FERMARE I SATRAPI

TERREMOTO E RICOSTRUZIONI IN IRPINIA IL RESTAURO E I PIANI DI RECUPERO DEI CENTRI STORICI MINORI


PERCIÒ, LO STESSO SIGNIFICATO DI AUTENTICITÀ RIFERITO AD UN LUOGO PUÒ INQUESTO CASO NON ESSERE LEGATO SOLO ALLA MATERIA, AL SOLO SPAZIO FISICO, MA NECESSARIAMENTE SI LEGA ADALTRI FATTORI, ALL’INTERAZIONE TRA LA COMUNITÀ E LO SPAZIO ABITATO, A COME LA COMUNITÀ RICONOSCE PROPRIOQUELLO SPAZIO. LA SCELTA DELLA RICOMPOSIZIONE TOTALE PER VENZONE, DUNQUE, COSTITUIVA UN’OPZIONEIDEALE, CONSAPEVOLE PERÒ CHE L’ARTICOLAZIONE E LA COMPLESSITÀ DELLE OPERAZIONI AVREBBE PORTATO ADUNA REALTÀ SIMILE MA DIVERSA AL TEMPO STESSO, RISPETTO ALLA PREESISTENTE. IL PIANO DI RICOSTRUZIONE ERADIVISO IN ISOLATI, UNITÀ EDILIZIE ED ELEMENTI EDILIZI. SOTTO LA SORVEGLIANZA DEL COMITATO DI SETTORE,VENNERO RILEVATI TUTTI I RESTI MURARI, INDIVIDUATE LE FONDAZIONI DI OGNI EDIFICIO DISTRUTTO E CENSITE LEPROPRIETÀ, DANDO UN QUADRO COMPLETO DELLA SITUAZIONE PRECEDENTE IL SISMA. CON UN METODO CHE FU LOSTESSO SU TUTTO IL CENTRO STORICO SI VERIFICARONO LA COICIDENZA DEI TRACCIATI VIARII, IL RECUPERO DEGLIELEMENTI MURARI E DI TUTTI I RESTI LAPIDEI E IL REINGLOBAMENTO DEGLI STESSI, LA RICOSTRUZIONE DELLE PARTIPERDUTE ATTRAVERSO FORME E MATERIALI DISTINGUIBILI, SECONDO UN DISEGNO DI INSIEME CHE RIPORTA LASITUAZIONE PRECEDENTE AL SISMA, TENENDO COMUNQUE SEMPRE CONTO DELLA NECESSITÀ DI RISPONDERE ADETERMINATE ESIGENZE TECNICHE, SOPRATTUTTO ANTISISMICHE.ACCANTO AL PIANO DI RICOSTRUZIONE, PARTE INTEGRANTE DI QUESTO FURONO IL PIANO DEGLI INTONACI E LEINDICAZIONI PER IL RESTAURO DELLE PIETRE, NONCHÉ IL CATALOGO DELLE FORATURE E IL PIANO DELL’ARREDOURBANO. DECISIVO FU IL COORDINAMENTO RELATIVO AD OGNI SINGOLO PROGETTO PRESENTATO, COORDINAMENTOCHE SI TRADUCEVA ANCHE IN UNA UNIFORMITÀ DI SIMBOLOGIE NONCHÉ DI CRITERI TECNICI DI INTERVENTO,OMOGENEITÀ DI ELABORATI, CAPITOLATI E PREZZIARI, VALIDI PER TUTTI I PROGETTI DEL CENTRO STORICO. PER POTERCONTROLLARE IL RISPETTO DEI SUDDETTI PRINCIPI VENNE COSTITUITO UN UFFICIO UNICO DI DIREZIONE LAVORI,COORDINATO ANCHE ESSO DALL’ARCHITETTO BALLARDINI, COSÌ COME IL LABORATORIO DI RESTAURO CHE SI RESENECESSARIO ORGANIZZARE VISTA LA MOLE DI INTERVENTI SULLE MURATURE CHE LA RICOSTRUZIONE RICHIEDEVA.PRESSO IL LABORATORIO FURONO RACCOLTI TUTTI GLI ELEMENTI LAPIDEI DEL CENTRO STORICO E STUDIATE LE TECNICHEPIÙ ADATTE ALLA RICOMPOSIZIONE. IL PIANO DEGLI INTONACI, ELABORATO DA FRANCESCO DOGLIONI, BASAVA LEMETODOLOGIE SU UN ACCURATO STUDIO DELLA QUALITÀ E DELL’EPOCA DEGLI INTONACI SUPERSTITI, FORNENDO POI UNA GAMMA DI CASI RISCONTRATI E UNA METODOLOGIA DI LAVORAZIONE DEGLI STESSI, ACCOMPAGNATO DA UNAPLANIMETRIA DEL CENTRO STORICO NELLA QUALE A CIASCUN FRONTE SI ATTRIBUIVA IL TIPO DI INTONACO PIÙOPPORTUNO. QUESTO DIVENTAVA UNO DEI CAMPI DI INDAGINE PIÙ IMPORTANTI PER LA RIUSCITA DELLARICOMPOSIZIONE DEI FRONTI. PER QUEL CHE RIGUARDA INVECE GLI INTERVENTI SUGLI EDIFICI, IN PARTICOLARE ILCONSOLIDAMENTO DELLE MURATURE, LE TECNICHE RACCOMANDATE ANCHE DAL PIANO ERANO LE INIEZIONI DIMALTA CEMENTIZIA, PER MIGLIORARE LA RESISTENZA E LA CONSISTENZA, ASSIEME ALL’INSERIMENTO DI PILASTRI ECORDOLI IN CEMENTO ARMATO. PER LE NUOVE COSTRUZIONI O LE PARTI DI COMPLETAMENTO SI RACCOMANDAVA LAMURATURA CON SETTO INTERNO IN C.A., IL RIVESTIMENTO IN MATTONI PIENI E LA CONTROPARETE INTERNA INMATTONI FORATI INFRAMMEZZATA DA ISOLANTE FINO AL RAGGIUNGIMENTO DELLO SPESSORE ORIGINARIO, I SOLAI INLATEROCEMENTO E LE COPERTURE IN LEGNO, ANCHE LASCIATE A VISTA. LA SEGRETERIA GENERALE STRAORDINARIADEL FRIULI VENEZIA GIULIA AFFIDÒ AD UN UNICO CONSORZIO DI IMPRESE LA REALIZZAZIONE DEGLI INTERVENTI ESI COSTITUÌ UN UFFICIO UNICO DI DIREZIONE DEI LAVORI, COMPOSTO DA VARI TECNICI INCARICATI DI SEGUIRE ICANTIERI E DA UN ESPERTO DI ELEMENTI LITICI.355LA RICOSTRUZIONE QUASI TOTALE DI VENZONE AVVENNE NEL GIRO DI POCHISSIMI ANNI: DALL’APPROVAZIONE DELPIANO DI RICOSTRUZIONE DEL 1980, IN SOLI 6 ANNI QUASI TUTTA VENZONE VENNE RICOSTRUITA. RIMASE FERMOSOLO IL CANTIERE DEL DUOMO, QUASI INTERAMENTE CROLLATO, PER IL QUALE UN LUNGO DIBATTITO SUL RESTAURO OSULLA POSSIBILITÀ DI LASCIARE IL MONUMENTO A RUDERE, SI SVOLSE FINO AD APPROVARNE IL RESTAURO CONTECNICHE DI ANASTILOSI E LASCIANDO TUTTI I LACERTI DI INTONACI DIPINTI E TUTTA LA STRATIGRAFIA MURARIA AVISTA. L’ESPERIENZA VENZONIANA CON IL SUO PIANO DI RICOSTRUZIONE, SI PONE COME “PROGETTO PILOTA”NELLA RICOSTRUZIONE DI UN CENTRO STORICO AFFLITTO DA UNA DISTRUZIONE DOVUTA AD UN EVENTO CATASTROFICO.UN PROGETTO PILOTA NON SOLO PER QUEL CHE ATTIENE ALLE TECNICHE DI INTERVENTO, ALLA MODALITÀ DIPROGETTAZIONE DEL PIANO STESSO, MA ANCHE, E FORSE SOPRATTUTTO RELATIVAMENTE ALLA RIAPERTURA DELDIBATTITO SUL RESTAURO IN SENSO STRETTO E SUL RECUPERO DEI CENTRI STORICI IN SENSO PIÙ AMPIO. CIÒ CHE SIMETTE IN DISCUSSIONE È SENZA DUBBIO LA CARTA DEL RESTAURO, DA POCO APPROVATA. LA STESSA PERMETTEVA,INFATTI, DI INTERVENIRE, SU UN MONUMENTO O SU UN AGGREGATO, CON UNA RICOMPOSIZIONE SOLO QUANDOESISTESSERO QUALITATIVAMENTE E QUANTITATIVAMENTE ELEMENTI ABBASTANZA NUMEROSI DA GIUNGERE AD UNA“RICONFORMAZIONE” DELL’OPERA, NEL CASO CONSENTENDO DI INTERVENIRE CON AGGIUNTE SOLO QUANDO QUESTENON FOSSERO “VISIBILI” NELL’ASPETTO ESTERNO DEL MANUFATTO. ANCORA, LA CARTA VIENE ULTERIORMENTE MESSAIN DISCUSSIONE PER LA SUA RIGIDITÀ RIGUARDO AD OPERAZIONI POSSIBILI ED ALTRE ASSOLUTAMENTE PROIBITE,RESTRIZIONE CHE NON TENEVA CONTO DELLA DIVERSITÀ NON SOLO DEI CARATTERI PRESENTI IN UN CENTRO STORICO,MA LA STESSA COMPLESSA COMPOSIZIONE DI UN CENTRO STORICO. QUESTO VALE A DIRE CHE A DIFFERENZA DELMONUMENTO SINGOLO, L’AMPLIAMENTO DEL CONCETTO DI BENE CULTURALE DAL SINGOLO EDIFICIO ALL’AGGREGATODI EDIFICI, FINO AD ARRIVARE AD INTERE CITTÀ, CONCETTO IN REALTÀ SVILUPPATO NEGLI ANNI PRECEDENTI IL SISMA ED ENTRATO A FAR PARTE A PIENO TITOLO DEL DIBATTITO SULLA TUTELA, PONEVA COME NECESSARIA LA REVISIONEDELLE METODOLOGIE DI INTERVENTO E ANCHE LA RIVALUTAZIONE DEL CONCETTO STESSO DI RICOSTRUZIONE ERIPROPOSIZIONE DI CARATTERI DELLA CULTURA STORICO/ARTISTICA E MATERIALE DI UN TERRITORIO, UN CENTROSTORICO, UN AGGREGATO. LO STESSO BALLARDINI È CONVINTO DELLA ERRATA INTERPRETAZIONE DELLA PAROLA“RIPRISTINO”, INTESA NEL SENSO NEGATIVO DEL TERMINE QUASI COME SINONIMO DI FALSO, PERCHÉ, CONVINTODELLA SUPERFICIALITÀ DELLO STUDIO DELLE FORMAZIONI DELL’EDILIZIA STORICA, RITIENE CHE SIA ERRATO LO STUDIOE L’APPLICAZIONE DEI TIPI EDILIZI IN MODO PEDISSEQUO; È IN QUESTA RIPETIZIONE NON RAGIONATA, ACRITICACHE L’ARCHITETTO CI RITROVA LA POSSIBILITÀ DI “FALSIFICARE” UNA CONDIZIONE EDILIZIA STORICA, AL CONTRARIOATTRAVERSO LO STUDIO CRITICO E L’APPLICAZIONE CRITICA E RAGIONATA DI “TIPI” EDILIZI LEGATI STRETTAMENTE ALTERRITORIO, CONSIDERANTI I LEGAMI TRA LO SVILUPPO DI CERTA EDILIZIA SPONTANEA E I MODI DI VIVERE QUESTAIN RELAZIONE ALLA SPECIFICITÀ DEL TERRITORIO, BALLARDINI TROVA UN SENSO DIVERSO AL SIGNIFICANTE“RIPRISTINO”. LO STUDIO STORICO-CRITICO DEI MODI DI RIPETIZIONE ALL’INTERNO DI UN CENTRO STORICO E DEIMODI DI DIVERSITÀ CONDIZIONATI DA FATTORI DIVERSI, DOVREBBE ESSERE ALLA BASE DELLA CONSERVAZIONE E POIEVENTUALMENTE DEL “RESTAURO” DEGLI AGGLOMERATI URBANI STORICI. IL RIPRISTINO DIVIENE, QUINDI, NEL “CASOVENZONE” UNA SCELTA NON IN CONTRASTO CON ALTRE SOLUZIONI NÉ L’UNICA SOLUZIONE POSSIBILE, MA UNASOLUZIONE CHE SUPPONE UN ATTEGGIAMENTO CRITICO, FORSE ANCOR PIÙ ACCORTO, APPROFONDITO E STUDIATO.PER QUESTO MOTIVO, RITENENDO LA MERA CLASSIFICAZIONE TIPOLOGICA RIDUTTIVA CI SI ORIENTÒ INDIVIDUANDO“AMBITI TECNICI” COSTITUENTI ELEMENTI O PARTI DEL PROCESSO DI TRASFORMAZIONE DI TUTTO L’INSEDIAMENTO,AMBITI CHE HANNO UN RADICAMENTO PRECISO NEL TERRITORIO OVE SI È REALIZZATA LA TRASFORMAZIONE STORICA.OGNI AMBITO POI ERA SUDDIVISO IN UNITÀ DI INTERVENTO, CORPI EDILIZI PRINCIPALI E CORPI EDILIZISECONDARI. PER OGNI ELEMENTO, POI, ERANO RIPORTATI GLI ELEMENTI LAPIDEI RECUPERATI E CATALOGATI, DARIMETTERE IN PRISTINO DOVE ERANO: IL RISULTATO CHE SI SAREBBE OTTENUTO, LA RICOSTRUZIONE DEL CENTROSTORICO DI VENZONE AVREBBE ASSUNTO UN NUOVO VALORE CONSAPEVOLMENTE, «COME TESTIMONIANZA PRIMA,COME CONDIZIONE MATERIALE PER LEGITTIMARE IL PASSAGGIO VERSO L’OPERA COMPIUTA DELLARICOSTRUZIONE(…) COME OPERA POI, ENTRO LA QUALE GLI ELEMENTI SONO STATI RIMISURATI E RICOMPRESI INUNA NUOVA STRUTTURA URBANA ED EDILIZIA CHE MAGGIORMENTE DI ADATTA, RISPETTO A QUELLA STORICACOMPLESSIVAMENTE PRESENTE AL 1976, AL PUNTO DA RILEGGERLA COME COINCIDENTE CON ESSA. MA TUTTAVIANON COMPLETAMENTE!»356, IN QUESTA DIFFERENZA STA LA POSSIBILITÀ DI RIORGANIZZARE, PER DIRLA CONBALLARDINI, I GIUDIZI DI VALORE SUL PATRIMONIO EDILIZIO STORICO, SULLE NUOVE TECNICHE E SUI NUOVI STRUMENTI.