SALVIS IURIBUS

DISBRIGO DI PRATICHE


Corte d'appello di ****. Sezione Penale. Il Presidente è un omone grande e grosso e di carattere straordinariamente ombroso.I processi però, ad un certo punto si interrompono: deve essere celebrato il processo di un detenuto: "non si può far aspettare la polizia penitenziaria".Il processo di conclude in un lampo (patteggiano la pena e vanno sotto i due anni: condizionale) e, in Nome del Popolo Italiano, il Presidente, grande, grosso e pure incazzoso, ordina la immediata liberazione dell'imputato, comunque giunto fin lì legato alla catena, se non detenuto per altra causa.L'imputato si alza e il solerte agente di polizia penitenziaria fa immediatamente scattare le manette ai polsi dell'immediatamente liberato. C'é qualcosa che non funziona. Se gli hanno dato due anni con la condizionale non può avere altre pene da scontare: la frase "se non detenuto per altra causa" è necessariamente di stile.Quindi, perché l'imputato ha le manette ai polsi?Chiedo lumi al suo difensore che bofonchia qualcosa sulle "pratiche di uscita dal carcere".Continua a esserci qualcosa che non funziona.Il Giudice, quello grande, grosso e pure incazzoso, ha ordinato l'immediata liberazione. Se deve ritirare lo spazzolino da denti, può passare dopo. Intanto l'immediatamente liberato potrebbe desiderare bersi un caffé al bar.E così la detenzione si prolunga, perché debbono essere fatte le pratiche.Scusate, ma mi sento preso in giro.