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Apparizioni e Impronte a Monte Sant’Angelo Puglia


A pochi km da Foggia, sul monte Gargano, si erge il Santuario dell’Arcangelo Michele. Cosi lo descrive un anonimo visitatore, passato di li più di mille anni or sono: “Il Santuario di S. Michele è dovunque conosciuto ed esaltato non per lo splendore dei suoi marmi, ma per gli eventi prodigiosi che qui sono avvenuti: di forma modesta, esso è, però, ricco di celesti virtù, poiché si degnò di edificarlo e consacrarlo lo stesso Arcangelo Michele, il quale, memore della fragilità umana, scese dal cielo per far sì che in quel tempio gli uomini potessero divenire partecipi delle cose divine”. In effetti sono molti i prodigi che si annidano attorno a questo luogo. Innanzitutto vi sono le apparizioni dell’Arcangelo Michele, la più nota delle quali è all’origine di questo santuario. Si narra che, nell’anno del Signore 490, un pastore del posto, perso di vista il toro più bello della sua mandria, lo ritrovò inginocchiato all’entrata di una grotta. Preso dall’ira verso l’animale che tanto l’aveva fatto penare, vi scagliò una freccia contro. La freccia, però, rimbalzò ferendolo ad un piede. Il vescovo della zona, venuto a sapere dell’evento, stabilì 3 giorni di penitenza, alla fine dei quali apparve l’Arcangelo Michele a spiegare gli eventi: “Io sono l 'Arcangelo Michele e sto sempre alla presenza di Dio. La caverna è a me sacra, è una mia scelta; io stesso ne sono il vigile custode... Là dove si spalanca la roccia possono essere perdonati i peccati degli uomini... Quel che sarà qui chiesto nella preghiera sarà esaudito. Va', perciò, sulla montagna e dedica la grotta al culto cristiano”. La grotta infatti era già luogo di culto ma del dio persiano Mitra, un dio giovinetto e biondo (come San Michele!) le cui feste ricorrevano all’inizio dell’autunno ed alla fine della primavera (ancora una volta come nel caso del santo cristiano...). Il vescovo, però, non ebbe tempo di esaudire l’arcangelo. Nel frattempo, infatti, la città di Siponto venne assediata dai Bizantini che cercavano di riprendersela dai Longobardi: ancora una volta apparve in aiuto l’Arcangelo Michele che, a suon di folgori, guidò i Longobardi del posto alla vittoria. Fu da allora che il mito longobardo di Wotan fu sostituito da quello del “condottiero celeste Michele” (8 Maggio). Finita la guerra e tornata la pace sulla piana del Gargano, Michele riapparve al vescovo dicendogli che era tempo, alfine, di creare il culto della sua caverna: l’arcangelo disse anche che aveva già provveduto in persona a consacrare quel posto.