SARCHIAPONICON

1984- 2013 … 29 ANNI .. VENTINOVE ANNI !!!


 Succede che un libero professionista, quando crede nel proprio ruolo, si senta in dovere di soddisfare nel modo migliore le legittime esigenze dei propri clienti … La deprecata categoria degli architetti, oltre ad annoverare una pletora di ignobili imbrattacarte, di squallidi intrallazzatori e pretenziosi salvatori del mondo, comprende anche (per fortuna) onesti e modesti operatori che quotidianamente tentano di ottenere dalla Pubblica Amministrazione quella mostruosa quantità di permessi, autorizzazioni e concessioni che l’infernale macchina burocratica richiede al cittadino per autorizzarlo a vivere … Orbene, tra le innumerevoli scartoffie del mio studio giacciono da lungo tempo numerose pratiche di condono edilizio, intestate a poveri disgraziati che hanno ritenuto di regolarizzare, a suon di bigliettoni, le loro abitazioni.Ho già abbondantemente spiegato nel mio profilo, quale sia la mia posizione “ideologica” in merito, ma oggi non voglio imbarcarmi in una diatriba ideologica e mi limiterò ad esporre una “situazione standard” della mia vita professionale. Dunque: come succede ai vivi, le esigenze familiari mutano nel tempo e un mio vecchio cliente, nell’ottica del “buon padre di famiglia”, volendo “sistemare le sue cose” per risparmiare ai propri figli le “rogne” della sua faticosa esistenza, mi ha chiesto di adoperarmi per definire la pratica di condono della sua modesta casa. L’ingenuo (la domanda di sanatoria risale al lontano 1984) dopo aver ricevuto nel 1997 (appena 13 anni dopo) una lettera con la quale il Comune di Roma lo informava che “la concessione poteva essere rilasciata”, aveva personalmente provveduto all’integrale e puntuale pagamento dei relativi balzelli. Inopinatamente nel 2001 il medesimo ufficio lo informava che la documentazione era “incompleta” e il tapino, mio tramite, provvedeva ad integrare quanto (già prodotto e misteriosamente scomparso dalla pratica), veniva nuovamente richiesto. Nel febbraio 2002 la pratica veniva compiutamente istruita, unitamente al pagamento di altre somme (diritti di istruttoria compresi) con la promessa dell’Ufficio di un imminente rilascio della concessione …  Il trascorrere di un abbondante decennio aveva ingenerato nel mio cliente l’insana convinzione che, per sua pigrizia e mia negligenza, la sua concessione in sanatoria giacesse negletta e dimenticata in qualche polveroso archivio .. Niente di più falso !!! Costretto, mio malgrado, a frequentare periodicamente il famigerato Ufficio Condono, uno scandaloso ministero di scaldasedie ex cassintegrati che vegetano da quasi trent’anni, ho ripetutamente tentato, nel tempo, di convincere lui e decine di altri clienti che gli sbandierati annunci di “nuovi assetti” del suddetto verminaio, periodicamente riportati dai giornali, erano delle bufale clamorose e che tra scioperi, licenziamenti e riassunzioni la pletora degli scaldasedie era sempre lì e non produceva un c…o,  …  Quando però ho compreso che solo “toccando con mano” avrebbe smesso di ritenermi un Pinocchio Scansafatiche, ho preteso la sua presenza nell’ennesima “passeggiata inconcludente”. Così, dopo aver faticosamente trovato “on line” un appuntamento per accedere al tempio dell’inefficienza burocratica, (perché adesso solo così è possibile giungere al cospetto degli spocchiosi impiegati) ..  stamattina ho attentato alle coronarie del mio cliente. Alle 11.00, puntuali come spade, ci siamo presentati nel lucente ufficio (rinnovato per l’ennesima volta) ribattezzato pomposamente “Risorse per Roma”.Nella scheda di conferma dell’appuntamento, ricevuta sempre “on line”, era indicato lo sportello 2 presso il quale era lecito attendersi di trovare un impiegato … ma entrati nell’informatizzatissimo salone, dovevamo constatare che lo sportello 2 .. non esisteva! Dopo breve fila al front office, una gentile signora ci sottoponeva ad una rigorosa indagine al compimento della quale, appurato che non fossimo dei pericolosi intrusi,  ci pregava di attendere .. dopo  appena 45 minuti ci veniva indicato l’impiegata dello sportello 7, che ci riceveva sgranocchiando i suoi crackers .. e nel breve volgere di 5 minuti ci annunciava:“ ma no, la pratica deve ancora passare in istruttoria!!!”Trattenendo a fatica il cliente che già stava saltando inferocito alla giugulare della sgranocchiatrice di crackers, tentavo di spiegare che, appena un decennio fa, avevo personalmente appurato che la pratica era già completa e …Non l’avessi mai detto! “Ma mio caro signore, qui c’è un “vincolo”!”Sorridendo, le spiego che il vincolo era probabilmente quello di un “inesistente elettrodotto” di cui avevo già documentato (sempre nel 2002) la presenza solo nei sonni allucinati di un suo collega .. niente da fare.  “questo non lo so, il computer non me lo dice .. potrebbe essere un vincolo paesaggistico,  qui c’è un fosso ..”“signora, mi perdoni, per quel fosso esiste da vent’anni un progetto di intubamento ..”“ Ma è un fosso .. il vincolo idrogeologico ..”“signora il vincolo idrogeologico in quella zona non può esserci .. è zona urbanizzata dal 1965 .. il Codice Urbani esclude le zone urbanizzate dai vincoli…”“e a me chi me lo dice?”“signora se lei non lo sa … posso parlare con un tecnico?” “ no, la pratica deve ancora essere istruita .. non c’è un tecnico responsabile.”Il cliente ruggisce:“Ma cazzo, dopo 29 anni … ancora !?! …”“Faccia una cosa … faccia un sollecito. Arrivederci.” Non sto ad annoiarvi con le modalità e le scartoffie necessarie per il sollecito … vi dico solo che per farlo sono contemplati solo 5 casi:imminente vendita (richiesta attestazione del notaio), pericolo di dissesto statico (richiesto verbale dei VV.FF), necessità di rimozione di barriere architettoniche (necessaria documentazione di parente portatore di handicap),preminente interesse pubblico (???), utilizzo immobile per attività economiche (ma se è un’abitazione ?????) il diritto del cittadino ad una RISPOSTA ad una domanda fatta 29 anni fa .. non è contemplato!  “Telefonami tra vent'anniio adesso non so cosa dirti non so risponderti e non ho voglia di capirti ..” Qualcuno lo può spiegare a Bersani quando parla di rispetto delle “regole” ?