SARCHIAPONILAND NEWS

PESCE-BALLA DOVE SEI?


Il dissidente cubano Wilman Villar Mendoza è morto il 19 gennaio in un ospedale di Santiago de Cuba, dove era stato trasportato dopo il peggioramento delle sue condizioni di salute dovuto ad un sciopero della fame che durava da quasi due mesiI mezzi di informazione del regime non ne hanno dato notizia. Wilman Villar, 31 anni, padre di due bambine, era entrato a far parte, a partire dello scorso Settembre, dell'Unione patriottica di Cuba, un'associazione politica di opposizione al regime di Castro. L'attivista era stato arrestato lo scorso 14 Novembre, durante una manifestazione pacifica a favore dei diritti umani ed era stato condannato per "attentato all'autorità" a quattro anni di carcere nella prigione di Aguadores. Per protestare contro questo "processo sommario", come molti lo definiscono, Villar aveva iniziato uno sciopero della fame che con il tempo aveva indebolito il suo organismo, fino al peggioramento fatale dei giorni scorsi. La responsabilità morale, politica e giuridica di questa morte ricade sulle spalle del governo cubano:  è l’ennesimo “assassinio politico” del regime castrista, come quello di Orlando Zapata, che morì nel Febbraio del 2010 a causa di uno sciopero della fame in carcere durato 85 giorni. Come per Zapata, nella versione governativa Wilman era “un delinquente comune” :“non era né un “dissidente”, né era in sciopero della fame. E in prigione era finito – come risulta da “abbondanti e inequivocabili prove”  – per avere prima brutalizzato sua moglie nel corso d’una lite domestica e, quindi, per aver opposto resistenza all’intervento degli agenti in difesa della consorte maltrattata. La sua morte, è infine sopraggiunta, nonostante il prodigarsi dei medici, per una malattia contratta quando ancora era fuori dal carcere.” Peccato che il presunto episodio fosse accaduto quattro mesi prima, a luglio. Peccato che il processo a porte chiuse, sia durato meno di due ore, durante le quali non è stata ascoltata alcuna testimonianza.Nessuna, nemmeno quella della moglie – la “vittima” i cui diritti la giustizia cubana afferma d’aver difeso. Insomma a Cuba i delinquenti sono tutti “dissidenti”? O i dissidenti sono tutti “delinquenti”? Solo nel mese di Dicembre sono stati effettuati 796 arresti per motivi politici, il numero più alto da 30 anni a questa parte. A Novembre erano stati "solo" 257. Secondo la CCDHRN (commissione cubana per i diritti umani e la riconciliazione nazionale), il numero totale di dissidenti politici cubani in carcere ammonterebbe a circa 3.500 persone, anche se non si possono avere cifre precise a riguardo.  Alla fine di Dicembre il regime di Raul Castro, aveva sbandierato un'amnistia che ha liberato circa 2.900 prigionieri, una mossa politica molte volte utilizzata dal regime per allentare le pressioni sociali, ma tra gli “amnistiati”, solo 5 potevano essere considerati prigionieri politici. Inutile chiedersi come la raccontano il pesce-balla Minà e i “compagni” dell’associazione Italia-Cuba.