FERMARE I SATRAPI

TERREMOTO E RICOSTRUZIONI IN IRPINIA IL RESTAURO E I PIANI DI RECUPERO DEI CENTRI STORICI MINORI.


COME IL CEDERNA DELLO STESSO AVVISO È CESAREBRANDI, EGLI RITENEVA CHE SE ANCHE ESISTESSE UN’ARCHITETTURA MODERNA DEGNA, INTENDENDO CON QUESTAL’OPERA DI ILLUSTRI E STIMATI ARCHITETTI, NON SAREBBE COMUNQUE IN GRADO DI INSERIRSI IN UN CONTESTOSTORICO SENZA DISTRUGGERLO. TALE GIUDIZIO DERIVAVA DALLA RIFLESSIONE SU TUTTA L’ARCHITETTURA DEL PASSATO,INFORMATA DALLA REGOLA DEL PIANO PROSPETTICO E LA TOTALE NEGAZIONE DELLA REGOLA DA PARTEDELL’ARCHITETTURA MODERNA CHE, DUNQUE, DOVENDOSI INSERIRE IN UN CONTESTO CON REGOLE DIVERSE NONAVREBBE POTUTO FAR ALTRO CHE DISTRUGGERE ED AUTODISTRUGGERSI247 : UN GIUDIZIO DA ESTETA, FORSE, E MENODA STORICO, UN GIUDIZIO CHE ANCORA RISENTE DI UNA CONSIDERAZIONE DELL’ARCHITETTURA SOLO COMEESPRESSIONE ARTISTICA, CHE QUANDO NON È TALE È MERA EDILIZIA248. DI AVVISO CONTRARIO E SUPERANDOANCHE LE ISTANZE PIÙ CONCESSIVE DI PANE, È ERNESTO NATHAN ROGERS CHE, SPESSO DALLE COLONNE DI«CASABELLA», RIBADISCE LA SUA POSIZIONE RISPETTO ALL’INTERVENTO NEI CENTRI STORICI: IN ITALIA LA NUOVAARCHITETTURA HA SOVENTE A CHE FARE CON LE PREESISTENZE E NON SI PUÒ PRESCINDERE DAL RAPPORTO TRAQUESTA E IL CENTRO STORICO, NÉ PORLE LIMITI249. VA QUINDI VALUTATA, CASO PER CASO, LA NECESSITÀ DI TALEINSERIMENTO E LA MODALITÀ CON CUI ESSO AVVIENE; POSIZIONE APERTAMENTE ABORRITA DAL CEDERNA, CHE NELCASO PER CASO, COME GIÀ DETTO, RIVEDE UN’IPOCRITA CONCESSIONE ALL’INTERVENTO DI DISTRUZIONE DELPATRIMONIO STORICO DELLE NOSTRE CITTÀ250. SE DA UNA PARTE, L’OSSERVAZIONE DI CEDERNA PUÒ SEMBRARE UNAFALLA NEL PENSIERO DI ROGERS, POICHÉ LA VALUTAZIONE CASO PER CASO È INEVITABILMENTE SOGGETTA ALGIUDIZIO DEL SINGOLO PROFESSIONISTA E QUINDI OPINABILE, L’IMPORTANZA DELLA POSIZIONE DI ROGERS STANELL’AVER AFFERMATO L’IMPOSSIBILITÀ DI NORMARE IL PROGETTO, LA QUAL COSA CONDURREBBE, SECONDOL’ARCHITETTO, FACILMENTE A RIPRODUZIONI TIPOLOGICHE O STILISTICHE; IN QUESTO, AFFERMA, PUÒ INTERVENIRE EDESSERE UTILE IL PIANO URBANISTICO, IMPOSTANDO REGOLE DI RAPPORTI CHE NON DEVONO PERÒ INTERFERIRE CON ILSINGOLO STUDIO E L’ESPRESSIONE DI CHI POI LO REALIZZA251, NEGANDO LA POSSIBILITÀ, VENTILATA INVECE DAPANE, DI STABILIRE RAPPORTI DI ALTEZZE, COLORI O CARATTERI STILISTICI TRA LA NUOVA E L’ANTICA ARCHITETTURA.L’APPORTO DI PANE, COMUNQUE, SI DISCOSTA DALLA MERA DIALETTICA E SI SPINGE FINO ALLA PROPOSTA PRATICOPROGETTUALECHE INVITA ALLA PERIMETRAZIONE DEL CENTRO STORICO-ARTISTICO, ALLA LIMITAZIONE, COME GIÀ ACCENNATO, DELLE ALTEZZE NELLE COSTRUZIONI EX-NOVO E ALL’ESPROPRIAZIONE DEGLI SPAZI VERDI INTERNI ADESSI, CONSAPEVOLE CHE IL CENTRO STORICO È TERRITORIO APPETITOSO PER SPECULATORI. LE RIFLESSIONI DI PANECONTENGONO DA UN LATO L’ESORTAZIONE A STUDIARE UN’ARCHITETTURA CHE SIA IL PIÙ POSSIBILE MISURATA,CURATA NEL DETTAGLIO, CHE ABBIA ELABORATO E METABOLIZZATO, ANCHE ATTRAVERSO LE NUOVE TENDENZEARCHITETTONICHE, GLI INSEGNAMENTI POSITIVI DEL PASSATO252 E DALL’ALTRA LA NECESSITÀ DI AVERE UN IMPIANTOURBANISTICO, UN’ORGANIZZAZIONE DELLA CITTÀ CHE TENGA IN CONSIDERAZIONE I RUOLI, GLI SPAZI DI UN CENTROSTORICO COSÌ COME DELLA CITTÀ NUOVA, RELAZIONATI TRA LORO E RISPONDENTI AI BISOGNI DELLA COMUNITÀ. UNASORTA DI RICHIAMO AD UNA NUOVA ETICA DEI PROFESSIONISTI MA ANCHE IL BISOGNO DI CONNETTERE LA TUTELA EIL RESTAURO CON LA PIÙ AMPIA RIORGANIZZAZIONE URBANISTICA DELLA CITTÀ253. QUESTE RIFLESSIONI AVVENGONOA MARGINE DEL “CONVEGNO INTERNAZIONALE SULLE CITTÀ STORICHE”, TENUTOSI A MILANO NEL 1957254: SI INIZIAA FARE SINTESI DEL GRADO DI APPROFONDIMENTO A CUI LA CULTURA DEL RESTAURO E DELLA TUTELA ERA GIUNTAANCHE VAGLIANDO QUELLI CHE ERANO STATI I NECESSARI ED URGENTI INTERVENTI DI RICOSTRUZIONE NON SOLO INITALIA MA IN TUTTA EUROPA, E NON SOLO DEI MONUMENTI PIÙ IMPORTANTI MA DI TUTTI GLI AGGREGATI STORICIINTERESSATI DALLE DISTRUZIONI BELLICHE. DA QUESTO CONVEGNO VENNERO FUORI ALCUNI VOTI IMPORTANTI, TRAQUESTI L’IMPEGNO ALLA COLLABORAZIONE TRA SOPRINTENDENZE ED URBANISTI, «ALLO SCOPO DI CREARE, GIÀATTRAVERSO IL PIANO REGOLATORE, I PRESUPPOSTI FONDAMENTALI, PER LA TUTELA DEL MONUMENTI EDELL’AMBIENTE ANTICO IN UNA INTEGRAZIONE TOTALE DELLA CITTÀ DI DOMANI»255. ALL’INIZIO DEGLI ANNISESSANTA, IL DIBATTITO CHE FINO AD ALLORA ERA STATO APPANNAGGIO SOLO DEI CULTORI DELLA MATERIA, AL PIÙDEGLI ARCHITETTI, CHE SEMBRAVANO ESSERE LONTANI DALLO SCENARIO DI DEGRADO ED ABBANDONO CHE APPARIVADELLE CITTÀ ITALIANE, DA UN LATO SI ORIENTA QUASI DEFINITIVAMENTE VERSO UNA POLITICA ATTIVA DELLASALVAGUARDIA DEI CENTRI STORICI, DALL’ALTRO SI APRE PREPOTENTEMENTE A PIÙ AMPIE FASCE DIINTERLOCUTORI256. NASCE INFATTI NEL 1961 L’ANCSA (ASSOCIAZIONE NAZIONALE CENTRI STORICO-ARTISTICI),DOPO IL CONVEGNO TENUTOSI A GUBBIO NEL 1960 SULLA “SALVAGUARDIA E RISANAMENTO DEI CENTRI STORICOARTISTICI”,PROMOSSO DA UN GRUPPO DI COMUNI, DA POLITICI E STUDIOSI257 CHE SOTTOSCRIVONO LA “CARTA DI GUBBIO”. IL CONVEGNO PARTE DALLA NECESSITÀ DI TROVARE UNA PRATICA ALLA SALVAGUARDIA DEI CENTRI STORICI,ORAMAI RICONOSCIUTI MONUMENTI, ANCHE MANCANDO LA RATIFICA DI UN DOCUMENTO CON VALORE LEGISLATIVO;SI VOLGE ALLO STUDIO DI UNO STRUMENTO URBANISTICO, IL PIANO DI RISANAMENTO, E NE AUSPICA LA PIÙ AMPIAAPPLICAZIONE. L’INCONTRO, COSÌ COME IL DOCUMENTO VARATO SUCCESSIVAMENTE, RISENTE MARCATAMENTEDELL’INFLUENZA DI ANTONIO CEDERNA: MA IL CENTRO DEL DIBATTITO, INFINE, NON FU TANTO AFFERMARE LANECESSITÀ DI UNO STRUMENTO URBANISTICO258, POSIZIONE PERALTRO GIÀ ABBONDANTEMENTE CONDIVISA, INPASSATO, DA ALTRI STUDIOSI ED ARCHITETTI, QUANTO, ANCORA, LA POSSIBILITÀ O MENO DI NUOVI INSERIMENTI NELCONTESTO STORICO. LA POSIZIONE DI CEDERNA, IN QUESTO APPARE IRREMOVIBILE, POICHÉ RIAFFERMA ILCONCETTO CHE VALUTARE CASO PER CASO UN INSERIMENTO SIGNIFICHEREBBE IMBALLARE IL SISTEMAPIANIFICATORE, CHE NON POTREBBE AVERE PRINCIPI GENERALI E NON RIUSCIREBBE IN UNA ORGANIZZAZIONECOORDINATA, ORDINATA E COERENTE. CEDERNA RISOLVE, COME ABBIAMO GIÀ VISTO, INSERENDO IL PIANODEDICATO AL CENTRO STORICO NEL CONTESTO PIÙ AMPIO DEL PIANO REGOLATORE, STABILENDO UN RAPPORTO DICOMPLEMENTARIETÀ TRA LA CITTÀ ANTICA E QUELLA NUOVA CHE AVREBBE DOVUTO OSPITARE TUTTE QUELLE FUNZIONIINCOMPATIBILI CON IL CENTRO CHE DIVIENE UNA SORTA DI BLOCCO INTANGIBILE259. IL DOCUMENTO FINALE RIPORTAANCHE LA NECESSITÀ DI EVITARE «IN LINEA DI PRINCIPIO NUOVI INSERIMENTI NELL’AMBIENTE ANTICO»,AMMETTENDO CON QUESTA DICHIARAZIONE L’ASSURDO STESSO DELL’INTANGIBILITÀ E MANTENENDO APERTO ILDIBATTITO SUL TEMA. DALLA COMPLESSITÀ DEL DIBATTITO EMERSE PERÒ LA CERTEZZA CHE I DOCUMENTI, GLI ATTI,LE CARTE SINTESI DELLA CULTURA DEL RESTAURO, ALMENO FINO ALLA SECONDA GUERRA MONDIALE, NON ERANO PIÙ INGRADO DI FAR FRONTE AI NUOVI INTERROGATIVI CHE SIA LE CONDIZIONI SUCCESSIVE ALLA GUERRA SIA ICAMBIAMENTI MASSICCI E REPENTINI DELLA RIPRESA ECONOMICA AVEVANO POSTO.  In questo Pane sembra mutuare la riflessione di Carlo Ludovico Ragghianti (1946), quando, a proposito dellericostruzioni da realizzarsi nel centro di Firenze, auspica una modernità che tenga conto dell’ambiente in cui siinserisce, dei precedenti storici, di una metabolizzazione, insomma, della lezione che ci viene dal passato, un passatoche è possibile continuare. Auspica un «moderno che abbia ripensato se stesso per recuperare un rapporto con l’antico,potremmo dire “crocianamente” che lo ponga fra i propri contenuti, ne faccia una componente della sua poetica». (A.Bellini, La ricostruzione: frammenti di un dibattito tra teorie del restauro, questione dei centri antichi, economia, in L.de Stefani (a cura di), op.cit.,pg. 19).253 R. Pane, Attualità urbanistica del monumento e dell’ambiente antico, in M. Civita (a cura di) ,op.cit., pg. 134.254 Cfr. A. Pane, Piero Gazzola, Roberto Pane e la genesi della carta di Venezia, in A. Di Lieto e M. Morgante, PieroGazzola, una strategia per i beni architettonici nel secondo novecento, Cierre Grafica, Verona 2009, pp. 307-316255 R. Pane, Attualità urbanistica del monumento e dell’ambiente antico, pg. 147.256 B. Gabrielli, 50 anni Ancsa: le idee di ieri, le responsabilità dell’oggi, in F. Toppetti (a cura di), Paesaggi e cittàstorica, Alinea, Perugia 2011, pp.9-18.257 Il congresso fu promosso dai comuni di Ascoli Piceno, Bergamo, Erice, Ferrara, Gubbio, Genova, Perugia, Venezia.Giovanni Astengo ne fu promotore e artefice. L’orientamento iniziale fu dato dalle relazioni di A. Cederna e di MManieri Elia e fu seguito da quelle di G. Samonà, G. Badano, D. Rodella, E.R. Tricanato, G. Romano, L. Belgojoso, E. Caracciolo, P. Bottoni.