FERMARE I SATRAPI

TERREMOTO E RICOSTRUZIONI IN IRPINIA IL RESTAURO E I PIANI DI RECUPERO DEI CENTRI STORICI MINORI.


ANCHE PER QUEL CHE RIGUARDA IL RESTAURO PROPRIAMENTE DETTO, PER ESEMPIO, NON FU FATTA MENZIONE DI UTILIZZARE L’ANASTILOSI COME METODOLOGIA DI INTERVENTO, IN REALTÀ POILARGAMENTE UTILIZZATA IN QUASI TUTTI I RESTAURI DI CHIESE E EDIFICI MONUMENTALI SIA A VENZONE CHE AGEMONA334. SI PUÒ QUASI AFFERMARE CHE, MENTRE LA CULTURA UFFICIALE DIBATTE APPROFONDITAMENTE MASENZA CONCLUDERE, SEMBRA ESSERE PIÙ SENSIBILE E PREPARATA ALLA CONSERVAZIONE LA COMUNITÀ DEGLIABITANTI DEI CENTRI COLPITI, UNA CONTINUITÀ E UNA MEMORIA TECNICA CHE ALBERGAVANO PIÙ NEL LOCALE CHENELLE SFERE UFFICIALI335.«NOI VOGLIAMO SALVARE AD OGNI COSTO IL CARATTERE DEL FRIULI. [...]NOI INTENDIAMO CHE IL FRIULI RIMANGAUGUALE A SE STESSO»336, RIPORTAVA CESARE MARCHI NELLE COLONNE DE IL GIORNALE, DOPO AVER VISITATO ILUOGHI E LE COMUNITÀ FRIULANE.LA RICHIESTA ACCORATA AVANZATA DA CITTADINI E SOPRINTENDENZE, CIRCA LA NECESSITÀ DI RECUPERARE I CENTRISTORICI DANNEGGIATI DAL SISMA, VENNE ACCOLTA DAL LEGISLATORE ED INSERITA NELL’ART.8 DELLA LEGGE N.30 DEL20 GIUGNO 1977337. L’ARTICOLO PREVEDEVA LA POSSIBILITÀ DI RILEVARE E CATALOGARE TUTTE QUELLEARCHITETTURE RITENUTE PORTATRICI DI VALORI STORICI AMBIENTALI. UN COMPITO CHE NON ERA NUOVO ALLAREGIONE FRIULI, PROVENIENTE DALL’ESPERIENZA DEL CENTRO REGIONALE PER LA CATALOGAZIONE, CON SEDE INVILLA MANIN A PASSARIANO, ORGANO CHE AVEVA GIÀ CONCLUSO DIVERSI E IMPORTANTI RILIEVI CON UN SISTEMA“A TAPPETO”, SCHEDANDO INTEGRALMENTE IL PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE DI MOLTI COMUNI. LA LEGGE,INOLTRE, PREVEDEVA DI SOTTOPORRE ALLA GIUNTA REGIONALE L’ELENCO DELLE SCHEDE, E, CON L’AIUTO DELSERVIZIO BENI AMBIENTALI E CULTURALI, IDENTIFICARE QUEGLI EDIFICI O AGGLOMERATI PORTATORI DI“PARTICOLARE INTERESSE STORICO, CULTURALE ED AMBIENTALE”, NOTIFICANDOLO POI AL PROPRIETARIODELL’IMMOBILE, IL QUALE POTEVA ACCEDERE AD UN CONTRIBUTO PARI AL 100% DELLE SPESE EVENTUALMENTESOSTENUTE PER LA RIPARAZIONE, IL RESTAURO, L’INTERO RECUPERO338.LA SCELTA DI RECUPERARE QUANTO PIÙ POSSIBILE I CENTRI FU, QUINDI E SENZA ALCUN DUBBIO, UNA VOLONTÀPRIORITARIA DI ISTITUZIONI E COMUNITÀ: IL COINVOLGIMENTO DELLE COMUNITÀ E LA COLLABORAZIONE TRA QUESTEE LE ISTITUZIONI HA FATTO DELLA RICOSTRUZIONE IN FRIULI UN “MODELLO”, INDICATO COME POSITIVO TUTT’ORA. DA QUESTA VOLONTÀ DISCENDE LA TEMPESTIVITÀ DELLE ISTITUZIONI A FARE IMMEDIATE SCELTE; LA PRIMA, QUELLADI PROVVEDERE ALLA RIATTIVAZIONE DEI SETTORI PRODUTTIVI PER EVITARE LA STAGNAZIONE ECONOMICA E ARGINAREL’EMIGRAZIONE: IN POCHI ANNI FURONO RECUPERATI 18.000 POSTI DI LAVORO, ANCHE CON NUOVO IMPULSO ALLAPRODUTTIVITÀ. L’ALTRA SCELTA, NON MENO IMPORTATE, FU LA METODOLOGIA DI INTERVENTO DA SEGUIRE NELLARICOSTRUZIONE: RICOSTRUIRE DOVE ERA E COME ERA, PROVANDO A NON DARVI IL SIGNIFICATO DI RICOMPOSIZIONECARTOLINESCA MA A RIPROPORRE L’IDENTITÀ COMPLESSIVA DELLA COMUNITÀ339. IMPORTANTE FU LA SCELTA DIAFFIDARE LA RICOSTRUZIONE ALLA REGIONE, E PER CADUTA, ALLE AMMINISTRAZIONI LOCALI CHE SEPPEROCOINVOLGERE LE COMUNITÀ STESSE IN UNA SORTA DI LAVORO COLLETTIVO DI RECUPERO. LA SCELTA, IMMEDIATA, FUGIÀ INSERITA NELLA PRIMA LEGGE, LA N.227/76, ESSA COSTITUIVA, SENZA DUBBIO, UNA NOVITÀ, MEMORIDELL’ESPERIENZA SICILIANA DELLA “RICOSTRUZIONE” IN BELICE, TOTALMENTE DIRETTA DALLO STATO EDEVIDENTEMENTE FALLIMENTARE. VA PRECISATO CHE QUANDO, NEL CASO FRIULI, SI PARLA DI COINVOLGIMENTODELLE COMUNITÀ LOCALI, SI INTENDE UN COINVOLGIMENTO REALE, FATTIVO CHE SI ESPLICITÒ, NELLA RACCOLTA“MANUALE” DI TUTTO CIÒ CHE POTEVA E DOVEVA ESSERE RECUPERATO, DAI LIBRI ALLE STATUE, A QUALSIASI BENEMOBILE PRESENTE GIÀ IN MUSEI E CHIESE CROLLATE O DANNEGGIATE, AL RECUPERO DELLE PIETRE DI PORTALI,CORNICI, BALAUSTRE, MURI, CATALOGANDO SEGNANDO MANUALMENTE CIASCUNA PIETRA, DOPO AVERNEIDENTIFICATO L’ANTICA COLLOCAZIONE CON LO SCOPO DI RIMETTERLA IN PRISTINO NELLA RICOSTRUZIONE.OLTRE AL RECUPERO DEI SINGOLI MATERIALI SUPERSTITI, UN RUOLO DECISIVO GIOCÒ LA PIANIFICAZIONEURBANISTICA. AL MOMENTO DEL TERREMOTO, IL FRIULI AVVIAVA L’ITER DI APPROVAZIONE DEL PIANOURBANISTICO REGIONALE GENERALE (P.U.R.G. – L.30/1972), DEPOSITATO IL 16 MARZO DEL 1976, PRIMO INITALIA. IL PIANO ENTRERÀ IN PIENO VIGORE NEL 1978. IN QUEL PERIODO LA REGIONE FRIULI ERA TRA LE PIÙAVANZATE IN MATERIA URBANISTICA: QUASI TUTTI I COMUNI ERANO DOTATI DI STRUMENTO URBANISTICO E LO STESSOPUR APRIVA LA STRADA ALLA SECONDA GENERAZIONE DI PIANI, ANCHE A LIVELLO COMUNALE. LA RIFLESSIONESCATURITA DOPO IL SISMA FU QUELLA DI BLOCCARE IL PIANO, VISTO LO STATO DI EMERGENZA IN ATTO, MAUNANIMEMENTE SI SCELSE DI MANTENERE LE DIRETTIVE DI PIANIFICAZIONE STABILITE PRECEDENTEMENTE: ILPIANO URBANISTICO REGIONALE, PUR CON QUALCHE ADEGUAMENTO, DOVEVA CONTINUARE IL SUO PERCORSO DIADOZIONE E REALIZZAZIONE, POICHÉ IL TEMPORANEO STATO DI EMERGENZA NON POTEVA INFICIARE QUELLEDIREZIONI CHE COSCIENZIOSAMENTE ERANO STATE STUDIATE E MESSE IN CAMPO PER LO SVILUPPO DELL’INTEROTERRITORIO FRIULANO. IL PUR DOVEVA RESTARE INALTERATO, FOSSE ANCHE SOLO COME “METAPROGETTO”, OVVEROCOME GUIDA ALLA RICOSTRUZIONE. QUESTO CONSENTÌ DI USCIRE, IN QUALCHE MODO, DALLA STRAORDINARIETÀ EMANTENERE ANCHE LA RICOSTRUZIONE IN UNO STATO QUASI ORDINARIO, COMUNQUE REGOLATO, SCIENTIFICO, DIPIANIFICAZIONE TERRITORIALE. LA LEGGE 23 DICEMBRE 1977, N.63, PREVEDEVA LA REALIZZAZIONE, A CASCATARISPETTO AL PURG, DEI PIANI COMPRENSORIALI E DELLE VARIANTI DI RICOGNIZIONE E DI ADEGUAMENTO DA REDIGERSI PER I COMUNI GIÀ PROVVISTI DI STRUMENTI URBANISTICI340. I PRINCIPI INFORMATORI DEL PURG, EPOI QUELLI DEI PIANI SOTTOPOSTI, FURONO DI “TEMPESTIVITÀ”, PER EVITARE IL PASSAGGIO DAL DANNO ALDEGRADO FISICO E SOCIALE, DI “AUTONOMIA E RESPONSABILITÀ”, LA RICOSTRUZIONE DOVEVA NECESSARIAMENTEBASARSI SULL’ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DA PARTE DI TUTTI I SOGGETTI COINVOLTI, ISTITUZIONALI, SOCIALI,LOCALI; “CONTINUITÀ”, LA RICOSTRUZIONE DOVEVA RIPORTARE AD UNO STATO DI NORMALITÀ E NON A COSTRUIRENUOVE STRUTTURE SOCIALI, ECONOMICHE E TERRITORIALI. TRA I PAESI COLPITI DAL SISMA E DANNEGGIATI, DUE SONO QUELLI CHE POSSONO CONSIDERARSI PARADIGMATICI.IL PRIMO È SICURAMENTE VENZONE, L’ALTRO È GEMONA DEL FRIULI. VENZONE COSTITUISCE UN PARADIGMAANCHE PER LA SUA CONDIZIONE DI CENTRO VINCOLATO COME “UNITÀ MONUMENTALE” DAL 1965. GEMONA PUÒESSERE INTESO COME ESEMPIO DAL QUALE TRARRE IL MODUS OPERANDI USATO POI IN TUTTI GLI ALTRI CENTRIFRIULANI RICOSTRUITI. NELLE CONCLUSIONE DEL PRIMO CICLO DEL CONGRESSO, SI LEGGE: “L’ICOMOS RICHIAMA L’ATTEZIONE PARTICOLARE SUI SEGUENTIPUNTI (…). SI RENDE NECESSARIO CHE TRA LE OPERE CHE DEBBONO ESSERE ASSIMILATE A MONUMENTI SONO DA COMPRENDERE ANCHETUTTI GLI ELEMENTI ARCHITETTONICI ISOLATI NONCHÉ QUEI COMPLESSI AMBIENTALI ANCHE DI APPARENTE MINORE IMPORTANZASPECIFICA, MA PERALTRO AVENTI CARATTERE DI PECULIARITÀ DI PROSPETTIVA, DI SCORCI, DI ALTRI ASPETTI TIPICI DI UNA LOCALITÀ, E CIÒANCHE SE NON SIANO STATI IN PRECEDENZA QUALIFICATI COME TALI MEDIANTE VINCOLI SECONDO LE LEGGI IN VIGORE.”(DOCUMENTOFINALE DELLA PRIMA PARTE, IN AA.VV., L’ESPERIENZA INTERNAZIONALE NELLA CONSERVAZIONE DEI BENI CULTURALI NELLE ZONETERREMOTATE, PG. 35).331 R.PANE, IL RESTAURO URBANISTICO IN FRIULI, IN AA.VV., L’ESPERIENZA INTERNAZIONALE NELLA CONSERVAZIONE DEI BENICULTURALI NELLE ZONE TERREMOTATE, PG. 119.332 MOZIONE CONCLUSIVA, IN AA.VV., L’ESPERIENZA INTERNAZIONALE NELLA CONSERVAZIONE DEI BENI CULTURALI NELLE ZONETERREMOTATE, PG. 333.333 IN RIFERIMENTO AL RECUPERO DELL’ANTICA CITTÀ DI VENZONE, F. DOGLIONI DICHIARAVA: “CONDANNARE LA RICOSTRUZIONE COMEFALSO FALSO STORICO, SENZA DEFINIRE LE CONDIZIONI CULTURALI ED UMANE IN CUI SI OPERA, SIGNIFICA CONSENTIRE NELLA MINUTAREALTÀ DEI COMUNI TERREMOTATI, E ANCHE IN LUOGHI DI MAGGIORE RESPONSABILITÀ, DI STRUMENTALIZZARE QUESTA ISTANZA CULTURALEA FINI EVIDENTEMENTE CONTRARI A QUELLI DELLA CONSERVAZIONE; SIGNIFICA SPESSO CONSENTIRE INTERESSATE PREVARICAZIONI OPERATE IN NOME DELLA CULTURA. È PER QUESTO MOTIVO CHE, COME RAPPRESENTANTI DEL COMITATO DI RECUPERO DEI BENI CULTURALI DIVENZONE CHIEDIAMO ALL’ICOMOS COME GIÀ HA FATTO IN PARTE NEL VOTO DI DICEMBRE SCORSO, DI INDICARE CON UN VOTO DEIPRINCIPI DI METODO PER LA RICOSTRUZIONE CHE LIBERINO IL CAMPO DA INTERESSATE ESTORSIONI”(C.LAMOREUX, F.DOGLIONI,PROPOSTA PER UN COSCIENTE CONTRIBUTO ALLA RINASCITA DI VENZONE, IN AA.VV., L’ESPERIENZA INTERNAZIONALE NELLACONSERVAZIONE DEI BENI CULTURALI NELLE ZONE TERREMOTATE, PG. 127).334 A.BELLINA, L’ANASTILOSI NELLA RICOSTRUZIONE DEL FRIULI, ARTI GRAFICHE FRIULANE, UDINE 1988, PP. 39-45.335 IVI336 C.MARCHI. IL GIORNALE, 20 MAGGIO 1976.337 L.N.30, DEL 20 GIUGNO 1977, ART. 8: AL FINE DI RECUPERARE E VALORIZZARE, ATTRAVERSO LA CORRETTA ESECUZIONE DELLE OPERE DIRIPARAZIONE E RESTAURO, I PRINCIPALI VALORI AMBIENTALI, STORICI, CULTURALE ED ETNICI,CONNESSI CON L’ARCHITETTURA LOCALE, ILSERVIZIO REGIONALE DEI BENI AMBIENTALI E CULTURALI È AUTORIZZATO, ANCHE SU SEGNALAZIONE DEI COMUNI INTERESSATI ACOMPILARE, MEDIANTE SCHEDATURA E CATALOGAZIONE, ELENCHI DOCUMENTATI DEGLI EDIFICI DANNEGGIATI DAGLI EVENTI SISMICI ERAPPRESENTATIVI DEI VALORI SUINDICATI.338 M.B. PUSTETTO, UNA TRAGEDIA NON FACILE DA RACCONTARE, IN IL FRIULI RINASCE?, ARTI GRAFICHE BUTTAZZONI, SAN DANIELE DEL FRIULI 1978.