FERMARE I SATRAPI

TERREMOTO E RICOSTRUZIONI IN IRPINIA IL RESTAURO E I PIANI DI RECUPERO DEI CENTRI STORICI MINORI.


ALCUNI CASI DI RICOSTRUZIONE: GEMONA DEL FRIULICOME VENZONE, ANCHE GEMONA DEL FRIULI SORGE COME NUCLEO CON IL COMPITO DI PORTA, PASSAGGIO TRAL’ITALIA E I PAESI NORD-ORIENTALI. GIÀ NEL 500 A.C., CON I CELTI, IL TERRITORIO DOVE ORA SORGE GEMONAERA OCCUPATO DA STATIONES, OSSIA LUOGHI DI SOSTA PER IL PASSAGGIO DALL’ITALIA AI PAESI D’OLTRALPE. CON IROMANI VENNE ATTIVATA UNA SECONDA STATIO A OSPEDALETTO. ENTRAMBE VENNERO DISTRUTTE DALLE INVASIONIBARBARICHE ED I SUPERSTITI SI RIFUGIARONO IN UN INSENATURA TRA IL COLLE DEL CASTELLO E IL MONTE GLEMINA,DANDO COSÌ ORIGINE AL PRIMITIVO NUCLEO SUL QUALE NASCERÀ LA FUTURA CITTADELLA MEDIEVALE DI GEMONA.GLI OSTROGOTI VI SI INSEDIARONO E VI COSTRUIRONO LA PRIMA AULA CULTUALE LÌ DOVE ORA SORGE IL DUOMO.DAL 776, CON I LONGOBARDI, GEMONA CREBBE POLITICAMENTE TANTO DA ESSERE ERETTA AL RANGO DIARIMANNIA, OSSIA COMUNITÀ DI UOMINI DEDITI AL LAVORO E ALLA DIFESA E DIRETTAMENTE DIPENDENTE DAL RE,DI QUESTO PERIODO FU L’AMPLIAMENTO DEL CASTRUM GLEMONE. COME VENZONE ANCHE GEMONA FUDISTRUTTA DAGLI UNGARI. LA RICOSTRUZIONE INIZIÒ SOTTO GLI OTTONI, DAL 952 E POI PROSEGUÌ SOTTO L’OPERADEI PATRIARCHI AQUILEIESI. VERSO IL MILLE FU COSTRUITA LA PRIMA CINTA MURARIA DIFENSIVA CHE RACCHIUDEVACASTELLO E DUOMO. FU DONATA NEL 1077 AL PATRIARCA SIGEARDO E ALLA FINE DEL XII SECOLO DIVENNE LIBERACOMUNITÀ ED INIZIÒ LA SUA ESPANSIONE URBANISTICA VERSO NORD E FUORI DELLA PRIMA CERCHIA MURARIA. NEL1348, SUBÌ UN TERRIBILE TERREMOTO CHE OLTRE AD ABBATTERE NUMEROSE CASE, DISTRUSSE IL CAMPANILE DELDUOMO. DEL 1370 È LA COSTRUZIONE DELLA TERZA CINTA MURARIA MENTRE DEL 1502 IL RINASCIMENTALEPALAZZO COMUNALE. IL CINQUECENTO E IL SEICENTO FURONO PER GEMONA SECOLI DI “ABBELLIMENTO”EDILIZIO; MUTARONO IN RINASCIMENTALE E BAROCCO I VOLTI DI MOLTI EDIFICI NOBILIARI GEMONESI. NEL ‘700 GEMONA ERA UN CITTÀ RELATIVAMENTE GRANDE, DOTATA DI MOLTE CHIESE ED EDIFICI PUBBLICI, CINTADA MURA. QUESTO ASPETTO E IL SUO IMPIANTO URBANISTICO RIMASERO PRESSOCHÉ IMMUTATI FINO AI TERREMOTIDEL 1976357. COME PER VENZONE, ANCHE LA COMUNITÀ GEMONESE SI IMPEGNÒ DA SUBITO PER IL RECUPERODELLA PROPRIA CITTÀ E ANCHE QUI IL PRIMO PROBLEMA FU IL RECUPERO DEI BENI MOBILI, E LA CATALOGAZIONEDELLE PIETRE E DI QUEGLI ELEMENTI SUPERSTITI CHE POTESSERO ESSERE RICOLLOCATI SUGLI EDIFICI DA RICOSTRUIRE.DI QUESTO LAVORO È VISIBILE ANCORA UN “MUSEO A CIELO APERTO” NELLA PARTE BASSA DI GEMONA. PRIMA DELTERREMOTO, COME GIÀ DETTO, LA MAGGIOR PARTE DELLE CITTA FRIULANE ERA GIÀ DOTATA DI STRUMENTOURBANISTICO, COSÌ PURE GEMONA, IL CUI P.R.G. ERA DATATO 1970. IL PIANO PARTICOLAREGGIATO, COMEPREVEDEVA LA LEGGE URBANISTICA DELLA REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA, DOPO IL TERREMOTO, FU ADOTTATONEL 1977. PER QUEL CHE RIGUARDA LA RICOSTRUZIONE FU ATTUATO IL RESTAURO O RICOSTRUZIONE FILOLOGICA SOLOSUGLI EDIFICI DI VIA BINI, SUL DUOMO E IL PALAZZO COMUNALE E SUL CASTELLO CHE ANCORA OGGI, PERÒ,ATTENDE LAVORI DI COMPLETAMENTO. IL RESTO DELLA RICOSTRUZIONE AVVENNE, COME PER GLI ALTRI PAESICOLPITI, ATTRAVERSO LE INDICAZIONI FORNITE DALL’ASSESSORATO AI LAVORI PUBBLICI, CON L’USO DI FASCICOLICOME LE “PRESCRIZIONI PER L’EDILIZIA NELLE ZONE SISMICHE - NOTE INTERPRETATIVE E DI COMMENTO CONSUGGERIMENTI APPLICATIVI – ESEMPI DI INTERVENTO PER LA RIPARAZIONE E IL RAFFORZAMENTO ANTISISMICO” EDALLA SEGRETERIA GENERALE STRAORDINARIA, COME I “DOCUMENTI TECNICI” CHE INDICAVANO TUTTE LEPROCEDURE PRATICHE E BUROCRATICHE PER AFFRONTARE OGNI SINGOLO PROGETTO DI RICOSTRUZIONE. OGGIGEMONA È COMPLETATA NELLA SUA RICOSTRUZIONE; I MONUMENTI SONO STATI RESTAURATI QUASI TUTTI CON ILMETODO DELL’ANASTILOSI. IL RESTO DELLA RICOSTRUZIONE È STATA PORTATA AVANTI NEL RISPETTO DELLE VOLUMETRIEE DEGLI ALLINEAMENTI, REINTERPRETANDO, QUANDO SI TRATTÒ DI EDILIZIA NUOVA, LA TIPOLOGIA TRADIZIONALEDELL’EDILIZIA SPONTANEA LOCALE. NEL CASO DELLA RICOSTRUZIONE DEL FRIULI, I PIANI DI RECUPERO EBBERO UN RUOLO DETERMINANTE EL’APPROCCIO AD ESSI DIVERSIFICÒ ANCHE L’ESITO DELLA RICOSTRUZIONE. DEI PAESI RECUPERATI È CERTO CHEVENZONE RISULTA ESSERE IL “CASO PARTICOLARE”, UN VERO E PROPRIO LABORATORIO POLITICO-CULTURALE NELLATEORIA E PRATICA DEL RECUPERO DEI CENTRI STORICI, COME AL CONTRARIO SI ERA VOLUTO FAR DIVENTARE GIBELLINANUOVA PER LA TEORIA E LA PRATICA DELLA ARCHITETTURA E L’URBANISTICA DEGLI ANNI SETTANTA. IL PIANO DIVENZONE SI MUOVE IN DUE POSIZIONI, QUELLA DELLE CATEGORIE GENERALI DI INTERVENTO, OSSIA IL RISPETTO DIUN INSIEME ORGANICO DI PRESCRIZIONI ESTESO ALL’INTERA AREA DELL’UNITÀ DI INTERVENTO E DIFFERENZIATE PERCATEGORIE RELATIVE AI CORPI EDILIZI E ALLE AREE SCOPERTE E UN TIPO SPECIFICO DI INTERVENTO CHEREGOLAMENTA CON PRESCRIZIONI TECNICHE SPECIFICHE LE MODALITÀ DI REALIZZAZIONE DELLE SINGOLE OPERECOMPRESE NELL’AREA INTERESSATA DALLA CATEGORIA GENERALE DI INTERVENTO358. NEL CASO DI VENZONE CI SITROVA DI FRONTE AD INTERVENTI INERENTI AL CENTRO STORICO CHE HANNO ALLE SPALLE UNA COMPIUTA E PUNTUALEELABORAZIONE CONCETTUALE: UN’OTTICA UNITARIA CHE NON TRASCURA IL PARTICOLARE. NEL CASO DI GEMONA SI ÈADOTTATO UN PIANO PARTICOLAREGGIATO CHE SUDDIVIDE LA ZONA INTERESSATA IN SETTORI E IN AREE DIINTERVENTO. IL PIANO CONTIENE MOMENTI DI MASSIMA CONSERVAZIONE, QUANDO SI TRATTA DI ASPETTI DI ALTAVALENZA AMBIENTALE, PREVEDENDO A CARICO DEL RESTANTE TESSUTO EDILIZIO INTERVENTI DI ORDINE FISICO, FUNZIONALE ED AMBIENTALE CHE VANNO DALLA RISTRUTTURAZIONE ALLA SOSTITUZIONE PARZIALE O TOTALE, PURESEMPRE NEL RISPETTO DEGLI ALLINEAMENTI E DELLE VOLUMETRIE359.SI PUÒ AFFERMARE CHE A 34 ANNI DAL TERREMOTO DEL FRIULI, DI TALE CATASTROFE NATURALE ESISTE SOLO ILRICORDO, MALINCONICO E NOSTALGICO PER LE PERDITE UMANE E PER LE DIFFICOLTÀ AFFRONTANTE AL MOMENTO,MA POSITIVO, PER I FRIULANI, PERCHÉ SOTTOLINEA CON QUANTA FORZA D’ANIMO, CULTURALE E PRATICA ABBIAMORISOLLEVATO LE SORTI DEI PROPRI PAESI ED INSIEME DEL FRIULI, O ALMENO DI QUELLA PARTE COLPITA DAL SISMA.BISOGNA RICORDARE CHE I PAESI DI CUI QUI SI PARLA IN MODO SPECIFICO, COME TUTTI QUELLI RISULTATIDISTRUTTI, GRAVEMENTE DANNEGGIATI O DANNEGGIATI, FOSSERO ALL’EPOCA PAESI AD ECONOMIA PRETTAMENTEAGRICOLA E IN STATO DI ABBANDONO E DEGRADO E CHE LA “SCOSSA” DATA DAL TERREMOTO FORNÌ, FORSE,STRUMENTI E SPINTA NECESSARI A FAR REALMENTE RINASCERE LE COMUNITÀ CHE, DAL CANTO LORO, SEPPEROSFRUTTARE IN MODO EGREGIO LE ECONOMIE MESSE A DISPOSIZIONE DELLO STATO E DELLA REGIONE, CON UNLAVORO CHE MISE IN PARALLELO SVILUPPO URBANO, ECONOMICO E RECUPERO FISICO SENZA PROPENDERE INPERCENTUALI MAGGIORI PER NESSUNA DELLE TRE COMPONENTI. “IL SUCCESSO DELLA RICOSTRUZIONE È NELLARICOSTRUZIONE STESSA”360, AFFERMA AUGUSTO ROMAN BURELLI, INTENDENDO DIRE, CON QUESTO, CHE IN UNARICOSTRUZIONE POST-SISMICA SI METTE IN MOTO UN PROCESSO PLURIDECISIONALE ACCELERATO, NEL QUALE CONTACIÒ CHE RIDUCE I TEMPI TECNICI E BUROCRATICI E CHE RISPETTA LE ESIGENZE DEI COLPITI, I CUI ESITI CULTURALIDEVONO ESSERE GIUDICATI ANCHE PENSANDO ALLO STATO DI EMERGENZA IN CUI IL PROGETTO E IL PROCESSO DIRICOSTRUZIONE SONO STATI CONCEPITI361. SI PUÒ, OGGI, SOTTOLINEARE UN USO ABBONDANTE DELLE TECNICHE DICOSTRUZIONE IN CEMENTO ARMATO, O UN TROPPO SPINTO PESCARE NELLA TIPOLOGIA ANCHE NELLA COSTRUZIONEDEL NUOVO OLTRE CHE NELLA RICOSTRUZIONE, IN PARTICOLARE A GEMONA, COME ESEMPIO PER I PAESIRICOSTRUITI. RESTA IL FATTO CHE ENTRAMBI I PAESI ANALIZZATI SONO ESATTAMENTE DOVE ERANO, RISPETTANOL’IMPIANTO URBANISTICO INIZIALE, I PROPRI IMPORTANTI MONUMENTI RESTAURATI, NON SOFFRONO MOMENTI DIDEGRADO SOCIALE ED ECONOMICO, E LE COMUNITÀ CHE IN ESSI VIVONO MANTENGONO VIVA LA MEMORIA E LATRADIZIONE ANCHE PRESTANDO COSTANTEMENTE ATTENZIONE ALLA FISICITÀ DELLA CITTÀ, CON UN ATTENTO GRADO DIMANUTENZIONE. SI TRATTA COMUNQUE DI PICCOLI PAESI DI PROVINCIA, LEGATI INDISSOLUBILMENTE ALLA CITTÀCAPOLUOGO ANCHE ATTRAVERSO UNO SVILUPPO INDUSTRIALE E COMMERCIALE CHE SI INSTAURA SULLE DIRETTRICI DICOLLEGAMENTO TRA QUESTI E LA CITTÀ E CHE, MEGLIO CHE IN ALTRE PARTI, FA DA COLLANTE E GARANTISCE UNDISCRETO BENESSERE. LA COMUNITÀ VIVE IL PROPRIO CENTRO STORICO ANCHE IMPIANTANDO ATTIVITÀECONOMICHE CHE RISULTANO FRUTTUOSE AL PUNTO CHE QUESTI CENTRI NON APPAIONO COME MARGINALI ALLAPROVINCIA MA VIVI ANCHE AUTONOMAMENTE RISPETTO A QUESTA, PUR ESSENDOLE LEGATI, DIVERSAMENTE DALBELICE, DOVE LO SRADICAMENTO HA PORTATO CENTRI COME GIBELLINA, POGGIOREALE O SALAPARUTA A DOVERSI RELAZIONARE CON LA DESOLAZIONE TERRITORIALE E LA LONTANANZA, ANCHE DETTATA DA MANCANZA DI OPPORTUNEINFRASTRUTTURE, DAI CENTRI MAGGIORI. A QUESTO SI UNISCE LA RIFLESSIONE, IN ULTIMO MA NON MENOIMPORTANTE, SULL’INTERPRETAZIONE DEL PATRIMONIO DI EDILIZIA STORICA E DEGLI INTERVENTI POSSIBILI PER ILRECUPERO E LA CONSERVAZIONE CHE RIAPRÌ ALL’EPOCA IL DIBATTITO SUI CENTRI STORICI E CHE ANCORA OGGIIMPONE UNA NUOVA RIFLESSIONE ATTRAVERSO IL CONFRONTO TRA I MODELLI DI RICOSTRUZIONE DOVUTA AD EVENTI CATASTROFICI, ASSAI FREQUENTI, PERALTRO NEL NOSTRO PAESE.