Sangue ed anima

L'INIZIO DELLA CADUTA VERSO L'INFERNO


 Grant stava a quel bancone, lavando la superficie con un panno, lentamente e delicatamente. Il Dritto era uscito già da qualche minuto ed ora lui era lì, solo, al buio delle lampade sfocate. Lo stridere del tessuto, passato sulla cera innaffiata poco prima sul legno, risuonava nella camera chiusa al pubblico. L’attaccapanni, vuoto, dimostrava che tutti i clienti erano ormai usciti, chi prima chi dopo, lasciando il giovane abbandonato al vuoto del desolato locale. La pioggia batteva sulla vetrata bucando la notte in sprazzi invisibili d’acqua. Il buio, nero, scuro e attraente, spingeva il vetro verso lo sguardo di Colbain. Il respiro pesante, sintomo della mancanza di qualcosa e del grande rimpianto, usciva poderoso dalla bocca del ragazzo. La giornata era stata lunga, ricca di dialoghi, ma un poco deludente per i contenuti. Se solo quella giornata avesse potuto finire in modo diverso, in un modo differente da quello squallido lavare piatti e posate…La pioggia si ruppe intorno all’entrata. Due colpi sonori, duri e nitidi risuonarono dalla porta. Qualcuno bussava. Una voce ruppe il silenzio totale del locale: -  Posso entrare o devo stare qui fuori a inzupparmi? - Il tono supponente e sarcastico ricordava vagamente a Colbain qualcuno di già sentito, di già visto. -  Allora! C’è qualcuno? – gridò ancora l’ombra fuori dalla porta.Grant saltò oltre il bancone e si diresse velocemente alla vetrata impugnando, per sicurezza, una forchetta. -  E’ chiuso! Torni domani! – gridò Colbain, cercando di scrutare nel vetro chi fosse giunto al locale      a quell’ora di notte.-  Non verrò domani, ragazzo! Sono venuto a cercarti oggi e non lo rifarò di certo – disse     l’avventore con tono sprezzante.Il giovane guardò meglio al di là della lastra e intravide corti capelli biondi, piccoli baffi, grosse sopracciglia e un naso importante… no.. non poteva essere.. non poteva essere.. era.. Brian Lodge! In un primo momento ricordò l’amarezza che aveva provato ed evitò di aprire, osservando quell’ombra ferma a scrutare al di là del vetro. -  L’ho letto. Ho letto il foglio. Mi puoi fare entrare? – esclamò il professore.Grant fu colpito da quest’affermazione e spalancò subito l’entrata, scassinando con la forza e con la chiave la serratura. Lodge, prima appoggiato al vetro della porta, penetrò all’interno come una valanga e cadde infatti fragorosamente a terra, bagnato fradicio com’era.-  Parla. – disse il giovane - Non voglio storie, parla chiaro. E subito.