RUMORI SECONDARI

Made in Italy


Stamani mentre stavo leggendo sul web le poesie crude feroci schiette dannatamente vere di Simone Cattaneo ho pensato:ma no dai gli  italiani non  sono diventati così spietati!Poi  ho ricevuto una telefonata che mi ha  sommerso , trascinandomi in un mondo fatto di meschinità ,avidità e  assenza di umanità e allora ecco a voi il Made in Italy di Simone CattaneoNon mi importa niente dei bambini del Burchina Faso che muoiono di fame,non ne voglio sapere delle mine antiuomo,se si scannassero tutti a vicenda sarei contento.Voglio solo salute,soldi e belle fighe. Giovani belle fighe, è chiaro.Che gli appestati restino appestati, i malati siano malati ei bastardi che vivono in un polmone d’ acciaiofondano come formaggio in un forno a microonde. Voglio bei vestiti,una bella casa e tanta bella figa. Buttiamo gli spastici giù dalle rupi,strappiamo fegato e reni ai figli della stradama datemi una Mercedes nera con i vetri affumicati.Niente piani per la salvaguardia delle risorse energetiche planetarievorrei solo scopare quelle belle liceali che sfilano tutti i sabato pomeriggiocon la bandiera della pace. Non ho soldi e la botta è finita.Ma sono un uomo rapace, per le vacanze pasqualiquindici milioni di italiani andranno in ferie lasciandole loro comode case vuote.Alla fine non sono razzista. Bianchi, neri, gialli e rossinon mi interessano un granché.*Mi sono svegliato di colpo e ho visto le finestre aperte della camera da lettoe un’aria densa e grigia che mi faceva tremare dalla testa ai piedi.La mia ragazza ucraina nuda sul davanzale mi indica il confondersisenza retorica della luna con il sole attraversatoda un lampo d’aeroplano schiacciato.L’avrei voluta strangolare sul posto con la cintura dei pantalonise solo li avessi avuti addosso. Quindi le ho chiesto gentilmente di chiuderele finestre e di tornare a letto per un ultimo chiarimento.Due giorni dopo l’ho prestata al mio migliore amico in cambiodi tre prime linee di Versace e di un aperitivo al bar.Perchè l’amicizia è sempre l’amicizia.*Troppo bello per essere un pugile,troppo brutto per fare il magnacciacamminavo nel centro di Buccinascosenza lavoro e inzuppato di granoaspettando l’ora dell’aperitivoquando mi sale la voglia di farmi fare le carte dalla vecchia strega del quartiere.In realtà i suoi tarocchi non sono altro chepezzi di bibite strappati a dentate ma alla fine ci si arrangia con quel che si può.Rifilato un carico da venti alla vecchia le chiedo brutalequando morirò, lei mi sorride e risponde presto a ventisette compiuti.La informo dei miei ventinove e la mia anziana strega di Buccinasco miconforta dicendomi, vedi allora sei un uomo fortunato.I soldi migliori spesi negli ultimi dieci anni.*Si è tagliata le vene e ha disegnato con il sanguesul muro che costeggia il mio palazzo dei dolci gabbiani d’amore.Non è servito l’intervento di pulizia del comune, un po’ di pioggianella notte ha cancellato tutto. Chi fosse questa strana tipanon si è voluto mai sapere, aveva solo una specie di ponteggioche le reggeva il mento. Sarà stata una grave malattia dal decorso fulminante.Certo è che novizi, discepoli e santoniportano tutti gli stessi cognomicontraggono il viso ed è un omicidio,credono nell’ospitalità di un’unica soluzione,una sola dimensione, una fatale emarginazione.*Non luogo a procedere.Guardo dalla finestra di casa lo scheletro di una lavatricepartorire sotto i platani del viale una nidiata di conigli elettrici,alzo la testa e vedo un soffitto di stagno rosso aranciosbilanciarsi in avanti con rumori assordanti, cammino rasente i muricon la paura di inciampare nel materasso di lana arrotolato efracassarmi di nuovo la clavicola.Vorrei che qualcuno mi picchiasse sulla schiena con degli asciugamani bagnatie mi scaricasse fra le macchine abbandonate in zone isolate.* Vorrei smorzare tutto questo pessimismo cosmico cantando a squarciagola...... ma il cielo è sempre più blu