FERMARE I SATRAPI

TERREMOTO E RICOSTRUZIONI IN IRPINIA IL RESTAURO E I PIANI DI RECUPERO DEI CENTRI STORICI MINORI.


B. GABRIELLI, 50 ANNI ANCSA: LE IDEE DI IERI, LE RESPONSABILITÀ DELL’OGGI, IN F. TOPPETTI(A CURA DI), OP.CIT., PAG.11.259 «L’ESTENSIONE A SCALA NAZIONALE DEL PROBLEMA TRATTATO È STATA UNANIMEMENTE RICONOSCIUTA INSIEME ALLA NECESSITÀ DIUN’URGENTE RICOGNIZIONE E CLASSIFICAZIONE PRELIMINARE DEI CENTRI STORICI CON LA INDIVIDUAZIONE DELLE ZONE DASALVAGUARDARE E RISANARE. SI AFFERMA LA FONDAMENTALE E IMPRESCINDIBILE NECESSITÀ DI CONSIDERARE TALI OPERAZIONI COMEPREMESSA ALLO STESSO SVILUPPO DELLA CITTÀ MODERNA E QUINDI LA NECESSITÀ CHE ESSE FACCIANO PARTE DEI PIANI REGOLATORICOMUNALI, COME UNA DELLE FASI ESSENZIALI NELLA PROGRAMMAZIONE DELLA LORO ATTUAZIONE. SI INVOCA UNA IMMEDIATADISPOSIZIONE DI VINCOLO DI SALVAGUARDIA, ATTO AD EFFICACEMENTE SOSPENDERE QUALSIASI INTERVENTO, ANCHE DI MODESTA ENTITÀ,IN TUTTI I CENTRI STORICI, DOTATI O NO DI PIANI REGOLATORI PRIMA CHE I RELATIVI PIANI DI RISANAMENTO CONSERVATIVO SIANO STATIFORMULATI E RESI OPERANTI. (…) RIFIUTATI I CRITERI DEL RIPRISTINO E DELLE AGGIUNTE STILISTICHE, DEL RIFACIMENTO MIMETICO, DELLADEMOLIZIONE DI EDIFICI A CARATTERE AMBIENTALE ANCHE MODESTO, DI OGNI “DIRADAMENTO” ED “ISOLAMENTO” DI EDIFICIMONUMENTALI ATTUATI CON DEMOLIZIONI DEL TESSUTO EDILIZIO, ED EVITATI IN LINEA DI PRINCIPIO I NUOVI INSERIMENTINELL’AMBIENTE ANTICO, SI AFFERMA CHE GLI INTERVENTI DI RISANAMENTO CONSERVATIVO, BASATI SU UNA PRELIMINARE PROFONDAVALUTAZIONE DI CARATTERE STORICO-CRITICO, DEVONO ESSENZIALMENTE CONSISTERE IN:A. CONSOLIDAMENTO DELLE STRUTTURE ESSENZIALI DEGLI EDIFICI;B. ELIMINAZIONEDELLE RECENTI SOVRASTRUTTURE A CARATTERE UTILITARIO DANNOSE ALL’AMBIENTE E ALL’IGIENE;C. RICOMPOSIZIONE DELLE UNITÀ IMMOBILIARI PER OTTENERE ABITAZIONI FUNZIONALI ED IGIENICHE, DOTATE DI ADEGUATIIMPIANTI E SERVIZI IGIENICI, O ALTRE DESTINAZIONI PER ATTIVITÀ ECONOMICHE O PUBBLICHE O PER ATTREZZATURE DIMODESTA ENTITÀ COMPATIBILI CON L’AMBIENTE, CONSERVANDO AL TEMPO STESSO VANI ED ELEMENTI INTERNI AI QUALIL’INDAGINE STORICO-CRITICA ABBIA ATTRIBUITO UN VALORE;D. RESTITUZIONE, OVE POSSIBILE, DEGLI SPAZI LIBERI A GIARDINO ED ORTO;E. ISTITUZIONE DEI VINCOLI DI INTANGIBILITÀ E DI NON EDIFICAZIONE»CONVEGNO SULLA SALVAGUARDIA E IL RISANAMENTO, DICHIARAZIONE FINALE, IN «URBANISTICA» N.32, 1960. P. GAZZOLA, IL II CONGRESSO INTERNAZIONALE DEGLI ARCHITETTI E DEI TECNICI DEL RESTAURO, IN «ANTICHITÀ E BELLE ARTI» N.21, FIRENZE 1965, PAG. 6 (IN ID. C. AVETA, OP.CIT., PG. 144).267 PIÙ ESPLICITO SUL TEMA FU, NEL GIUGNO 1966, L’INCONTRO ORGANIZZATO DALL’ICOMOS A LEVOCÀ, IN CECOSLOVACCHIA CHEROBERTO PANE MENZIONA NELLA RELAZIONE DEL CONVEGNO DEL CONSIGLIO DI EUROPA, A BATH, NELL’OTTOBRE DEL 1966. IL PUNTO 3DEL VOTO ESPRESSO A LEVOCA SINTETIZZA L’IMPORTANZA “PAESAGGISTICA” DI UNA CITTÀ STORICA IN TUTTI I SUOI ELEMENTI, LE PIAZZE,LE STRADE ED I QUARTIERI E CHE LE CITTÀ STORICHE, PER QUESTO DA SALVAGUARDARE, DEVONO CONTENERE LA LORO CRESCITA E POSSONOFARLO, SOLO ALL’INTERNO DI UN PIANO URBANISTICO TERRITORIALE PIÙ AMPIO DI QUELLO DELLA SOLA CITTÀ CHE ABBRACCI SIA LA TUTELA CHELA RISOLUZIONE DEI BISOGNI E DELLE ESIGENZE DELLA COMUNITÀ. PIÙ CHE IL DOCUMENTO ITALIANO, QUESTO ESPLICITA L’INDISCUTIBILEED INDISSOLUBILE LEGAME TRA TUTELA ED URBANISTICA. (R. PANE, DAL MONUMENTO ISOLATO ALL’INSIEME AMBIENTALE, IN ATTUALITÀ EDIALETTICA DEL RESTAURO, PP. 241-242). ACCANTO A QUESTO RICORDIAMO ANCHE LE SECTEURS SAUVEGARDÈS PREVISTI DALLA LEGGEMALRAUX DEL 1962 E RICORDATI PIÙ VOLTE DALLO STESSO GAZZOLA PER SOTTOLINEARE L’AVANGUARDIA DELLE LEGGI DI ALTRI PAESIEUROPEI. I “SECTEURS” O ZONE PROTETTE ERANO, APPUNTO ZONE URBANE SOGGETTE A SPECIALI PER IL LORO VALORE STORICO, ESTETICO EPER GIUSTIFICARE LA CONSERVAZIONE, IL RESTAURO E LA VALORIZZAZIONE. TALI AREE INCLUDEVANO I CENTRI STORICI DI MOLTE CITTÀFRANCESI.  LA CARTA EMANATA FU SOGGETTA A CRITICHE IMMEDIATE E RICHIESTA DI REVISIONE, BENCHÉESSA FOSSE UNA DICHIARAZIONE DI INTENTI, UNA ESPLICITAZIONE DEL LIVELLO RAGGIUNTO DALLA CULTURA DELLATUTELA E NON UN LEGGE VERA E PROPRIA, E, IN EFFETTI, IN ITALIA SI AVVERTIVA LA NECESSITÀ DI UNA REVISIONEDELLE LEGGI VIGENTI; PER QUESTO MOTIVO, NELLO STESSO ANNO DELL’EMANAZIONE DELLA CARTA DI VENEZIA,CON LEGGE 16 APRILE 1964 N.310 FU ISTITUITA, SU PROPOSTA DEL MINISTRO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE, UNA COMMISSIONE DI INDAGINE PER LA TUTELA E LA VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO STORICO, ARCHEOLOGICO,ARTISTICO E DEL PAESAGGIO, DETTA COMMISSIONE FRANCESCHINI, DAL NOME DEL SUO PRESIDENTE. IL COMPITOAFFIDATO ALLA COMMISSIONE FU QUELLO DI FORMULARE PROPOSTE CHE SERVISSERO A RIVEDERE LE LEGGI DEL1939, CERCANDO UN COORDINAMENTO ANCHE CON QUELLE URBANISTICHE268. LA COMMISSIONE CONCLUSE ILAVORI NEL 1966, PUBBLICANDOLI INTEGRALMENTE, L’ANNO SUCCESSIVO, IN TRE VOLUMI DAL TITOLO PER LASALVEZZA DEI BENI CULTURALI IN ITALIA. IL MERITO INDISCUSSO DELLA COMMISSIONE FU L’ADOZIONE DELLALOCUZIONE BENE CULTURALE, RIPRESA DALLA CONVENZIONE DELL’AJA DEL 1954, INTENDENDO CON QUESTA «TUTTOCIÒ CHE COSTITUISCE TESTIMONIANZA MATERIALE AVENTE VALORE DI CIVILTÀ». SI SUPERA, DUNQUE, LACONCEZIONE ESTETIZZANTE DEL BENE E GLI SI ATTRIBUISCE UN VALORE SPIRITUALE DI TESTIMONIANZA CUMULATANEL TEMPO E RICONOSCIBILE, STORICIZZANTE. AGLI ESITI DELLA COMMISSIONE NON FECE SEGUITO ALCUNPROVVEDIMENTO LEGISLATIVO, ANZI FU INSEDIATA UNA NUOVA COMMISSIONE NEL 1968, LA COMMISSIONEPAPALDO, CHE DOVEVA, SULLA BASE DELLE CONCLUSIONI DELLA PRECEDENTE, ELABORARE «SCHEMI EPROVVEDIMENTI LEGISLATIVI PER LA REVISIONE E IL COORDINAMENTO DELLE NORME DI TUTELA RELATIVE AI BENICULTURALI». LA NOVITÀ SAREBBE POTUTA CONSISTERE NELL’OBBLIGO, DA PARTE DELL’ENTE REDATTORE DI UNQUALSIASI PIANO URBANISTICO, DI SOTTOPORSI AL VAGLIO DELL’AMMINISTRAZIONE STATALE DEI BENI CULTURALI,MA ANCORA UNA VOLTA LE ANALISI E LE SINTESI DELLA COMMISSIONE NON PRODUSSERO ALCUN AVANZAMENTONORMATIVO. CON LE DUE COMMISSIONI, PERÒ, OLTRE A FISSARE IL GRADO CULTURALE DEL MONUMENTO, CHEABBRACCIA ASPETTI ESTETICI E STORICI E SI ALLARGA ALL’AMBIENTE COSTRUITO E NATURALE, SI APRE LACONSIDERAZIONE DELLO STESSO COME BENE, AFFIDANDOGLI, UN SIGNIFICATO ANCHE ECONOMICO CHE PORTA, INQUEGLI ANNI, ROBERTO PANE A RIFLETTERE RIGUARDO LE CONSEGUENZE CHE TALE IMPORTANTE ACCEZIONECOMPORTA PER L’OGGETTO DELLA TUTELA. LA VALORIZZAZIONE DEL MONUMENTO IN QUANTO BENE CULTURALEINIZIA AD ESSERE, IN QUEGLI ANNI, FUNZIONALE AL TURISMO, ANCHE DI MASSA, E AGLI INTERVENTI, ANCHE DIPRIVATI, SULLA CITTÀ STORICA: IL RISCHIO CHE SI SAREBBE CORSO ERA LA RAZIONALIZZAZIONE DEL CENTRO STORICOPER RENDERLO FUNZIONALE ALL’INTERESSE ECONOMICO TURISTICO E DI PRIVATI SPECULATORI, MA ANCHEL’AVANZARE, IN CONSEGUENZA DI QUESTO, DELLA SOSTITUZIONE DI VECCHI EDIFICI CON UN’ARCHITETTURAMODERNA PRIVA DI REGOLE ED IRRISPETTOSA DI QUELLE STRATIFICAZIONE E QUELLE PROPORZIONI, FORME, COLORI,MASSE, CHE FANNO DEL CENTRO ANTICO UN BENE CULTURALE. SUL TEMA, L’ANCSA, TRA IL 1970 E IL 1971,ORGANIZZÒ DUE INCONTRI, UNO A GUBBIO (SEMINARIO DI GUBBIO, 1970) E L’ALTRO NELLA CITTÀ DI BERGAMO(CONGRESSO DI BERGAMO, 1971)269, INCONTRI NEI QUALI LE RELAZIONI DI NUMEROSI STUDIOSI FURONOINCENTRATE PROPRIO SUL RAPPORTO/CONTRASTO TRA CENTRO STORICO/BENE CULTURALE E CENTRO STORICO/BENEECONOMICO. IMPOSTOSI, QUINDI, IL CONCETTO PER CUI I CENTRI STORICI RIENTRANO A PIENO TITOLO NEIMONUMENTI, E, CONTEMPORANEAMENTE, ESSENDO QUESTI PARTE DELLA PIÙ AMPIA CONFIGURAZIONE URBANA, FATTA DI AMPLIAMENTI, SVILUPPI INFRASTRUTTURALI E INDUSTRIALI, SONO, PER QUESTO OGGETTO DI PIANIFICAZIONETERRITORIALE; SI PROFILA, QUINDI, LA NECESSITÀ DI STUDIARE IL MODO DI TRATTARE IL CENTRO STORICO NON SOLO DALPUNTO DI VISTA STRETTAMENTE ARCHITETTONICO, OSSIA COME INSIEME STRATIFICATO DI TESTIMONIANZESTORICO/ESTETICHE DI CIVILTÀ, MA COME LA PARTE DI UN ORGANISMO PIÙ GRANDE CHE È IL SISTEMACITTÀ/TERRITORIO, IL CHE IMPLICA LA NECESSITÀ CHE L’URBANISTICA SI ALLARGHI ABBRACCIANDO ANCHE ALTRISETTORI, COME QUELLO ECONOMICO, PSICOLOGICO, SOCIOLOGICO, ECOLOGICO, COME, D’ALTRONDE, ROBERTOPANE AVEVA AFFERMATO, POCHI ANNI PRIMA. IL PUNTO DI PARTENZA DEI CONVEGNI DELL’ANCSA FU PROPRIOLA CONSIDERAZIONE DEL CENTRO STORICO COME «PATRIMONIO DISPONIBILE PER L’INTERA SOCIETÀ; UNPATRIMONIO IN SÉ E PER SÉ, MA ANCHE CON UNA POTENZIALE CAPACITÀ DI RENDITA SIA IN TERMINI FINANZIARI,SIA IN TERMINI DI USO SOCIALE»270.