Creato da ART_2014 il 29/05/2014
WINE'S PROJECT

Area personale

 

Tag

 

Archivio messaggi

 
 << Luglio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 31        
 
 

FACEBOOK

 
 

I miei Blog Amici

Citazioni nei Blog Amici: 3
 

 

VIDEO MUSICALE DI "SOMNIUM"

Post n°25 pubblicato il 24 Giugno 2014 da ART_2014
 
Tag: SOMNIUM

Finalmente sono riuscito a ultimare il primo lavoro di "SOMNIUM".

 

 

http://somniumdibovart.weebly.com/soluna.html

 


 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

SMETTERE DI FUMARE

Post n°24 pubblicato il 23 Giugno 2014 da ART_2014
 
Tag: SOMNIUM

È la prima volta che mi accingo a scrivere qualcosa in merito al vizio del fumo.

Ci pensavo già da ieri, perché oggi 23 giugno 2014, sono 7 anni che ho smesso di fumare.

Non è che adesso provo a fare la paternale, lo so bene che chi fuma ha una bella gatta da pelare, se decide di smettere.

Vorrei soltanto fare alcune considerazioni da ex fumatore, (spero di non riprendere mai più l’abitudine di fumare, le ricadute possono sempre arrivare) perché i vantaggi sono veramente notevoli, non solo nel campo del fisico, ma di tante altre cose, ma per quello potrà pensarci la scienza a fare le sue brave dimostrazioni.

A livello economico ho risparmiato, solo per i soldi che erano destinati al pacchetto di sigarette e accessori vari.

Sicuramente ho ricevuto vantaggi in salute, anche se in certi momenti devo confessare, che la sigaretta mi avrebbe alleviato qualche sofferenza, delusione, rabbia o altro ancora.

Smettere non è per niente facile, occorre tanta determinazione, forza di volontà e non sempre tutto questo è sufficiente a rilasciare un risultato.

Le ultime persone che mi sono state vicine, erano fumatori, non è stato facile per me resistere alla tentazione, credo però mi sia servita l’esperienza, perché così ho potuto rinforzare in me l’idea che ce l’ho realmente quasi fatta, (dico quasi, perché lo dice anche la scienza che un ex fumatore non può mai dirsi uscito del tutto) conoscendo bene il “nemico” sigaretta.

So che non devo mai abbassare la guardia, perché in certi momenti di sconforto o altro, la sigaretta potrebbe tornare a invadere il mio campo di azione, facendomi nuovamente tornare alla mia antica e vecchia storia di schiavo e sottomesso al fumo.

Mi perdonino i fumatori, ma preferisco quando mi è dato di farlo, chiamare le cose con il loro nome e cognome, per non girarci troppo attorno; lo so che fa male, che può dare qualche fastidio di troppo, questo post voglio scriverlo in maniera adeguata, per quanto mi sarà possibile farlo.

Forse esiste un parallelismo tra dieta e fumo, chissà a volte mi sembrano familiari, somiglianti come problema da andare a risolvere.

Diciamo che li ho avuti tutti e due di problemi; c’è chi niente e chi troppo.

Anch’io sono stato uno di quelli tira e molla, per un periodo avevo smesso e poi ricominciato, proprio come con la dieta; gonfio e sgonfio a secondo dei periodi.

Esiste l’armonia e l’equilibrio, intendendo un modo per andare a sistemare una volta e per tutte, le differenti problematiche che prendono una persona, come il fumo, obesità e altro ancora?

Secondo me si può raggiungere un certo benessere, andando a capire per bene cosa significa per se stesso, una certa cosa.

Molti anni fa conobbi uno psicologo mentre mi trovavo in vacanza a Parigi, che mi disse che stavo lottando inutilmente contro i mulini al vento, che avevo le carte in regola per poter stare bene, che il problema più grande per me era andare a sistemare ogni cosa, (non nel senso di andare a risolverle, ci sono cose che non si possono mettere a posto) posizionarle dove non possono fare molto male.

A volte ci sono persone che arrivano nella propria vita come fossero “angeli”, non sai come avviene una certa cosa, ma poi nel tempo, andando a rivedere le circostanze di certi incontri, le “parole” dette o ricevute, si vanno a creare certi aloni di “magia” e di nuova conoscenza.

Comunque, mi diede delle dritte in maniera amichevole; i suoi consigli e “insegnamenti", mi hanno aiutato parecchio, anche se poi ho dovuto mettere del mio, per raggiungere dei risultati.

Un altro aiutino importante, mi è arrivato da una psicologa a Milano, che riuscì a farmi capire per bene, che molte rabbie arrivano a seguito della comprensione di trovarsi sottomessi e schiavi, anche “ingabbiati” se il termine vi piace di più, dentro una situazione dalla quale non si riesce a venirne fuori; una rabbia a volte, che si mescola con un certo sentirsi presi in giro.

Se esistono nella propria vita situazioni di sottomissione, schiavitù, di un certo sentirsi “ingabbiati”, è probabile che vi trovate nella condizione di non poter fare molte cose.

Credo bisogna prima di ogni cosa, prendere la propria vita in mano e scuoterla, per arrivare al punto di sperare di poterla migliorare.

Ho potuto notare che molti di quelli che sono riusciti a smettere di fumare, hanno spostato l’ago delle priorità o comunque delle cose importanti, verso un’angolazione, dove il fumo non poteva coesistere senza creare problematicità.

Sono riusciti, a mettere il fumo nel banco degli imputati colpevoli, nella propria vita.

Chi mastica psicologia, sa che coesistono dentro di noi determinati meccanismi, non vorrei adesso però, aprire una questione infinita di argomentazioni, rischiando di allargarsi oltre misura.

Non credo neanche, sia solo un fatto di sostituzione delle cose, prendo una cosa e la sostituisco con un'altra; devono muoversi altre combinazioni, per avere e sperare in un successo duraturo.

Come per il fumo, anche per altre cose, occorre una buona strategia, motivazioni che spingono a resistere ai cali di umore, alla tentazione di arrendersi.

Tutti sappiamo che a causa del fumo o di altro, alla fine siamo tutti destinati ad arrivare a capolinea.

Questa idea mi ha danneggiato per parecchio tempo, non facendomi smettere di fumare in passato.

Allora ho provato a cambiare strategia, mettendo davanti e contro, un’idea più valida, che mi aiutasse a fronteggiare e vincere il problema; ognuno di noi ha da qualche parte un’idea o motivazione, che può aiutare parecchio, inutile raccontare la mia di motivazione, tanto non servirebbe a nessuno, credo sia solo valida per il mio caso.

La mia idea in sintesi arrivava insieme ai miei “sogni”.

Casca proprio a pennello uno scritto del genere, come apertura di questa nuova avventura di gruppo che ho voluto chiamare “SOMNIUM”; per sognatori che vogliono mettersi in gioco e raccontare le proprie esperienze di vissuto.

Credo che opporsi continuamente a una abitudine radicata non porta sicuramente giovamento, aumenta nervosismo e altro ancora, bisogna secondo me giocare d’astuzia, andando anche a prendersi in giro; coccolandosi, facendosi anche dei regali.

Del resto gran parte delle vicende di vita, sono ricche di prese in giro, tanto vale prendersi in giro da soli; sempre meglio di farsi prendere in giro da altri.

Con me ha funzionato, anche se ho speso molti soldi; altro che risparmiare smettendo di fumare.

Alla fine e alla lunga, il risultato di smettere è arrivato, ricevendo parecchi vantaggi, con i denti per esempio, che non sono più quelli tipici del fumatore, non avere più addosso l’odore di fumo, anche la scomparsa di qualche acciacco di troppo.

Ma tutto questo sappiamo, che alla fine non rende felici, occorre ben altro.

Forse è su questo punto che il “fumatore” deve imparare a riflettere, mettendo in conto, (anche se poi non risulterà vera questa tesi) che la sua “felicità”, dipende molto dallo smettere di fumare.

Io l’ho fatto, (ero consapevole che mi stavo prendendo in giro, ma avevo bisogno di un “ancora di salvezza”) devo dire mi ha aiutato parecchio.

I risultati di benessere e stare meglio, non arrivano subito, quando si decide di smettere, direi che in qualche occasione, sembrava essere proprio il contrario, la sigaretta aveva un effetto calmante e rilassante, leniva certe ferite e dolori.

Non era così, a volte le illusioni ci fanno vedere cose che non esistono; questa è stata la mia esperienza, mettendo in conto che non necessariamente dovrà essere uguale per tutti.

Forse bisogna studiarsi per bene, (chi siamo e cosa vogliamo) poi rendere magari la sigaretta, colpevole delle nostre fatiche e del fatto che non raggiungiamo certi obiettivi.

Lo so, molti asseriscono che non hanno voglia di smettere di fumare, che sono contenti così.

Provo a scrivere per coloro che cercano delle motivazioni per cambiare atteggiamento nei confronti della sigaretta; che sentono arrivare il momento di dire basta al fumo.

Più o meno è stato così per me, rendendomi conto, che la regola che ho seguito, non può andar bene per tutti, occorre andarsi a cercare una maniera che va bene per se stessi.

Forse cominciandosi a volersi bene, potrebbe essere un buon primo passo, anche questo ho sperimentato, ma come scritto prima, mi è costato anche “caro”.

Dipende sempre da come si è fatti, (avari, generosi, egoisti, altruisti, eccetera, eccetera) credo sia importante ricercare la giusta direzione di azione, se si vuole per davvero raggiungere l’obiettivo di smettere di fumare; non tutti vogliono farlo, non almeno in un determinato periodo.

È una battaglia dura, quella dello smettere di fumare, aiuta a capire tante cose e riesce talvolta a formare un’altra persona, diversa da quella di prima.

Credo che il “fumo”, va ad alimentare ciò che non conosciamo, non credo sia solo una questione fisica, credo ci sia altro ancora, forse dovrà ancora essere svelato.

Non è solo carenza di nicotina, non mi convince molto questa tesi, nel senso che da sola non riesce a spiegarmi il problema.

Ricordo che quando creavo musica, nei momenti di pausa accendevo sempre la sigaretta, (conosco bene le varie teorie della tensione, della concentrazione e altro ancora) il gusto del fumo era necessario, per una particolare entrata in azione dell’armamentario “creativo”.

Dandomi così la sensazione e l’illusione, che il fumo era necessario per l’atto creativo; lo credevo veramente, oggi non più, fortunatamente.

Forse bisogna trovare un antagonista al fumo, un’idea vincente, che per ognuno di noi sarà diversa.

Occorrono i “sogni”, quelli autentici e veri.

Spesso si trovano delle analogie tra il fumare e fare l’amore, nel senso che si completano a vicenda, non a caso troviamo un finale d’atto d’amore con la classica sigaretta che si andrà a consumare, come un rito da fare, a tratti quasi come se fosse un’azione a carattere “religiosa”.

Come ho scritto prima, dopo alcune mie creazioni musicali, o comunque tra una pausa e l’altra, dell’atto creativo del comporre musica, oppure di un testo letterario, sentivo bisogno e necessità della sigaretta.

Se ci pensate bene, non tutte le sigarette hanno lo stesso “gusto”, proprio come le persone, (riferendomi all’atto d’amore di cui scrivevo prima) la preferenza di una marca di sigarette rispetto a un’altra, va a incidere proprio sulle nostre scelte; proprio come accade con la scelta di un partner, non tutti sono uguali.

Comunque c’è un “gusto”, (di persona o sigaretta che sia) che può di più o di meno essere di nostro gradimento; solo che la persona la tocchiamo e sentiamo fisicamente, del fumo si può dire questo solo per una piccola parte, eppure l’effetto sembra risultare parecchio simile, confrontabile nei termini di emozioni, sensazioni e altro ancora.

I non fumatori difficilmente possono comprendere del tutto questa dimensione, anche per i fumatori, (mi risulta che non per tutti è uguale)  vi sono diversi gradi di “sentire” la questione.

Questo tipo di meccanismo mi ha portato a pensare, che quello che noi chiamiamo solitamente “gusto”, (in riferimento a uno dei nostri sensi) non è bene argomentato dalla scienza, rimane ancora molto da scoprire.

Rientra difatti, nell’atto d’amore, (inteso come fare l’amore, ma anche un’azione creativa di qualsiasi genere o altro ancora) un certo meccanismo a completamento dell’evento.

Sembra quasi un “destino”, l’azione finale di accendersi una sigaretta.

Ricordo a tal proposito, nel senso di provare a rifletterci sopra, un aforisma di Guillaume Apollinaire che diceva “L'amore è libero, non è sottomesso mai al destino”.

Se non ricordo male  Jean-Paul Sartre scriveva che l’uomo è condannato a essere libero, ed è responsabile di tutto ciò che fa.

Troppi pensieri e riflessioni però non aiutano molto, a volte appesantiscono e rendono ancora più gravoso, il lavoro di ritrovare una dimensione ideale per vivere meglio la vita.

Consiglio di non prendere alla lettera ogni tipo di pensiero e riflessione, servirsene solo per il tempo necessario, che aiuta a capire dinamiche e meccanismi di un certo evento.

Le cose importanti della vita, che per ognuno di noi possono essere giustamente diverse, (come fare l’amore, amare, volersi bene, dipingere, scrivere, suonare o altro ancora) vanno vissute, non aiuta molto a mio avviso, analizzarle e studiarle sempre, anche se ho una particolare passione per la ricerca e sperimentazione.

Il vissuto lo ritengo altrettanto importante, a volte anche di più del mettersi a ricercare i perché.

Per vivere intensamente la vita, occorrono anche i “sogni”.  

A volte il nostro problema, che ci limita a raggiungere un certo benessere, è sotto i nostri occhi e non riusciamo a vederlo per bene.

Non ho mai detto, neanche mai pensato che la vita è una storia semplice da vivere, da giovane lo pensavo, con gli anni la visione di molte cose è cambiata; forse sto imparando, comunque sia, credo sia molto meglio vivere accanto ai “sogni”, (trovandosi nella condizione di autentico e vero sognatore) piuttosto che avventurarmi per una strada dove i “sogni” non contano proprio nulla.

Ci sono ed esistono nella società di oggi, molte situazioni che chiudono la porta ai “sogni”.

Anche da parte di chi non ce lo saremmo mai aspettati, credo che bisogna fare molta attenzione, valutare bene le cose e le persone prima di avere giudizi affrettati.

Preferisco attualmente e spero perduri ancora nel tempo, continuare ad accendermi i “sogni”, piuttosto che andare ad accendermi una sigaretta.

Non giudico naturalmente chi fuma, sono ex fumatore, spero soltanto di essere riuscito a scrivere qualche informazione curiosa e interessante, anche per chi non fuma, perché capita solitamente a questi ultimi, di stare accanto a dei fumatori.

Sette anni da ex fumatore, non sono pochi, dovrei festeggiare?

Peccato non potermi fare un bel regalo, trovandomi a “dieta” economica.

 

 

https://www.facebook.com/groups/258648194339160/permalink/258936980976948/

 

 

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

SOMNIUM

Post n°23 pubblicato il 22 Giugno 2014 da ART_2014
 
Tag: SOMNIUM

Finalmente inizia l'avventura di "SOMNIUM" che si andrà a collegare con il progetto libro di musica e non solo, che ho iniziato a scrivere insieme a Furio Chirico e con altri progetti in fase di lavorazione.


"SOMNIUM" rappresenterà un punto centrale, da dove si dirameranno numerose strade creative, tutte all'insegna dell'arte e di molte discipline ad essa collegate.


A breve, (ci sto lavorando proprio in questi giorni) posizionerò il primo video musicale di "SOMNIUM OF SOLUNA", intreccio particolare di Egitto, amore, storia e tante altre curiosità e fantasie.


Ho scoperto che Torino e il Piemonte, ha una strana combinazione di fattori, che si collegano in maniera particolare con l'arte, la cultura e la storia, con molta probabilità sono unici al mondo; vedrò di cominciare a trattarne alcuni, per quanto mi sarà possibile, provando a individuarli e raccontarli in maniera insolita.


Comincerò con il legame con l'Egitto, ricordo tutto iniziava anni fa, quando chiacchierando con l'amico musicista Furio Chirico, veniva fuori il titolo di "Piramidi" un cd degli Arti & Mestieri.


Avevo cominciato a scrivere in maniera "antica" e appassionata, non avevo per niente idea che anni dopo, (cioè adesso) avrei cominciato a interessarmi di "Egitto".


Forse non è un caso, che il Museo Egizio di Torino è secondo solo a quello del Cairo in Egitto.


Per adesso sto lavorando a tanti elementi, non ultimo la musica, che dovrà fare da collante con le diverse situazioni.


Appena pronto, farò un post specifico per cominciare a raccontare l'avventura del video musicale di "SOMNIUM OF SOLUNA".


Ho in testa molte cose da raccontare, quello che spesso manca è il tempo.
Anche questa è fatta.


A presto, con le novità di "SOMNIUM".


Bovart

 


https://www.facebook.com/groups/258648194339160/?fref=ts

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

LA MONETINA D'ARGENTO

Post n°22 pubblicato il 21 Giugno 2014 da ART_2014
 

C'era una monetina uscita bella lucida dal conio, che

saltava e tintinnava: "Evviva! ora me ne andrò per il

mondo" e così infatti avvenne.

 

I bambini la tennero stretta nelle manine calde, gli

avari nelle mani gelide e viscide, gli anziani la

girarono e la rigirarono molte volte, mentre i giovani la

fecero circolare di nuovo immediatamente.

 

La monetina era d'argento, aveva pochissimo rame in sé e

era già nel mondo da un anno, o meglio nel paese dove

era stata coniata, quando si mise a viaggiare fuori dal

paese: era infatti l'ultima monetina di quel paese

rimasta nel borsellino di un signore che viaggiava e

che non lo seppe finché non gli venne tra le mani.

 

"Ecco ancora una monetina di casa mia!" esclamò

"viaggerà con me!"

 

La monetina tintinnò e saltò con gioia quando fu

rimessa nel borsellino.

 

Si trovò tra molti compagni stranieri che andavano e

venivano, uno faceva spazio all'altro, ma quella monetina

rimaneva sempre lì, e questa era una distinzione.

 

Erano passate ormai molte settimane e la monetina era

lontano nel mondo, senza sapere bene dove; sentiva

dalle altre monete che erano italiane o francesi, una

disse che erano in una certa città; un'altra diceva che

erano in un'altra; ma la monetina non poteva

immaginarsi nulla: non si vede il mondo quando si sta

sempre in un sacchettino, e questo era il suo caso.

 

Ma un giorno che si trovava lì come al solito si accorse

che il borsellino non era chiuso e così sgusciò fuori

dall'apertura per guardarsi un po' intorno; non avrebbe

dovuto farlo, ma era così curiosa che poi se ne pentì.

 

Uscì nella tasca dei pantaloni, e quando la sera il

borsellino fu messo da parte la monetina rimase lì

nella tasca e uscì nel corridoio insieme ai vestiti,

cadendo sul pavimento.

 

Nessuno la sentì e nessuno la vide.

 

Al mattino i vestiti vennero riportati, il padrone se li

mise e ripartì.

 

La monetina non partì con lui, venne trovata e dovette di

nuovo rimettersi in circolazione con altre tre monete.

 

"È bello vedere qualcosa del mondo!" pensò la

monetina "conoscere altre persone, altre usanze!"

 

"Che strana monetina" venne detto proprio in quel

momento. "Non è una moneta di questo paese, è falsa!

Non vale niente!"

 

Così cominciò la storia della monetina come lei stessa

la raccontò in seguito.

 

""Falsa, falsa! non vale nulla!" Queste parole mi

trafissero il cuore" disse la monetina. "Io sapevo di

essere fatta di buon argento, di buon conio, e con

ottime caratteristiche.

 

Sicuramente si sbagliavano, certo non intendevano me,

eppure era proprio di me che parlavano.

 

Io venni chiamata falsa, fu detto che non valevo niente!

"Devo darla via al buio!" disse l'uomo che mi possedeva,

e infatti venni spesa di notte e poi venni di nuovo ingiuriata

durante il giorno: "falsa! non vale nulla! dobbiamo cercare di

sbarazzarcene!.""

 

La monetina ogni volta tremava tra le dita di chi

voleva darla via di nascosto spacciandola per una

moneta del paese.

 

"Povera me! A che cosa mi serviva l'argento, il mio

valore, il mio conio, se qui non avevano nessun

significato?

 

Si ha valore nel mondo solo se questo ce ne attribuisce!

 

Deve essere terribile avere una coscienza cattiva,

prendere la strada del male, quando io, che ero innocente,

ero così turbata solo perché le apparenze erano contro di me.

 

Ogni volta che venivo tirata fuori temevo gli occhi che mi osservavano,

sapevo già che sarei stata messa da parte, gettata sul tavolo, come se fossi

stata inganno e menzogna.

 

"Una volta arrivai da una povera donna che mi aveva

avuto come paga del faticoso lavoro compiuto, ma lei

non riuscì a liberarsi di me, nessuno voleva prendermi:

fui proprio una sfortuna per lei.

 

""È assolutamente necessario che inganni qualcuno

con questa" disse. "Non posso permettermi di

conservare una moneta falsa: la darò al ricco fornaio

che ne avrà danno meno di altri, ma è comunque

disonesto quello che faccio."

 

"Adesso mi tocca persino gravare sulla coscienza di

quella donna!" sospirò la monetina. "È possibile che

sia cambiata tanto diventando vecchia?"

 

"La donna andò dal ricco fornaio, ma lui conosceva fin

troppo bene le monete, così io non potei stare da lui,

venni gettata in faccia a quella donna, che per colpa

mia non ebbe il suo pane; e io mi sentii veramente

molto triste per aver causato un dolore a qualcun altro,

io che nella mia giovinezza ero stata così sicura e

sincera, così consapevole del mio valore e della

purezza del mio conio.

 

 

Divenni malinconica, proprio come una povera monetina

può diventare quando nessuno vuole averla ma la donna

mi portò a casa, mi osservò attentamente, con dolcezza e affetto.

 

"No, non voglio ingannare nessuno con te!" disse. "Ti farò un

buco in mezzo in modo che ognuno possa vedere che sei falsa.

 

Eppure, ora che ci penso forse sei una monetina portafortuna;

sì, lo credo proprio!

 

Ti farò un buco nel mezzo, ci infilerò una cordicella, e poi ti

metterò al collo della figlia della vicina, come portafortuna."

 

"Così mi fece un buco; non è mai piacevole essere

passati da parte a parte, ma quando l'intenzione è

buona si può sopportare tutto; mi infilarono una corda

e divenni una specie di medaglia; venni appesa al collo

della bambina e questa mi sorrise, mi baciò, e io

riposai una notte intera sul caldo e innocente petto

della bambina.

 

"Al mattino la madre mi prese in mano, mi guardò e

pensò a qualcosa: me ne accorsi subito. Prese le forbici

e tagliò la cordicella.

 

""Monetina portafortuna!" esclamò. "Adesso

vedremo!" Mi mise nell'aceto in modo che diventassi

verde, poi mi chiuse il buco, mi lisciò un po' e se ne

andò, quando fu buio, dal venditore dei biglietti della

lotteria, per averne uno che portasse fortuna.

 

Come stavo male! Mi sentivo oppressa, come se dovessi

scoppiare: sapevo che sarei stata chiamata falsa e

gettata via, e questo davanti a una gran quantità di

monetine e di altri soldi che avevano le iscrizioni e le

figure incise, di cui potevano ben essere fieri.

 

Ma quella volta la scampai, c'era tanta gente dal

rivenditore della lotteria, e lui aveva tanto da fare che

venni gettata nel cassetto tra le altre monete, se poi il

biglietto abbia vinto non lo so, ma so che il giorno

dopo venni riconosciuta come falsa, fui messa da parte

e poi rimessa in circolazione per ingannare e ancora

per ingannare.

 

È insopportabile quando si ha un carattere puro, e di

quello sono sicura.

 

"Per molti anni e molti giorni passai da una mano

all'altra, da una casa all'altra, sempre ingiuriata,

sempre maltrattata; nessuno credeva in me, neppure io

credevo più in me, e neppure nel mondo; furono tempi

duri.

 

Un giorno giunse un viaggiatore, e naturalmente

venni data a lui che fu tanto ingenuo da prendermi

come moneta corrente; ma quando dovette darmi via,

sentii di nuovo quelle grida: Non vale niente! è falsa."

""Io l'ho avuta per buona!" disse l'uomo e mi guardò

attentamente, poi sorrise, come non succedeva certo

quando mi guardavano con attenzione.

 

"Oh, guarda che cos'è!" esclamò "una moneta del mio paese,

una buona onesta moneta di casa mia a cui hanno fatto un

buco e che chiamano falsa. È proprio divertente!

 

Ti conserverò e ti riporterò a casa!"

 

"Fui percorsa da un brivido di gioia quando venni

chiamata una buona e onesta moneta e quando seppi

che potevo tornare a casa, dove tutti mi avrebbero

riconosciuta sapendo che ero fatta di ottimo argento e

che avevo il giusto conio.

 

Avrei addirittura sprizzato scintille per la gioia, ma non

è nella mia natura fare scintille: è una proprietà dell'acciaio,

non dell'argento.

 

"Venni avvolta in una bella carta bianca per non essere

mescolata con le altre monete e partii; solo nelle

occasioni importanti, quando incontrava dei

connazionali, il mio padrone mi tirava fuori: allora

venivo ricoperta di elogi; dicevano che ero

interessante; è abbastanza divertente essere interessanti

senza dire una parola!

 

"Così tornai a casa! Tutta la mia miseria era passata, e

cominciò la mia gioia: ero fatta di ottimo argento e

avevo un buon conio; non era certo una vergogna che

mi avessero bucato e trattato come falsa, non fa nulla

quando non lo si è!

 

Bisogna resistere: ogni cosa col tempo ottiene giustizia!

 

Questa ora è la mia convinzione!" disse la monetina.

 

ANDERSEN

 

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

LE INCONCLUDENZE DELLA VITA

Post n°21 pubblicato il 21 Giugno 2014 da ART_2014
 

Finalmente siamo entrati nell’estate 2014.

Un’altra ennesima stagione di giornate soleggiate, almeno così si spera, anche se i meteorologi raccontano che le stagioni non saranno più uguali.

Con il cambio stagione, come consuetudine, mi va di mettere giù alcuni pensieri e riflessioni, sulle inconcludenze della vita, una specie di pulizia “genetica” stagionale.

Non sono il solo a farlo in rete, ci sono tanti appassionati di “penna” che scrivono per diletto, perché provano piacere, alcuni sono realmente bravi, sembra a volte di leggere grandi autori.

Anche se la stragrande maggioranza spesso adotta il copia e incolla, oppure non si rende conto di rientrare nella categoria dei “parolai”.

Potrei esserlo anch’io “parolaio”, senza saperlo, posso però affermare di provare a portare rispetto all’arte dello scrivere, proponendo argomentazioni di un certo genere, anche se queste non mi fanno avere audience; come dicevo prima, scrivo principalmente per piacere personale.

Cerco quando mi capita e posso, tra parole, pensieri e riflessioni, un quadro generale delle concretezze realizzate, (quando esistono) anche contatti e persone, che non si sono rivelati utili.

In sintesi provo a studiare le inconcludenze della vita.

Per chi si intende di “economia” o comunque di un certo genere di “gestione”, sa che certi “conti” bisogna tenerli sotto controllo, per evitare che sfuggono di mano.

Non bisogna fare certamente come fanno le alte sfere di potere; non arriva certo un buon esempio.

Ho capito che nella vita non siamo obbligati a frequentare nessuno, se non lo vogliamo veramente, allo stesso modo per come le persone a volte ci scelgono, ci selezionano, ci illudono e a volte in maniera sbrigativa ci danno un bel servito, come se in effetti non abbiamo alcun valore, non contiamo nulla e di conseguenza non meritiamo rispetto.

Si racconta che bisognerebbe essere come una moneta, da una parte mostrare il proprio volto e dall’altra il proprio valore.

Peccato che le circostanze e il palcoscenico della vita non aprono al dialogo “sano”, esistono i recitanti e anche i “cattivi”.

Mi piace molto la vignetta trovata in rete, quella che sdrammatizza il post in questione, anche se arrivati a una certa età, sarebbe meglio andarsi a cercare quello che effettivamente si desidera.

Meglio se certe speranze si realizzano nella vita attiva, non rinviandole sempre, rischiando di ritrovarsi vecchi e con mille problemi di salute addosso e non potersi muovere adeguatamente.

Ricordo che tempo fa lessi qualcosa a riguardo; chi rimanda troppo vive male.

Non bisogna sprecare il proprio tempo, occorre imparare a cogliere in fretta e bene, quello che nella vita si presenta.

A volte è anche vero che esistono momenti di tregua, di scarse opportunità, ma anche quelli sono momenti che andrebbero gestiti al meglio, utilizzarli per la ricerca e sperimentazione, per farsi trovare pronti quando arriveranno le novità che potrebbero aprire nuovi scenari di vita.

Mi pare addirittura che esistono studi specifici, se non ricordo male si trovano dentro un contenitore scientifico, o comunque che si avvicina alla “scienza”, denominato “psicologia del ritardo”.

Con questo non voglio dire di addentrarsi in maniera totale, solo pensare a riflettere quanto basta per farsene una ragione, una propria filosofia di vita.

Sembra secondo alcuni studi specifici, che rimandare risulta davvero dannoso per la persona, in quanto non riesce a vivere il presente, (sentendosi sempre coinvolta nella propria vita futura) utilizzando riempitivi che giustificano la propria posizione di non entrare in azione.

È possibile che io mi sia comportato così in passato, (rimandando sempre) mi sento però di poter dire, che idee chiare in merito a quel che voglio fare nella vita, mi sono arrivate solo recentemente; in passato avevo qualche confusione di troppo, da giovane soprattutto, anche molto da imparare.

Questo approccio di tipo “psicologico”, consiglia di provare a ritrovare il piacere dell’entrare in azione, senza ulteriori ritardi, neanche rimandi al dopo.

Ritrovare il piacere di perdersi dentro un piano strategico di azione.

Mi sembra di ricordare un esempio molto particolare, paragonabile all’atto di fare l’amore.

“FARE L’AMORE CON LA VITA”!  

Mi sembra era questa una delle frasi a effetto, dell’articolo che lessi a suo tempo e che mi è rimasta impressa per lungo tempo nella mente.

Che piaccia o no, arriva sempre un bel momento nella vita, in cui bisogna agire, se non si vuole vivere solo di ricordi, perché le strade non sono sempre chiuse, a volte si aprono e occorre farsi trovare pronti per cogliere l’attimo.

Nei momenti “morti”, si può sempre studiare, provare ad arricchirsi, sempre meglio di arretrare, buttarsi giù, demotivarsi e percorrere le strade dell’inconcludenza.

Forse questo concetto, lo sto ripetendo troppe volte, se risulta così, è perché lo trovo di fondamentale importanza.

Anch’io come molti ho il mio vissuto d’inconcludenza di vita, forse è importante riuscire a superarlo e rimettersi sulla strada che porta a raggiungere le mete che contano.

Le inconcludenze della vita, credo esistano per tutti, l’importante è a mio avviso, di non conviverci in maniera cronica.

Guarire dalle inconcludenze della vita si può, anche se si rischiano sempre delle ricadute.

Il “bello” nella vita, può arrivare solo a seguito di sacrifici e sforzi; pretendere di avere tutto e subito, spesso risulta illusorio.

Purtroppo mi sembra di notare, che molti giovani di oggi, (ancor di più di quelli di ieri) prestano più attenzione alle “illusioni” che ai sogni.

Sognare può anche essere bello e far bene, “illudersi” spesso e sovente, può talvolta arrivare come una brutta esperienza e fare oltretutto parecchio “male”. 

Perché mi pare che l’elemento “illusione” vive e vegeta, dentro molte “inconcludenze della vita”.

Esistono due luoghi a Palermo, a me particolarmente cari, dove ho trascorso parecchio tempo a conversare; Giardino Inglese e Giardino Garibaldi.

Si discuteva principalmente di “sogni”, gli argomenti non erano molto distanti dagli scritti che trovo oggi in rete, o che si fanno nella vita reale.   

Ho imparato molto in quel periodo, perché mi sono confrontato con molte persone guardandole negli occhi, non da dietro un monitor, o dall’altra parte di un cellulare.

Era tutt’altra cosa.

I miei scritti, non hanno alcuna pretesa di presentarsi come dei “saggi” per come qualcuno recentemente, mi ha scritto in pvt.

Mi piace, quando mi riesce, approfondire l’argomento che mi accingo a trattare.

Un tempo insieme alle persone, esistevano anche gli “ideali”, che al giorno d’oggi si faticano a trovare, dicono che è conseguenza del cambiamento radicale della società.

Naturalmente non sono riuscito a concretizzare tutti i miei sogni che avevo da giovane.

Malgrado alcune battute di arresto, posso ancora dire, che non mi è andata del tutto male.

Non ho più l’età di un giovanotto, posso però ancora sentirmi in corsa; dirigermi verso i “sogni”, provando a scartare le “illusioni” (che sono tante devo dire) che ammaliano e molte di queste arrivano tramite web.

Per avere una vita più ricca e soddisfacente, avendo cura di non farla piombare nell’inconcludenza, forse bisognerebbe riempirla di sogni, imparando a individuare le illusioni e tenerle lontano.

Le “sirene” esistono per davvero, bisogna purtroppo, acquisire le capacità di trasformarsi in “Ulisse” e andare avanti nel viaggio.

Sperando sempre in un ritorno a casa, quella autentica e vera; immaginandosela come ognuno meglio “crede”, a secondo di come può avvertirla e sentirla propria.

Mi piacerebbe concludere con una bella fiaba, di quelle che a mio modo di vedere, comunicano “magia” attraverso il racconto.

Di quelle che conducono a riflettere, forse si farebbe bene a portare a conoscenza dei bambini, abituarli  ed educarli a vedere oltre le parole determinati concetti.

Una fiaba che si apre a ventaglio, dove le interpretazioni possono realmente essere tante, perché la parola è “viva”, contenente la capacità di aprirsi, con le giuste menti, quelle di coloro che cercano  realmente qualcosa nella vita.

La fiaba si chiama, “La monetina d’argento”, consiglio di leggerla perché è veramente bella e porta a pensare parecchio, soprattutto al fatto che  alcune inconcludenze della vita, attendono solo giustizia, che prima o poi non tarderà ad arrivare, a patto che il percorso intrapreso, sia stato quello giusto e rientrante in un disegno ammirevole; sempre lasciando ad ognuno il proprio pensiero a riguardo.

La fiaba per non appesantire troppo, questo scritto specifico, la pubblico nel prossimo post, è di Andersen, autore difficile da dimenticare.

Buona lettura!

 

 

 

 

 


 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

Ultime visite al Blog

joabv_e_n_u_s_i_a_2011IMMAGINIRCFOPAOLA11OsoffioevitaRUTHLESS_WOMANsidopaulfugadallanimastreet.hasslebelladinotte16maandraxtrentaadaprile_MDisoccupandapaco111ART_2014
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
I messaggi e i commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963