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Messaggi di Aprile 2019

In dispari

Post n°2395 pubblicato il 30 Aprile 2019 da gratiasalavida

Mi piacerebbe tanto sapere perché, quando cerco il mio blog nel "cercablog" della community, l'esito risulta negativo.


Boh!

 
 
 

Un senso. O la banalità del male.

Post n°2394 pubblicato il 30 Aprile 2019 da gratiasalavida
 

Una cifra interpretativa.

Della realtà.
Al momento mi sfugge.
Probabilmente è questo che m'impedisce di tornare a scrivere quotidianamente su questo blog, dove ho tracciato per anni riflessioni, propositi, versi, dubbi e incertezze.
Una cifra interpretativa.
Mi sfugge.
Le cronache quotidiane sono piene di orrori.
Certo, lo sono sempre state: narrazioni dell'orrore quotidiano, del quotidiano stillicidio di stupri, violenze, assassini, rapine, ammazzamenti, sbudellamenti vari.
Pure, in un passato ancora piuttosto recente, esisteva, a orientarti nel labirinto delle ombre che si allungano, sinistre, nelle retrovie dell'apparenza, una prospettiva cui ricorrere per arginare lo smarrimento.
Ci credevo, nella possibilità di una trasformazione dell'esistente.
Ci credevo, nella forza di valori che mi davano modo di discernere, qui e ora, ma anche in vista della costruzione del futuro, il senso da dare alle cose, alle azioni, ai comportamenti.
Il senso da dare alla realtà.
Il senso.
Oggi.
Oggi mi è difficile guardare alla realtà e restituirle un senso.
Oggi mi riesce difficile arginare le ombre.
Ho letto qualche giorno fa la notizia di un gruppo di minorenni che si sono accaniti su un uomo indifeso e l'hanno tormentato per mesi, fino a rendergli la vita intollerabile, fino al punto da minarlo nel fisico, oltre che, irreparabilmente, nella psiche.
Lo deridevano, lo bastonavano, lo perseguitavano, gli rubavano i soldi, si intrufolavano nella sua casa per stanarlo.
L'uomo è morto.
Il suo fisico e la sua psiche, logorati fino a un punto di non ritorno, hanno scelto per lui.
Hanno scelto, forse saggiamente, di non protrarre una condizione di vita intollerabile.
Sembra che uno dei colpevoli abbia detto che faceva tutto questo per passare il tempo.
Passare il tempo.
Ecco. Questo è un esempio di ciò che intendevo dire, quando ho parlato dell'incapacità di restituire un senso alla realtà.
Un'affermazione come questa, sulle labbra di un ragazzino non ancora pienamente sbocciato alla vita, suona come un colpo di fucile alla speranza.
Un ragazzino non ancora sbocciato alla vita, per "passare il tempo" non trova altro di meglio da fare che torturare un uomo fino a togliergli la sua dignità.
In un passato orribile, oltre settanta anni fa, lo facevano i Nazisti: togliere a un essere umano la sua dignità.
Oggi lo hanno fatto dei ragazzini imberbi. 
E lo hanno fatto in forma conviviale, insieme a un folto gruppo di coetanei.
Un'allegra brigata di ragazzini che, per "passare il tempo", ha consapevolmente scelto di impegnarlo, quel tempo, nella demolizione di un uomo.
Perché, quando a un uomo si toglie la dignità, quando un uomo si toglie la libertà, quell'uomo lo si condanna alla morte.
Questa vicenda mi ha sconvolto, perché dietro l'insensatezza di atti gratuitamente volti a compiere il male, si coglie il senso del vuoto che animava le menti e lo spirito di questi ragazzini.
La banalità del male non è una frase ad effetto, una pura astrazione da assumere quale corollario di una riflessione oziosa sull'esistente.
La banalità del male è perfettamente incarnata da un gruppo di ragazzini che non solo hanno compiuto un gesto orribile, ma lo hanno motivato ricorrendo alla più insensata delle ragioni.
Volevano "passare il tempo".
Si annoiavano e hanno pensato bene di trasformarsi in carnefici.
Hanno pensato bene.
No. Non è corretto.
Non hanno pensato.
Hanno agito in preda a un istinto alimentato dal vuoto pneumatico delle loro menti incapaci di partorire idee, progetti, speranze, sentimenti, amore.
Ragazzini vuoti.
Completamente vuoti.
Ragazzini preda di un vuoto che urlava il bisogno elementare di essere colmato.
Lo hanno colmato, quel bisogno, trasformando un altro essere umano nel giocattolo che avrebbe riempito il loro tempo morto.
Tutto questo mi riempie di orrore, anche perché non si tratta di un caso isolato.
La cronaca recente è piena di narrazioni di comportamenti simili, agiti da ragazzini vuoti, che più vuoti non si può, magari in molti casi non si è arrivati al risultato estremo di provocare la morte della vittima di turno, ma le modalità di comportamento risultano accomunate dalla crudeltà, dalla gratuità, dalla insensatezza, dalla incapacità di discernere.
Tutto questo mi fa orrore.
Il vuoto mi fa orrore.
Ho visto crescere generazioni e generazioni di ragazzini.
Ho sempre visto in loro, nonostante le manchevolezze che sempre contraddistinguono il comportamento degli adolescenti, il germe della bellezza.
Non mi sfuggiva la luce dei loro occhi, quella luce particolare che rende belli gli occhi dei ragazzini, perché emana gioia, curiosità, amore,  generosità, voglia di spendersi per migliorare il futuro, voglia di scoprire il mondo, di aprirsi al nuovo, voglia di vivere, di amare, di condividere.
Per anni ho letto questo, negli sguardi dei ragazzini.
Oggi, di fronte a episodi come quello avvenuto a Manduria, vengo sopraffatta dall'orrore.
Cosa poter leggere in quei ragazzini, se non il vuoto?
Il vuoto delle menti, il vuoto dei sentimenti.
Il vuoto dell'anima.
Il tempo, il loro tempo, quello dell'adolescenza, trasformato dal vuoto in tempo morto.
Un tempo morto in cui solo la morte si può rincorrere.
Ragazzini vuoti che saranno gli uomini di domani.
E che uomini avremo, domani?
Una generazione di esseri che hanno perso nel vuoto la loro umanità.
Una generazione di uomini non umani non può non lasciar presagire l'incombere, sulla società del futuro, di terrificanti sviluppi.
Scenari di morte e devastazione inimmaginabili.
No. non voglio immaginare.
Non posso immaginare.
Non voglio.
Non posso.
Allora chiudo questo lungo sfogo, perché di sfogo si tratta, con una domanda.
Come siamo arrivati a questo?
Come abbiamo, noi, adulti di oggi, potuto permettere che il vuoto si radicasse nelle menti, nei cuori, nei comportamenti, nelle azioni degli adolescenti che abbiamo generato?
Una pianta, se non viene curata, muore.
Allora, fino a che è possibile, fino a che c'è ancora del tempo, curiamola, questa pianta.
Diamole amore, speranza, ascolto, ma anche dei valori.
Che li aiutino a discernere.
E a riempire il vuoto.
Il valore della cultura.
Perché senza amore per la cultura il vuoto si dilata all'infinito.
Il senso della storia.
Perché senza la considerazione del passato si è condannati a una dimensione di eterno presente che annienta lo spessore dell'esistenza.
Il senso della dignità umana.
Il senso della solidarietà umana.
Il senso della fratellanza.
Il senso dell'amore.
Il senso del futuro.
L'importanza della progettualità.
Il valore del risultato conseguito con il proprio lavoro.
Il senso della responsabilità delle proprie azioni.
La fiducia nella possibilità di trasformare il mondo, e di trasformarlo in un luogo più bello e vivibile, dove ci sia spazio per tutti.
Ecco.
Forse questo è un senso.
E' "il" senso.

 
 
 

NOTA DELL'AUTRICE DEL BLOG

Tutti i testi qui pubblicati

sono esclusivo frutto della mia creatività. Cinzia M.

Tutti i diritti sono riservati.

Ho scorto su You Tube un canale intitolato Rubra Domus.

Non ha a che fare con me, che sono unicamente l'autrice

di questo blog e dei testi che vi sono quotidianamente

inseriti.

Cinzia M.

 

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