NUOVE PAGINE

Il disagio giovanile,dopo i fatti di catania.....


Torna di attualita' la questione giovanile.Parliamo di un ritorno di attualita',perche' non e'affatto la prima volta che il disagio delle giovani generazioni tiene le prime pagine dei nostri giornali.Cosi'potremmo rinfrescare la nostra memoria quando scoppio' la questione dei teddy-boys,siamo alla fine degli anni cinquanta,quando vi fu l'ondata dei capelloni e della generazione beat,poi quella dei contestatori con le diverse manifestazioni sparse in tutta la Penisola,le occupazioni universitarie targate 1977,la Pantera.Sembrava pero'che alla fine tutto si fosse ritualizzato,fosse caduto in una routine ripetitiva e senza grandi capacita'di turbare i sonni delle generazioni piu'mature che consideravano tutto,sconfitta la deviazione terroristica,come una innocua forma di nuova goliardia.Improvvisamente ci stiamo accorgendo che le cose sono molto piu'complicate.Non si tratta piu'infatti di riti di passaggio,di momenti in cui le generazioni che si affacciano all'inserimento nel mondo adulto esorcizzano la paura delle prove che li attendono con comportamenti sopra le righe e con azioni che attirino su di loro l'attenzione di quel mondo che dovra'poi assorbirli.Oggi il disagio giovanile si manifesta come esasperazione di una certa fascia sociale,continuando ad essere a parte dall'intero sistema,senza responsabilita' ne'coinvolgimenti,portando all'estremo solo vizi di una societa'in cui forse non ama entrare,la fuga dalle responsabilita',la filosofia del tutto e subito!Un certo tipo di consumismo da non confondersi con l'individualismo in cui non si ritrovano solidarieta'sociali,l'eccesso come unica via di uscita dalla perenne noia,e soprattutto la violenza,quella che appare come la forma piu'estrema della legge del piu'forte,del piu'furbo.Che poi questo disagio esploda nel nichilismo e nella barbarie della devastazione coperta dall'illusione della non esistenza come individui nel momento in cui si e'annullati in un branco o in una folla e'solo una delle diverse conseguenze estreme di un serio dolore,situazioni parallele ad altre forme di autodistruzione come la bulimia,l'anoressia,l'uso degli stupefacenti,la depressione.In pochi guardano con serenita' ad un quadro piu'choaro,magari piu'limpido,sono quei centri di aggregazione,non solo le parrocchie,ma l'intero associazionismo quello sano e puro.Ora da qui l'invito a riflettere su questa crisi del nostro vivere sociale,tutto cio'mi giunge durante le ore notturne,dopo aver affrontato con molta agitazione un lungo e tormentato sogno.Mi chiedo,esistera' una seria risposta a tutta questa delicata situazione,personalmente vi invito a dire si di,a patto di prendere le cose con una certa'serieta' e di accettare la fatica ed i tempi non brevi per la ricostruzione di u tessuto sociale da tempo logorato ed annoiato.Bisogna innanzitutto uscire dalla finta comprensione,quella che giustifica certi comportamenti e certe situazioni cercando di capirne le radici.Detto banalmente non si puo'chiedere ai giovani di non sognare,di non smettere con i loro ossessivi vizi.Tutto dovrebbe essere denunciato nel suo complesso nella sua psicologia giovanile nei suoi astratti comportamenti.Questo,un segnale confortante che ci sia oggi una o piu'persone che si preoccupino dis crivere,di regalare forti emozioni,anche attraverso i sogni,perche no'.Bisognerebbe da qui aprire una seria riflessione rompendo cosi'quel maledetto muro dell'omerta',occorre fare un passo in avanti e indirizzare la tolleranza zero non tanto verso i giovani,ma verso la comunicazione,quella fatta male,quella sbagliata,non possiamo vivere nell'universo dei finti e falsi bacchettoni,delle assurde competizioni scolastiche e sociali.Non dobbiamo lasciarci per niente intimidire da nessuno,non possiamo distruggere la convivenza e la serenita'del nostro territorio,perche'qualcuno continui a fare sogni astratti e ribelli.....Bollettino Nuove Pagine - Febbraio 2007