Ruhen

" Hai ancora qualcosa di mio!"


  Fuori da un supermercato, una donna anziana guardandoci vicini disse: “ avete dei figli!”, “ ancora no!” le risposi, timido, in un bagno di sudore freddo che scorreva sotto la maglietta… la stretta della mano si fece più forte, pensando a quell’attimo nell’imbarazzo generale. Frammenti di ricordi in un presente che soffoca i pensieri, che grida forte: “Dove sei?!”. La felicità in fondo sono le piccole cose, un cuore che batte, un sorriso dai dentoni da dolce coniglio rosa, che illuminava il volto dell’uomo sempre in cerca di se stesso. Nel bagliore intermittente delle notti insieme, la guardavo spesso, a volte la stringevo cercandola nel sonno, e nei sogni con il braccio teso ad afferrarla forte, consapevole che l’avrei destata dal sonno, ma era più il desiderio di sentirla dentro di me. Non sono un gran comunicatore, spesso non parlo, tengo tutto dentro, paura di soffrire ancora. Questa notte avevo un pensiero forte dentro la testa che girava: “ tu, hai ancora qualcosa di mio!” e “ spero di avere anch’io ancora qualcosa di tuo”. Scattato in piedi in pochi secondi, mi vestii di fretta ed uscii a vagare un po’ senza meta, forse sperando di vederla ancora. Vagai un paio d’ore in tondo senza saper dove andare e perché, aprendo la porta ho avuto l’impressione di avere la risposta a quell’ “ Hai ancora qualcosa di mio!”, si era proprio così, hai ancora il mio cuore. Lo so forse invisibile ed innocuo. Cercai di fartelo capire dato che con le parole non riuscivo, lo disegnai con due iniziali su un maialino rosa... riprodussi proprio il mio cuore con il pennarello nero, colmo di tutte quelle cose non dette e del dolore provato nell’ultimo anno. Vorrei che avessi bisogno di me, vorrei che asciugandoti le lacrime vedessi ancora i miei occhi…