rubra domus

In dispari

In dispari...

Tipi umani

Lo riconosci al volo.

Di solito di fattezze piacevoli.

Non tanto piacevoli da destare sentimenti d'invidia, no. Di quella piacevolezza un po' anonima che suscita un moto di riconoscimento in chi la guarda e subito pensa: ci assomigliamo. 

Di solito simpatico, di quella simpatia un po' fredda, che agli occhi smaliziati disvela il calcolo di mirare allo scopo di catturare l'interlocutore.

Lo riconosci al volo.

Di solito sceglie le proprie vittime tra quanti incontra lungo la propria corsa.

Le sceglie, di volta in volta, in base all'entità dell'ostacolo che esse frappongono alla sua avanzata verso il traguardo finale.

Ha sempre un traguardio da raggiungere, inevitabilmente di corsa, e se incontra ostacoli lungo il cammino, li travolge, possibilmente facendo finta che siano caduti autonomamente, al punto da lanciiare a terra occhiate compassionevoli in direzione della vittima di turno, senza tuttavia abbandonare la propria corsa, poiché non si lascia distrarre da niente e da nessuno, tantomeno da un sentimento di compassione che è ben lungi dal provare, e che è solo frutto di un calcolo che tenda a sviare dalla propria persona il sospetto di aver contribuito in modo determinante alla caduta dell'avversario.

Lo riconosci subito.

Perché dal traguardo è ossessionato, ma è abbastanza abile da persuadere quanti assistono alla sua corsa a tifare per lui, dopo averli convinti che il suo personale traguardo sia un obiettivo condivisibile, il cui raggiungiimento recherà del bene anche ai tifosi.

In realtà nessuno sa esattamente dove sia il traguardo e quale sia il premio finale, che lui ha promesso di condividere con i sostenitori.

Molto spesso il traguardo è solo una tappa intermedia di un percorso ben più lungo che altri traguardi comporta.

E altri ostacoli da travolgere in nome del fine ultimo, quello di arrivare.

Perché è solo questo che conta.

Arrivare.

Lo riconosci dalla sua determinazione feroce e totalmente asettica, libera com'è da scrupoli di varia natura.

L'arrivista consuma se stesso in una corsa estenuante votata all'arrivo.

Nel suo consumarsi, tuttavia, si nutre di determinazione.

E la determinazione si nutre di se stessa, dilatandosi a dismisura, fino a diventare gigantesca.

L'arrivista, per questo, è una figura che riunisce in sé la grandezza delle figure tragiche, la loro inarrivabile statura, e la piccolezza delle comparse che ininterrottamente si agitano nell'universo del quotidiano.

Si consuma e divora.

E divorando si dilata.

Si dilata all'inverosimile.

Rabelais ne farebbe una figura indimenticabile, restituendola al lettore nei tratti del grottesco.

Rabelais è morto da secoli, tuttavia.

L'arrivista, invece, continua a vivere.

E gode di ottima salute.

IN dispari

Per quanto riguarda la scena politica del momento,

non ho alcuna voglia di commentare.

Però confido.

In Syriza.

Hai visto mai...?

In serbo

Si colse

in una bolla levigata

da luce,

soffiata nel sapone da un bambino

ignaro.

Si colse nel momento in cui

la vide

levitare

piano.

Poi rompersi

in silenzio.

Poi sparire.

Si colse

in un cortile

come goccia minuscola

caduta

dal volo poco prima

liberato

da un soffio

ancora in erba.

Si colse

nell'acerba intuizione

di un sentimento appena

eviscerato

da un deserto.

Si colse nel disegno

tracciato dalle dita di una mano

sul piano illimitato

di un bisogno

aperto.

Si colse.

Era l'amore

il frutto

in serbo

a una scommessa

casuale...

In dispari

In dispari...